La sigaretta elettronica fa male?

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l vapore delle e-cigar fa male? Di certo non quanto quella fatta di nicotina e tabacco. Ci sono effetti indesiderati sulla salute?

sigaretta elettronica danneggia la salute

Sono ormai più di tre anni che sono passato dalle sigarette tradizionali alle sigarette elettroniche ed ogni volta la domanda che mi sento rivolgere è: la sigaretta elettronica fa male?. La domanda è lecita soprattutto per chi vuole abbandonare il tabacco, ma sa che dovrà lottare contro le proprie abitudini: una parte di dipendenza fisica e molta dipendenza gestuale. In questo articolo proviamo a valutare quali sono i pericoli, se ce ne sono, nell’utilizzo delle sigarette elettroniche. Il dibattito è aperto con il solito schieramento di accaniti sostenitori pro o contro, come è ormai diventato abitudine per ogni argomento. Proviamo a fare chiarezza, cercando di essere il più obiettivi possibili.

Differenza tra la sigaretta tradizionale e quella elettronica

La sigaretta tradizionale contiene più di 4.000 (avete letto bene, 4.000 !!!) sostanze, tra cui alcune cancerogene, con effetti nocivi di vario genere (dall’interferenza con i farmaci alla dipendenza dalla nicotina). Esiste ormai un’ampia letteratura che spiega nel dettaglio i motivi per cui è preferibile smettere di fumare che puoi trovare facilmente in rete (ad esempio puoi trovare sul sito della fondazione Veronesi un corposo PDF con tutti gli studi aggiornati). Passare alla sigaretta elettronica vuol dire quindi abbattere da 4.000 a non più di una decina le sostanze ingerite, oltre ad evitare del tutto l’inalazione di sostanze bruciate.

Quali sono le sostanze utilizzate nella sigaretta elettronica? 

Il liquido utilizzato all’interno dei serbatoi è composto principalmente da tre prodotti: acqua, glicole propilenico e glicerina vegetale. Sono questi ultimi due i responsabili del fumo prodotto.  Il glicole propilenico è un liquido incolore e insapore, viscoso e dal sapore leggermente dolce. Viene utilizzato da moltissimi anni nell’industria alimentare e cosmetica. Non ha praticamente controindicazioni sia che venga ingerito sia che venga a contatto della pelle.

Nel caso della sigaretta elettronica, l’unico argomento che hanno a disposizione i suoi detrattori è che non si sa quali possono essere eventuali conseguenze a lungo termine dell’inalazione, salvo alcuni sporadici e non conclusivi studi su prodotti che lo contengono (ad esempio il fumo utilizzato nei concerti) e i cui risultati sono non negativi o perlomeno non sufficientemente chiari.

La realtà quindi è che eventuali (inaspettate) conseguenze negative le conosceremo solo quando sarà passato un numero sufficiente di anni con un numero abbastanza alto di fumatori tanto da rendere le statistiche significative.

La glicerina vegetale è un liquido viscoso e dolciastro utilizzato anch’esso nell’industria alimentare e cosmetica. E’ utilizzato nel vino per dare rotondità al sapore. Utilizzato puro ha una funzione leggermente lassativa ed è per questo utilizzato anche in ambito medico. Anche in questo caso quindi, non ci sono controindicazioni evidenti, salvo di nuovo il fatto che nessuno lo ha inalato per anni nella forma della sigaretta elettronica.

A questi prodotti sostanzialmente innocui bisogna aggiungerne ancora due:

  • le sostanze aromatizzanti che non destano particolari preoccupazioni perché presenti in percentuali molto basse (io, personalmente, inserisco circa 40 gocce per ogni 100ml di liquido) e composti dagli stessi aromi che si utilizzano negli alimenti;
  • la nicotina. Qui il discorso deve essere necessariamente più approfondito. La nicotina è una sostanza che crea dipendenza, e qui non ci sono scorciatoie, che sia la sigaretta tradizionale o quella elettronica. E’ pertanto un prodotto da utilizzare con molta attenzione e parsimonia, e con la piena coscienza dei suoi pericoli.

