Shopping: l’affitto fashion è il futuro

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Perchè comprare quando si può noleggiare? È il motto di una famosa azienda americana che sta rivoluzionando l’idea di shopping

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Un’azienda americana ha fatto del noleggio di abiti e accessori la sua fortuna. Si chiama Rent the Runway la società newyorkese che ha deciso di lanciare una nuova idea di shopping. La sua fortuna ha delle solide basi antropologiche: infatti è un dato indiscusso che la società contemporanea si è dematerializzata. Non ci tiene a possedere fisicamente e concretamente qualcosa a lungo termine. Le esigenze sono estemporanee. Le necessità momentanee e mutevoli. Questo fenomeno è trasversale e comune a tantissimi beni di consumo. Si pensi ai film o ai libri. In passato era frequente avere il desiderio di possedere fisicamente un certo film (in Vhs prima e Cd o Dvd dopo), un libro, o un’auto. Poi sono arrivati Netflix, gli e-book, i noleggi di autovetture a lungo termine.

Il consumismo ha preso altre pieghe e altre modalità e l’abilità della società americana è stata certamente quella di intercettarla e saperla cavalcare.

Rent the Runway è stata fondata nel 2009 a New York. Inizialmente il suo sito web offriva solo abiti eleganti e da passerella. Più di recente ha pensato di far tremare grandi colossi della moda come Zara ed H&M e di lanciare un nuovo servizio contenente capi adatti alla vita di tutti i giorni e rivolto al consumatore medio.

Come funziona il noleggio fashion?

Il nuovo modello di shopping si basa su un abbonamento mensile da sottoscrivere online. Al costo di 89 dollari al mese il cliente ha a disposizione quattro capi da noleggiare tra vestiti e accessori. I capi vengono recapitati direttamente a casa, freschi di lavanderia e con il bollino per essere rispediti gratuitamente a fine mese. Dunque spedizione, restituzione, pulizia e assicurazione del prodotto sono inclusi nell’abbonamento.

Lo shopping a noleggio in Italia

L’esperienza americana è stata replicata anche in Italia da diverse realtà imprenditoriali. Una start up propone il noleggio di abiti e accessori delle ultime collezioni. Il sistema dell’azienda italiana, però è diverso. Qui il noleggio diventa finalizzato: si tratta di un abito per un evento, una cerimonia, un matrimonio. Dopo la registrazione al sito si sceglie l’abito preferito, si seleziona la taglia, la data di consegna e si prenota l’abito. Il noleggiodura quattro giorni. Al termine, un corriere passa a casa del cliente e ritira l’abito. Ci sono poi dei siti di noleggio destinati ad accessori particolari come le borse griffate o addirittura gli abiti da sposa.

Chi sono i clienti?

I clienti non si avvicinano ai siti di noleggio di abiti o accessori per il prezzo, che non è poi così basso. Affittare un vestito può costare tra i 100 euro ed i 500. Le borse griffate tra i 50 e i 300 euro.  L’obiettivo delle aziende, invece, è quello di puntare su un target di clienti che non rinunciano al prodotto da passerella o alla borsa griffata, ma con la possibilità di spendere meno e cambiarli sempre.

Fumare in macchina: ecco quanto ti costa

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Il danno economico che subisce la tua macchina, se ci fumi dentro, è di oltre 2mila euro

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«Smettere di fumare è la cosa più facile del mondo. Lo so perché l’ho fatto migliaia di volte» … Smettere di fumare non è semplice, il fumo è una “brutta bestia”, lo sanno tutti. Se fino a qualche anno fa, la scusa era che non si conoscevano gli effetti negativi delle “bionde” e si fumava ovunque (nei locali, anche al cinema, al teatro, negli ospedali addirittura) oggi siamo tutti ben consapevoli che il fumo fa male. Fa male non solo alla salute, ma anche all’economia. Attenzione: non di certo all’economia “in generale”. I governi “fanno cassa” quasi ogni anno, alzando i balzelli sulle sigarette. Il che è un po’ come lucrare su questo “dannato vizio” che il fumatore incallito conosce bene. Il fumo impoverisce noi comuni mortali e non ci vuole né un economista, né una calcolatrice per farsi due conti. Conti che, però, potrebbero non tornare se si decide di far valutare la propria auto. Eh sì, perché chi fuma davvero, salvo che quando dorme, fuma un po’ ovunque: a casa, al ristorante (riservandosi sempre un posto all’aperto) e anche in macchina. A tale ultimo proposito, la notizia è che fumare in macchina costa parecchio e non c’è finestrino “abbassato” che tenga. Vediamo perché.

