Calcolo Tassa Passo carrabile TOSAP 2018, divieto di sosta: i segreti per non pagarli

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La tassa per l’occupazione del suolo pubblico interessa naturalmente anche il passo carrabile ma è necessario fornire alcuni chiarimenti per rispondere alle domande dei lettori che si trovano spesso spiazzati da richieste dell’amministrazione comunale e/o difficoltà nella determinazione del calcolo dell’imposta dovuta.
Anche perchè vi sono diverse fattispecie da analizzare

Definizione di Passo carrabile

Sono considerati passi carrabili quei manufatti costituiti generalmente da listoni di pietra od altro materiale o da appositi intervalli lasciati nei marciapiedi o, comunque, da una modifica del piano stradale intesa a facilitare l’accesso dei veicoli alla proprietà privata.
La definizione è contenuta nell’art. 44 , comma 4, del D.Lgs. n. 507/1993.

Nel caso in cui abbiate uno di quei box o garage che interrompono il marciapiede con modificazione materiale del marciapiede costituisce il presupposto per l’applicazione della TOSAP indipendentemente dal fatto che sia stata effettuato per l’utilizzo dell’autovettura o meno. In poche parole il fatto di aver interrotto il marciapiede costituisce un restringimento del diritto pubblico e come tale deve essere sottoposto a tassazione  conseguenza.

Passo carrabile con marciapiede interrotto autorizzato

Il divieto di sosta apposto con apposita cartello e munito di autorizzazione del comune indicante numero e data della delibera. L’apposizione di un cartello segnaletico che inibisca la sosta sul suolo pubblico per consentire o rendere più
agevole la manovra dei conducenti che devono transitarvi, provenienti o diretti al passo carrabile, nel sottrarlo alla libera utilizzazione della collettività finisce per soddisfare l’interesse particolare degli utenti condominiali, realizzando un rapporto che, agli effetti del combinato disposto degli artt. 38 , comma 1, e 44 , comma 8, del D.Lgs. n. 507/93, va qualificato ‘di occupazione di suolo pubblico’”.

Passo carrabile con marciapiede interrotto non autorizzato

Nel caso in cui il divieto di sosta non via sia o vi sia ma non rechi il numero e la data delle delibera per la concessione dell’autorizzazione all’apposizione del divieto non è una circostanza dirimente o esimente per l’esenzione del tributo in quanto questa ingenera comune la consapevolezza che quel tratto di strada o marciapiede non deve essere utilizzato.

La TOSAP andrà comune applicata indipendentemente dall’apposizione abusiva o meno della cartello.

Contano più che altro quindi le caratteristiche tecniche dell’area antistante e costituiscono caratteristiche essenziali per l’applicazione del tributo la modifica del manto stradale con manufatti o la realizzazione di appositi intervalli lasciati nel marciapiede, intesi a facilitare l’accesso dei veicoli alla proprietà privata, identificando l’interruzione del marciapiede, in modo visibile e permanente, la porzione di area pubblica sottratta alla destinazione pedonale. Per cui parliamo di elementi oggettivi ossia si una modifica del marciapiede o dell’area antistante finalizzata ad agevolata l’entrata o il passaggio del mezzo o comunque l’entrata anche in assenza di divieto di sosta

Discorso a parte meritano invece i cosiddetti passaggi a raso che non trovano nell’elemento oggettivo della modifica strutturale un elemento distintivo ma che fanno dell’elemento soggettivo della consapevolezza che li vi sia un passo carrabile il presupposto per la possibile applicazione della tributo. Ora senza entrare troppo nel merito del filone giurisprudenziale che si cela dietro queste conclusioni possiamo dire che siamo finalmente arrivati a decidere quasi definitivamente che per quelli a uso la tassa non si applica.

Esenzione per i passi carrabili a filo

Viene invece chiarita l’esenzione per i passi carrabili a raso ossia senza modifiche strutturali/tecniche del manto stradale per facilitare l’accesso alla proprietà privata, indipendentemente dall’elemento soggettivo di applicazione o meno del cartello e con o senza autorizzazione da parte del comune o della provincia competente.
Per questi la circostanza che sia stata apposto un cartello di divieto di sosta, seppur senza apposta autorizzazione da parte dell’amministrazione finanziaria potrebbe costituire il presupposto per l’applicazione del Comune o della provincia della tassa in quanto la circostanza ha ingenerato comunque la condizione che la vi fosse il divieto.
Inutile dire che nel caso di un accertamento in tal senso si sconsiglia di presentare un ricorso che per via della spese fisse e delle ridotte probabilità di vittoria in contenzioso, vedrebbe quasi certamente compensare le spese rendendo quasi sconveniente economicamente presentare un ricorso in commissione tributaria.

Potete leggere la Guida al calcolo delle TOSAP per comprendere infatti di quali cifre stiamo parlando, per verificare eventualmente la corretta applicazione da parte del comune.

Calcolo della TOSAP

La tassa è dovuta per anni solari a ciascuno dei quali corrisponde un’obbligazione tributaria autonoma ed è calcolata sulla superficie occupata a cui si applicano delle tariffe che variano in base a ciascuna classe di appartenenza.

PARTE I) OCCUPAZIONI PERMANENTI

TARIFFA

A)

Tariffa ordinaria occupazione SUOLO (art. 44 D.Legisl. 507/93)

1°CATEGORIA

Euro/mq.

22,83

2°CATEGORIA

Euro/mq.

15,98

3°CATEGORIA

Euro/mq.

6,85

B)

Tariffa occupazione SUOLO CON TENDE FISSE O RETRATTILI (art. 44, II comma D.Legisl. 507/93 – 30 per cento di A)

1°CATEGORIA

Euro/mq.

6,85

2°CATEGORIA

Euro/mq.

4,80

3°CATEGORIA

Euro/mq.

2,05

C)

Tariffa occupazione per PASSI CARRABILI – (ART. 44, III comma D.Legisl. 507/93 – 50 % di A)

1°CATEGORIA

Euro/mq.

11,53

2°CATEGORIA

Euro/mq.

8,00

Euro/mq.

3,42

D)

Tariffa per OTTENIMENTO AREA DI RISPETTO DELL’ACCESSO ALLA PROPRIETÀ PRIVATA (ART. 44, VIII comma D.Legisl. 507/93 – art. 20, comma 7 Regolamento)

1°CATEGORIA

Euro/mq.

11,53

2°CATEGORIA

Euro/mq.

8,00

3°CATEGORIA

Euro/mq.

3,42

E)

Tariffa occupazione per PASSI CARRABILI COSTRUITI DIRETTAMENTE DAL COMUNE ED OGGETTIVAMENTE NON UTILIZZABILI (art. 44, IX comma D.Legisl. 507/93 – art. 20, comma 3 Regolamento)

1°CATEGORIA

Euro/mq.

4,56

2°CATEGORIA

Euro/mq.

3,20

3°CATEGORIA

Euro/mq.

1,37

F)

Tariffa occupazione per PASSI CARRABILI DI ACCESSO AD IMPIANTI DI DISTRIBUZIONE CARBURANTE (art. 44, X comma D.Legisl. 507/93 – art. 20, comma 8 Regolamento

1°CATEGORIA

Euro/mq.

6,85

2°CATEGORIA

Euro/mq.

4,80

3° CATEGORIA

Euro/mq.

2,05

G)

Tariffa occupazione SUOLO E SOTTOSUOLO PER L’IMPIANTO E L’ESERCIZIO DI DISTRIBUTORI DI CARBURANTE E RELATIVI SERBATOI SOTTERRANEI – (art. 48 D.Legisl.507/93)

1) CENTRO ABITATO

Euro

40,29

2) ZONA LIMITROFA

Euro

33,57

3) SOBBORGHI E ZONE PERIFERICHE

Euro

20,14

4) FRAZIONI

Euro

6,71

Per distributori con più serbatoi sotterranei o con serbatoio di capacità superiore a 3.000 litri la tariffa viene aumentata di 1/5 per ogni mille litri o frazione di mille litri

H)

Tariffe occupazione per IMPIANTO ED ESERCIZIO APPARECCHI AUTOMATICI (art. 48 VII comma D.Legisl.507/93)

1) CENTRO ABITATO

Euro

13,43

2) ZONA LIMITROFA

Euro

10,08

3) FRAZIONI, SOBBORGHI, ZONE PERIF.

Euro

6,71

Tariffa occupazione SOTTOSUOLO E SOPRASSUOLO STRADALE CON CONDUTTURE, CAVI E IMPIANTI IN I) GENERE – (artt. 46-47 D.Legisl. 507/93)

1°CATEGORIA Euro Km/Lineare o frazione

2°CATEGORIA

3°CATEGORIA

Euro Km/Lineare o frazione

Euro Km/Lineare o frazione

201,42

134,28

80,56

PARTE II) OCCUPAZIONI TEMPORANEE

A)

Tariffa ordinaria occupazione SUOLO (art. 45, I comma D.Legisl. 507/93)

1°CATEGORIA – fascia oraria 08.00 – 14.00

Euro mq./ora

0,14

1°CATEGORIA – fascia oraria 14.00 – 20.00

Euro mq./ora

0,05

1°CATEGORIA – fascia oraria 20.00 in poi

Euro mq./ora

0,01

2°CATEGORIA

Euro mq./giorno

0,94

3°CATEGORIA

Euro mq./giorno

0,40

B)

Tariffa occupazione SUOLO CON TENDE FISSE O RETRATTILI (art. 45, III comma D.Legisl. 507/93 – 30 per cento di aumento)

1°CATEGORIA

Euro mq/giorno

0,40

2°CATEGORIA

Euro/mq./ giorno

0,29

3°CATEGORIA

Euro mq./giorno

0,12

C)

Tariffa per occupazioni effettuate da VENDITORI AMBULANTI, PUBBLICI ESERCIZI E PRODUTTORI AGRICOLI CHE VENDONO DIRETTAMENTE IL LORO PRODOTTO (art. 45, V comma D.Legisl.507/93)