In commercio, quando acquistate un liquido, puoi scegliere tra vari livelli di nicotina. Si va dallo zero assoluto (solo aromi, glicole, glicerina ed acqua) a livelli parecchio alti. La nicotina è la responsabile del “colpo in gola”, quindi molti “svapatori” (così si chiamano i fumatori di sigarette elettroniche) la cercano, non tanto per la dipendenza quanto per la sensazione della fumata, più vicina a quella della sigaretta tradizionale.

Personalmente ho adottato un livello di nicotina abbastanza basso, sufficiente però a mantenere una sensazione reale di fumo. Parliamo di un prodotto tecnologico che contiene un meccanismo elettronico per riscaldare il liquido e una pila ricaricabile per alimentarlo. Come ogni tecnologia, dalla sua invenzione ad oggi ha subìto notevoli trasformazioni e messe a punto, passando da momenti di pura sperimentazione ad una affidabilità notevole. I vari passaggi hanno suscitato nel tempo episodi sgradevoli riportati con evidenza da tutti i giornali.

Ad esempio, è successo che alcune batterie sono esplose, evento utilizzato dai detrattori per vietarne l’utilizzo. Anche in questo caso posso riportarti la mia concreta esperienza: i primi prodotti erano poco più di un esperimento simpatico, con la forma ed il colore di una sigaretta tradizionale (un pezzo giallo/arancio a ricordare il filtro, un pezzo bianco per la parte del tabacco); oggi forme e colori si sono completamente distaccati dalla tradizione con il risultato di una fumata che risulta gradevole, duratura e senza le sgradevolezze tipiche del tabacco.

Dopo alcuni anni di fumo elettronico, posso garantirti che la voce, i polmoni e la gola ringraziano, sono spariti odori sgradevoli, bruciature su maglie, divani e sedili dell’auto e posacenere maleodoranti. Rimane il vizio, quella sorta di manualità utile quasi come un esercizio di rilassamento, un ciuccio da utilizzare con le scuse più disparate (sono stressato, sono tranquillo, sono concentrato, sono distratto, ogni scusa è valida).

Un’ultima riflessione: la sigaretta elettronica è anche un mercato economicamente interessante. Il nostro Stato lo ha capito ed è intervenuto pesantemente. Il risultato è stato, ancora una volta, negativo solo per gli operatori italiani, costretti a dazi e accise che li hanno portati fuori mercato.

Di ANDREA PEINETTI

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Organizzare l’armadietto dei medicinali

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Quattro step per mettere ordine tra le medicine in modo veloce ed efficace

Di tanti in tanto è necessario mettere ordine nell’armadietto (o cassetto) delle medicine: pillole e cerotti, creme e integratori, accumulati nel tempo…

Fase preliminare: scegli un luogo fresco e sicuro
Se già non hai un mobiletto/cassetto dedicato ai medicinali, è necessario scegliere uno spazio della casa che sia lontano da fonti di calore, comodo da usare, ma allo stesso tempo non accessibile ai bambini: per questi motivi, l’ideale è un piccolo pensile dedicato in bagno o il ripiano più alto di una credenza.

Fase 1: controlla le scadenze e fai decluttering
Prima di tutto svuota l’armadietto (o il cassetto) dei medicinali, raccogli tutte le confezioni eventualmente sparse per la casa e controlla le scadenze.
Metti da parte gli eventuali medicinali scaduti: non buttarli nella spazzatura, ma portali alla farmacia più vicina, dove troverai un cassonetto apposito. Naturalmente puoi separare le scatoline di cartone e i foglietti illustrativi, che andranno nella raccolta della carta.

Fase 2: suddividi i farmaci per tipologia
Ora che hai tutte le confezioni da conservare di fronte a te, procedi organizzandole in base all’uso, per esempio:

  • primo soccorso: disinfettante e/o acqua ossigenata, cerotti, garze, nastro, forbici e ghiaccio secco;
  • antipiretici e antidolorifici;
  • antibiotici ad ampio spettro;
  • antiacido, fermenti lattici ed eventuali altri medicinali per stomaco e intestino;
  • antistaminici in pastiglie e/o crema, farmaci a base di cortisone;
  • pomate o gel per dolori muscolari;
  • eventuali medicinali che i membri della famiglia prendono regolarmente, a causa di patologie croniche: in questo caso, il posto migliore per conservarli può essere un altro, magari un cassetto del comodino o in cucina, in modo che siano sempre a portata di mano e non si rischi di dimenticarle.

