Allarme di“Altroconsumo”: Batteri resistenti ad antibiotici nell’84% della carne di pollo. ATTENZIONE

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Alcuni batteri possono sviluppare un pericoloso meccanismo di resistenza agli antibiotici, usati in quantità massicce anche negli allevamenti di animali. Con la diffusione di batteri resistenti, percorrendo la catena alimentare dagli allevamenti sino alla tavola, il rischio è che gli antibiotici perdano il loro effetto curativo anche negli uomini. I risultati dell’inchiesta di Altroconsumo dimostrano la gravità del fenomeno nel settore.

Il test: analizzati a livello europeo 250 campioni di petti di pollo per valutare la presenza di batteri (famiglia Enterobatteriacea) più inclini di altri a sviluppare un meccanismo di resistenza agli antibiotici. Trovati E. Coli resistenti nell’84% dei 45 campioni comprati in Italia, a Milano e a Roma. Segnalati i risultati al ministero della Salute.

In seguito al trattamento degli animali con antibiotici, usati per cura delle malattie, i batteri che vivono nel loro tratto gastrointestinale possono diventare resistenti al farmaco e contaminare il cibo e l’ambiente. Non necessariamente questi microrganismi possono farci ammalare, il vero problema è che possono trasmettere il loro meccanismo di resistenza ad altri batteri presenti nel nostro organismo: senza seri provvedimenti, dunque, – che ne limitino l’uso negli allevamenti – gli antibiotici potrebbero, tra una decina di anni, non riuscire a sconfiggere la maggior parte dei batteri, anche negli uomini.

I risultati del test dimostrano che il problema della resistenza del pollo agli antibiotici è molto diffuso ed è strettamente legato al tema della sicurezza alimentare: occorre migliorare il monitoraggio dell’uso di questi medicinali in ambito veterinario con sistemi di sorveglianza più severi. Serve un sistema che lavori maggiormente sulla prevenzione delle malattie animali, per ridurre la necessità di usare gli antibiotici. Non solo: visto i rischi per l’uomo, sarebbe opportuno conservare una classe di antibiotici da usare solo per gli animali e non per le persone, in modo da limitare i danni. Queste le richieste girate al ministero della Salute da cui ci si aspetta interventi chiari e maggiore informazione ai consumatori.

Affinché gli antibiotici continuino a essere efficaci è utile adottare alcune precauzioni, agendo su due fronti: il corretto uso di antibiotici quando ci si cura e l’igiene in cucina.
I consigli di Altroconsumo:  

  • Solo il medico può decidere se prescrivere un antibiotico. Se ne hai in casa, non prenderlo senza il suo parere.
  • Se prescritto, assumilo per il periodo indicato e agli orari prestabiliti.
  • Se hai dimenticato di prendere una dose di antibiotico, assumi subito la successiva, ma mai una dose doppia.
  • Non interrompere la cura antibiotica troppo presto, magari solo perché sono scomparsi i sintomi: potrebbero essere stati eliminati solo i batteri meno resistenti.
  • In cucina lavati bene le mani, prima e dopo aver toccato il cibo.
  • L’unico modo efficace di uccidere i microrganismi è cuocere bene la carne: al centro deve raggiungere una temperatura di almeno 70 °C.
  • Lava posate, stoviglie e superfici che sono state a contatto con la carne cruda.
  • Non mettere mai la carne cotta nello stesso piatto in cui l’avevi appoggiata cruda e, anche in frigo, separa gli alimenti crudi da quelli cotti.

Fonte altroconsumo.it

Da Sudditi a Briganti, l’etichetta che ci hanno assegnato da oltre un secolo

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Ho voluto riprendere già nel titolo le parole dette da Beppe Grillo nel 2011 a Napoli “da Sudditi a Briganti, è così che vi hanno iniziato a chiamare quando scese il generale Cialdini e vi considerano ancora oggi come Briganti perché è questo il gioco sporco del sistema, distorcere la verità” quando ricordò inoltre che “l’emergenza” del sud Italia è iniziata dal 1861.

di La Verità di Ninco Nanco

Tutti parlano di Risorgimento ma chi l’ha fatta questa Italia?  Chi erano i Mille? Popolani? No, al popolo sia del Nord che del Sud non interessava nulla di questa “Unità Nazionale” anzi se il popolo allora aveva qualche simpatia era per l’ideologia anarchica di Bakunin, ad impugnare le armi in realtà e ad affiancare Garibaldi fu la classe dirigente, non c’era un muratore, un contadino o un qualsiasi operaio, erano tutti avvocati, medici ecc.

Risorgimento, questa parola fa effetto ancora oggi ma in realtà non esiste parola più sbagliata per ricordare l’Unità d’Italia, a tal proposito voglio ricordare le parole di “Franceschiello” (Re delle Due Sicilie): “Lo chiamano Risorgimento ma per risorgere bisogna essere già sorti. L’Italia non c’è mai stata, il mio Regno esiste da secoli  ma l’Italia unita fin dai tempi dei Romani non è mai esistita”. 