1°CATEGORIA

Euro mq/giorno

0,68

2°CATEGORIA

Euro mq./giorno

0,47

3°CATEGORIA

Euro mq/giorno

0,20

D)

Tariffa per occupazioni poste in essere con INSTALLAZIONI DI ATTRAZIONI, GIOGHI E DIVERTIMENTI DELLO SPETTACOLO VIAGGIANTE (ART. 45, V comma D.Legisl. 507/93)

1°CATEGORIA

Euro mq/giorno

0,27

2°CATEGORIA

Euro mq./giorno

0,18

3°CATEGORIA

Euro mq/giorno

0,08

E)

Tariffa occupazione SUOLO IN OCCASIONE DI MANIFESTAZIONI POLITICHE, CULTURALI E SPORTIVE (art. 45 , VII comma D.Legisl. 507/93 )

1°CATEGORIA

Euro mq/giorno

0,27

2°CATEGORIA

Euro mq./giorno

0,18

3°CATEGORIA

Euro mq/giorno

0,08

F)

Tariffa per occupazioni realizzate in occasione della POSA E MANUTENZIONE DI CONDUTTURE, CAVI ED IMPIANTI PER L’EROGAZIONE DI PUBBLICI SERVIZI (art. 45, V comma D.leg.vo 507/93)

1°CATEGORIA

Euro mq/giorno

0,68

2°CATEGORIA

Euro mq./giorno

0,47

3°CATEGORIA

Euro mq/giorno

0,20

G)

Tariffa per occupazioni realizzate per ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ EDILIZIA (Art. 45, VI bis comma D.leg.vo 507/93)

1°CATEGORIA

Euro mq/giorno

0,68

2°CATEGORIA

Euro mq./giorno

0,47

3°CATEGORIA

Euro mq/giorno

0,20

LE TARIFFE DI CUI ALLE LETTERE PRECEDENTI SONO RIDOTTE DEL 50% PER LE OCCUPAZIONI DI DURATE NON INFERIORE AI 15 GIORNI (ART. 45 I comma D.Leg.vo 507/93 – art. 21, I – II comma Regolamento)

Tariffa forfetaria occupazione SOTTOSUOLO E SOPRASSUOLO STRADALE CON CONDUTTURE, CAVI E IMPIANTI

H)

IN GENERE E ALTRI MANUFATTI DESTINATI ALL’ESERCIZIO E ALLA MANUTENZIONE DELLE RETI DI EROGAZIONI DI PUBBLICI SERVIZI – fino a 1 Km lineare e per la durata non superiore a 30 giorni (art. 47 V comma D.Leg.vo 507/93)

1°CATEGORIA

Euro

33,57

2°CATEGORIA

Euro

23,50

3°CATEGORIA

Euro

10,08

TARIFFA PREVISTA DALL’ART. 18 DELLA L. 23/12/1999 N. 488

OCCUPAZIONI PERMANENTI REALIZZATE CON CAVI, CONDUTTURE, IMPIANTI O CON QUALSIASI ALTRO MANUFATTO DA AZIENDE EROGATRICI DI PUBBLICI SERVIZI E DA QUELLE ESERCITANTI ATTIVITA’ STRUMENTALI AI SEVIZI MEDESIMI:

Tariffa forfetaria annua

Euro/utenza

0,90

con un minimo di Euro

516,46

Per le occupazioni con tende, fisse o retrattili, aggettanti direttamente sul suolo pubblico, la tariffa è ridotta al 30 per cento.(Per i passi carrabili, la tariffa di cui al comma 1 e’ ridotta al 50 per cento.  La superficie da tassare dei passi carrabili si determina moltiplicando la larghezza del passo, misurata sulla fronte dell’edificio o del terreno al quale si da’ accesso, per la profondità di un metro lineare “convenzionale”.
Per i passi carrabili costruiti direttamente dal comune o alla provincia, la tassa va determinata con riferimento ad una superficie complessiva non superiore a metri quadrati 9.

L’eventuale superficie eccedente detto limite e’ calcolata in ragione del 10 per cento. I comuni e le province, su espressa richiesta dei proprietari degli accessi di cui al comma 7 e tenuto conto delle esigenze di viabilità, possono, previo rilascio di apposito cartello segnaletico, vietare la sosta indiscriminata sull’area antistante gli accessi medesimi. Il divieto di utilizzazione di detta area da parte della collettività, non puo’ comunque estendersi oltre la superficie di dieci metri quadrati e non consente alcuna opera ne’ l’esercizio di particolari attivita’ da parte del proprietario dell’accesso. La tassa va determinata con tariffa ordinaria, ridotta fino al 10 per cento.

La tariffa è parimenti ridotta fino al 10 per cento per i passi carrabili costruiti direttamente dai comuni o dalle province che, sulla base di elementi di carattere oggettivo, risultano non utilizzabili e, comunque, di fatto non utilizzati dal proprietario dell’immobile o da altri soggetti legati allo stesso da vincoli di parentela, affinità o da qualsiasi altro rapporto.

Per i passi carrabili di accesso ad impianti per la distribuzione dei carburanti, la tariffa puo’ essere ridotta fino al 30 per cento. La tassa relativa all’occupazione con i passi carrabili può essere definitivamente assolta mediante il versamento, in qualsiasi momento, di una somma pari a venti annualità del tributo. In ogni caso, ove i contribuenti non abbiano interesse ad utilizzare i passi carrabili, possono ottenerne l’abolizione con apposita domanda al comune o alla provincia. La messa in pristino dell’assetto stradale è effettuata a spese del richiedente.

Per le occupazioni permanenti con autovetture adibite a trasporto pubblico nelle aree a cio’ destinate dai comuni e dalle province, la tassa va commisurata alla superficie dei singoli posti assegnati.
Nel 2017 le classi sono inalterate rispetto agli anni precedenti.
E’ inoltre importante visionare il regolamento comunale che potrebbe prevedere altre forme di riduzione o di esenzione.

FONTE

Social housing in Campania

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Incostituzionale il social housing della Regione Campania; ma la Consulta dimentica la legge Caldoro. Prime osservazioni a margine della sentenza della corte costituzionale n. 140 del 5 luglio 2018.

di Avv. Lorenzo Bruno Molinaro 

LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE N. 140 DEL 5 LUGLIO 2018: TANTO TUONÒ CHE PIOVVE

Non è un mistero che la legge della regione Campania n. 19 del 22 giugno 2017, dal titolo “Misure di semplificazione e linee guida di supporto ai Comuni in materia di governo del territorio”, avesse provocato, già all’indomani della sua pubblicazione, un vero e proprio pandemonio, allertando le vestali del rule of law. Leggi tutto “Social housing in Campania”

Disdetta wind

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Disdetta wind

Come disdire l’abbonamento wind? Quali moduli usare? Dove spedire modello disdetta wind? A chi va restituito il modem?

Nel lungo valzer di gestori del traffico telefonico, dopo aver abbandonato il vecchio abbonamento telecom e provato quello fastweb, hai deciso di passare a wind. Ora, però, sei di nuovo indeciso e, come uno scapolo impenitente, vuoi cambiare ancora. Come fare?

Disdire un abbonamento telefonico non è una cosa così difficile come si possa comunemente credere; basta fare le mosse giuste e, in poco tempo, sarai libero di poter stipulare un contratto con un’altra azienda; oppure di staccare completamente la linea telefonica fissa. Ebbene, se sei interessato a fare una disdetta wind, questo è l’articolo giusto per te: vedremo infatti come effettuare correttamente una disdetta wind, a chi dovrai indirizzarla e cosa dovrai fare con il modem in tuo possesso.

Quando disdire wind?

Devi sapere che l’abbonamento wind può essere sempre disdetto. Non dovrai, quindi, attendere un determinato momento: quando sarai stufo del servizio, potrai mollarlo. Comodo, vero? Eppure è bene fare attenzione. Spieghiamo perché.

Esistono diverse ragioni per cui tu possa volere la disdetta wind: la prima di esse può essere dovuta al cattivo servizio offerto dalla compagnia telefonica. Ipotizziamo che tu, pur pagando regolarmente la bolletta, usufruisca di un servizio insufficiente: la linea cade sempre, internet è molto lento, le riparazioni avvengono con notevole ritardo nonostante le segnalazioni. Nel caso di wind mobile, cioè di tariffa per cellulari, il segnale è sempre assente pur essendo stata garantita la copertura.  In tutti questi casi è un tuo preciso diritto quello di disdire l’abbonamento wind.

Un’altra ipotesi di disdetta è quella che consente di liberarsi del vincolo contrattuale passando ad un diverso operatore: ad esempio, vuoi disdire wind per passare a telecom. Ma di disdetta si parla anche quando, più semplicemente, ci si voglia svincolare per disfarsi del tutto della linea fissa, scelta sempre più diffusa tra quanti utilizzano solamente il telefono cellulare.

Forse penserai che, prima di fare una disdetta wind, dovrai attendere del tempo; invece no. Anzi, vale proprio la regola contraria: se disdici entro le prime due settimane di attivazione, non dovrai pagare alcun costo. Sorpreso da tutte queste informazioni? Allora prosegui nella lettura e scopriremo tutte le disdette wind con relativi moduli.

Disdetta wind per inadempienza: cos’è?

Innanzitutto, potrai disdire l’abbonamento wind ogni volta che il servizio offerto sia insufficiente o, comunque, non all’altezza di quello promesso. Non si tratta soltanto delle ipotesi in cui la linea telefonica non funzioni o la connessione internet sia assente, ma anche dei casi in cui non vengano rispettate le condizioni contrattuali: si pensi ad una connessione internet inferiore a quella prevista dall’accordo (tre mega anziché dieci); oppure all’applicazione di una tariffa telefonica differente da quella originariamente pattuita (applicazione dello scatto alla risposta, inizialmente non previsto). In tutti questi casi e in quelli simili avrai diritto a disdire l’abbonamento wind inviando una semplice comunicazione ove esprimi la tua volontà di recedere dal contratto a causa del mancato servizio (o del disservizio), indicando eventualmente anche l’ammontare dei danni subiti.

