Napolitano è figlio del Re Umberto II

Views: 4

Cristiano Lovatelli Ravarino:


Pochi lo sanno, anzi in Italia sono in molti ma tacciono, ma quando la gente scherzando allude al fatto che il Presidente Napolitano sembra il figlio di Re Umberto II tanto ne è il sosia, sbaglia.Nel senso che Napolitano non sembra, E’ il figlio naturale del nostro ultimo Re. Sua madre contessa di Napoli (titolo che da buon comunista ha sempre accuratamente nascosto come Berlinguer faceva con il suo titolo di marchese ) era una delle dame di compagnia della regina Maria Josè che a volte, esasperata dalla folla di amanti del Re (in genere donne ) gli piazzava rappresaglie gigantesche e se ne andava (notoriamente innamorandosi forse una sola volta: di Indro Montanelli che da grandissimo signore si è sempre rifiutato anche solo di discutere l’argomento ) In una di queste prolungatissime assenze la dama di compagnia di Maria Josè lo divenne anche del Re, al punto che ne nacque il prestigioso pargolo. Questo accadimento,confermatomi in una intervista registrata che ancora conservo da uno dei comunisti più informati e anche per bene che abbia mai consciuto Ciro Soglia (grande giornalista,grande partigiano ) costò l’elezione a segretario del PCI al nostro attuale Presidente. Quando Betlinguer morì all’improvviso anche un focomelico avrebbe capito che il PCI disponeva di due sofisticati colti rassicuranti fuoriclasse per scalare fin da allora le paure della borghesia: l’ex sindaco di Bologna Renato Zangheri e il nostro attuale primo cittadino. Invece si suicidarono eleggendo l’ultima raffica di Stalin all’interno del PCI : Natta, pedante, tardoleninista, gufaceo, impresentabile. Come fu possibile? E’ molto semplice. L’ex sindaco di Bologna aveva da tempo una incredibile storia segreta (preberlusconiana osiamo dire ) con la nobile moglie di uno dei più rampanti industriali italiani, Napolitano era il figlio genetico del Re. Due giganteschi scheletri nell’armadio che il partito temeva sarebbero saltati fuori se la stampa internazionale avesse iniziato a scavare a fondo nelle loro vite come scontato se eletti segretario. Quindi elessero la continuità perbenista , una continuità ideologicamente già incartapecorita, quasi commoventemente grottesca, come nel caso di Natta. Un errore di valutazione che ritardò forse di vent’anni la loro trasformazione in forza governativa.

Mega-analisi conferma, con aspirina meno rischi morte per tumore

Views: 1

Aspirina davvero salva-vita: il suo uso di lungo termine porterebbe ad una generale diminuzione dei rischi di morte per qualsiasi causa ed ad una ancora piu’ marcata riduzione dei decessi dovuti ai tumori. Un nuovo mega-studio americano realizzato su piu’ di 130.000 individui seguiti per 32 anni, non solo conferma i benefici da anni associati all’uso regolare di aspirina, ma li rafforza. La mortalita’ generale – rivela la vasta indagine condotta da Yin Cao del Massachussetts general hospital di Boston – tra chi ha usato aspirina regolarmente almeno per 6 anni e’ risultata piu’ bassa del 7% per le donne e dell’11% per gli uomini. La mortalita’ specifica per tumori e’ risultata inferiore del 7% fra le donne e del 15% tra gli uomini.

LEGGI ANCHE: Vino rosso e tè verde, alleati della prevenzione e della terapia del tumore

“I dati suggeriscono che l’aspirina non solo previene la formazione dei tumori, ma ne riduce anche la mortalita”, ha detto Cao presentando lo studio alla conferenza annuale della ‘Associazione Usa per la ricerca sul cancro’. Durante gli anni dello studio, 22.094 donne sono morte e 14.749 uomini. Tra questi, 8.271 donne e 4.591 uomini sono morti di cancro. La piu’ significativa riduzione in termini di decessi e’ stata osservata per il tumore del colon: tra i consumatori regolari di aspirina, le morti sono state inferiori del 31% tra le donne e del 30% per gli uomini. Forte beneficio anche per le donne colpite da tumore del seno: per loro la mortalita’ e’ risultata piu’ bassa del 7% a fronte di un consumo regolare di aspirina. Per il cancro della prostata gli uomini hanno visto una diminuzione della loro mortalita’ addirittura del 23%. I volontari sono stati seguiti per una media di 32 anni. L’uso minimo di aspirina associato con una diminuzione della mortalita’ e’ stato di 6 anni. “L’effetto positivo emerso dall’uso di aspirina in termini di mortalita’ e’ inversamente proporzionale all’effetto negativo di un aumento dei rischi di cancro e di morte associati all’obesita'”, ha rilevato Cao. I benefici dell’acido acetilsalicilico sono stati osservati a dosi precise di aspirina assunte: ossia sia tra le persone che prendevano due pillole a settimana che tra quelle che ne prendevano sette.

Facebook2k
585
X (Twitter)5k
Visit Us
Follow Me