Multa col viva voce legittima?

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Sei stato multato perché il vigile ti ha trovato al volante della tua auto mentre, con una mano, reggevi il cellulare. Hai provato a difenderti facendo presente che, in realtà, lo smartphone era in modalità vivavoce e che, pertanto, non stavi guidando col telefonino all’orecchio. Ma il verbalizzante non ne ha voluto sapere: a suo parere il codice della strada vieta qualsiasi uso del cellulare mentre si circola sulle strade. Ed eccoti qui, a cercare su internet se la multa col vivavoce è legittima, per sapere se puoi fare ricorso o se ti conviene invece pagare (magari nei primi 5 giorni con lo sconto del 30%). In questo articolo cercheremo di aiutarti a risolvere il tuo piccolo problema legale. Perché, diciamoci la verità, a nessuno piace pagare una multa – per quanto di basso importo – e ben ci si sottrarrebbe all’obbligo se solo ci fosse un appiglio per farlo. C’è però da dire – e questo lo specificheremo a breve – che, prima di intraprendere una causa al giudice di pace, è necessario fare una valutazione costi-benefici: a volte infatti il ricorso può essere più costoso della sanzione e, se anche l’automobilista ha margini per spuntarla in tribunale, non è detto che la via del ricorso convenga. Ma procediamo con ordine e cerchiamo di capire se la multa col viva voce può essere contestata o, invece, è legittima.

Multa col viva voce: che dice il codice della strada?

Il primo punto da cui partire è, come sempre, la norma. Quando infatti hai un problema di ordine legale è necessario individuare cosa dice la legge per poi verificare come questa è interpretata dalla giurisprudenza (ti potrà sembrare strano ma non sempre il significato letterale corrisponde a quello fornito dai giudici). In materia di multa col viva voce la disposizione che corre in soccorso dell’automobilista poco informato è contenuta nel codice della strada [1]. Un articolo vieta al conducente, durante la marcia, di usare «apparecchi radiotelefonici», con ciò riferendosi chiaramente ai cellulari e ai più moderni smartphone. La stessa norma estende il divieto all’uso di cuffie. L’unico caso in cui è concesso parlare al telefonino mentre si guida è quando l’apparecchio è in modalità «viva voce» o è dotato di auricolare, ma a condizione sempre che il conducente abbia adeguate capacità uditive ad entrambe le orecchie (che non richiedono per il loro funzionamento l’uso delle mani).

Cerchiamo ora di capire cosa significa, in pratica, tutto ciò. Lo scopo del codice della strada è quello di garantire la sicurezza stradale, cosa che mancherebbe se un conducente avesse una mano impegnata, anche solo per tenere una lattina di Coca Cola. Il legislatore non ce l’ha tanto con l’uso del cellulare in sé o col fatto che si parli mentre si guida (se così fosse non si potrebbe neanche scambiare quattro chiacchiere col passeggero), né col fatto che un orecchio è impegnato ad ascoltare un’altra persona. Il vero problema è impegnare una mano per reggere il cellulare, anche se questo è in modalità viva voce. Invece entrambe le mani devono stare sullo sterzo. Tanto è vero che un altro articolo del codice della strada [2] stabilisce che il conducente deve sempre conservare il controllo del proprio veicolo ed essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizione di sicurezza, specialmente l’arresto tempestivo del veicolo entro i limiti del suo campo di visibilità e dinanzi a qualsiasi ostacolo prevedibile.

La multa col cellulare in mano è legittima

A ben vedere, da quanto abbiamo appena detto, non dobbiamo concentrarsi tanto sul discorso se è legittimo o meno «parlare col cellulare durante la guida», ma piuttosto se è consentito «tenere il cellulare in mano durante la guida». E qui la risposta non può che essere negativa. Tanto che lo smartphone venga utilizzato per leggere un messaggio (o, peggio, per scriverlo), per consultare la mappa, per registrare un whatsapp vocale, la multa non può essere contestata. Ecco perché è invece lecito usare il telefono collegato col bluetooth ed è anche lecito – se non si ha un impianto bluetooth – predisporre il cellulare in modalità viva voce purché non stia in mano ma, ad esempio, sia postato sul sedile del passeggero o agganciato a un apposito supporto sulla plancia comandi.

Come contestare la multa per guida col cellulare

Se hai già ricevuto la multa starai certamente pensando a un modo per contestarla. Sappi che la vecchia scusa di andare in ospedale e farti rilasciare un certificato medico – magari per fibrillazioni o per colica renale – è stato così tanto sfruttato che ormai nessun giudice ci crede più. Anche perché il giudice potrebbe chiederti come mai non hai fatto presente questo episodio alla polizia quando ti ha fermato e non è stato verbalizzato. Peraltro, se la telefonata è in ingresso e non in uscita la scusa risulterà ancora meno credibile.