Questo tipo di disdetta, infatti, è una vera ipotesi di risoluzione contrattuale [1] che ti dà il diritto a chiedere il risarcimento dei danni, sempre se riesci a provarli. Anche qualora non dovessi aver subito nessun pregiudizio concreto, la risoluzione ti consente comunque di rimanere indenne da ogni sovraprezzo, nel senso che sarai tenuto a pagare solamente per il servizio di cui hai potuto effettivamente godere, senza dovere alcun costo per la disattivazione.

Come faccio a disdire abbonamento wind?

Il contratto con una compagnia telefonica oppure televisiva (vedi, ad esempio la disdetta skyoppure quella mediaset premium) non è vincolante come altri accordi: la legge, infatti, ti consente di liberartene quando vuoi. Così, sia che tu sia abbonato da poco tempo, sia che il tuo contratto risalga ad anni addietro, potrai in qualsiasi momento disdire l’abbonamentowind inviando una semplice comunicazione con la quale chiedi, appunto, di effettuare la disdetta.

Se vuoi fare la disdetta wind dovrai semplicemente compilare ed inviare questo modulo, unitamente a una copia della carta di identità in corso di validità, ai seguenti indirizzi:

  • Wind Tre SpA – Servizio Disdette – Casella Postale 14155 – Ufficio Postale Milano 65 – 20152 Milano, nel caso in cui tu voglia spedire una raccomandata con avviso di ricevimento;
  • servizioclienti155@pec.windtre.it, nel caso in cui tu voglia inviare la stessa documentazione (modello e copia carta identità) attraverso posta elettronica certificata.

La disdetta deve essere inviata con almeno 30 giorni di anticipo rispetto al momento in cui vuoi che il tuo rapporto con wind cessi. Detto in altre parole, ciò significa che, dal momento in cui hai inviato la tua disdetta, questa produrrà effetti entro trenta giorni dal ricevimento da parte della compagnia telefonica.

Quanto costa disdetta wind?

Se è vero che in qualsiasi momento puoi abbandonare il tuo abbonamento wind, è altrettanto vero che la compagnia ti chiederà il pagamento di alcuni importi a titolo di costi sostenuti per la disattivazione. Questi variano a seconda che nel modulo di disdetta abbia indicato:

  • la riattivazione del servizio con telecom italia o con altro operatore;
  • la disattivazione del servizio senza riattivazione con telecom italia o con diverso operatore.

Nel primo caso (quello di rientro a telecom o altro operatore), wind ti chiederà un costo di disattivazione pari a 35 euro; nel secondo, l’importo sarà di 65 euro, ridotto a 50 euro se l’abbonamento includeva solamente il servizio adsl internet.

Oltre al costo di disattivazione, la disdetta anticipata wind comporta l’obbligo di pagare anche gli sconti di cui avevi usufruito fino a quel momento. Cosa significa? In poche parole, vuol dire che dovrai restituire a wind tutte le riduzioni sulle tariffe che ti erano state offerte al momento della sottoscrizione del contratto. Quindi, se, ad esempio, avevi aderito ad una promozione che ti consentiva di avere telefonate e internet per un anno al prezzo di duecento euro anziché quattrocento, con la disdetta anticipata dovrai pagare il prezzo pieno, e cioè quattrocento euro.

Disdetta wind senza costi: è possibile?

L’abbonamento wind è un contratto che ha una durata di ventiquattro mesi, scaduti i quali scatta automaticamente il rinnovo a tempo indeterminato. Il rinnovo può essere impedito solamente dalla disdetta inviata a wind almeno trenta giorni prima della scadenza.

In poche parole, se i primi due anni del tuo contratto wind scadono il 31 agosto, entro la fine di luglio dovrai inviare una disdetta con la quale comunichi la tua intenzione di non voler proseguire il rapporto contrattuale. In questo modo, arrivati al 31 agosto, il tuo contratto non si rinnoverà e tu sarai libero. Non senza costi, però.

Come per la disdetta anticipata, anche la disdetta che impedisce il rinnovo del contratto è soggetta al pagamento dei costi di disattivazione come sopra illustrati, e cioè:

  • nel caso di rientro a telecom o altro operatore, dovrai pagare un costo di disattivazione pari a 35 euro;
  • in caso di disattivazione senza passaggio ad altro operatore, l’importo sarà di 65 euro, ridotto a 50 euro se l’abbonamento includeva solamente il servizio adsl internet.

La disdetta wind che impedisce il rinnovo, unitamente a copia del documento d’identità, deve essere inviata tramite raccomandata con avviso di ricevimento al solito indirizzo:

  • Wind Tre SpA – Servizio Disdette – Casella Postale 14155 – Ufficio Postale Milano 65 – 20152 Milano;

oppure mediante pec a:

  • servizioclienti155@pec.windtre.it.

Il vantaggio della disdetta wind che impedisce il rinnovo dell’abbonamento sta nel fatto che non dovrai restituire le offerte di cui hai beneficiato: infatti, a differenza della disdetta anticipata, avrai pienamente rispettato il contratto, avendo solamente deciso di non rinnovarlo alla scadenza.

Posso revocare la disdetta wind?

Abbiamo detto che la disdetta produce i suoi effetti (disattivazione dell’abbonamento) entro trenta giorni dalla ricezione da parte del destinatario. Questo lasso di termine ti consente di tornare sui tuoi passi e di revocare la disdetta inviata. Che significa? Semplicemente vuol dire che puoi “disdire la disdetta”, cioè puoi annullare il tuo recesso. Per farlo, dovrai semplicemente compilare e inviare questo modulo al solito indirizzo:

  • Wind Tre S.p.A. – Servizio Disdette – Casella Postale 14155 – Ufficio Postale Milano 65 – 20152, Milano (MI).

L’invio deve avvenire sempre a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento e il modello deve essere accompagnato da copia di documento di identità in corso di validità. La revoca di disdetta wind può essere fatta solamente entro 20 giorni dall’invio della precedente disdetta. Wind ti consente di annullare la tua disdetta anche chiamando direttamente il Servizio Clienti 155.

Si può disdire subito l’abbonamento wind?

Se, colto dall’entusiasmo del momento, hai aderito ad un contratto wind e te ne se pentito subito dopo, non disperare: la legge ti consente di effettuare la disdetta entro 14 giorni senza penalità né costi aggiuntivi, salvo il pagamento del servizio di cui hai effettivamente usufruito. Hai capito bene: l’ordinamento ti consente di tornare immediatamente sui tuoi passi dopo pochi giorni dall’attivazione, purché la disdetta venga inviata entro e non oltre due settimane. Si tratta di un “diritto di ripensamento” concesso dall’ordinamento a tutti i consumatori che sottoscrivono un contratto a distanza, al di fuori dei classici locali commerciali: è il caso dell’adesione tramite telefono oppure internet.

Per effettuare la disdetta wind entro 14 giorni dall’attivazione, dovrai compilare e spedire questo modulo, allegando copia di carta d’identità in corso di validità:

  • tramite raccomandata a/r all’indirizzo Wind Tre S.p.A. – Servizio Disdette – Casella Postale 14155 – Ufficio Postale Milano 65 – 20152 Milano;
  • tramite pec all’indirizzo servizioclienti155@pec.windtre.it.

In alternativa, potrai disdire wind entro 14 giorni recandoti personalmente presso un punto vendita Wind autorizzato, oppure chiamando al numero clienti 155.

Dove restituire il modem wind?

Perché tu possa godere sei servizi di telefonia fissa wind è necessaria la giusta apparecchiatura (il modem, in buona sostanza); questa ti verrà fornita direttamente da wind a titolo di noleggio. Effettuando la disdetta wind, dovrai obbligatoriamente restituire tali strumenti, entro e non oltre trenta giorni dalla disattivazione dell’abbonamento.

Pertanto, sarai tenuto alla restituzione presso un punto vendita wind o alla spedizione a tue spese all’indirizzo di seguito indicato:

  • Wind Tre S.p.A., presso presso DHL Supply Chain (Italy), Strada P.le 39, km 14,60 – 20060 Liscate (Mi).

Dove spedire disdetta wind?

In chiusura, possiamo sintetizzare gli indirizzi a cui dovrai recapitare la tua disdetta nel caso in cui decida di abbandonare i servizi wind. Gli indirizzi sempre validi sono:

  • Wind Tre S.p.A. – Servizio Disdette – Casella Postale 14155 – Ufficio Postale Milano 65 – 20152 Milano, per l’invio di raccomandate con avviso di ricevimento;
  • servizioclienti155@pec.windtre.it per l’invio di pec.

Inoltre, per la revoca della disdetta wind e per il recesso entro 14 giorni dall’attivazione, potrai chiamare il numero clienti 155, oltre che recarti direttamente presso un centro Wind autorizzato. Solo per la restituzione dell’apparecchiatura, l’indirizzo a cui inviare modem e ogni altro strumento è:

  • Wind Tre S.p.A., presso presso DHL Supply Chain (Italy), Strada P.le 39, km 14,60 – 20060 Liscate (MI).

fonte

[1] Art. 1453 cod. civ.

Autore immagine: Commons.wikimedia.com

Disdetta infostrada

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Disdetta infostrada

come disdire l’abbonamento infostrada? Quali moduli usare? Dove va inviato il modello di recesso infostrada? Dove si restituisce il modem?

Hai abbandonato il vecchio abbonamento telecom sperando di disfarti del tanto odiato canone e hai deciso di passare ad infostrada. Ora, però, non sei sicuro della tua scelta e, come un fidanzato pentito di aver lasciato la sua ragazza per una nuova, vuoi tornare indietro. Come fare? In quali costi incorrerai?