Conquistato il Regno, (tralascio i dettagli perchè ho già trattato questo argomento in diversi articoli ) è giusto oggi ricordare che in realtà Cavour aveva delle idee “diverse” per questa nuova Nazione. Cavour voleva dividere l’appena nata Italia in tre  grandi regioni (Nord, Centro, Sud) e delegare piena autonomia ad ognuna di esse, al governo centrale toccava solo l’esercito, la polizia e la difesa in genere. Questo non avvenne perché evidentemente a qualcuno questa idea non era gradita, e nello stesso 1861 “improvvisamente” Cavour morì. Lo sviluppo sarebbe stato del tutto  diverso se questa idea andava in porto (anche magari se dal principio ognuno si avesse fatto i fatti suoi sarebbe stato meglio)  perché tutti oggi sappiamo che il Meridione non era un paese abbandonato come lo racconta la storia. Così non fu, il Sud venne depredato e schiacciato dai “nordisti”, gli fu impedito di crescere ed è venuto fuori quel che venuto fuori. Ovvio il popolo resta fuori da quest’ottica, meridionale o settentrionale non ha colpe in tutto questo gioco. Oggi siamo ancora in emergenza è vero, si fa fatica ad uscire da questa situazione soprattutto quando succedono ancor oggi delle brutte storie a questa terra, prendiamo il caso dei rifiuti solo come esempio, colpa della mafia, certo, colpa di politici corrotti, si, colpa dello Stato che secreta i verbali e lascia seppellire i rifiuti, anche, colpa delle grosse società S.P.A e di “società occulte” che non hanno avuto scrupoli (tutt’ora) a fare affari illegali con i rifiuti speciali. I nostri eroi quando hanno provato a fare chiarezza, quando hanno indagato e hanno trovato! quando si sono ribellati credendo in fondo e forse ingenuamente nello Stato e hanno chiesto Giustizia! in un modo o nell’altro li avete ammazzati.

Briganti ancora oggi si, ritornando all’introduzione, e fieri di esserlo se Brigante significa lottare per giustizia, diritti, libertà e verità, tutti visto tempi che corrono dovremmo esserlo.

 

L’Abero dei Patriarca 

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di La verità di Ninco Nanco

“ERA LADRO GIA’ IL CONTE DI CAVOUR” …

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“ Dico che il mondo è una lega di birbanti contro gli uomini da bene, e di vili contro i generosi. Quando due o più birbanti si trovano insieme la prima volta, facilmente e come per segni si conoscono tra loro per quello che sono, subito si accordano; o se i loro interessi non patiscono questo, certamente provano inclinazione l’uno per l’altro, e si hanno gran rispetto…” (Giacomo Leopardi, Pensieri)

Tratto da Blondet & Friends

E’ noto che Giacomo Leopardi non era propriamente quello che si chiama un uomo di mondo, ma nonostante ciò, nella sua breve vita, aveva capito molto dell’animo umano. Qualche decennio più tardi, alla fine dell’Ottocento, un altro signore di nome Gaetano Mosca scriveva: “una minoranza ben organizzata avrà sempre ragione di una maggioranza disorganizzata”.

Che la storia sia scritta dai vincitori è cosa nota. Oggi si esporta democrazia, anche a chi non la vuole, oltre 150 anni fa una minoranza ben organizzata, ovvero quella élite nobiliare-massonico-affarista che rappresentava uno zero virgola della penisola italiana trovò il nome Risorgimento per coprire i propri fini, la conquista del potere.

Una volta conquistato il potere occorreva gettare sulle dinastie degli stati che avevano appena abbattuto il maggior discredito possibile, facendoli passare per biechi reazionari che tenevano i propri sudditi in condizioni miserevoli di orrendo malgoverno.

Prendiamo la Toscana, ad esempio. Il 27 Aprile 1859 rimane una data epocale nella storia della Toscana segnando di fatto la fine di 122 anni di governo della dinastia degli Asburgo Lorena, che arrivò a Firenze dopo la morte dell’ultimo Granduca di casa Medici nel 1737.

La storiografia ufficiale ci ha tramandato la favoletta del tiranno costretto alla fuga dal popolo inferocito, il 27 Aprile 1859, evento ancor oggi ricordato da una via nella zona di San Marco, a Firenze. Ma le cose non andarono proprio così.

Nel tardo pomeriggio di quel mercoledì dopo Pasqua il Granduca Leopoldo II scelse volontariamente di abbandonare Firenze insieme alla sua famiglia con i soli abiti che aveva addosso invece di “assecondare la folla plaudente alla guerra contro l’Austria”.

Uomo pacifico, Leopoldo era completamente disinteressato alle cose militari tanto da far sì che il Granducato spendesse cifre irrisorie rispetto a quelle enormi stanziate dal Regno di Sardegna per il proprio esercito, così che le finanze dello stato erano non solo in ordine, ma godevano anche di un notevole surplus di bilancio.

Il Regno Sabaudo invece al 1859 risulta essere lo stato più indebitato d’Europa.

Così indebitato che non aveva altra scelta che attaccare gli altri stati italiani e trasferire al nascente Regno d’Italia il proprio deficit di bilancio ormai cronico, nonostante avesse il regime fiscale più gravoso ed esoso degli altri stati italiani, stati che avevano invece tutti il bilancio in attivo.

Ecco, in due parole, la nascita del debito pubblico italiano. Anche perchè i creditori del Regno di Sardegna non erano propriamente enti di beneficenza, ma i Loyds inglesi e il ramo francese dei banchieri Rothschild,  ca va sans dire.

A Firenze, quel 27 Aprile, il Piemonte aveva le sue pedine pronte, vari e ben noti esponenti della elite di cui si diceva prima, opportunamente affiancati da alcune centinaia di Carabinieri piemontesi giunti in città nei giorni precedenti e travestiti da civili che avevano il compito di aizzare le folle contro il Granduca, presenti in città da vari giorni.