Conviene contestare?

La multa per l’uso del cellulare è di circa 160 euro. Se la paghi nei primi 5 giorni è di circa 48 euro. Tanti te ne servono se vuoi fare ricorso al giudice, sempre ammesso che tu non debba anche pagare l’avvocato. Mi dirai «Sì, ma se vinco il Comune mi dovrà restituire i soldi spesi». Non è così facile come credi. Di solito gli enti locali sono sempre in difficoltà economiche ed ammesso – e non concesso – che ti paghino dovrai aspettare molto tempo e sudare sette camicie.

Insomma, accetta di aver sbagliato e paga. Questo è il consiglio di un avvocato amico.

Termini per impugnare la multa

Se proprio non volessi tenere conto del nostro consiglio, ecco i tempi che devi rispettare per fare ricorso:

  • 30 giorni dalla contestazione della multa se intendi far ricorso al giudice di pace
  • 60 giorni dalla contestazione della multa se intendi inviare il ricorso al Prefetto.

Il termine decorre da quando il vigile ti ha fermato. Se invece la multa non ti è stata contestata subito, il termine decorre da quando hai ricevuto la raccomandata a casa.

note

[1] Art. 173 codice strada:

«Art. 173. Uso di lenti o di determinati apparecchi durante la guida.

1.-Il titolare di patente di guida, al quale in sede di rilascio o rinnovo della patente stessa sia stato prescritto di integrare le proprie deficienze organiche e minorazioni anatomiche o funzionali per mezzo di lenti o di determinati apparecchi, ha l’obbligo di usarli durante la guida.

2.-È vietato al conducente di far uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici ovvero di usare cuffie sonore, fatta eccezione per i conducenti dei veicoli delle Forze armate e dei Corpi di cui all’articolo 138, comma 11, e di polizia. È consentito l’uso di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare purché il conducente abbia adeguate capacità uditive ad entrambe le orecchie (che non richiedono per il loro funzionamento l’uso delle mani).

3.-Chiunque viola le disposizioni di cui al comma 1 è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 80 a euro 323.

3-bis. Chiunque viola le disposizioni di cui al comma 2 è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 160 a euro 646. Si applica la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da uno a tre mesi, qualora lo stesso soggetto compia un?ulteriore violazione nel corso di un biennio».

[2] Art. 141 cod. strada

Bollette ogni mese: rimborsi a chi paga ogni 28 giorni

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Potrebbe avere le ore contate la pratica delle compagnie telefoniche di emettere le bollette ogni 28 giorni anziché ogni mese. Entrerà probabilmente nella Legge di Bilancio una proposta di legge del Pd volta a rendere illegittima la fatturazione ogni 4 settimane.

Le sanzioni emesse sino ad oggi dall’Autorità Garante delle Comunicazioni nei confronti di Tim, Wind, Tre, Vodafone e Fastweb non sono riuscite a bloccare un fenomeno che ha generato una sorta di tredicesima mensilità a favore delle società fornitrici. I consumatori, accettando le condizioni di contratto (né potrebbero fare diversamente vista la presenza di un “cartello”), pagano di fatto bollette più salate dell’8,7%.

Il testo della riforma introduce l’obbligo dell’emissione delle bollette «a mese» e non «a settimane». Per cui un anno solare potrà contare al massimo 12 bollette non 13 come invece avviene se si divide l’anno ogni 4 settimane (un anno è fatto di 52 settimane che, diviso 4, fa appunto 13). La norma non si applicherà solo alle compagnie telefoniche ma a tutte quelle che sono sottoposte alle Authority e che stipulano contratti coi consumatori: ad esempio le pay-tv, la luce, il gas.

Nel caso di mancato adeguamento all’obbligo della fatturazione mensile, le sanzioni saranno salatissime (il doppio di quelle oggi vigenti). Non solo. Il testo della norma introduce il rimborso obbligatorio nei confronti degli utenti vittima della tredicesima mensilità. Viene poi vietato alle società fornitrici di variare unilateralmente le condizioni di contratto.

Se la proposta verrà inserita nell’annuale legge di bilancio (così sembrerebbe secondo le intenzioni del Governo), la nuova norma diventerà obbligatoria già dal 1° gennaio. Con la conseguenze che dal 2018 pagheremo solo 12 bollette.