Fase 3: prendi appunti!
Soprattutto nel caso di medicinali che si usano poco, può essere utile scrivere a penna sulla scatola a cosa serve e il nome della persona a cui è stato prescritto, perché con il tempo potrebbe venirci il dubbio; anche la data di scadenza a volte è quasi illeggibile e quindi si può riscrivere a penna, in modo da poterla leggere più facilmente.

 L’idea in più (per i veri maniaci dell’ordine): usa un mini schedario per tenere tutti i bugiardini in ordine alfabetico, così li avrai sempre a portata di mano! In questo modo eviterai anche di doverli ripiegare e risistemarli nella propria scatola.

Fase 4: metti in ordine l’armadietto dei medicinali
A questo punto non resta che mettere i medicinali al loro posto: per tenere separate le diverse tipologie, così da trovare ciò che ci serve al volo, si possono per esempio utilizzare contenitori di varie dimensioni, che permetteranno anche di mantenere tutto in perfetto ordine.
Puoi anche stampare o scrivere a mano delle etichette, per indicare la suddivisione dei medicinali.

Ora che è tutto in ordine, non ti resta che controllare periodicamente la scadenza dei farmaci (ogni sei mesi è sufficiente)!

Adesso tocca alle Regioni

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Vitalizi, ok al taglio anche al Senato. Di Maio: “Adesso tocca alle Regioni”.

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Affaritaliani.it:
http://www.affaritaliani.it/politica/vitalizi-ok-al-taglio-anche-al-senato-esulta-il-m5s-ce-l-abbiamo-fatta-566721.html?ref=Ross

Tutto quello che c’è da sapere sulla manovra del popolo (e che non troverete sui giornali)

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Tutto quello che c'è da sapere sulla manovra del popolo (e che non troverete sui giornali)

di Luigi Di Maio

Quella che ho in mano è la nota di aggiornamento al Def: in queste 123 pagine c’è quello che vogliamo fare nel 2019, 2020 e 2021 come Governo. Una programmazione a medio termine che ci consente di rilanciare questo Paese. Allora, che cos’è la nota di aggiornamento al Def? Se potete scaricatela: si scrive “Nadef 2018”, la potete scaricare cercandola su Google o sul sito della Camera (che ieri l’ha approvata) o del Senato o sul sito del Governo e potrete leggere tutto quello che vogliamo fare.

QUOTA 100/FORNERO/PARTITE IVA
La cosa più importante di questa nota di aggiornamento al Def è la “Quota 100” per superare la Fornero, il reddito di cittadinanza per 6 milioni di persone in difficoltà che avranno in occasione di ricevere finalmente una proposta di lavoro (e prima di essere formati), poi c’è la pensione di cittadinanza che significa basta pensionati in fila alle mense dei poveri, e poi ci sono i rimborsi ai risparmiatori truffati e la cosa ancor più importante le imprese, con l’ires che si abbassa fino al 15 % per chi investe e per chi assume, con la Flat Tax per le partite iva, cioè per chi guadagna fino a 65mila euro le tasse scendono fino al 15% (un’unica tassa). E poi c’è la sburocratizzazione e la semplificazione, di cui andrò a parlare con gli imprenditori ad Ivrea stasera e gli racconterò che cosa stiamo per fare.

START UP
Qui dentro, però, non ci sono solo queste proposte, perché a pagina 8, per esempio, sono tutte le misure che vogliamo realizzare nel 2018. Disegno di Legge recante misure a favore delle start up innovative, il fondo di venture capital per le start up innovative: significa (come in Francia) che ci mettiamo due miliardi e cominciamo ad aiutare quei ragazzi che hanno idee innovative in tutta Italia e poi però le devono portare all’estero perché qui nessuno gliele finanzia. Lo facciamo come Governo insieme ai privati e facciamo partire quei progetti: lo chiameremo “fondo non parto più” perché tanti ragazzi non dovranno più partire grazie a questo fondo. Disegno di legge recante misure a favore dei soggetti coinvolti nella crisi del sistema bancario, per i rimborsi dei truffati. Troverete i soldi nella Legge di Bilancio e poi in questa legge troverete come erogarli.