Fumare in macchina costa più di 2mila euro

Crolla il valore delle macchine usate, se chi le vuole vendere ci ha fumato dentro. Fumare in macchina costa più di 2mila euro. O meglio, il danno economico che subisce la tua macchina se ci fumi dentro è pari, per l’esattezza, a 2.260 euro. Di tanto si deprezza una vettura se a guidarla è stato un fumatore. A “fare i conti” è la nota società britannica Carbuyer che ha realizzato un’indagine sul tema, quantificando il danno economico in 2mila sterline (cioè circa 2260 euro). Si legge nel noto magazine che “la prima cosa che un concessionario vuole fare è controllare se la macchina viene ceduta da un fumatore”. Un po’ come il medico che, in sede di primo controllo, ti chiede se e quante sigarette fumi al giorno (salvo poi, nutrire seri dubbi, sul numero effettivo delle sigarette realmente fumate). Tornando a noi: alcuni concessionari confessano di non voler nemmeno ritirare veicoli da fumatori, calcolando tempo e spesa per liberare l’abitacolo dagli odori spiacevoli. Ma il problema non è solo la puzza di fumo (della quale il fumatore nemmeno si rende conto). Secondo gli esperti le bionde in automobile finiscono per danneggiare l’abitacolo e tutti i rivestimenti (tappeti, sedili, pannelli porta, cielo), non solo con la cenere ma anche con il tipico cattivo odore dell’ambiente dove si fuma. Insomma ripulire una macchina diventata una “camera a gas” costa circa 2.260 euro: quindi, dal prezzo di mercato dell’usato va detratta questa somma.

Ora, a parte la svalutazione dell’usato e le solite “prediche” su quanto fumare sia nocivo (cosa che il fumatore sa benissimo, anche se nessuno glielo ricorda) è bene comunque sottolineare che il fumatore attivo non “rovina” solo la propria salute (e le proprie tasche), ma anche i polmoni di chi gli sta intorno. Ed in macchina, per il fumatore passivo non c’è scampo. A tale proposito, la legge ha esteso il divieto di fumare al conducente di auto, in sosta o in movimento, e ai passeggeri a bordo, in presenza di minorenni e di donne incinte: le multe vanno da 27,5 euro a 550 euro.

note

[1] Diceva Mark Twain.

[2] D.lgs. n.  6 del 12.01.2016.

Il tempo non sana l’abuso edilizio

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Nessuna sanatoria se l’immobile con l’abuso viene venduto e passa di proprietà: anche dopo molti anni l’ordine di demolizione non va motivato.

Hai fatto una piccola modifica al giardino, costruendo una tettoia per riparare le auto dalla pioggia, ma non hai mai chiesto il permesso di costruire al Comune. Una parte del terrazzo è stata coperta per ricavarne una piccola veranda ma senza alcuna licenza edilizia. In casa c’è un soppalco adibito a salottino, anch’esso abusivo. Sono passati molti anni da quando le modifiche sono state effettuate e nessuno ti ha mai detto nulla, né è arrivata la polizia per i controlli. Peraltro, a eseguire alcune di queste opere sono stati i precedenti proprietari di casa e tu non ne hai alcuna colpa; anzi, avendo acquistato l’appartamento in queste condizioni, ritieni che ormai siano state tacitamente sanate. È davvero così? La risposta è negativa ed a darla è stata una recente sentenza del Consiglio di Stato in seduta plenaria [1]. Secondo i giudici amministrativi il tempo non sana l’abuso edilizio. Ma procediamo con ordine e vediamo meglio cosa significa.

Bisogna tenere distinto il reato di abuso edilizio e le pene che dalla condanna derivano dalle sanzioni di carattere amministrativo che esso comporta, sanzioni consistenti nell’ordine di demolizione. Tanto il processo penale, tanto la demolizione si salvano solo se viene richiesta la sanatoria (l’istanza va presentata prima, ovviamente, dell’avvio delle indagini). La sanatoria può essere concessa solo se la costruzione è conforme al piano regolatore in vigore al momento dell’esecuzione dei lavori e (se nel frattempo modificato) della presentazione della domanda. Sul punto leggi Come sanare immobile abusivo.