Lasciare una compagnia telefonica non è una cosa così difficile come credi; basta fare le mosse giuste e, in poco tempo, sarai libero di poter stipulare un contratto con un’altra azienda; oppure di staccare completamente la linea telefonica. Ebbene, se sei interessato a fare una disdetta infostrada, questo è l’articolo giusto per te. Prosegui nella lettura e capirai come effettuare correttamente una disdetta infostrada, a chi dovrai indirizzarla e cosa dovrai fare con la vecchia apparecchiatura.

 

Disdetta: cos’è?

Prima di spiegare come fare una disdetta infostrada, bisogna fare una premessa e rispondere a questa domanda: cos’è una disdetta? Tecnicamente, si tratta di un recesso vero e proprio, esercitato da una parte contrattuale nei confronti dell’altra. La disdetta, in quanto atto unilaterale (che proviene, cioè, da una sola parte), produce i suoi effetti nel momento in cui giunge a conoscenza del destinatario.

In sintesi, quindi, la tua disdetta infostrada produrrà i suoi effetti nel momento in cui la società verrà a conoscenza della stessa; in altre parole, quando la riceverà presso la sua sede. Come vedremo meglio nei prossimi paragrafi, in realtà bisognerà attendere un po’ prima che la disdetta infostrada venga attuata: normalmente, si tratta di un periodo massimo di trenta giorni dal ricevimento. Ma procediamo con ordine e vediamo quanti tipi di disdette esistono.

Dopo quanto tempo posso disdire abbonamento infostrada?

Devi sapere che l’abbonamento infostrada può essere sempre disdetto. Non dovrai, quindi, attendere un determinato momento: quando sarai stufo del servizio, potrai mollarlo. Comodo, vero? Eppure è bene fare attenzione. Spieghiamo perché.

Esistono diverse ragioni per cui tu possa volere la disdetta infostrada: la prima di esse può essere dovuta ad un disservizio, cioè a un vero e proprio inadempimento contrattuale della compagnia telefonica. Immaginiamo che tu, pur pagando regolarmente la bolletta, usufruisca di un servizio insufficiente: la linea cade sempre, internet è molto lento, le riparazioni avvengono con notevole ritardo nonostante le segnalazioni. In tutti questi casi è un tuo preciso diritto quello di disdire l’abbonamento infostrada.

Un’altra ipotesi di disdetta è quella che consente di liberarsi del vincolo contrattuale scegliendo un altro operatore: si immagini chi voglia disdire infostrada per passare a tim. Ma di disdetta si parla anche quando, più semplicemente, ci si voglia svincolare per disfarsi del tutto della linea fissa, scelta sempre più diffusa tra quanti utilizzano solamente il telefono cellulare.

Forse penserai che, prima di fare una disdetta infostrada, dovrai attendere del tempo; invece no. Anzi, è proprio il contrario: se disdici entro le prime due settimane di attivazione, non dovrai pagare alcun costo. Sorpreso da tutte queste informazioni? Allora prosegui nella lettura e scopriremo tutte le disdette infostrada con relativi moduli.

Posso disdire infostrada per disservizio?

Innanzitutto, potrai disdire l’abbonamento infostrada nel caso in cui il servizio fornito non sia all’altezza di quello promesso. Non si tratta soltanto dei casi in cui la linea telefonica non funzioni o la connessione internet sia assente, ma anche delle ipotesi in cui non vengano rispettate le condizioni contrattuali. Si immagini, ad esempio, una connessione internet inferiore a quella prevista dall’accordo (due mega anziché sette); oppure l’applicazione di una tariffa telefonica differente da quella pattuita (applicazione dello scatto alla risposta, in contratto non previsto). In tutti questi casi e in quelli simili avrai diritto a disdire l’abbonamento infostrada inviando una semplice comunicazione ove esprimi la tua volontà di recedere dal contratto a causa del mancato servizio (o del disservizio), indicando eventualmente anche l’ammontare dei danni subiti.

Questo tipo di disdetta, infatti, è una vera ipotesi di risoluzione contrattuale [1] che ti dà il diritto a chiedere il risarcimento dei danni se riesci a provarli. Dovevi concludere un affare attraverso Skype ma l’assenza di connessione ha fatto saltare tutto? Attendevi una comunicazione urgente che non hai potuto ricevere a causa di un difetto della linea telefonica? In tutte queste ipotesi e in quelle simili, oltre a recedere dal contratto, potrai chiedere anche il risarcimento dei danni.

Posso fare disdetta anticipata da infostrada?

Il contratto con una compagnia telefonica oppure televisiva (vedi, ad esempio la disdetta sky oppure quella mediaset premium) non è una prigione, nel senso che puoi decidere di uscirne quando vuoi. Così, sia che tu sia abbonato da poco tempo, sia che il tuo contratto risalga ad anni addietro, potrai in qualsiasi momento disdire l’abbonamento infostradainviando una semplice comunicazione con la quale chiedi, appunto, di effettuare la disdetta.

Come faccio a disdire abbonamento infostrada?

Se vuoi disdire infostrada dovrai semplicemente compilare ed inviare questo modulomediante raccomandata con avviso di ricevimento al seguente indirizzo:

  • Wind Telecomunicazioni S.p.A., Servizio Disdette, Casella Postale 14155, Ufficio Postale 65, 20152 Milano.

In alternativa, le condizioni generali di abbonamento consentono di inviare la disdetta anche attraverso pec al seguente indirizzo:

  • windtrespa@pec.windtre.it.

In entrambi i casi, al modulo di disdetta dovrai allegare anche copia di documento di identità in corso di validità. Ricorda che la disdetta deve essere inviata con almeno 30 giorni di anticipo rispetto al momento in cui vuoi che il tuo rapporto con infostrada cessi. Detto in altre parole, ciò significa che, dal momento in cui hai inviato la tua disdetta, questa produrrà effetti entro trenta giorni dal ricevimento da parte della compagnia telefonica.

Quanto costa disdire infostrada?

Se è vero che in qualsiasi momento puoi abbandonare il tuo abbonamento infostrada, è altrettanto vero che la compagnia ti chiederà il pagamento di alcuni importi a titolo di costi sostenuti per la disattivazione. Questi variano a seconda che nel modulo di disdetta abbia indicato:

  • la riattivazione del servizio con Telecom Italia o con altro operatore;
  • la disattivazione del servizio senza riattivazione con Telecom Italia o con diverso operatore.

Nel primo caso (quello di rientro a telecom o altro operatore), infostrada ti chiederà un costo di disattivazione pari a 35 euro; nel secondo, l’importo sarà di 65 euro, ridotto a 50 euro se l’abbonamento includeva solamente il servizio adsl internet.

Ricorda che infostrada gestisce direttamente la richiesta di riattivazione della linea solo con Telecom Italia; negli altri casi, dovrai essere tu a rivolgerti direttamente all’altro operatore, comunicando il codice di migrazione che infostrada ti fornirà.

Oltre al costo di disattivazione, la disdetta anticipata infostrada ti obbligherà a pagare anche gli sconti di cui avevi usufruito fino a quel momento. Cosa significa? Spieghiamo meglio. Solitamente, l’attivazione di un nuovo abbonamento infostrada comporta l’applicazione di una tariffa di favore: si tratta delle famose promozioni, di cui sicuramente anche tu avrai sentito parlare.

Orbene, aderendo ad una di queste agevolazioni, infostrada ti vincola a rimanere abbonato per un determinato periodo di tempo (di solito uno o due anni); se deciderai di recedere prima della scadenza di questo periodo, dovrai restituire gli sconti ricevuti. Quindi, ad esempio, se hai aderito ad un’offerta che ti consente di avere telefonate e internet per due anni al prezzo scontato del 50%, il recesso anticipato prima dei ventiquattro mesi ti obbligherà a restituire il 50% di sconto avuto (oltre a dover pagare il costo di disattivazione).

Posso impedire che l’abbonamento infostrada si rinnovi?

L’abbonamento infostrada è un contratto a tutti gli effetti e, come tale, ha una durata. Secondo le condizioni generali previste da infostrada, il contratto stipulato con la compagnia ha una durata di ventiquattro mesi, scaduti i quali lo stesso si rinnova a tempo indeterminato. Il rinnovo può essere impedito solamente dalla disdetta inviata a infostrada almeno trenta giorni prima della scadenza.

In poche parole, se i primi due anni del tuo contratto infostrada scadono il 31 dicembre, entro la fine di novembre dovrai inviare una disdetta con la quale comunichi la tua intenzione di non voler proseguire il rapporto contrattuale. In questo modo, arrivati al 31 dicembre, il tuo contratto non si rinnoverà e tu sarai libero. Non senza costi, però.

Come per la disdetta anticipata, anche la disdetta che impedisce il rinnovo del contratto è soggetta al pagamento dei costi di disattivazione come sopra illustrati, e cioè:

  • nel caso di rientro a telecom o altro operatore, infostrada ti chiederà un costo di disattivazione pari a 35 euro;
  • in caso di disattivazione senza passaggio ad altro operatore, l’importo sarà di 65 euro, ridotto a 50 euro se l’abbonamento includeva solamente il servizio adsl internet.

La disdetta infostrada che impedisce il rinnovo deve essere inviata tramite raccomandata con avviso di ricevimento al solito indirizzo:

  • Wind Telecomunicazioni S.p.A., Servizio Disdette, Casella Postale 14155, Ufficio Postale 65, 20152 Milano;

oppure inviando una pec a:

  • servizioclienti155@pec.windtre.it.

Posso revocare la disdetta infostrada?

Proprio il lasso di termine che intercorre tra l’invio della disdetta e la sua effettiva efficacia (abbiamo detto, trenta giorni) ti consente di tornare sui tuoi passi e di revocare la disdetta inviata. Che significa? Semplicemente vuol dire che puoi “disdire la disdetta”, cioè puoi annullare il tuo recesso. Per farlo, dovrai semplicemente compilare e inviare questo moduloall’indirizzo:

  • Wind Tre S.p.A. – Servizio Disdette – Casella Postale 14155 – Ufficio Postale Milano 65 – 20152, Milano (MI).