ENTI LOCALI
Poi c’è: introduzione del reddito di cittadinanza e riforma dei centri per l’impiego, misure per il dissesto ed equilibrio finanziario degli enti locali. Noi abbiamo tanti comuni che, anche per debiti (per esempio ci sono comuni che hanno avuto calamità naturali negli anni ’80, ’90, si portano quei debiti sul groppone e adesso stanno rischiando di fallire) non possono spendere soldi per fare asili, per mettere a posto le strade. È arrivato il momento di mettere mano agli enti locali: possiamo dire che il debito va pagato, però lo scorporiamo dal bilancio, ne facciamo una struttura commissariale e questo vale per i comuni del nord e del sud che sono in difficoltà e il comune un po’ alla volta ripaga quel debito alla struttura commissariale in modo tale che tutti quelli che sono i vincoli di bilancio legati alla spesa pubblica si possono un attimo allentare e i sindaci non hanno neanche più scuse di dire che non possono spendere i soldi.

ASSENTEISMO
Poi ci sono altre misure: interventi per la concretezza delle azioni nella pubblica amministrazione e la prevenzione all’assenteismo. Su questo ci sta lavorando il ministro Giulia Bongiorno con il sottosegretario Fantinati e stanno secondo me facendo un ottimo lavoro, perché il tema è molto semplice: i furbetti del cartellino si combattono con una semplicità enorme, basta utilizzare il sistema di impronte digitali e poi una volta che l’hai beccati li sbatti fuori, così la maggior parte delle persone oneste nella pubblica amministrazione la smettono di sentirsi sempre derisi per colpa di qualche furbetto che fa così.

GIOCO D’AZZARDO
C’è poi la delega del riordino del settore dei giochi, il gioco d’azzardo. Noi col Decreto Dignità abbiamo abolito la pubblicità, ma adesso bisogna togliere tutti i centri slot da vicino le scuole, da vicino i parchi pubblici, dalle zone dove ci sono i bambini, le famiglie. Meno ne facciamo di questi centri slot e meglio è: il 2018 sarà l’anno in cui queste cose le faremo sul gioco d’azzardo.

ABOLIZIONE 400 LEGGI
La riforma del codice del lavoro: io ve l’ho detto, dovevamo abolire 400 leggi, non l’ho dimenticata quella promessa. Iniziamo da 240 leggi e facciamo un unico codice che le contiene tutte, così che i lavoratori e gli imprenditori possano d’ora in poi consultare un codice e sapere che cosa dice la legge che riguarda i loro problemi.

INVESTIMENTI (REDDITO CITTADINANZA/QUOTA 100/SPAZZACORROTTI)
Ma non è tutto, perché oltre al reddito, oltre alla riforma Fornero, si parla di corruzione a pagina 67, con la legge Spazza Corrotti, quella che sta portando avanti il nostro Bonafede e che è importantissima perché anche un recupero economico. Questo è un Paese che perde decine di miliardi di euro l’anno per la corruzione: questi soldi ci consentiranno di fare nuovi investimenti. A pagina 71 si parla di investimenti: che cosa significa investimenti? Prima di tutto reddito di cittadinanza e la lotta alla legge Fornero sono un investimento. Noi col reddito di cittadinanza investiamo in capitale umano e con “Quota 100” mandiamo in pensione persone che ne avevano diritto e investiamo di nuovo in capitale umano, liberiamo posti di lavoro che i centri per l’impiego potranno riformare e reinserire lavorativamente. Quanto ci vorrà per fare questo? Il superamento della legge Fornero e la Quota 100 partono l’anno prossimo insieme ai nuovi centri per l’impiego, insieme al reddito di cittadinanza. Reinseriremo persone che oggi non solo non trovano lavoro, ma non hanno neanche le competenze per trovare lavoro, perché a volte non sono stati formati per quello che serve oggi.

ENTI LOCALI
Non dobbiamo dimenticare un’altra cosa: le amministrazioni locali. Dobbiamo ripensare sicuramente le procedure dei vincoli, ma c’è un altro tema: aiutare gli enti locali, gli enti territoriali. Sulla riforma dei centri per l’impiego non rinuncio alle competenze che hanno le regioni: sto cercando di lavorare con tutti gli assessori regionali e il futuro di questo Governo si gioca anche sull’attenzione che avremo per le città, per i comuni, per le regioni, perché facendo così noi trasmettiamo le politiche pubbliche nazionali a livello locale.

