1° maggio: cosa successe nella “rivolta di Haymarket”, la drammatica origine della Festa del Lavoro

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Oggi si pensa di portare la settimana lavorativa a quattro giorni, un tempo si lottava poter lavorare 8 ore al giorno: cosa successe il 4 maggio 1886 nella “rivolta di rivolta di Haymarket” e perché da qui nacque la Giornata internazionale dei lavoratori.

Il 4 maggio 1886 segna un punto cruciale nella storia dei diritti dei lavoratori, conosciuto come la “rivolta di Haymarket” o il “massacro di Haymarket”. Tutto era iniziato il primo maggio con uno sciopero in tutte le fabbriche di Chicago.

L’apice delle manifestazioni si raggiunse però il 4 maggio con una protesta che chiedeva l’applicazione di turni lavorativi di otto ore anche per i lavoratori privati, invece degli estenuanti undici ore al giorno, si trasformò in violenza quando un ordigno esplosivo venne lanciato contro la polizia, causando la morte di sei agenti.

Questo evento portò all’arresto di otto lavoratori, con tre condannati all’ergastolo e cinque condannati a morte. La richiesta di una giornata lavorativa più umana, con l’obiettivo di garantire otto ore per il lavoro, otto per il riposo e otto per tutto il resto, era un’aspirazione giusta e fondamentale per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori dell’epoca. Tuttavia la risposta delle autorità e delle élite economiche fu una repressione brutale.

La stampa dell’epoca giocò un ruolo significativo nella condanna e nella demonizzazione degli scioperanti, definendo le loro richieste come “oltraggiose e irrispettose” e accusandoli di essere “truffatori e malfattori”. Questa campagna diffamatoria contribuì a creare un clima di ostilità nei confronti dei lavoratori e delle loro legittime rivendicazioni.
Da qui venne istituita la Giornata internazionale dei lavoratori

Il processo che seguì la rivolta di Haymarket fu contraddistinto da gravi irregolarità e da una mancanza di garanzie per gli imputati. Il verdetto finale, che condannò alcuni dei manifestanti all’ergastolo e altri alla pena di morte, fu ampiamente contestato e considerato ingiusto.

Tuttavia la lotta per i diritti dei lavoratori non si fermò. Il sacrificio dei “martiri di Haymarket”, come furono chiamati, contribuì a sensibilizzare l’opinione pubblica e a promuovere la causa dei diritti dei lavoratori, dimostrando come il prezzo pagato dai manifestanti di Haymarket non fu un sacrificio vano.

Pochi giorni dopo i disordini, i datori di lavoro di diversi settori concessero ai dipendenti l’orario di otto ore richiesto. Inoltre tre anni dopo, nel 1889, il Congresso socialista del lavoro della Seconda Internazionale dichiarò il primo maggio come la Giornata internazionale dei lavoratori in memoria dei martiri di Haymarket, rendendo omaggio al loro coraggio e alla loro determinazione nel lottare per una giustizia sociale e per condizioni di lavoro dignitose.

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