La videocamera che inquadra il parcheggio condominiale è lecita?

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L’uso di telecamere per inquadrare il pianerottolo o la proprietà privata è consentito solo quando l’obiettivo non va a riprendere spazi comuni dell’edificio o del cortile e non possano essere oggetto di controllo gli altri condomini. A queste condizioni non è necessario chiedere l’autorizzazione all’assemblea. Il Garante della Privacy ha chiarito che, per non rischiare di incorrere nel reato di interferenze illecite nella vita privata e nella violazione dell’altrui privacy, è necessario che il sistema di video-sorveglianza sia installato in maniera tale che l’obiettivo della telecamera filmi solo lo spazio privato e non tutto il pianerottolo o la strada, oppure solo il proprio posto auto e non tutto il garage o tutto il parcheggio condominiale. In sintesi, il messaggio del Garante è chiaro: la videocamera che inquadra il parcheggio condominiale è lecita a condizione che, nelle riprese, non finiscano gli altri condomini o le loro auto.

L’uso della videocamera da parte del condomino è inoltre condizionato al fatto che avvenga per fini esclusivamente personali (come appunto nell’ipotesi di tutela dai ladri) e le immagini non vengono né comunicate sistematicamente a terzi, né diffuse (ad esempio attraverso apparati tipo web cam).

Se invece la telecamera finisce inevitabilmente per riprendere spazi comuni, in cui possono finire i volti o i corpi degli altri condomini, è necessario che la sua installazione sia approvata dal condominio. In particolare, la sua approvazione deve avvenire con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti all’assemblea e almeno la metà del valore dell’edificio (i cosiddetti millesimi).

La telecamera dovrà essere segnalata con appositi cartelli, eventualmente avvalendosi del modello predisposto dal Garante.

Le registrazioni possono essere conservate per un periodo limitato tendenzialmente non superiore alle 24-48 ore. Per tempi di conservazione superiori ai sette giorni è comunque necessario presentare una verifica preliminare al Garante. Le telecamere devono riprendere solo le aree comuni da controllare (accessi, garage…), possibilmente evitando la ripresa di luoghi circostanti e di particolari che non risultino rilevanti (strade, edifici, esercizi commerciali ecc.). I dati raccolti (riprese, immagini) devono essere protetti con idonee e preventive misure di sicurezza che ne consentano l’accesso alle sole persone autorizzate (titolare, responsabile o incaricato del trattamento).

Matteo Salvini, il grande bluff

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di MoVimento 5 Stelle

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Matteo Salvini è un traditore politico. Oggi ha perso definitivamente qualsiasi tipo di credibilità. La sua Lega Nord dopo gli scandali degli investimenti in Tanzania e dei diamanti comprati da Belsito con i soldi pubblici era arrivata al 3%. Per risollevarsi Salvini in questi mesi ha fatto un lavoro sporco: ha copiato e si è appropriato dei temi e di gran parte del programma politico – elettorale del MoVimento 5 Stelle ed ha iniziato una finta campagna elettorale contro il sistema dei partiti. Ma è tutto un bluff.

Salvini e la sua Lega sono il trionfo dell’incoerenza, dell’inaffidabilità.
Davano del mafioso e del piduista a Berlusconi e ora sono fedeli alleati nelle Regioni e nei Comuni. Volevano bruciare il tricolore e sono alleati della nazionalista Meloni.
Urlavano “Roma ladrona” e oltre a non tagliarsi mai lo stipendio si sono intascati 180 milioni di euro di finanziamento pubblico ai partiti (di cui 48 milioni utilizzati in maniera illecita).

Urlano “basta tasse” e le hanno alzate quando sono stati al governo. Gridano “onestà” e mettono i condannati nelle loro liste. Gridano “basta immigrati” e hanno firmato il regolamento di Dublino. Gridano “basta campi nomadi” e quando erano al governo hanno finanziato i campi rom di Mafia Capitale con decine di milioni di euro dati alla Giunta Alemanno. Gridano “tuteliamo i cittadini”, intanto Salvini in Europa votò il bail in, il crack delle banche venete è anche colpa loro, così come un caso analogo che colpisce i risparmiatori di Bolzano, per non parlare dei risparmiatori leghisti fregati con il caso CreditEuroNord. Urlano contro le politiche di austerity dell’Europa, ma hanno votato a favore dell’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione.

Ma ora Salvini ha gettato definitivamente la maschera. Si è alleato con Berlusconi, Renzi, Alfano, Verdini, Casini vendendosi completamente proprio a quel sistema che per anni ha fatto finto di contrastare, ingannando i cittadini.