COMUNI
Sono veramente orgoglioso del fatto che qualche giorno fa abbiamo sbloccato 2 miliardi di euro per i comuni semplicemente eliminando degli assurdi vincoli di bilancio che non permettevano la spesa. Ora però quella norma vale per i comuni che hanno degli avanzi di bilancio e non potevano spendere (una delle tante assurdità italiane), ma ci sono anche tutta un’altra serie di comuni che non hanno avanzi di bilancio e per questo secondo me si deve aprire un dibattito nella legge di bilancio, si deve inserire questa norma per cui cominciamo a commissariare i debiti dei comuni e allo stesso tempo però è il comune che paga quel debito, non che lo distribuiamo su tutta la fiscalità generale.

MADE IN ITALY/BLOCKCHAIN
A pagina 85 trovate il Made in Italy, che va d’accordo con venture capital e promozione del start up, perché il Made in Italy si protegge con le tecnologie. La contraffazione del Made in Italy, oggi, ha bisogno di una cosa molto semplice, la blockchain. Già in Italia stanno iniziando le prime sperimentazioni: il primo prodotto commerciale tracciato in Italia con la blockchain è un pollo. Vai al supermercato, punti il QR Code e sai perfettamente da dove viene quel pollo ed è certificata dalla tecnologia blockchain, che è come se fosse un notaio che vi dà la certezza dell’autenticità, della provenienza e la tracciabilità di dove è stato allevato, dove è nato e dove poi è stato lavorato. Qui al Mise stiamo per creare un fondo per la blockchain per iniziare le sperimentazioni sul Made in Italy. Quindi il tema delle nuove tecnologie sta nella stessa pagina del Made in italy.

GREEN ECONOMY
Green economy a pagina 87, ovvero tutto il tema dell’economia circolare. Lo dico con profonda emozione perché per noi sono temi che rappresentavano una delle cinque stelle.

SCUOLA
Tutto il tema della scuola: voglio dirlo perché ci sono ragazzi che oggi stanno manifestando, so che ci saranno altre manifestazioni a novembre. Vediamoci! Le porte dei ministeri sono aperte, venite qui e parliamoci, anche nelle prossime settimane, e costruiamo insieme una nuova scuola. Abbiamo un’idea sulla scuola, sull’università, ma prima di tutto dobbiamo avere soldi e risorse per ristrutturare le scuole, rilanciare quelli che sono i programmi didattici, ma soprattutto dare un compenso nella media europea a tutti i docenti italiani. Per questa ragione ci tengo prima di tutto a dire che le manifestazioni si devono sempre fare, ma la cosa che voglio dirvi è che non è vero che tagliamo a scuola e università, questa è una cosa che sta girando da giorni su tutti i giornali e io non voglio che ci dividano i giornali, quindi vediamoci per un confronto anche insieme a tutti gli altri ministri competenti e parliamone. L’unica cosa che facciamo sulla scuola, oltre a tutte le politiche che si aggiungeranno nel corso del lavoro sulla Legge di Bilancio, è che siccome c’erano dei soldi che non si spendevano per l’alternanza scuola-lavoro (le abbiamo viste le foto dell’alternanza scuola-lavoro della Buona Scuola), abbiamo scongiurato l’abbassamento degli stipendi agli insegnanti, che era una cosa che aveva previsto il precedente Governo. E c’è tanto altro da fare anche sull’università, sui baroni universitari, non ce lo dimentichiamo.

DIFESA
E poi ci sono tutte le questioni legate ai cambiamenti climatici e le spese militari. Nella nota di aggiornamento al Def c’è un punto che era nel contratto di Governo e io sono veramente contento di potervi dire che finanzieremo molte delle cose che ho detto anche tagliando un po’ della spesa militare inutile, perché noi ci dobbiamo difendere, abbiamo le tecnologie per creare una nostra struttura di difesa sempre più forte, ma non possiamo dire che tutti i soldi che si spendono sono tutti necessari e infatti ringrazio la ministra Trenta per il lavoro che ha fatto in questi giorni e per aver trovato oltre mezzo miliardo da tagliare alla spesa militare, ed è solo l’inizio.