In assenza di sanatoria, il reato di abuso edilizio si prescrive dopo quattro anni (cinque se interviene un rinvio a giudizio). Ciò che invece non cade mai in prescrizione è l’ordine di demolizione. Questo può essere impartito anche a distanza di numerosi anni. Secondo infatti il Consiglio di Stato, il lungo tempo trascorso dalla commissione dell’illecito non esclude la repressione dell’illecito. Non conta se, nel frattempo, il proprietario abbia confidato nel perdono. Quindi è legittima un’ordinanza di demolizione anche dopo 30 anni dalla realizzazione della costruzione abusiva (tale è stato il caso deciso nella sentenza in commento).

Non è tutto. L’ordine di demolizione dell’abuso edilizio non deve essere necessariamente motivato, neanche se la costruzione irregolare risale a parecchio tempo prima. Anche se alcune pronunce hanno sposato in passato l’interpretazione opposta (secondo cui il lungo lasso di tempo trascorso dalla commissione dell’abuso e il protrarsi dell’inerzia dell’amministrazione ingenera una posizione di affidamento nel privato che obbliga la Pa a spiegare perché il pubblico interesse giustifica il sacrificio del contrapposto interesse privato) si tratta di una tesi minoritaria. La tesi prevalente – sposata ora dalla Seduta Plenaria del Consiglio di Stato – è di opposto avviso. Non è, quindi, in alcun modo concepibile l’idea stessa di collegare una tacita e automatica sanatoria nell’ordine di demolizione al trascorrere del tempo e all’inerzia dell’amministrazione. Ciò legittimerebbe i comportamenti abusivi dei privati che, quindi, confidando magari nella non visibilità dell’abuso o nell’assenza di controlli, potrebbero essere indotti a commettere illeciti edilizi. Invece, non vi sono termini per tutelare il paesaggio e il territorio, trattandosi di un bene comune il cui interesse “non cade mai in prescrizione”.

Risultato: anche se l’abuso edilizio è stato realizzato molti anni prima da un diverso proprietario dell’immobile, se anche il nuovo non subisce alcuna responsabilità di carattere penale (un po’ perché il reato è stato commesso dall’autore dell’illecito, un po’ perché il tempo lo ha fatto cadere in prescrizione) resta comunque tenuto alla demolizione. Salvo che, nel frattempo, non abbia chiesto ed ottenuto la sanatoria.

note

[1] Const. Stato sent. n. 9 del 17.10.2017.

Beppe Grillo scrive agli italiani: “Non abbiamo più tempo, dobbiamo mandarli a casa”