Parla contro l’Europa, ma favorirà proprio il sistema delle banche e delle lobby. E tutto questo solo per avere qualche parlamentare in più al Nord, visto che al Sud la sua patetica ricerca dei voti condurrà la Lega al massacro. La conclusione è che Salvini fa piu schifo di Renzi e Berlusconi messi insieme.

Concorsi pubblici e nuove assunzioni, 7900 posti

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Autorizzati oltre 7900 nuovi ingressi nelle pubbliche amministrazioni, tra inserimenti immediati e concorsi.

Dopo anni di blocco del turnover, iniziano a rafforzarsi gli organici della Pa: sono stati appena pubblicati due decreti, firmati dai ministri Marianna Madia e Pier Carlo Padoan, che autorizzano 5.590 ingressi immediati negli enti pubblici e 2.313 attraverso i nuovi concorsi.

La maggior parte dei nuovi posti riguarda le forze dell’ordine. In particolare, ci saranno 2033 assunzioni nell’arma dei carabinieri, 1032 nella polizia di Stato, 1090 nell’amministrazione penitenziaria, 619 nella guardia di finanza e 375 nei vigili del fuoco, per un totale di 5.149 posti.

Nuovi ingressi anche nell’Inps, con 730 posti a disposizione, nel Consiglio di Stato, con 99 posti; spazio anche alla Corte dei conti, con 92 posti liberi e all’Avvocatura generale dello Stato, con 37 posti liberi.

Maxi concorsi, poi, sono previsti dal ministero dei Beni e delle Attività culturali (Mibact), con un bando da ben 509 posti. Concorsone anche al ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), con 422 posti disponibili, e nell’Agenzia delle Entrate, con 236 posti.

Nuove regole per i concorsi

Per quanto riguarda i concorsi pubblici, si dovranno seguire le nuove regole previste dalla riforma Madia in materia di selezioni. Ecco le novità principali:

  • cadenza regolare delle selezioni pubbliche;
  • procedure di selezione semplificate;
  • possibilità di razionalizzare e centralizzare, le prove, puntando su risparmi e trasparenza;
  • soglia al numero massimo di idonei, pari al 20% dei posti disponibili (la previsione ha la finalità di evitare che si formino graduatorie infinite).

Nuovo sito web che raccoglie tutti i concorsi

Per consentire a tutti i cittadini di essere pienamente informati su tutti i bandi di concorso, è in costruzione un nuovo apposito sito web che raccoglierà tutti i concorsi d’Italia. Al momento, i concorsi banditi dalle pubbliche amministrazioni sono consultabili sulla Gazzetta Ufficiale, 4° serie Concorsi ed Esami: il sito, rispetto alla Gazzetta, dovrebbe consentire anche di consultare i concorsi per data di scadenza, cioè secondo la data entro cui presentare la domanda.

Nuovi concorsi nella scuola

Per quanto riguarda la scuola, è atteso a breve in Gazzetta ufficiale il bando per reclutare 2.425 presidi.

A inizio 2018, inoltre, verrà bandita una selezione riservata agli insegnanti abilitati nella scuola secondaria: dopo lo svolgimento di un esame orale gli interessati saranno inseriti in una nuova graduatoria regionale di merito, dai quali si attingerà per i contratti a tempo indeterminato a partire da settembre 2018.

La graduatoria, nel dettaglio, darà rilevanza anche ai titoli di servizio e professionali, per il 60% del punteggio complessivo.

Il ministero dell’Istruzione e della Ricerca (Miur) bandirà poi un concorso riservato ai precari non abilitati, con almeno tre anni di servizio in classe.

Infine, sarà prevista, al più tardi nel 2019, la prima selezione nell’ambito del percorso Fit(il nuovo percorso di formazione iniziale e tirocinio) introdotto dalla legge 107.

Il cane del vicino abbaia tutta la notte? Ecco cosa fare

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Il mio vicino di casa ha un cane che la notte abbaia disturbando la mia quiete e riposo. Non sono sicuro se l’animale viene abbandonato o il proprietario è presente. Questa notte ho provato a bussare all’abitazione ma non ho ottenuto risposta. Cosa posso fare?

Se il lettore abita in condominio può verificare se nel regolamento sia presente una norma (come di solito accade) che obbliga i proprietari a evitare che gli animali causino disturbo al riposo e, comunque, alla tranquillità delle occupazioni quotidiane. In tal caso potrà sollecitare l’amministratore di condominio ad intervenire per richiamare il condomino al rispetto della norma di regolamento (talora queste norme prevedono anche la possibilità, in caso di accertata violazione, di irrogare, da parte dell’amministratore del condominio, sanzioni ai trasgressori).