BANCA INVESTIMENTI/TARANTO
Sono state poi aggiunte altre due cose alla nota di aggiornamento al Def, che sono due cose importantissime per noi come Movimento 5 Stelle: la banca pubblica degli investimenti (banca per gli investimenti che prevede il coinvolgimento di Banca d’Italia e Cassa Depositi e Prestiti al fine di gestire ed erogare direttamente incentivi e finanziamenti all’economia reale) e poi la riconversione economica di Taranto. C’è una proposta che verrà portata avanti nei prossimi mesi che riguarda Taranto: io l’ho promesso ai cittadini, che hanno il diritto di tornare a respirare, l’economia di quella città deve rilanciarsi e non l’ho dimenticato.

DECRETO EMERGENZE
Oltre a questo ci sono altri due decreti che si stanno discutendo in Parlamento: il Decreto Emergenze, il cosiddetto Decreto Genova (ma non c’è solo Genova), in cui ci sono i terremotati di Ischia, che finalmente hanno avuto un decreto dopo un anno e mezzo senza che nessuno li avesse considerati. C’è la norma sulla Bekaert, l’azienda che se n’è andata in Romania e ha lasciato 300 famiglie in mezzo alla strada: abbiamo fatto la reintroduzione della cassa integrazione per cessazione (che la sinistra aveva tagliato) e adesso hanno un anno di tempo, in modo tale che noi possiamo trovare un altro proprietario ma loro non finiscono in mezzo ad una strada. Ci sono le norme per il terremoto del centro Italia e tutto quello che poi abbiamo aggiunto durante la discussione, e nel Decreto Emergenza c’è una novità che riguarda gli sfollati di Genova. Sono quelli più colpiti dal crollo del ponte Morandi, avevano le case al di sotto del ponte, e questo ovviamente ha reso inagibili le loro case. Pensate che queste persone, per chi non conoscesse a fondo la situazione, non ci possono ancora rientrare neanche a prendere i propri oggetti personali. Queste persone, come promesso, entro l’anno avranno diritto a un risarcimento per comprarsi una nuova casa: è inutile che le rimandiamo nelle sistemazioni provvisorie. Inoltre le aziende della “zona rossa” hanno diritto alla cassa integrazione perché questo non è un semplice ponte, era una cerniera di una regione: quindi cassa integrazione per le aziende della zona rossa e risarcimenti alle famiglie, in tutto oltre 70 milioni di euro che permetteranno alle famiglie di comprare una nuova casa.

DECRETO SICUREZZA
Poi c’è anche un’altra questione che riguarda il Decreto Sicurezza: abbiamo sempre detto che per combattere il business dell’immigrazione si doveva chiedere conto dei soldi che si spendevano. Ebbene, nel Decreto Sicurezza entrerà un emendamento del Movimento 5 Stelle che dice che d’ora in poi cooperative, alberghi e società di palazzinari dovranno rendicontare fino all’ultimo centesimo i soldi che prendono. Un po’ alla volta capiremo dove vanno a finire tutti i soldi della gestione dell’immigrazione.

TARGHE AUTO
Poi c’è anche un’altra norma che stiamo inserendo in un altro emendamento: l’abuso di targhe straniere nelle zone d’Italia dove ci sono particolari costi per le polizze assicurative. C’è qualcuno che paga una polizza diversa. Presto metteremo mano anche a questo, perché dobbiamo abbassare le tariffe in alcune zone perché come sempre c’è l’onesto e c’è sempre il furbo, cioè quello che utilizza le targhe straniere per pagare di meno.

ENERGIA
C’è anche un’altra bella notizia: il gestore servizi energetici ha un nuovo amministratore delegato. Voi dovete pensare che il GSE non vi dice nulla, ma gestisce oltre 10 miliardi di euro di incentivi per l’energia. Che cosa significa? Che come sposti quegli incentivi aiuti le aziende ad abbassare i costi energetici, aiuti le famiglie a pagare meno le bollette elettriche, ma soprattutto stimoli dei processi virtuosi. Il professor Moneta è il nuovo amministratore delegato del Gestore Servizi Energetici, una persona che ha dedicato tutta la sua vita all’efficienza energetica e possiamo finalmente iniziare ad attuare quella che noi chiamiamo democrazia energetica.

