Come cercare una persona su Internet

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I classici motori di ricerca consentono di trovare informazioni su qualsiasi cosa. Proprio per questo, se vogliamo trovare informazioni specifiche su una persona non sono la soluzione ideale. Spulciare tra i tantissimi risultati può diventare un’operazione lunga e complicata e difficilmente poi si riesce a trovare quello che serve.

Ci sono però diversi siti che ci possono aiutare a cercare una persona su Internet in modo molto più semplice e veloce. Innanzitutto vanno presi in considerazione FacebookLinkedIn. Questi due social network sono alcune delle più grandi banche dati su persone. Se poi si imposta Facebook nella lingua inglese, il motore di ricerca interno diventa molto più potente.

Ma Facebook e LinkedIn non sono gli unici. Di seguito, quindi, abbiamo raccolto alcuni dei migliori motori di ricerca per trovare una persona online.

Pipl

È uno dei più grandi motori di ricerca per persone. Ha un’interfaccia semplice e moderna. Basta inserire nome, email, username o numero di telefono e avviare la ricerca. Si possono poi filtrare i risultati in base a una serie di parametri come ad esempio il paese o l’età.

PeopleSeeking

PeopleSeeking è un motore di ricerca di persone che raccoglie le informazioni pubbliche dei profili presenti sulle varie piattaforme sociali come Google+. Utile per trovare e conoscere in sicurezza le persone.

WebMii

Non è solo utile a trovare informazioni su altre persone, ma questo servizio può aiutarci anche a scoprire le informazioni che abbiamo lasciato in giro pubblicamente. Possiamo così eventualmente correggere le impostazioni sulla privacy di Facebook e così via. WebMii assegna inoltre un punteggio che misura il grado di visibilità di una persona su Internet.

Behind

Questo motore di ricercar consente di trovare qualcuno attraverso il suo indirizzo di posta elettronica. Recupera le informazioni consultato gli archivi pubblici di oltre 50 piattaforme sociali. Purtroppo per avere i risultati completi chiede il pagamento di $0,49.

Zabasearch

È un motore di ricerca per trovare persone negli Stati Uniti. Si può fare una ricerca inserendo il nome della persona interessata o anche il suo numero di telefono. Può essere utile a chi vuole avere maggiori informazioni su qualcuno con cui è entrato in contatto per lavoro o che magari ha conosciuto in qualche social network. Internet abbatte le distanze e quindi è molto probabile che si conoscano persone che si trovano dall’altra parte dell’oceano.

BeenVerified

Anche in questo caso si tratta di un motore di ricerca per persone che abitano negli Stati Uniti. Si può trovare la persona attraverso il nome, il numero di telefono, l’email o l’indirizzo di residenza.

ThatsThem

Questo sito aiuta a scovare informazioni su qualsiasi persona utilizzando nome, indirizzo, numero di telefono o email.  Anche in questo caso, però, specifico per persone che abitano negli USA.

PeekYou

Consente di trovare persone non solo negli Stati Uniti ma in tutti il mondo. Si può effettuare una ricerca utilizzando il nome completo, una username o anche il numero di telefono. PeekYou raccoglie e mette insieme contenuti presi da social network, fonti di notizie, home page e piattaforme di blog.

PagineBianche

Non poteva mancare questo sito tutto italiano che consente di trovare indirizzi e numeri di telefono come il vecchio elenco telefonico. Il vantaggio e che si può fare anche una ricerca inversa, ovvero risalire al nome di una persona inserendo il suo numero di telefono o l’indirizzo.

Multa col viva voce legittima?

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Sei stato multato perché il vigile ti ha trovato al volante della tua auto mentre, con una mano, reggevi il cellulare. Hai provato a difenderti facendo presente che, in realtà, lo smartphone era in modalità vivavoce e che, pertanto, non stavi guidando col telefonino all’orecchio. Ma il verbalizzante non ne ha voluto sapere: a suo parere il codice della strada vieta qualsiasi uso del cellulare mentre si circola sulle strade. Ed eccoti qui, a cercare su internet se la multa col vivavoce è legittima, per sapere se puoi fare ricorso o se ti conviene invece pagare (magari nei primi 5 giorni con lo sconto del 30%). In questo articolo cercheremo di aiutarti a risolvere il tuo piccolo problema legale. Perché, diciamoci la verità, a nessuno piace pagare una multa – per quanto di basso importo – e ben ci si sottrarrebbe all’obbligo se solo ci fosse un appiglio per farlo. C’è però da dire – e questo lo specificheremo a breve – che, prima di intraprendere una causa al giudice di pace, è necessario fare una valutazione costi-benefici: a volte infatti il ricorso può essere più costoso della sanzione e, se anche l’automobilista ha margini per spuntarla in tribunale, non è detto che la via del ricorso convenga. Ma procediamo con ordine e cerchiamo di capire se la multa col viva voce può essere contestata o, invece, è legittima.

Multa col viva voce: che dice il codice della strada?