L’obiettivo sperato era quello di far sì che il Granduca si barricasse in Palazzo Pitti e cominciasse a far sparare sulla folla radunata per (improbabili) “tumulti di piazza”, una specie di Piazza Maidan ante litteram.

Vana illusione, tant’è che anche l’ambasciatore d’Austria a Firenze scriverà in seguito in un rapporto segreto a Vienna sullo svolgimento dei fatti del 27 Aprile che il Granduca si era deciso di passare in rassegna, ed era per la prima volta, le proprie truppe solo alla metà di Aprile, e senza grande entusiasmo.

In realtà tutto ciò che accadde quel giorno fu una abile quanto semplice operazione di propaganda, ovvero l’esposizione dalla mattinata del tricolore italico alle finestre di qualche edificio già predisposto in precedenza da chi aveva organizzato la cosa, in modo di far credere al povero Leopoldo che la città era tutta dalla parte del Piemonte.

Che l’occulto macchinatore dietro le quinte fosse il Camillo Benso di Cavour attraverso il proprio ambasciatore a Firenze, il conte Boncompagni, era cosa nota a tutti, fino al punto che un fedele ufficiale superiore dell’esercito granducale si offerse di far arrestare tutti, ambasciatore e i vari nobili fiorentini

(Ricasoli in primis) che già si erano spartite le varie posizioni di potere una volta tolto di mezzo il Granduca, e trasferirli tutti nella fortezza di Volterra.

Ma il mite quanto indeciso Leopoldo non ebbe il coraggio di un rimedio tanto drastico per stroncare il golpe ormai alle porte e il resto è storia.

La “civilissima rivoluzione fiorentina” si concluse così senza che fosse sparato un solo colpo di fucile e i fiorentini si levarono il cappello al passare del convoglio di quattro carrozze granducali che imboccava la via Bolognese alla volta di Vienna. Anche il destino della Toscana, grazie ad una minoranza ben organizzata, era ormai segnato, e così per il resto d’Italia.

La minoranza ben organizzata continuerà la farsa con i plebisciti dell’anno seguente per l’unione al Regno Sabaudo, con percentuali bulgare di voti del SI all’Unione. Dopo aver opportunamente svuotato, in poche mesi, le casse dell’erario del Granducato.

 

Fonte maurizioblondet.it

Giorgio Napolitano, il massone, intercettato con Bazoli, il banchiere inquisito: le mani sul Corriere della Sera. Come occupare abusivamente una nazione

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LE VERGOGNE DEL MONARCA ASSOLUTO

Come fosse se una novità, uno dei peggiori intrallazzatori nazionali venduto sempre al miglior offerente, quello che poi tutti si sono dimenticati è che era a capo della “Corrente Migliorista” del PCI, quella che gestiva i fondi neri che arrivavano dall’URSS che facente parte del Patto di Varsavia e l’Italia della NATO è alto tradimento, si fecero l’ultima amnistia nazionale nel 1989 e finì tutto a tarallucci e vino come nella miglior tradizione di tutto quello che riguarda quella area politica che non so più nemmeno come chiamarla perchè sarebbe come insultare la sinistra, fu denunciato da Bettino Craxi in parlamento e anni dopo il simpaticone“Tonino er molisano”, Di Pietro, bel venduto pure lui, disse che forse aveva ragione Craxi.
Buio e smemoratezza nazionale sopratutto della magistratura, ovvio, che Falcone e Borsellino quando gli fu fatto l’ultimo “regalo” fatale è che stavano indagando su quei fondi neri.
Ma la storia dell’infame inizia da lontano :

 

 

L’opportunismo, sarà una costante della sua carriera politica, il problema non è che fosse fascista. ma che da fascista nel 1941 sostenesse “l’Operazione Barbarossa”, l’attacco di Hitler alla Russia, nel 1944 lavora per “l’American Red Cross”, la croce rossa americana, poi nel 1945 si iscrive al PCI e nel 1956 da comunista sostiene durante la rivoluzione ungherese il sanguinosissimo intervento sovietico, il nostro amico dopo essere stato nel 1978 il primo dirigente del PCI ad ottenere il visto per gli USA ed aver partecipato a delle riunioni del CFR (Council of Foreign Relations) il peggio del peggio delle associazioni criminali auto legalizzate, diviene a conti fatti atlantista e nel 1979, condanna l’URSS quando invade l’Afghanistan.

Dopo aver devastato la nazione non a caso Henry Kissinger lo dichiarerà “my favourite communist” e nel 2015 lo ha premiato con il “Premio Kissinger” «in riconoscimento degli straordinari contributi al consolidamento dell’integrazione e stabilità europea».

In 60 anni di politica, Napolitano ci è costato 13 milioni di euro, più tutti i danni che ha fatto, detta così sembrerebbero bruscolini, sono 26 miliardi di Lire, così fa più effetto.
In più, nel 2013, in piena spending review, Napolitano si è alzato lo stipendio di 8.835 euro, passando a 248.017 euro.
Questo è un breve riassuntino sarà il caso di fare un articolo più completo, per venire alla vicenda odierna, come dicevo non è una novità, ma non è nemmeno una novità che pare passare nell’indifferenza l’evidente collusione del nuovo Presidente Sergio Mattarella ovviamente facente parte della medesima banda e chiaramente andando avanti così non andiamo da nessuna parte …
Nel marzo 2016Giorgio Napolitano organizza un incontro tra il suo successoreSergio MattarellaeGiovanni Bazoli, all’epoca presidente di Intesa e attivo nella battaglia per il controllo del Corriere della Sera. Lo rivela Panorama in edicola oggi, riportando i contenuti di un’intercettazione sull’utenza di Bazoli, indagato nell’inchiesta su Ubi banca coordinata dalla Procura di Bergamo.