ELEZIONI PULITE
Infine ieri è passata alla Camera una proposta di legge che si chiama Elezioni Pulite: è fantastica, perché attraverso questa legge combattiamo una volta per tutte il voto di scambio, le cabine diventano trasparenti, urne trasparenti, quindi non vedremo più quello che fotografa la scheda elettorale (che altrimenti gli si annulla il voto) e lo si denuncia. E poi gli scrutatori presi prima di tutto tra i disoccupati e a rotazione, così non ci sono sempre le stesse persone a fare gli scrutatori. Questo è un tema che ritorna spesso in alcune aree d’Italia.

Stasera sarò a Ivrea e poi ci vediamo il weekend prossimo a Italia 5 Stelle, non ve lo dimenticate perché lì come sempre ogni anno raccontiamo che cosa abbiamo fatto, però questa volta lo possiamo raccontare stando al Governo. Poi incrociamo le dita, che la settimana che sta per iniziare da lunedì è anche la settimana in cui si tagliano i vitalizi agli ex senatori (dopo che l’abbiamo fatto per i deputati).

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Quella convenzione cucita su misura per Autostrade

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Quella convenzione cucita su misura per Autostrade

di Mattia Fantinati e Danilo Toninelli

Il Pd già sapeva! Già sapevano che la convenzione di Autostrade era una truffa per i cittadini. Sapevano tutto e se ne sono infischiati, tanto pagavano i contribuenti! Lo dimostra la relazione della Ragioneria dello Stato che oggi pubblichiamo. In questo documento, il ragioniere generale rilevava come la convenzione che il governo aveva “cucito” su misura per Autostrade fosse in contrasto con leggi e regolamenti.

In particolare, era contro ogni logica l’idea che, in caso di revoca o comunque di decadenza per una grave inadempienza di Autostrade, lo Stato dovesse comunque pagare una sorta di penale fino a coprire i presunti utili incassati dal gestore per tutti gli anni futuri della concessione.

Tale penale si configurava come risarcimento da mancato guadagno, quando normalmente è il privato a dover risarcire, in caso di inadempimento del concessionario.

La relazione notava come questa follia fosse illegittima e avrebbe avuto conseguenze sia finanziarie sia sui pedaggi pagati dai cittadini.

La verità è che i partiti hanno fatto consapevolmente un favore ad Autostrade. Confezionando una concessione capestro, dalla quale fosse impossibile recedere anche per inadempienza del privato, salvo pagare penali assurde. Penali illegittime, che Autostrade e i suoi amici hanno utilizzato contro il governo per indurci a non tagliarli fuori dalla ricostruzione del Ponte Morandi.

E il Pd, erede di quel governo Prodi a cui la Ragioneria dello Stato aveva allora scritto, ha avuto la faccia tosta anche di accusarci di violare la legge perché vogliamo togliere la concessione ad Autostrade dopo la strage di Genova. Quando proprio loro avevano approvato una concessione piena zeppa di regole illegittime. E ne erano consapevoli.

Per fortuna dell’Italia, non ci siamo fatti bloccare dalle loro minacce, perché anteponiamo l’interesse dei cittadini a quello dei potentati economici che i governi della Casta hanno favorito.

Le nostre decisioni erano corrette, legali. Nonostante abbiano cercato di bloccarci con cavilli adottati in spregio delle leggi. I cittadini hanno capito chi rispetta le regole e chi le manipola per interessi di parte.

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Promessa mantenuta: #Byebyevitalizi anche al Senato

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Promessa mantenuta: #Byebyevitalizi anche al Senato

di MoVimento 5 Stelle

Ce l’abbiamo fatta, abbiamo tagliato i vitalizi anche al Senato! È un momento storico perché finalmente diciamo addio a questo odioso privilegio che la Casta si è autoassegnata agli albori della Repubblica e a cui nessuno ha mai avuto il coraggio ma soprattutto la volontà politica di mettere mano.

Non certo noi del MoVimento 5 Stelle, che fin dal primo giorno in Parlamento abbiamo dichiarato guerra a sprechi e privilegi accumulati da chi in questi anni ha messo davanti a quelli dei cittadini i propri interessi di bottega. Oggi crolla il muro che separava la politica e le istituzioni dalla gente.