L’invio deve avvenire sempre a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento (dal costo di 5,95 euro) e il modello deve essere accompagnato da copia di documento di identità in corso di validità. Ricorda che la revoca di disdetta infostrada può essere fatta solamente entro 20 giorni dall’invio della precedente disdetta. Infostrada ti consente di annullare la tua disdetta anche chiamando direttamente il Servizio Clienti 155.

Posso disdire subito l’abbonamento infostrada?

Se hai appena aderito ad un contratto infostrada e sei già pentito, potresti scegliere di effettuare la disdetta entro 14 giorni senza penalità né costi aggiuntivi. Hai capito bene: la legge ti consente di tornare immediatamente sui tuoi passi dopo pochi giorni, purché la disdetta venga inviata entro e non oltre due settimane dal giorno dell’effettiva attivazione. Si tratta di un “diritto di ripensamento” concesso dall’ordinamento a tutti i consumatori che sottoscrivono un contratto a distanza, al di fuori dei classici locali commerciali: è il caso dell’adesione tramite telefono oppure internet.

Per effettuare la disdetta infostrada entro 14 giorni dall’attivazione, dovrai compilare e spedire questo modulo, allegando copia di carta d’identità in corso di validità:

  • tramite raccomandata a/r all’indirizzo Wind Tre S.p.A. – Servizio Disdette – Casella Postale 14155 – Ufficio Postale Milano 65 – 20152 Milano;
  • tramite pec all’indirizzo servizioclienti155@pec.windtre.it.

In alternativa, potrai disdire infostrada entro 14 giorni recandoti personalmente presso un punto vendita Wind autorizzato, oppure chiamando al numero clienti 155.

Esercitando il recesso entro 14 giorni dall’attivazione, non dovrai pagare alcunché, se non i giorni di servizio di cui hai effettivamente usufruito.

Dove restituire il modem infostrada?

Perché tu possa godere sei servizi infostrada occorre che ti sia data in dotazione l’apparecchiatura necessaria: si tratta, in buona sostanza, del modem o router, utile al funzionamento di internet. Effettuando la disdetta infostrada, dovrai obbligatoriamente restituire tali strumenti, entro e non oltre trenta giorni dalla disattivazione dell’abbonamento.

Pertanto, sarai tenuto alla restituzione presso un punto vendita Wind o alla spedizione a tue spese all’indirizzo di seguito indicato:

  • Wind Tre S.p.A., presso presso DHL Supply Chain (Italy), Strada P.le 39, km 14,60 – 20060 Liscate (MI).

Disdetta infostrada: a chi inviarla?

In chiusura, possiamo sintetizzare gli indirizzi a cui dovrai recapitare la tua disdetta nel caso in cui decida di abbandonare i servizi infostrada. Gli indirizzi sempre validi sono:

  • Wind Tre S.p.A. – Servizio Disdette – Casella Postale 14155 – Ufficio Postale Milano 65 – 20152 Milano, per l’invio di raccomandate con avviso di ricevimento;
  • servizioclienti155@pec.windtre.it per l’invio di pec.

Inoltre, per la revoca della disdetta infostrada e per il recesso entro 14 giorni dall’attivazione, potrai chiamare il numero clienti 155, oltre che recarti direttamente presso un centro Wind autorizzato. Solo per la restituzione dell’apparecchiatura, l’indirizzo a cui inviare modem e ogni altro strumento è:

  • Wind Tre S.p.A., presso presso DHL Supply Chain (Italy), Strada P.le 39, km 14,60 – 20060 Liscate (MI).

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Autore immagine: commons wikimedia.org

Divorzio congiunto: come si fa?

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Il divorzio congiunto, o consensuale, è lo scioglimento del vincolo coniugale a cui i coniugi arrivano di comune accordo.

“E vissero tutti felici e contenti!”. Tutte le favole che leggevamo sin da bambini/e e le grandi storie d’amore che tutt’ora vediamo nei film romantici si concludono con un gran finale che prospetta l’eterna felicità, come se quell’unione a cui i protagonisti sono giunti dopo tante peripezie possa durare per sempre. Ed è certo questo l’auspicio a cui aspira una coppia che decide di legarsi in matrimonio: dar vita ad un legame indissolubile capace di affrontare la più ardua delle difficoltà, il più vivace dei litigi, il travaglio più controverso, assicurando un’esclusiva e totale dedizione alla felicità dell’altro/a e mantenendo sempre accesa la fiamma della passione. Chi non desidera un amore romantico e travolgente? Purtroppo non sempre la vita di coppia è tutta rose e fiori. Spesso occorre far fronte alle difficoltà quotidiane e trovare un compromesso che possa soddisfare le esigenze di entrambi non è poi così semplice. Magari dopo il matrimonio emergono lati del suo o del tuo carattere che durante il fidanzamento non si erano manifestati o non avevano avuto ragione di manifestarsi. Può capitare che il coniuge inizi a darti per scontato/a, trascurando anche il più semplice gesto o non pronunciando più quelle parole che un tempo ti facevano sentire speciale. Può succedere che il coniuge commetta atti che possano far venir meno la fiducia che avevi riposto in lui/lei. A volte, ci si può innamorare di un’altra persona o, più semplicemente, l’amore può finire e la colpa non è di nessuno dei due. Ecco, se dopo vari tentativi di riappacificazione ti rendi conto che quell’unione non può essere salvata in alcun modo e la promessa matrimoniale d’amore che vi eravate impegnati a mantenere non ha più ragione di esistere, allora occorrerà procedere allo scioglimento del vincolo coniugale. La scelta può avvenire di comune accordo. Non sempre ricorrono quelle circostanze in cui la “guerra tra i coniugi” si porta nelle aule di tribunale. Pertanto, tu ed il tuo coniuge avete due possibilità per porre fine al vostro matrimonio: la separazione consensuale o la separazione giudiziale. La separazione rappresenta il primo passo per arrivare al momento dell’addio: il divorzio. In questo articolo potrai trovare tutte le informazioni necessarie sull’argomento divorzio congiunto: come si fa?

Per saperne di più, abbiamo intervistato l’avvocato Walter Buscema, esperto in diritto di famiglia e presidente dell’associazione Nessuno Tocchi Papà.

Cos’è il divorzio congiunto? 

Il divorzio si configura come lo scioglimento del vincolo coniugale. Il divorzio si definisce congiunto quando i coniugi arrivano ad un accordo relativamente agli aspetti economici e alle modalità di affidamento dei figli, ove ve ne siano. La domanda di divorzio può essere presentata dai coniugi decorsi sei mesi dall’udienza presidenziale nei casi di separazione consensuale o dodici mesi nei casi in cui la separazione sia stata giudiziale. La legge prevede che per poter ottenere il  divorzio dal momento della separazione legale non ci sia stato un ricongiungimento sentimentale e materiale tra i coniugi.

Qual è la differenza tra divorzio congiunto e divorzio giudiziale?

Il divorzio congiunto rappresenta un vero e proprio accordo con cui le parti andranno a disciplinare tutti gli aspetti relativi alla cessazione del loro matrimonio. Il divorzio congiunto presenta la scelta più funzionale a velocizzare i tempi del divorzio che si otterrà con una sola  udienza, abbattendo i costi del giudizio e limitando al massimo la conflittualità tra ex coniugi. Il divorzio giudiziale, contrariamente a quanto avviene per il divorzio consensuale, è un procedimento di natura contenziosa con tempistiche di definizione più lunghe e con dei costi più onerosi per le parti.

Divorzio congiunto: sono consentiti ripensamenti?

Come già evidenziato, il divorzio congiunto ha come fondamento l’accordo dei coniugi. Può capitare che, nel lasso di tempo intercorrente tra la presentazione del ricorso congiunto e la prima udienza di divorzio, le parti cambino idea sugli accordi raggiunti. In tal caso, alla prima udienza di comparizione delle parti, il coniuge che abbia avuto un ripensamento circa le condizioni di divorzio può chiedere il mutamento del rito trasformando il divorzio in giudiziale.

Quali documenti occorrono per il divorzio congiunto?

Per il divorzio congiunto occorrono:

  • copia autentica del verbale e dell’omologa della separazione ove consensuale oppure della sentenza di separazione giudiziale con attestazione di passato in giudicato;
  • estratto per riassunto dell’atto di matrimonio rilasciato dal comune dov’è stato celebrato il matrimonio;
  • certificato di residenza di entrambi i coniugi;
  • certificato di stato di famiglia di entrambi i coniugi;
  • dichiarazione dei redditi degli ultimi tre anni di entrambi i coniugi.

A quale giudice presentare la domanda di divorzio congiunto?

Il divorzio congiunto può essere presentato alternativamente nel tribunale di residenza di uno dei coniugi, a differenza del divorzio giudiziale che invece deve essere presentato neltribunale di residenza del convenuto.

La coppia può essere rappresentata da un unico avvocato?

La coppia in sede di divorzio congiunto può essere rappresentata da un unico avvocato. Bisogna precisare che nel caso in cui le parti trasformino il divorzio da congiunto a giudiziale, l’avvocato nominato da entrambe le parti non potrà più rappresentare nessuno dei due coniugi, in quanto l’avvocato in ossequio alle norme contenute nel codice deontologico forense non può accettare incarichi contro ex clienti.

Chi ha diritto al gratuito patrocinio?

Il gratuito patrocinio è un istituto che dà la possibilità a coloro che hanno determinati limiti di reddito di essere assistiti da un avvocato che successivamente verrà pagato dallo Stato. È ammesso al gratuito patrocinio il soggetto che ha un reddito personale di € 11.493,82. Nel caso di convivenza con altre persone fa fede il reddito complessivo dell’intero nucleo familiare, tranne nelle ipotesi in cui la causa non sia rivolta proprio contro uno dei familiari, come può avvenire nei procedimenti di separazione.