La telefonata parte da un’utenza in uso al Quirinale (Napolitano si era dimesso da due mesi). L’incontro Bazoli-Mattarella avrebbe dovuto affrontare “alcuni argomenti urgenti”, scrive laGuardia di Finanza che riassume la conversazione.

Tra questi argomenti, la lotta per il controllo di RCS E del Corriere della sera. Scrivono le fiamme gialle:
“Napolitano specifica di aver fatto riferimento (con Mattarella, ndr)anche al dialogo di questi anni tra loro (e cioé tra Napolitano e Bazoli, ndr) e prima ancora con Ciampi. Napolitano dice che questi (Mattarella) ha apprezzato, ed ha detto che considera naturale avviare uno stesso tipo di rapporto schietto, informativo e di consiglio. (…) Napolitano dicesperiamo bene,  anche perché ha sentito fare (riguardo al Corriere)un nome folle, ovvero di quel signore che si occupa o meglio è il factotum de La 7″.

Quell’Urbano Cairo che poi le ha messe, le mani sul Corsera.

Dopo la conversazione, il banchiere, passando per la segreteria del Quirinale,fissa un incontro con Mattarella: il faccia a faccia avviene il 27 marzo. Dieci giorni prima, il 17 marzo, l’ex Capo dello Stato è anche oggetto di una conversazione tra Bazoli, azionista del Corsera, e l’allora direttore di Repubblica, Ezio Mauro, la concorrenza:

“Se tu lo tieni in mano (il Corsera, ndr) io sono tranquillo”, afferma Mauro. Dunque l’invito a Bazoli a“non lavarsene le mani di queste scelte”. Poi spunta Napolitano:”La situazione ha ancora un margine di incertezza e ti spiegherò se ci vediamo perché, niente, devo vedere Napolitano…insomma, devo, tengo rapporti con lui”.

Sempre lui. Sempre Re Giorgio, che dimostra di avere rapporti consolidatissimi con Bazoli. I due infatti si incontrano al Colle il 13 marzo 2014,quando Napolitano è ancora Capo dello Stato. E ancora, il 15 aprile dello stesso anno, in una telefonata tra il patron di Intesa San Paolo e Gian Maria Gros-Pietro, presidente del consiglio di gestione della stessa banca, Bazoli, notano gli inquirenti,
“fa presente che giovedì sarà al Colle per un tema diverso dalle banche”.
Tre giorni dopo, sempre al telefono con Gros-Pietro, Bazoli
“riferisce di essere stato a Roma e di aver avuto un incontro col Colle ed aggiunge ‘io gli ho chiesto espressamente ed ho avuto da lui l’assicurazione che quantomeno fino alla fine dell’anno lui rimane. Mi pare una notizia molto rassicurante’…”.
Le mani di Napolitano, insomma, erano ovunque: Colle, banche, Corriere della Sera.

Cesare Lombroso, una mente satanica. Un criminale al servizio dei Savoia.

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Cesare Lombroso, una mente demoniaca, che si è autodefinito l’inventore dell’Antropologia criminale, nasce a Verona il 6 novembre 1835 da un’agiata famiglia ebraica. Nel 1852 si iscrive alla facoltà di medicina dell’Università di Pavia, dove si laurea nel 1858.

Un personaggio squallido e perverso, una mente feroce e satanica al servizio dei Savoia, che furono a loro volta criminali. Nella sua patetica ed arrogante presunzione si autodefinisce un grande antropologo, un grande saggio e un illustre scienziato offrendo così il suo contributo ai regnanti sabaudi. La verità però è una sola: Marco Ezechia Lombroso, che successivamente cambiò nome in Cesare (Verona, 6 novembre 1835 – Torino, 19 ottobre 1909), è stato un pseudo-medico, pseudo-antropologo, e pseudo-giurista italiano, è considerato, da alcuni, pioniere e “padre” della moderna criminologia, mentre in realtà è stato solo una mente perversa con progetti criminali. E’ stato un grande razzista al servizio di una casa regnante “ I Savoia”, i cui membri vengono ricordati dalla storia come una banda di uomini privi di saggezza, privi di etica e di morale. I Savoia,  che progettarono  e massacrarono un milione di meridionali, sudditi liberi del Regno delle due Sicilie, sciogliendo i loro corpi nella calce viva. Lombroso, questo criminale, profanatore di tombe di origine ebraica è stato la vergogna di quel regno sabaudo e continua oggi ad essere la vergogna torinese e piemontese. Questo essere immondo in gioventù trafugava i crani dei cadaveri dai cimiteri di campagna per poi studiarne con comodo la conformazione. Ai contadini che, ignari, gli chiedevano cosa trasportasse con sé rispondeva: “Zucche”. Così Cesare Lombroso, il ragazzo dei cimiteri fece carriera. Questo scellerato fu osannato da vivo dai criminali del regno sabaudo, ed adesso da morto dalle istituzioni piemontesi. Tutto il lavoro malefico di questo Lombroso è la negazione della serietà scientifica e culturale.