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“L’Italia deve diventare una comunità, nessuno deve essere lasciato indietro.
E’ intollerabile, inumano, vedere le file di esodati, sfrattati, disoccupati alle mense della Caritas mentre chi ha sprofondato il Paese nella miseria si muove con la scorta, l’auto blu, senza alcuna preoccupazione economica. I partiti sono i primi responsabili di questa situazione, hanno occupato lo Stato, lo hanno svenduto, spolpato da dentro. Ora, queste persone si presentano, grazie ai giornali e alle televisioni che controllano, come i salvatori della patria, proprio loro che l’hanno affossata, usata per i loro interessi.
L’Italia ha le tasse tra le più alte del mondo, uno dei maggiori debiti pubblici, un tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile, che ha fatto emigrare in pochi anni un milione e mezzo di ragazzi italiani, diplomati, laureati con il sacrificio dei loro genitori.
E’ ora di dire basta, questa commedia deve finire o finirà il Paese. Non abbiamo più tempo, dobbiamo mandarli tutti a casa. Tutti coloro che fanno parte di questo marcio sistema, devono andarsene, sparire, ma prima devono giustificare il loro eventuale arricchimento. Io non chiedo il tuo voto, non mi interessa il tuo voto senza la tua partecipazione alla cosa pubblica, il tuo coinvolgimento diretto, se il tuo voto per il M5S è una semplice delega a qualcuno che decida al tuo posto, non votarci. Questo Paese lo possiamo cambiare solo insieme, non c’è alternativa. Usciamo dal buio e torniamo a rivedere le stelle. Lo Stato deve proteggere i cittadini o non è uno Stato, per questo va istituito il reddito di cittadinanza. Io sono Stato, tu sei Stato, noi siamo Stato. Riprendiamoci l’Italia.”Beppe Grillo
20 punti per uscire dal buio:
    1. Reddito di cittadinanza
    2. Misure immediate per il rilancio della piccola e media impresa
    3. Legge anticorruzione
    4. Informatizzazione e semplificazione dello Stato
    5. Abolizione dei contributi pubblici ai partiti
    6. Istituzione di un “politometro” per verificare arricchimenti illeciti dei politici negli ultimi 20 anni
    7. Referendum propositivo e senza quorum
    8. Referendum sulla permanenza nell’euro
    9. Obbligo di discussione di ogni legge di iniziativa popolare in Parlamento con voto palese
    10. Una sola rete televisiva pubblica,senza pubblicità, indipendente dai partiti
    11. Elezione diretta dei parlamentari alla Camera e al Senato
    12. Massimo di due mandati elettivi
    13. Legge sul conflitto di interessi
    14. Ripristino dei fondi tagliati alla Sanità e alla Scuola pubblica
    15. Abolizione dei finanziamenti diretti e indiretti ai giornali
    16. Accesso gratuito alla Rete per cittadinanza
    17. Abolizione dell’IMU sulla prima casa
    18. Non pignorabilità della prima casa
    19. Eliminazione delle province
    20. Abolizione di Equitalia

Il governo salva nominati e corrotti del fisco

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di Riccardo Fraccaro

Ciao a tutti. Vi chiedo un minuto del vostro tempo. Dovete sapere quello che sta accadendo in Parlamento perché riguarda le vostre tasche. I vostri soldi. Vi faccio una domanda: chi è che controlla le vostre dichiarazioni dei redditi? Chi è che vi può mandare un accertamento o una cartella esattoriale? Semplice, l’agenzia delle entrate.
Ebbene, nelle agenzie fiscali (cioè dogane ed agenzia delle entrate) ci sono circa 800 dirigenti illegittimi, ex funzionari che non hanno vinto un concorso per entrare nella dirigenza come prevede la costituzione ma sono stati nominati. Così i partiti hanno creato un sistema di clientele e di favoritismi.
Nel 2015 però la corte costituzionale ha stabilito l’illegittimità di queste nomine e l’obbligo di fare dei concorsi pubblici e questo è un problema per i partiti ci governano e ci hanno governato perché perdono il loro potere di ricatto su noi cittadini.

Ma non è finita: grazie al MoVimento si è scoperto che nelle agenzie fiscali ci sono 340 indagati per vari reati, principalmente contro il patrimonio (furto, rapina, estorsione ecc.) Quindi abbiamo dirigenti delle agenzie delle entrate nominati dai partiti e indagati per gravi reati come la corruzione (e poi ci chiediamo perché sono sempre i soliti a pagare le tasse).

Ora cosa sta facendo il governo? Due cose: una peggiore dell’altra

Con un decreto interministeriale firmato da Padoan e Madia, scoperto dal MoVimento, si consente di aprire i nuovi concorsi per la dirigenza di questi enti strategici a:

“coloro che abbiano riportato sentenze penali di condanna ancorché non passate in giudicato o di patteggiamento … e a dare un punteggio maggiore a chi è già in carica magari proprio perché nominato”.

Uno scandalo. Ma questa vergogna non sarebbe legittima nella pubblica amministrazione e allora ecco il secondo passaggio. Al senato stanno approvando la riforma degli enti fiscali, con la quale i partiti sostanzialmente vogliono tirar fuori l’agenzia delle entrate e delle dogane dal perimetro della pubblica amministrazione. Che oggi li obbligherebbe a reclutare la dirigenza con concorsi fatti per bene. Cercheremo di bloccare questo schifo ma vi chiediamo una mano condividete queste informazioni. Fate sentire la vostra voce
altrimenti avremo un fisco che anziché punire i veri evasori continuerà a tartassare i normali cittadini e a insabbiare le cartelle degli amici, magari di quelli che gli finanziano la campagna elettorale.

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