E’ sempre necessaria la presenza dell’avvocato?

Nel caso si debba procedere al divorzio, in assenza di figli minori o portatori di handicap; sempre nel caso in cui  figli maggiorenni siano economicamente autosufficienti, e non vi siano accordi che prevedano il trasferimento della proprietà di immobili da uno all’altro coniuge, è possibile procedere al divorzio senza avvocati presentando la richiesta non in tribunale, ma all’ufficiale dello stato civile del comune di residenza di uno di loro oppure presso il comune dove è stato celebrato il matrimonio.

Come si calcola l’assegno divorzile?

Dopo le modifiche introdotte nel 1987, il riconoscimento dell’assegno di divorzio [1], cui deve attribuirsi una funzione assistenziale ed in pari misura compensativa e perequativa, richiede l’accertamento dell’adeguatezza dei mezzi di sussistenza o comunque l’impossibilità di procurarseli per ragioni oggettive. Assieme a questo per l’attribuzione e determinazione dell’assegno, deve tenersi conto dei criteri di cui alla prima parte della suindicata norma, ed in particolare, la valutazione comparativa delle condizioni economico – patrimoniali delle parti, in considerazione del contributo fornito dal richiedente alla conduzione della vita familiare ed alla formazione del patrimonio comune e personale di ciascuno degli ex coniugi, in relazione alla durata del matrimonio ed all’età dell’avente diritto.

Se un coniuge non avanza subito la richiesta di assegno divorzile, può farlo in un secondo momento?

L’assegno divorzile deve essere richiesto in sede di divorzio. Qualora non venga riconosciuto l’assegno di divorzio può essere richiesto solo al mutare delle condizioni della parte richiedente.

A chi spetta la casa coniugale?

L’assegnazione della casa coniugale è quel provvedimento del giudice volto a preservare l’habitat familiare, soprattutto nell’interesse dei figli della coppia. Solitamente la casa coniugale viene “assegnata” al genitore presso cui vengono collocati prevalentemente i figli, ovvero nel 90% dei casi, la casa coniugale viene assegnata alla moglie.

Divorzio congiunto: tempi e costi

Il divorzio congiunto ha dei tempi molto rapidi proprio perché è basato sull’accordo tra i coniugi. Le tempistiche variano a seconda delle città, ma mediamente nel giro di sei  mesi dal deposito del ricorso congiunto si può ottenere la sentenza di divorzio. Inoltre, è possibile giungere al divorzio anche attraverso il mezzo della negoziazione assistita con cui le parti senza giungere dinanzi al giudice, ma sempre coadiuvati da avvocati, possono sottoscrivere un accordo che verrà poi trascritto nei registri comunali. Tale procedura  non può essere seguita in presenza di figli minori o con handicap. In merito ai costi, il divorzio congiunto è meno costoso di un divorzio giudiziale, ma l’ammontare della parcella dipenderà molto anche dal reddito delle parti, dalla presenza dei figli e dall’asset patrimonale della coppia. Mediamente il costo di un divorzio congiunto potrebbe oscillare dai 1500 euro ai 4000 euro, ma le variabili che potrebbero incidere sul costo sono molteplici.

Quali sono i tempi per risposarsi?

Dopo il divorzio l’uomo potrà contrarre immediatamente nuove nozze. Al contrario per la donna [2] si prevede il cosiddetto periodo di lutto vedovile, ovvero tra la sentenza di divorzio e il nuovo matrimonio devono decorrere almeno 300 giorni. Tale norma è posta a tutela di eventuali gravidanze e per fugare dubbi circa eventuali gravidanze della donna relativamente alla paternità del nascituro.

Come procedere in caso di assenza dei coniugi?

La legge [3] prevede che entrambi i coniugi devono comparire personalmente all’udienza presidenziale e che in caso di mancata comparizione del ricorrente all’udienza presidenziale, o dei ricorrenti se si procede con un divorzio congiunto, il procedimento di divorzio si intende abbandonato con conseguente cancellazione della causa dal ruolo. Nel caso in cui in un divorzio giudiziale non si presenti il coniuge convenuto, il presidente può fissare una nuova udienza di comparizione, ordinando la rinnovazione della notifica con l’ordinanza di fissazione della nuova udienza.

fonte

[1] Art. 5 co. 6 L. 898/1970.

[2] Art. 89 cod. civ.

[3] Art. 707 cod. proc. civ.

Cosa pensa una donna quando vede un uomo?

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Esistono delle domande esistenziali a cui è facile rispondere, altre che richiedono un po’ più di tempo ed impegno anche solo per tentare ad indovinare. Un esempio può essere la domanda su cosa pensa un uomo quando vede una donna attraente. Ebbene, pur non potendo essere certi dei particolari del pensiero maschile, non è tanto difficile indovinare la frase o le possibili espressioni che il cervello dell’uomo elabora in un caso del genere come, ad esempio: “ma che begli occhi ha quella donna… che bel paio di scarpe…”. Va bene. Sto mentendo. Lo sai. Ma hai compreso lo stesso quale sia il punto a cui voglio arrivare. Diversamente, non è sempre scontato il tipo di pensiero che una donna oppure una ragazza elaborano quando vedono un uomo. Si intende, sempre affascinante oppure interessante o che, comunque, non passa inosservato. Nella variegata tipologia del genere femminile ci sono delle idee che potremmo dire “fisse”, vale a dire che, bene o male, sono caratteristiche della donna. E, quindi, si può mettere al bando l’ipocrisia e provare a vedere cosa pensa una donna quando vede un uomo? Il primo dato da tener presente è che la mente di una donna, anche nei momenti tipicamente più delicati o intimi, ha la naturale tendenza a spaziare tra varie considerazioni. Il divertimento sta proprio in questo: qualcuno potrebbe pensare che la donna è folle quando, in realtà, è una sorta di “genio incompreso della ironia”. Il senso dell’umorismo le permette di punzecchiare anche se stessa nelle situazioni più disperate. E la tendenziale attitudine a complicare le cose più semplici, la rende capace di illuminare di ilarità persino le vicende banali. Allora, proviamo a scoprire insieme quanto variegate sono le idee che attraversano la mente di una donna alla vista di un “esemplare del sesso opposto” nelle varie occasioni della giornata o della vita. Ad esempio, in ascensore, in palestra, in una milonga dove si balla il tango argentino, al mare oppure in ufficio.

 

Alla donna non sfugge nulla

Hai mai fatto caso al fatto che una donna è capace di osservare una persona, che si tratti di un altro soggetto di genere femminile o maschile, dalla testa ai piedi e viceversa, nel giro di 30 secondi circa? E se, allontanati dal luogo interessato, hai la memoria, anche a distanza di qualche ora, di chiederle di che colore aveva i capelli la persona oggetto della sua attenzione, la donna (in più della metà dei casi) sarà capace di descrivere la pettinatura, la presenza di meches o colpi di sole o balayage ed anche la relativa tonalità. Inoltre, se alla moda o meno. Non ci credi? Tentare per credere! Ecco perché non ci si deve meravigliare se, anche nei momenti più particolari od intimi, la testa della donna sia capace di andare (e tornare) in valutazioni inconcepibili.

Quello che segue ne è un esempio banale: ci si trova di sera, si è cenato allegramente e, magari, anche bevuto qualche bicchiere in più di vino, la giovane coppia si rintana nel proprio letto e si iniziano le danze notturne eppure, mentre siete lì lì per abbandonarvi alla passione, una inquietudine distrae la donna che è capace anche di pensare a voce alta: “ma abbiamo spento i fornelli?”.  O qualche altra domanda del genere, fuori da ogni logica del momento.

In ascensore

Se una donna incontra in ascensore un uomo, parecchie possono essere le idee che le balenano nella testa del tipo:

  • “Mmmmm… sarà impegnato?”;
  • “Speriamo che si blocchi l’ascensore”;
  • “Sorrido oppure faccio l’indifferente… che faccio?”;
  • “Ma davvero si perde così? Quei calzini sotto il completo?”;
  • “Userà i boxer o gli slip?… ”;
  • “Non ho rinfrescato il trucco! L’unica volta che non lo faccio ed eccomi qua…”.

La mente della donna non riesce proprio a rimanere ferma su di un pensiero, fosse anche solo l’estetica dell’uomo che ha di fronte (e che le piace!), e spazia da una riflessione ad un’altra, con la velocità supersonica pari a quella di Jeeg Robot di acciaio. Questo perché il genere femminile è strutturato così: pensa sempre troppo, ama sempre troppo, si illude ancora di più.

Entrare nella mente di una donna e riuscire ad indovinarne i pensieri è come voler tentare di scalare l’Everest con un paio di scarpe con i tacchi a spillo: impossibile. Perché la velocità di pensiero della sua mente fa sì che non si riesca a starle dietro. Ad esempio, mentre la vista di un uomo interessante la porta a guardare le sue mani, lasciandosi trascinare in pensieri eccitanti o carezzevoli, poco dopo la mente passa a cosa dover cucinare per quella sera e, soprattutto, se sia il caso di comprare una pizza fuori od ordinare cinese. Poi torna alla vista stuzzicante, passando, magari, ad osservare altro ed a giocare coi pensieri. I più disparati.

In palestra

Beh, in palestra uomini e donne guardano e pensano verosimilmente alle medesime cose. Ad allenarsi? Noooo. Questo è quello che si vede nei film. In palestra si va per beccare quello giusto, quello figo. O anche per conoscere. La vista porta in modo inevitabile ad adocchiare parti di corpo, più o meno, scolpite oltre che scoperte che coinvolgono i sensi ed i pensieri.