Cesare Lombroso: mente satanica, un criminale al servizio dei Savoia

La fama di Lombroso è legata soprattutto alla teoria dell’uomo delinquente nato o atavico, individuo che reca nella struttura fisica i caratteri degenerativi che lo differenziano dall’uomo normale e socialmente inserito. L’interesse di Lombroso per i poveri, gli emarginati, i folli è presente fin dagli anni giovanili, quando, giovane medico, gira per le campagne lombarde, distribuendo opuscoli, stampati a proprie spese, ai contadini vittime della pellagra. Nel 1859, arruolatosi nel Corpo Sanitario Militare durante la campagna di repressione del brigantaggio, è inviato per tre mesi in Calabria ed inizia, ancor di più, ad odiare le popolazioni dell’Italia del Sud. Qui Lombroso affronta lo studio delle popolazioni calabresi in rapporto al linguaggio e al folklore. L’interesse per il fenomeno della delinquenza insorge nel 1864, osservando i tatuaggi dei soldati e le frasi oscene tatuate che distinguono “il soldato disonesto in confronto all’onesto”. Lombroso comprende, però, che l’elemento del tatuaggio non basta da solo per capire la natura del delinquente e che è necessario definire i caratteri dell’anormale, del delinquente e del pazzo utilizzando il metodo sperimentale della scienza positivista. Nel 1866 è nominato professore straordinario dell’Università di Pavia. Il 10 aprile 1870 sposa Nina De Benedetti. Dal matrimonio nasceranno cinque figli, tra cui Gina, secondogenita e biografa del padre. Nel 1871 Lombroso ottiene la direzione del manicomio di Pesaro dove vivrà una felice esperienza professionale, in quel periodo elabora una proposta che sottopone alle autorità ministeriali: la creazione di manicomi criminali destinati agli alienati che delinquono e agli alienati pericolosi. L’anno dopo rientra a Pavia e inizia gli studi che lo porteranno alla elaborazione della “teoria dell’uomo delinquente”.

Fenestrelle (TO): il lager della vergogna

Museo Cesare Lombroso a Torino

Molte persone vanno a visitare questo vergognoso museo, pagano anche il biglietto, per vedere delle teste mozzate. Teste mozzate di Padri di famiglia e di Patrioti del Regno delle due Sicilie, che si sono opposti alla barbarie e alla ferocia dei Piemontesi invasori ed assassini. Come trofeo della vittoria vengono conservate queste teste degli Italiani del Sud ed i Piemontesi non si vergognano di mostrare questi orrori. Lombroso con le sue teorie sentenziò che gli abitanti delle due Sicilie erano una razza inferiore, paragonabili per natura e stile di vita alle bestie. (Il Regno delle Due Sicilie comprendeva tutta l’Italia del Sud: Campania con parte dell’odierno Lazio, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia). Questa strampalata teoria la dedusse misurando i crani ed altri resti umani degli insorgenti napolitani e dei poveracci che vennero uccisi dai bersaglieri. Le teorie dello pseudoscienziato veronese furono facilmente smentite da studi successivi e dichiarate dalla comunità scientifica internazionale prive di ogni fondamento scientifico. Nonostante tutto queste teorie sballate, con la complicità di un sistema scolastico basato sulla falsità, faziosità e sulla mistificazione storica, si sono diffuse nella società italiana, sia al nord diventando principio di tutti i preconcetti e razzismo antimeridionale, sia a sud al fine di creare quel complesso di inferiorità che hanno tanti meridionali. Tutti i governanti dal 1860 ad oggi basandosi sui concetti razzisti di Lombroso hanno agito ai danni delle “Due Sicilie” o perché i suoi componenti erano settentrionali e condizionati dal razzismo o meridionali con complesso di inferiorità e spirito servile. E’ arrivato il momento di far conoscere la verità a tutti e di ribellarsi a tutte le menzogne raccontate finora. Cesare Lombroso, è stato un criminale ed una mente perversa, malefica e satanica. Grazie alla famiglia Savoia più di un secolo e mezzo fa ha trovato spazio nel raccontare tutte queste bestialità, ma continua a trovarne ancora adesso in una piccola parte di oggi, dove le persone vivono di anti meridionalità.

Una vergogna torinese: i Crani di Padri di famiglia e Patrioti del Regno delle due Sicilie, giudicati da Lombroso come i crani delle bestie

Il Lager di Fenestrelle: La ciclopica sabauda cortina bastionata. (Fonte: MIGLIAIA DI SOLDATI BORBONICI DEPORTATI NEI LAGER DEL NORD di Stefania Maffeo)

UNITA’ D’ITALIA: i piemontesi massacrarono 1.000.000 di INNOCENTI – (Migliaia di soldati borbonici deportati nei lager del nord di Stefania Maffeo) – Dopo l’ “invenzione” del “contrassegno per marchiare gli ebrei con un panno sulla spalla” (vedi AMEDEO VIII DI SAVOIA) – quindi un precursore dello “antisemitismo” hitleriano – nel 1863 un altro sabaudo inventava i “lager”, e le “vasche di calce” per scioglierci dentro i cadaveri dei reclusi soccombenti borbonici. 5212 condanne a morte, 6564 arresti, 54 paesi rasi al suolo, 1 milione di morti. Queste le cifre della repressione consumata all’indomani dell’Unità d’Italia dai Savoia. La prima pulizia etnica della modernità occidentale operata sulle popolazioni meridionali dettata dalla Legge Pica, promulgata dal governo Minghetti del 15 agosto 1863 ” per la repressione del brigantaggio nel Meridione”[1].