Se invece il lettore non abitasse in un condominio o, se pur abitandovi, non vi fosse una norma di regolamento relativa alle modalità di sorveglianza e custodia degli animali, lo stesso potrà comunque direttamente pretendere dal suo vicino il rispetto del riposo e della tranquillità delle occupazioni quotidiane (sulla base della norma dell’articolo 844 del codice civile che vieta le immissioni, comprese quelle che derivano da animali, che superino la normale tollerabilità).

Il consiglio pratico, quindi, qualora il lettore non abiti in condominio o non vi fosse una norma di regolamento applicabile ai rumori provocati da animali, è quello innanzitutto di contattare personalmente il proprietario dell’animale per chiedere che sorvegli l’animale e faccia ciò che è necessario perché l’animale non disturbi il suo riposo notturno (o, comunque, la ordinarietà delle sue occupazioni quotidiane).

Se la questione non si dovesse risolvere, sarà opportuno inviare una diffida per raccomandata a.r. (anche a mezzo di legale) invitando, sotto pena di azioni giudiziarie, a fare tutto quello che è necessario affinché il cane non disturbi nuovamente il riposo in ore notturne (e contestando la già avvenuta mancata sorveglianza dell’animale in occasione dell’episodio descritto dal lettore nella richiesta di consulenza a cui si sta fornendo la presente risposta).

Se non bastasse nemmeno questo e gli episodi di disturbo dovessero ripetersi, non resterebbe altro da fare che agire in giudizio per chiedere che, dimostrato al giudice il disturbo provocato dall’animale (a mezzo testimoni), siano adottate tutte le misure più utili ad evitare il ripetersi di simili fatti (nel giudizio potrebbe anche essere chiesto un risarcimento del danno, anch’esso da dimostrare, qualora il disturbo si sia ripetuto più volte e abbia generato stress e problemi di salute).

Infine, si precisa che il disturbo provocato dai guaiti di un cane potrebbe anche integrare gli estremi di un reato, ma solo qualora il disturbo interessi un numero indeterminato di persone (il reato sarebbe quello previsto dall’articolo 659 del codice penale e cioè “disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone”).

Articolo tratto da 

https://www.laleggepertutti.it/175985_il-cane-del-vicino-abbaia-tutta-la-notte-ecco-cosa-fare 

consulenza resa dall’avv. Angelo Forte

“Il Napoli non è solo bello, ma organizzato! Sudore e sangue per essere così…”

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Senza volerlo e senza cattiveria, a Massimiliano Allegri, nel suo legittimo tentativo di mettere nel giusto risalto il proprio lavoro, viene un po’ meno in qualche circostanza il rispetto del lavoro altrui. Nel dibattito fra “allegriani” e sarriani”, fra “risultatisti” e “prestazionisti”, il tecnico bianconero ha dichiarato: “Essere belli è facile, il difficile è vincere. L’albo d’oro è ciò che conta”. Ma il Napoli non è “bello”. Il Napoli è assolutamente incomprensibile. Criptato nei suoi torelli a gara in corso in tutte le zone del campo. Organizzato nei suoi movimenti curati fin nel più piccolo dettaglio. Il Napoli è molto più organizzato che bello. La bellezza cui fa riferimento nella dichiarazione Allegri è qualcosa di volatile, di plastificato. E non c’è nulla di facile nel Napoli che invece ci ha messo sudore e sangue per arrivare a giocare, dopo anni di lavoro, un calcio che rasenta la perfezione tattica. Una squadra di undici uomini che gioca, pensa e tocca la palla con la stessa testa. Una sola testa. Con una particolarità: le squadre che spendono così tanto mentalmente e si spendono così tanto emotivamente per arrivare a giocare come sta facendo il Napoli, hanno una soglia della nausea piuttosto bassa. Come può capitare anche ai nuotatori d’alto bordo con l’acqua della piscina. Invece nei giocatori del Napoli non c’è traccia di tutto questo, nessun tipo di stanchezza psicologica. Anzi, il contrario. Hanno voluto rimanere tutti, hanno voluto fare il patto della continuità, a dimostrazione che non c’è nulla di “facile” nel loro calcio. Se fosse “facile” sarebbero andati altrove, ma una parte di loro sa bene che il calcio che stanno facendo lo possono giocare solo con Sarri.

ZanzaMapp e Sapienza sbarcano a Procida!

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