Il primo punto da cui partire è, come sempre, la norma. Quando infatti hai un problema di ordine legale è necessario individuare cosa dice la legge per poi verificare come questa è interpretata dalla giurisprudenza (ti potrà sembrare strano ma non sempre il significato letterale corrisponde a quello fornito dai giudici). In materia di multa col viva voce la disposizione che corre in soccorso dell’automobilista poco informato è contenuta nel codice della strada [1]. Un articolo vieta al conducente, durante la marcia, di usare «apparecchi radiotelefonici», con ciò riferendosi chiaramente ai cellulari e ai più moderni smartphone. La stessa norma estende il divieto all’uso di cuffie. L’unico caso in cui è concesso parlare al telefonino mentre si guida è quando l’apparecchio è in modalità «viva voce» o è dotato di auricolare, ma a condizione sempre che il conducente abbia adeguate capacità uditive ad entrambe le orecchie (che non richiedono per il loro funzionamento l’uso delle mani).

Cerchiamo ora di capire cosa significa, in pratica, tutto ciò. Lo scopo del codice della strada è quello di garantire la sicurezza stradale, cosa che mancherebbe se un conducente avesse una mano impegnata, anche solo per tenere una lattina di Coca Cola. Il legislatore non ce l’ha tanto con l’uso del cellulare in sé o col fatto che si parli mentre si guida (se così fosse non si potrebbe neanche scambiare quattro chiacchiere col passeggero), né col fatto che un orecchio è impegnato ad ascoltare un’altra persona. Il vero problema è impegnare una mano per reggere il cellulare, anche se questo è in modalità viva voce. Invece entrambe le mani devono stare sullo sterzo. Tanto è vero che un altro articolo del codice della strada [2] stabilisce che il conducente deve sempre conservare il controllo del proprio veicolo ed essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizione di sicurezza, specialmente l’arresto tempestivo del veicolo entro i limiti del suo campo di visibilità e dinanzi a qualsiasi ostacolo prevedibile.

La multa col cellulare in mano è legittima

A ben vedere, da quanto abbiamo appena detto, non dobbiamo concentrarsi tanto sul discorso se è legittimo o meno «parlare col cellulare durante la guida», ma piuttosto se è consentito «tenere il cellulare in mano durante la guida». E qui la risposta non può che essere negativa. Tanto che lo smartphone venga utilizzato per leggere un messaggio (o, peggio, per scriverlo), per consultare la mappa, per registrare un whatsapp vocale, la multa non può essere contestata. Ecco perché è invece lecito usare il telefono collegato col bluetooth ed è anche lecito – se non si ha un impianto bluetooth – predisporre il cellulare in modalità viva voce purché non stia in mano ma, ad esempio, sia postato sul sedile del passeggero o agganciato a un apposito supporto sulla plancia comandi.

Come contestare la multa per guida col cellulare

Se hai già ricevuto la multa starai certamente pensando a un modo per contestarla. Sappi che la vecchia scusa di andare in ospedale e farti rilasciare un certificato medico – magari per fibrillazioni o per colica renale – è stato così tanto sfruttato che ormai nessun giudice ci crede più. Anche perché il giudice potrebbe chiederti come mai non hai fatto presente questo episodio alla polizia quando ti ha fermato e non è stato verbalizzato. Peraltro, se la telefonata è in ingresso e non in uscita la scusa risulterà ancora meno credibile.

Conviene contestare?

La multa per l’uso del cellulare è di circa 160 euro. Se la paghi nei primi 5 giorni è di circa 48 euro. Tanti te ne servono se vuoi fare ricorso al giudice, sempre ammesso che tu non debba anche pagare l’avvocato. Mi dirai «Sì, ma se vinco il Comune mi dovrà restituire i soldi spesi». Non è così facile come credi. Di solito gli enti locali sono sempre in difficoltà economiche ed ammesso – e non concesso – che ti paghino dovrai aspettare molto tempo e sudare sette camicie.

Insomma, accetta di aver sbagliato e paga. Questo è il consiglio di un avvocato amico.

Termini per impugnare la multa

Se proprio non volessi tenere conto del nostro consiglio, ecco i tempi che devi rispettare per fare ricorso:

  • 30 giorni dalla contestazione della multa se intendi far ricorso al giudice di pace
  • 60 giorni dalla contestazione della multa se intendi inviare il ricorso al Prefetto.

Il termine decorre da quando il vigile ti ha fermato. Se invece la multa non ti è stata contestata subito, il termine decorre da quando hai ricevuto la raccomandata a casa.

note

[1] Art. 173 codice strada:

«Art. 173. Uso di lenti o di determinati apparecchi durante la guida.

1.-Il titolare di patente di guida, al quale in sede di rilascio o rinnovo della patente stessa sia stato prescritto di integrare le proprie deficienze organiche e minorazioni anatomiche o funzionali per mezzo di lenti o di determinati apparecchi, ha l’obbligo di usarli durante la guida.