Questa legge istituiva, sotto l’egida savoiarda, tribunali di guerra per il Sud ed i soldati ebbero carta bianca, le fucilazioni, anche di vecchi, donne e bambini, divennero cosa ordinaria e non straordinaria. Un genocidio la cui portata è mitigata solo dalla fuga e dall’emigrazione forzata, nell’inesorabile comandamento di destino: “O briganti, o emigranti”.

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Il Professore Duccio Mallamaci davanti al museo Lombroso di Torino

Per vincere la resistenza dei prigionieri di guerra, già trasportati in Piemonte e Lombardia, si ebbe ricorso ad uno spediente crudele e disumano, che fa fremere. Quei meschinelli, appena coperti da cenci di tela, e rifiniti di fame perché tenuti a mezza razione con cattivo pane e acqua e una sozza broda, furono fatti scortare nelle gelide casematte di Fenestrelle e di altri luoghi nei più aspri siti delle Alpi. La fortezza di Fenestrelle era attiva dai primi del Settecento. Avamposto di confine dei Savoia, ma anche carcere militare. Nel 1860 fu il luogo di pena dei soldati pontifìci e borbonici catturati dai piemontesi. Edifìcio a scaloni, immerso nella neve in inverno a quasi 2000 metri di altezza sulla sinistra del Chisone.

da OndaSud

http://laveritadininconaco.altervista.org/cesare-lombroso-una-mente-satanica-un-criminale-al-servizio-dei-savoia/

 

ORDINE ESECUTIVO 11110. ECCO PER COSA FU UCCISO KENNEDY

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Franklin Delano Roosvelt un ventennio prima dell’insediamento di JFK, dichiarò: <la verità è che elementi della finanza sono proprietari del governo nei suoi cardini principali sin dai giorni di Andrew Jakson>.Proprio Jackson chiamava i banchieri “covo di vipere” e aveva promesso di distruggerli.

 

Come i suoi predecessori Jhon Kennedy si oppose a questo sistema con una sorta di “colpo di stato”, che ricalcava il tentativo di Lincoln di far stampare direttamente dal dipartimento del tesoro la moneta. Lincoln venne ucciso nel 1865 poco dopo la creazione delle banconote Greenbacks, banconote prive di interessi bancari di proprietà del portatore che non avrebbero permesso gli enormi profitti dei Rothschild guadagnati grazie ai prestiti concessi ai Nordisti e ai Suddisti durante la guerra civile americana, profitti che avrebberò cosi creato il famigerato debito pubblico presente tutt’oggi.

Per arginare il debito causato dal signoraggio, Kennedy intendeva ridare la proprietà della moneta agli Usa, il presidente sapeva che l’uso delle banconote dellaFED come presunta valuta legale era contrario alla Costituzione degli stati Uniti d’ America.

 

Già Andrew jackson aveva svelato l’inganno del signoraggio bancario, invitando a sottrarre alla FED il diritto di stampare moneta:

<Il debito nazionale è una frode perpetrata verso gli USA dagli interessei dei banchieri internazionali. La migliore soluzione per il debito nazionale e per la sicurezza sociale è che glu USA smettano di permettere a una società privata di stampare la moneta e di caricarci sopra gli interessi. La federal reserve dovrebbe essere abolita come punto di partenza per liberare gli USA da una falsa dipendenza>

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Il 4 giugno del 1963, un decreto presidenziale virtualmente sconosciuto, l’Ordine Esecutivo 11110, fu firmato da JFK con l’obbiettivo di impedire alla Federal Reserve Bank di prestare soldi a interesse al Governo federale degli Stati Uniti. Con un colpo di penna, il presidente Kennedy decretò che la Federal Reserve, proprietà dei privati, sarebbe presto fallita.

Più di 4 miliardi di dollari in banconote furono messi in circolazione in base alle riserve argentee del governo, in tagli da 2 e 5 dollari (mentre quelli da 10 e 20 non circolarono mai, ma furono comunque stampate) la dicitura Federal Reserve note venne sostituita con “United State Note” cioè banconote degli Stati Uniti e non della FED.

Alla sua morte, le banconote furono immediatamente tolte dalla circolazione: così le vecchie stampate dalla FED continuarono  a fungere da valuta legale della Nazione, senza che i cittadini americani fossero venuti a conoscenza del tentativo di ribellione del Presidente.

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Abilitazione conseguita in Spagna è valida, ordine del Consiglio di Stato al Miur

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Il Consiglio di Stato, con l’Ordinanza n. 4709 pubblicata il 30.10.2017, ha accolto il reclamo cautelare proposto dallo Studio Legale Naso & Partners avverso la nota ministeriale n. 2179 del 17.03.2017.

Con la predetta nota il MIUR, modificando i criteri previsti in precedenza, aveva subordinato il riconoscimento dell’abilitazione conseguita in Spagna alla richiesta dell’ulteriore requisito del superamento del concorso pubblico per l’insegnamento in Spagna, o almeno di una parte dello stesso, o in alternativa richiedeva l’iscrizione nelle graduatorie straordinarie di professori supplenti delle Comunità autonome spagnole.