D’altra parte il famoso detto “lontano dagli occhi, lontano dal cuore” dimostra come, effettivamente, il circolo vizioso sia costituito dal ciclo “vista-pensiero-tatto” (e tentazione). Un paio di pettorali maschili possono scatenare fantasticherie inimmaginabili in una donna, anche in quella solitamente più discreta. Ma questo si sa: pare sia inevitabile per colpa dei ferormoni. D’altro canto, non per nulla uno studio di ricercatori italiani è riuscito a dimostrare come donne e uomini arrivino a modificare il proprio comportamento in risposta ai feromoni del sesso opposto. Ma anche in questa situazione così spensierata, la mente femminile non si limita a fossilizzarsi su di un unico aspetto, come si può banalmente considerare, ed allora ai comuni pensieri, nascenti dalla vista dell’uomo in palestra, del tipo “mi piace” oppure “gli piacerò?” o, ancora, “che glutei sodi quello lì”, si affiancano quelli inesorabilmente femminili:

  • “sarà gay? Porca miseria, tutti gay sono oggi. Che sfiga”;
  • “meno male che ho comprato quel reggiseno da palestra, ho le forme perfette. Devo acquistarne almeno un altro paio alle prossime svendite. Quando ci saranno… fammi pensare…”;
  • “quello mi sta guardando o è strabico? A proposito, devo fissare con urgenza il mio appuntamento annuale dall’oculista”;
  • “devo riuscire a fotografare le spalle di quel tipo lì e postarle su facebook!”;
  • “quando racconterò di questo figo alle mie amiche, creperanno di invidia”;
  • “ma ho inserito il blocco sterzo all’auto?”.

Nella milonga argentina

Chi ha un minimo di conoscenza del tango, anche solo grazie ad una amica od un amico che ne sono appassionati, lo sa: le milonghe (locale pubblico dove si balla il tango argentino)sono per i tangheri (chi balla il tango) come i locali ed i pub per i salseri (chi balla la salsa caraibica o latino-americana). Si tratta di locali pubblici dove si va per ballare, bere e distrarsi, al passo di una delle più sensuali danze di coppia.

Ecco, anche in luoghi come questi, i pensieri delle donne sono capaci di far paralizzare i playboy più accaniti, perché, accanto alle idee “naturalmente” zampillanti dalla mente, grazie al tipo di musica ed alla carnalità del ballo, le idee delle donne sanno discostarsi per rintanarsi in riflessioni irragionevoli.

E così, ad esempio, la donna che balla il tango con un uomo, bravo nel condurla nei movimenti, è capace di pensare, nel giro di pochi istanti: “che sensuale questo tanghero. Fluidi e decisi i movimenti… ecco, mi tira a sé… ma, mi puzzano le ascelle? Caspita! Ho dimenticato di mettere abbondante deodorante ed ora sudo. Se ne è accorto? Perché non mi guarda più? Che starà pensando? Che figura! Ma poi, tutta colpa della fretta e del posto auto. Sì, devo pensare davvero ad acquistare un garage. Non posso sempre correre alla ricerca sfrenata di un parcheggio, per poi catapultarmi a casa e trovarmi in situazioni imbarazzanti come questa!”. No, non sto scherzando: la donna sta continuando a ballare, a sentire il fisico dell’uomo che la conduce ed a guardarlo negli occhi, non in modo diretto ma sbirciando di lato, sorridendo e pensando al parcheggio dell’auto ed al deodorante. L’ho anticipato: le donne sono ilari!

Al mare

Luogo più appropriato per vedere i fisici degli uomini, come quelli asciutti dei bagnini o dei palestrati che, coi tatuaggi strategici, lasciano fantasticare le menti delle donne in costume, non c’è! Inutile specificarlo, poi: quando una donna vede un uomo in costume, lo squadra alla meglio, come una sorta di radiografia, eccezione fatta (forse) dei molari e premolari. Perché lì (per il momento) la vista della donna non riesce ad arrivare. Ed i pensieri, beh, sono più o meno quelli tipici del tempo libero:

  • “con quello lì, ci passerei tutta l’estate”;
  • “guarda che muscoli: sarà pompato o sono tutti suoi? Ad ogni modo: vediamo se si avvicina a lui qualche donna…”;
  • “oh, che sorriso! Ma anche che cosce, da spavento! Io sono temeraria!”.

Ma inevitabilmente, altri pensieri affollano la mente femminile e, ad intervalli, mentre analizzano il sex appeal del soggetto maschile,  affiorano idee come:

  • “si, quest’anno, appena rientro in città, abbonamento in palestra”;
  • “ma quello lì mi sta guardando? La cellulite! Mannaggia a me che non ho usato i fanghi quest’inverno. Meglio cambiare posizione, così, con nonchalance [5]”;
  • “che lavoro farà? Mi pare abbia l’espressione di chi possiede una BMW… ma quando scadeva la revisione alla mia auto?”;
  • “già, guardami. Lo so: ho lavorato sodo e sono figa. Vediamo come ti comporti e cosa ti meriti. Ma se mi invita per stasera, cosa indosso? Non ho proprio idea ed ho messo a lavare proprio stamattina il completo più sexy!”.

In ufficio

Ed eccoci arrivati nel luogo dove la donna da’ il meglio di sé, vale a dire, alle riflessioni strategiche delle donne, quando vedono un uomo, nell’ufficio o, comunque, sul posto di lavoro dove trascorrono probabilmente la maggior parte della propria giornata “tipo”. Ed è inutile: puoi essere migliore di John Travolta dei tempi d’oro de La febbre del sabato sera o con la fisicità di Brad Pitt in Troy, ma la donna non si lascia trasportare (solo) dai pensieri più allettanti. Perché qui, sul lavoro, lei deve passarci l’intera sua vita! E tira in ballo tutto il repertorio della sua drammaticità (che coincide anche con la sua comicità).

Quindi, accanto alle riflessioni più normali di una donna libera del tipo:

  • “il nuovo direttore sarà sposato?”;
  • “quello mi fissa: che si è messo in testa?”;
  • “prossima settimana ho il recupero pomeridiano: bene, starò a tu per tu per oltre otto ore con quel fustaccio”.

Compaiono altri pensieri, quasi fatali, come:

  • “non posso. Inutile (riferendosi a se stessa): finiscila di guardarlo perché è un collega. Se inizio con lui la storia e poi finisce, come faccio? Cambio lavoro. No, non posso. Come pago il mutuo?”;
  • “quello mi guarda! E che si è messo in testa? Mi vuoi offrire un caffè? E che ti sei messo in testa? Mi inviti a pranzo? Mica siamo cresciuti insieme…”;
  • “ora, se io lo aiuto e gli do consigli, poi finisce che divento la sua migliore amica: e sono fregata! O no? Gli uomini vanno a letto con le loro migliori amiche? A proposito, devo chiamare Marta e fissare l’appuntamento per la riunione con i compagni della scuola media”;
  • “se non spengono l’aria condizionata, domani mi butto ammalata ed invio il certificato medico. A proposito… devo farlo dopo che sono andata dal parrucchiere: sono indecente con i capelli”.

 

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Ricetta: cosa posso cucinare stasera?

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Al termine di una giornata estenuante, il pasto serale può essere una vera e propria coccola; a causa dei ritmi frenetici cui tutti siamo sottoposti, ritagliarsi del tempo per sedersi intorno alla tavola con la famiglia o con gli amici favorisce sicuramente il rilassamento.  Tuttavia, spesso, a causa del tempo che scarseggia o di un ospite inatteso che si ferma per cena, puoi trovarti davanti alla difficoltà di non avere idea di cosa cucinare o nella condizione di non riuscire a districarti tra le diverse esigenze dei commensali e i diversi regimi alimentari. O ancora, molto più banalmente, hai voglia di provare qualcosa di nuovo che non sia il classico piatto di pasta o la fettina di carne con un contorno. L’intento di questo articolo è fornirti una serie di ricette (molte delle quali possono essere apprezzate anche dagli amanti del fitness, dai vegetariani e dai vegani) per permetterti di realizzare una cena saporita con molti ingredienti che hai già in dispensa, in poco tempo e, magari, anche a prova di ospite o di bambino, in modo che la domanda “cosa posso cucinare stasera?” ti ponga soltanto davanti all’imbarazzo della scelta. Proseguendo nella lettura di questo articolo troverai qualche risposta culinaria alla domanda ricetta: cosa posso cucinare stasera?.

Frittata

La frittata è un grande classico. Piace a grandi e a bambini, è realizzabile in poco tempo ed è anche una ricetta economica. Perché allora non provare qualche gustosa variante?

  • Frittata di ricotta e spinaci. Gli spinaci sono ricchi di ferro ma sono sempre molto amati. Realizzare una frittata con l’aggiunta di ricotta e spinaci può essere un buon espediente per inserirli nella tua dieta senza rinunciare al gusto: l’aggiunta di ricotta, infatti, rende la frittata ancora più morbida;
  • Frittata di patate. Questa variante strizza l’occhio alla più famosa tortilla spagnola ma, senza l’aggiunta di cipolle, può risultare più digeribile per un pasto serale. Basta tagliare le patate a tocchetti e cuocerle per pochi minuti in acqua bollente; dopodiché aggiungile alle uova sbattute con il sale e versa il contenuto in padella;
  • Frittata di pasta o di riso. Chi non ama la classica frittata di spaghetti o di riso con la crosticina croccante? Le varianti da realizzare sono tante, dalla classica frittata napoletana alla frittata con piselli e prosciutto alla variante al pesto. Mi raccomando, presta attenzione al numero di uova utilizzate (la tradizione vuole almeno cinque uova per circa 350 grammi di pasta) e non lesinare con il parmigiano. Il punto in più? È una ricetta anti-spreco che ti permette di utilizzare la pasta avanzata a pranzo;
  • Frittata di verdure. Prova tutte le verdure che ti vengono in mente: che siano zucchine, melanzane, broccoli, carciofi o asparagi, non limitare la tua voglia di sperimentare;
  • Frittata con farina di ceci (senza uova). Infine, ti proponiamo anche l’alternativa senza uova. Poco importa che tu non stia seguendo una dieta vegana, la frittata di ceci ti conquisterà. Il rapporto tra farina e acqua deve essere di 1:2, ciò vuol dire che, ad esempio, per 200g di farina dovrai aggiungere gradualmente 400ml d’acqua. Aggiungi sale e pepe, mescola bene l’impasto con una frusta in modo da evitare la formazione di grumi e lascia l’impasto ottenuto a riposare in frigo per almeno trenta minuti prima di versarlo in padella.