2.-È vietato al conducente di far uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici ovvero di usare cuffie sonore, fatta eccezione per i conducenti dei veicoli delle Forze armate e dei Corpi di cui all’articolo 138, comma 11, e di polizia. È consentito l’uso di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare purché il conducente abbia adeguate capacità uditive ad entrambe le orecchie (che non richiedono per il loro funzionamento l’uso delle mani).

3.-Chiunque viola le disposizioni di cui al comma 1 è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 80 a euro 323.

3-bis. Chiunque viola le disposizioni di cui al comma 2 è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 160 a euro 646. Si applica la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da uno a tre mesi, qualora lo stesso soggetto compia un?ulteriore violazione nel corso di un biennio».

[2] Art. 141 cod. strada

Bollette ogni mese: rimborsi a chi paga ogni 28 giorni

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Potrebbe avere le ore contate la pratica delle compagnie telefoniche di emettere le bollette ogni 28 giorni anziché ogni mese. Entrerà probabilmente nella Legge di Bilancio una proposta di legge del Pd volta a rendere illegittima la fatturazione ogni 4 settimane.

Le sanzioni emesse sino ad oggi dall’Autorità Garante delle Comunicazioni nei confronti di Tim, Wind, Tre, Vodafone e Fastweb non sono riuscite a bloccare un fenomeno che ha generato una sorta di tredicesima mensilità a favore delle società fornitrici. I consumatori, accettando le condizioni di contratto (né potrebbero fare diversamente vista la presenza di un “cartello”), pagano di fatto bollette più salate dell’8,7%.

Il testo della riforma introduce l’obbligo dell’emissione delle bollette «a mese» e non «a settimane». Per cui un anno solare potrà contare al massimo 12 bollette non 13 come invece avviene se si divide l’anno ogni 4 settimane (un anno è fatto di 52 settimane che, diviso 4, fa appunto 13). La norma non si applicherà solo alle compagnie telefoniche ma a tutte quelle che sono sottoposte alle Authority e che stipulano contratti coi consumatori: ad esempio le pay-tv, la luce, il gas.

Nel caso di mancato adeguamento all’obbligo della fatturazione mensile, le sanzioni saranno salatissime (il doppio di quelle oggi vigenti). Non solo. Il testo della norma introduce il rimborso obbligatorio nei confronti degli utenti vittima della tredicesima mensilità. Viene poi vietato alle società fornitrici di variare unilateralmente le condizioni di contratto.

Se la proposta verrà inserita nell’annuale legge di bilancio (così sembrerebbe secondo le intenzioni del Governo), la nuova norma diventerà obbligatoria già dal 1° gennaio. Con la conseguenze che dal 2018 pagheremo solo 12 bollette.

La videocamera che inquadra il parcheggio condominiale è lecita?

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L’uso di telecamere per inquadrare il pianerottolo o la proprietà privata è consentito solo quando l’obiettivo non va a riprendere spazi comuni dell’edificio o del cortile e non possano essere oggetto di controllo gli altri condomini. A queste condizioni non è necessario chiedere l’autorizzazione all’assemblea. Il Garante della Privacy ha chiarito che, per non rischiare di incorrere nel reato di interferenze illecite nella vita privata e nella violazione dell’altrui privacy, è necessario che il sistema di video-sorveglianza sia installato in maniera tale che l’obiettivo della telecamera filmi solo lo spazio privato e non tutto il pianerottolo o la strada, oppure solo il proprio posto auto e non tutto il garage o tutto il parcheggio condominiale. In sintesi, il messaggio del Garante è chiaro: la videocamera che inquadra il parcheggio condominiale è lecita a condizione che, nelle riprese, non finiscano gli altri condomini o le loro auto.

L’uso della videocamera da parte del condomino è inoltre condizionato al fatto che avvenga per fini esclusivamente personali (come appunto nell’ipotesi di tutela dai ladri) e le immagini non vengono né comunicate sistematicamente a terzi, né diffuse (ad esempio attraverso apparati tipo web cam).

Se invece la telecamera finisce inevitabilmente per riprendere spazi comuni, in cui possono finire i volti o i corpi degli altri condomini, è necessario che la sua installazione sia approvata dal condominio. In particolare, la sua approvazione deve avvenire con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti all’assemblea e almeno la metà del valore dell’edificio (i cosiddetti millesimi).

La telecamera dovrà essere segnalata con appositi cartelli, eventualmente avvalendosi del modello predisposto dal Garante.

Le registrazioni possono essere conservate per un periodo limitato tendenzialmente non superiore alle 24-48 ore. Per tempi di conservazione superiori ai sette giorni è comunque necessario presentare una verifica preliminare al Garante. Le telecamere devono riprendere solo le aree comuni da controllare (accessi, garage…), possibilmente evitando la ripresa di luoghi circostanti e di particolari che non risultino rilevanti (strade, edifici, esercizi commerciali ecc.). I dati raccolti (riprese, immagini) devono essere protetti con idonee e preventive misure di sicurezza che ne consentano l’accesso alle sole persone autorizzate (titolare, responsabile o incaricato del trattamento).

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