Secondo i predetti docenti abilitati in Spagna e difesi dall’Avv. Naso, tale nota ministeriale risultava palesemente illegittima perché frutto di un’erronea traduzione della documentazione inviata dal Ministero spagnolo, ove la laurea, unitamente al master, tuttora abilitano all’insegnamento nella scuola secondaria.

Tale interpretazione del MIUR aveva dunque determinato un blocco alle domande di riconoscimento del titolo per i docenti abilitati in Spagna.

Il Consiglio di Stato, accogliendo integralmente le argomentazioni proposte dallo Studio legale Naso, ha così ingiunto al MIUR di “utilizzare le modalità di riconoscimento delle quali ha fatto applicazione fino alla predetta nota del 20-03-2017”.

Agevolazioni anziani 2018 over 60 65 70 75 anni requisiti ISEE domanda

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Le agevolazioni anziani 2018 over 60 65 70 75 e oltre gli 80 anni di età sono degli aiuti che lo Stato, attraverso i Comuni, riconosce ai cittadini una volta superata una certa soglia di età.

Tra le agevolazioni richiedibili nel 2018 troviamo ad esempio la riduzione delle tariffe per i mezzi di trasporto pubblici, del canone RAI e quello telefonico Telecom, dei bollettini postali, della TARI tassa sui rifiuti, esenzione ticket per visite ed esami ma anche dei farmaci e tante altre iniziative che è sempre bene conoscere e diffondere.

 

Agevolazioni anziani 2018 trasporti pubblici over 60, 70 e 75 anni

Agevolazioni anziani 2018 Trasporti pubblici autobus, metropolitana e tram: in tutti i Comuni di Italia sono previsti degli sconti tariffa sui mezzi pubblici per gli over 60 e 65 anni.

Per esempio:

  • Milano, il Comune, ha previsto una riduzione dei costi per l’acquisto della tessera che vanno dal 20 al 50% per i senior uomini con più di 65 anni e alle donne con più di 60 anni. La suddetta agevolazione, prevede la possibilità di acquistare la cd. tessera elettronica per i mezzi pubblici che dura 4 anni, ed ha un costo di attivazione di 10 euro mentre la ricarica mensile ha un costo pari a 16 euro e l’abbonamento annuale di 170 euro.
  • Torino invece le agevolazioni per il trasporto pubblico, sono riservate a chi ha compiuto 60 anni: 15 euro al mese o 130 euro l’anno.
  • Roma, invece, le agevolazioni per i mezzi pubblici iniziano solo dai senior con più di 70 anni con reddito ISEE sotto i 15.000 euro, i quali possono richiedere la cd. card over 70, una tessera che consente la completa gratuità dei mezzi pubblici. Sempre a Roma poi, l’ATAC riserva una riduzione sulla tariffa annuale per gli over 65 anni, il  cui costo di abbonamento varia in funzione del reddito ISEE per cui fino a 10.000 euro il prezzo dell’abbonamento annuale è pari 120 euro, da 10.000 a 15.000 euro è pari a 130 euro e per i redditi fino a 20.000 euro è di 150 euro.
  • Nel Comune di Brescia invece dal 1° settembre è stata introdotta la nuova tariffazione per i pensionati chiamata “speciale over 60” che consente di ottenere sconti sulle tariffe di abbonamento per la zona 1 e 1+2. Gli sconti sono da 69 euro a 65 euro per l’abbonamento trimestrale e da 138 a 120 euro per quello semestrale, in entrambi i casi sono previste delle limitazioni sul numero di corse, massimo 4 nelle ore tra le 7.30 e le 9, e dalle 13 alle 14 dal lunedì al venerdì.
  • Firenze invece è in vigore l’abbonamento ATAF Basic valido un anno; tale agevolazione non è in funzione dell’età ma del reddito ISEE che non deve essere superiore a 10.000 euro.

Come richiedere l’esenzione, agevolazioni e sconti per i mezzi pubblici per i senior?

Occorre verificare sul sito ufficiale della società che gestisce il trasporto urbano nella propria città o al Comune, tramite i CAF e Patronati, se e quali sono le agevolazioni riservate a chi ha più di 60, 65 e 70 anni di età, i requisiti richiesti, l’ISEE 2018 e come fare la domanda.

  • Agevolazioni senior per chi viaggia in treno: Trenitalia offre sconti e offerte vantaggiose per viaggiare in treno a chi ha superato 60 anni età. Inoltre propone la tessera CartaFreccia Argento e Carta Argento over 60 con validità annuale, ed un costo di 30 euro e gratis per chi ha compiuto 75 anni di età con la quale è possibile ottenere anche sconti tariffa del 10% per i viaggi in cuccetta, del 15% sulla tariffa base per i treni nazionali in prima ed in seconda classe, e del 25% sui treni esteri. La carta può essere richiesta ed acquistata presso le biglietterie Trenitalia nelle Stazioni o nelle agenzie di viaggio autorizzate. Inoltre, sempre per chi ha compiuto 60 anni, c’è la possibilità di richiedere la Carta Argento Railplus (Rail Europe Senior) che consente di viaggiare sulla rete ferroviaria europea con sconti fino al 30% sulla tariffa normale per informazioni, costi, percorsi e domanda rivolgersi alle Ferrovie dello Stato.
  • Agevolazioni anziani che viaggiano in aereo: Alitalia offre sconti ed offerte per i senior con più di 65 anni. Lo sconto applicato sulle tratte nazionali è pari al 30% mentre per quelle estere, la riduzione della tariffa è in funzione della località internazionale da raggiungere.