La frittata, nonostante il nome, non deve essere necessariamente fritta. Puoi benissimo decidere di cuocere la tua frittata in forno o in una padella antiaderente e il risultato è ugualmente assicurato. Un’idea carina può essere versare l’impasto nei pirottini dei muffins e poi infornarli in modo da ottenere tante piccole frittatine.

Piadine homemade

La regina dello street-food romagnolo può essere replicata senza alcuna difficoltà nella tua cucina.
Per otto piadine ti occorrono solo:

  • 550g del tipo di farina che preferisci (prova anche con la farina integrale o di farro!);
  • circa 300ml di acqua da aggiungere gradualmente;
  • due cucchiaini rasi di bicarbonato;
  • due cucchiaini di olio extravergine di oliva;
  • sale q.b..

La variante proposta, avrai notato, è più leggera rispetto alla ricetta tradizionale che prevede, invece, anche l’aggiunta di latte e strutto (o burro) ed è perciò adatta anche da chi segue una dieta vegetariana o vegana.
Una volta realizzati dei dischi sottili, cuocili su una piastra bollente per pochi minuti su ciascun lato. Una volta pronte farciscile come preferisci: fontina e prosciutto, provolone o il classico squaquerone e rucola.

Se sei amante dell’avocado puoi provare l’abbinamento con salmone affumicato, limone, pepe e grani di pepe rosa.

Nel caso tu abbia deciso di prestare attenzione alla linea, infine, puoi farcire le tue piadine con bresaola, rucola e limone o fesa di tacchino e un formaggio spalmabile light.

Burger di cavolfiore

Il cavolfiore o lo si ama o lo si odia ma, in quest’ultimo caso, siamo sicuri che dopo aver provato questa ricetta lo amerei sicuramente. Per realizzare questa ricetta ti serviranno:

  • 500g di cavolfiore;
  • due uova (o circa 80g di albume se preferisci);
  • 40g di parmigiano;
  • due cucchiai di pangrattato;
  • prezzemolo;
  • sale e pepe q.b.;
  • pangrattato;
  • olio extravergine di oliva.

Fai cuocere il cavolo al vapore, dopodiché aggiungi un uovo, sale e pepe, il parmigiano e il prezzemolo tritato. Forma poi i burger con le mani e passali prima nell’uovo (o nell’albume avanzato) e poi nel pangrattato; sistemali su una teglia, passa un filo d’olio e cuocili nel forno ventilato a 180° per venti minuti (avendo cura di girarli a metà cottura).

Filetto di salmone in crosta di mandorle e pistacchi

Un piatto scenografico non richiede per forza chissà che preparazione e la ricetta che ti proponiamo ne è la dimostrazione. Tutto ciò che devi fare è tritare grossolanamente le mandorle e i pistacchi, aggiungere sale, pepe, se vuoi, dei semi (tipo quelli di chia) e il pangrattato. Fatto ciò, passa il filetto di salmone nell’albume d’uovo e poi nella panatura. Inforna per circa venti minuti (o comunque fino a quando crosticina non si fa bella dorata) a 180°.

Polpettone di tonno e patate

Il polpettone di carne è un must, ma perchè non dare una chance anche ad una versione a base di tonno? Ecco quella che probabilmente diverrà la tua ricetta salva-cena.
Ti occorrono solamente:

  • 400g di patate bollite;
  • 250g di tonno in scatola (abbi cura di sgocciolarlo se in dispensa non disponi di tonno al naturale);
  • sale e pepe q.b.;
  • prezzemolo;
  • uovo;
  • pangrattato.

Schiaccia le patate, aggiungi il tonno, regola il sale e il pepe e unisci il prezzemolo tritato. Ammalgama e dai forma al composto. Passa il polpettone nell’uovo sbattuto e, infine, nel pangrattato. Fatto ciò, infornalo per trenta minuti (fino a doratura) in forno ventilato a 160°.

Abbiamo un trucco per te: per evitare di accendere il forno in estate, puoi provare la variante fredda. Basta saltare lo step della panatura e far riposare per un’oretta il polpettone in frigo; dopodichè servilo su un letto di insalata e di carote alla julienne per dare un tocco di colore al tuo piatto.

Suggerimento: una volta realizzato l’impasto, puoi anche fare delle polpettine, impanarle e friggerle. Il tocco in più può essere l’aggiunta di menta e limone nell’impasto o abbinarci una salsa allo yogurt per ottenere un simpatico finger food.

Pollo al curry con riso basmati

Il pollo al curry è forse uno dei piatti esotici più amati dall’occidente, non a caso su internet è possibile trovare una moltitudine di ricette – più o meno laboriose – per preparare questa pietanza. Oggi ti proponiamo una ricetta molto semplice e veloce per portare un tocco di cucina etnica sulla tua tavola. Preparati ad accendere i fornelli!
Ingredienti:

  • 500g di petto di pollo;
  • circa 18g di curry;
  • circa 100ml di latte di cocco (in alternativa puoi usare il latte intero o il latte di soia);
  • un cucchiaino di burro
  • uno spicchio d’aglio;
  • olio extravergine di oliva;
  • peperoncino;
  • prezzemolo;
  • sale q.b.;
  • 200g di riso basmati.

Taglia il pollo a tocchetti cercando di ottenere dei pezzetti di ugual dimensione; fatto ciò, metti il burro a sciogliere in un padellino e poi aggiungi il curry e il latte e mescola fino a che non ottieni un composto cremoso.
Versa la crema ottenuta in una ciotola, aggiungi il pollo e, una volta coperto il tutto con una pellicola, riponi il tutto in frigo per venti-trenta minuti. Nel frattempo, puoi iniziare a cuocere il riso che userai per accompagnare il tuo pollo al curry.

Prendi un’altra padella e fai soffriggere l’aglio con l’olio e con il peperoncino e poi aggiungi il pollo con la salsa al curry. Cuoci per una decina di minuti o più, avendo cura di non far seccare assolutamente (nel caso aggiungi del latte) il pollo né di farlo rimanere troppo liquido.

Ricorda: il risultato finale deve essere una bella crema. L’Oriente è servito.

Cestini di pasta fillo

La pasta fillo è uno degli ingredienti più versatili in cucina in quanto si presta alla realizzazione di diverse ricette, sia dolci che salate. Questa preparazione a base di farina, acqua e olio, che si presenta come una sfoglia sottile e croccante, è facile da preparare ma richiede una buona manualità o un buon robot da cucina.  Se punti ad avere una soluzione per salvare la cena, il trucco c’è…e potrebbe anche non vedersi! In commercio, infatti, puoi trovare dei rotoli di pasta fillo preconfezionati che presentano ottimi ingredienti; in tal modo, ti basta avere in casa un rotolo sempre pronto per ogni evenienza e il gioco è fatto.

Ad esempio, aiutandoti con degli stampini, puoi formare dei cestini ripieni di ricotta e pomodorini datterini gialli e rossi, oppure sfruttare dei funghi o della zucca. Se, invece vuoi ricreare qualcosa di più elaborato ed esteticamente accattivante, dal momento che anche l’occhio vuole la sua parte, puoi usare i cestini per servire dei gamberi fritti. Suggerimento: qualora ti avanzasse parte della sfoglia, puoi utilizzarla per creare dei fagottini dolci ripieni di cioccolato, marmellata o, magari, di mela e cannella per concludere la cena in bellezza.

Vellutate

Se tutte queste idee ancora non ti bastano e sei alla ricerca della semplicità assoluta, non puoi non considerare l’idea di coccolarti con il comfort food per eccellenza: la vellutata.
Una variante buona e colorata può essere quella col cavolo viola.
Ti occorreranno:

  • 500g di cavolo viola;
  • 300g di patate;
  • 500ml di acqua;
  • un dado;
  • olio extravergine di oliva q.b.;
  • sale q.b..

La preparazione è semplicissima: basta preparare il brodo con il dado e aggiungere – in quest’ordine – patate, cavolo viola, sale e olio. Bisogna poi prestare attenzione a che non si attacchi alla pentola e girarla con un cucchiaio di legno durante la cottura. Una volta pronta si può utilizzare un frullatore ad immersione per ottenere una maggiore cremosità. Il tocco in più può essere aggiungere dei crostini di parmigiano cotti in forno.

Ecco come fare: copri una teglia con della carta da forno e versaci su un filo d’olio di oliva; aiutandoti con un cucchiaio, forma dei dischetti sottili di parmigiano grattuggiato e inforna il tutto a 200° fino a che non ottieni delle sfoglie croccanti. Una volta raffreddati, guarnisci la tua vellutata.

Non resta che augurarti “buon appetito”.

 

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Incendio distrugge l’azienda sequestrata dalla Procura

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Incendio distrugge l’azienda sequestrata dalla Procura | FOTO

Dalle 6 di stamattina si sta incendiando un capannone ricolmo di rifiuti nella zona industriale di Marcianise. A darne notizia e’ stato il sindaco di marcianise Antonello Velardi.

“Si tratta del capannone della Lea, l’azienda da me chiusa e successivamente sequestrata dalla magistratura. È un grande disastro ambientale. Stanno bruciando tonnellate e tonnellate di rifiuti,  ammassate nel capannone cui recentemente erano stati apposti i sigilli dopo che avevo sollevato il caso quest’estate piantando all’esterno un ombrellone per protestare contro un’insopportabile puzza”.

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