In arrivo con la nuova Legge di Bilancio 2018, probabilmente la nuova detrazione 19% sul costo di abbonamento treni e autobus.

 

Agevolazioni senior 2018 per chi ha più di 65 anni:

Le agevolazioni previste nel 2018 per chi ha più di 65 anni sono:

Musei, cinema, teatro gratis per gli over 65 anni? Per i gestori di queste attrazioni,  è ormai consuetudine prevedere delle agevolazioni fiscali che possono essere per esempio sconti sul prezzo del biglietto di ingresso, offerte od entrate gratuite, per i cittadini che hanno superato la soglia dei 65 anni età o per i disabili anche con accompagnatore. Diciamo però che, non esiste una normativa nazionale o locale che prevede che tali servizi siano gratuiti per queste categorie di cittadini mentre diverso è il discorso per quanto riguarda i luoghi di cultura, in quanto il Decreto Ministero Beni e Attività Culturali n. 239/2006 che aveva previsto la gratuità di ingresso per musei, biblioteche e archivi, aree e parchi per chi ha compiuto 65 anni, è stato modificato di recente con il decreto 94/2014 che ha abolito non solo la gratuità per gli ultrasessantacinquenni ma anche le domeniche gratis.

Nuova carta REI 2018 Reddito di inclusione: dal 2018, la Carta Acquisti over 65 anni di età, ossia l’agevolazione che consente ai beneficiari di ottenere un contributo economico pari a 40 euro al mese, ovvero, 80 euro a bimestre per fare la spesa presso negozi convenzionati o per pagare le bollette di gas, luce, acqua o telefono, sarà sostituita dalla nuova carta REI 2018.

Per richiedere il reddito di inclusione 2018, il senior, dovrà dimostrare di possedere tutti i requisiti richiesti dalla legge.

Esenzione ticket visite e farmaci over 65: l’esenzione ticket sanitario over 65 per visite ed esami è garantita a chi ha superato i 65 anni di età ed ha un reddito fino a 36.151,98 euro, Codice esenzione E01 e per i pensionati con pensione sociale ( codice E012) o minima se di età superiore a 60 anni con reddito inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge, + ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico (CODICE E04).

Come si richiede l’esenzione? Attraverso la ASL di competenza territoriale.

Esenzione dal pagamento ticket sui farmaci: per tutti i cittadini a cui è stata riconosciuta un’esenzione E01, E02, E03 e E04 a seconda della propria fascia di reddito. Per maggiori informazioni, leggi esenzione ticket visite e farmaci over 65.

Agevolazioni TARI, tassa sui rifiuti: secondo il regolamento TARI, il Comune può prevedere delle riduzioni sulle tariffe sui rifiuti per l’abitazione principale per gli over 65 anni che rientrano in determinate soglie di reddito ISEE.

Per richiedere l’esenzione o la riduzione tariffa, occorre verificare sul sito del proprio Comune di residenza quali sono le agevolazioni in vigore ed eventualmente presentare la domanda entro una specifica scadenza, online sul sito del Comune, oppure, rivolgendosi gratuitamente a CAF e Patronati.

 

Agevolazioni over 70 e 75 anni:

Le agevolazioni per chi ha compiuto 70 e 75 anni in vigore nel 2017 sono:

Pagamento bollettini postali over 70: riduzione da 1,30 euro a 0,70 centesimi di euro per chi ha compiuto 70 anni di età. Lo sconto è applicato al momonto del pagamento del bollettino presso l’Ufficio Postale, al titolare dell’utenza che presenta i suddetti requisiti di età mentre se la bolletta è pagata da altre persone, familiari, amici o persone delegate, al momento del pagmento, occorre esibire il documento d’identità dell’intestatario avente diritto.

Detrazioni pensionati: la detrazione redditi pensione che spetta è pari a:

  • reddito non superiore a 8.000 euro, spetta detrazione fino a 1880 euro;
  • reddito tra 8.001 euro e 15.000 euro: 1.297 euro;
  • reddito  tra 15.001 euro e 55.000 euro: 1.297 x [(55.000 – reddito complessivo) / 40.000];
  • oltre 55.000 euro: non spetta alcuna detrazione.

Ricordiamo che il calcolo del reddito deve essere considerato al netto della deduzione per l’abitazione principale e pertinenze, e deve comprendere i redditi locazione con cedolare secca.

Riduzione canone telefonico Telecom over 75 anni: è riservata una riduzione del 50% sul costo del canone telecom per chi ha superato i 75 anni di età , per chi ha un reddito sotto i 6.713,94 euro e per i capofamiglia disoccupati. La richiesta può essere presentata direttamente alla Telecom, oppure, rivolgendosi gratuitamente ai CAF.

Esenzione Canone RAI per gli over 75: Per gli anziani con età superiore ai 75 anni di età con redditi non al di sopra di 6.713 euro all’anno, è prevista l’esenzione dal pagamento del canone tv.

Il modulo per la richiesta e per l’eventuale rimborso canoni precedenti pagati per errore, scaricabile dal sito Agenzia delle Entrate o RAI o ritirabile presso gli sportelli agenzia delle entrate. Vedi esenzione Canone RAI oer 75.

https://www.guidafisco.it/agevolazioni-senior-over-60-65-70-75-80-anni-1451

 

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