Per quanto tempo la rabbia dei cittadini è rimasta inascoltata? Mentre le riforme delle pensioni si susseguivano, peggiorando sempre di più la condizione di chi ha lavorato una vita e impendendo ai giovani di trovare una occupazione, i politici continuavano a incassare ricchi assegni per nulla giustificati dai contributi che avevano versato. Ecco perché abbiamo deciso, ora che siamo al Governo del Paese, che era arrivato il momento di dire basta ristabilendo equità e giustizia sociale. Due valori che la vecchia politica aveva dimenticato.

Da gennaio questi signori incasseranno in base a quello che hanno versato. Funziona così per gli altri cittadini, quelli che non sono passati per qualche anno dai Palazzi di Camera e Senato e sarà così anche per gli ex parlamentari. Con il taglio dei vitalizi risparmieremo 56 milioni di euro all’anno tra Camera e Senato, 280 a legislatura. Soldi che non finiranno più nelle tasche degli ex parlamentari, ma nelle vostre.

Per l’ennesima volta in pochi mesi, siamo passati dalle parole ai fatti. Questo per noi vuol dire cambiamento.

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Roma? Se mi ricandido a sindaco sputatemi in faccia”

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Ricandidarmi a sindaco di Roma?

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Si vota tra due anni, quindi c’è ancora tempo. Ma non mi ricandiderò sicuramente. Se lo farò, sputatemi in faccia”. Così, ai microfoni de L’Italia s’è desta,su Radio Cusano Campus, risponde il deputato Pd, Roberto Giachetti, a una domanda su una sua futura presentazione alle elezioni amministrative capitoline. E puntualizza: “L’esperienza di candidato è stata intensissima, ma devastante sul piano umano e anche politico. C’è un grande dispendio di energie e soprattutto diventi ricettacolo di tutta una serie di cose drammatiche, che, una volta che ti rimangono dentro, ti segnano. Penso che per poter affrontare i problemi di Roma, e per di più così come ce li lascerà la Raggi” – continua – “ci vogliano una energia e una forza che io sicuramente non ho. È meglio candidare qualcuno magari più vincente di me. Quando ci metti la faccia, conta poco il tuo retroterra. Contano chi piglia lo schiaffo e chi non lo piglia. Siccome lo schiaffo l’ho preso io, si accomodi qulacun altro. Scuola romanista? Sì, e infatti c’ho il libro di Totti davanti a me”. Giachetti spiega l’iniziativa che si terrà questa sera a Roma al ristorante Titta, dove leggerà i curriculum di Luigi Di Maio e di Matteo Salvini: “Non sarà molto impegnativo perché le bozze che ho avuto non sono lunghissime. Ho scoperto molte cose dai curriculum: ad esempio, Salvini è arrivato a pochi esami dalla laurea, ma non si è laureato. Ho scoperto anche che aveva presentato una propria lista al Parlamento Padano,‘Comunisti per la Padania’, che non era esattamente conforme alle politiche che il leader della Lega sta portando avanti adesso”. E aggiunge: “Il cv di Di Maio è un po’ più breve di quello di Salvini, ma è anche vero che lui è più giovane, ha 32 anni e Salvini ne ha 45. E’ una cazzata dire che la sinistra snob prende in giro per i curriculumQuando è uscita la polemica su Di Maio, l’ho sempre difeso, perché le qualità di una persona che fa politica non sono direttamente legate al suo cv o ai suoi studi universitari o alla sua laurea o meno. La storia politica del nostro Paese è piena di esempi in tal senso. Ci sono persone che hanno dimostrato grandi capacità, pur non essendo laureati e non avendo alle spalle grandi lavori. Quindi, trovo sbagliato attaccare una persona perché non è laureata. Se volete, ho un conflitto d’interesse perché non sono laureato neanch’io”.
Il parlamentare dem, poi, si pronuncia sul successo attuale di Lega e M5s: “Se io avessi fatto una campagna elettorale dicendo che voglio regalare a tutti gli italiani 10 milioni al mese, una Ferrari e 3 mesi di vacanza, magari avrei preso il 60% . Io rimango della convinzione che la politica non debba farsi trascinare dai sentimenti e dalle attese del popolo, ma debba indicare una strada per il bene del Paese, anche a costo di fare scelte impopolari. Noi siamo in una fase in cui abbiamo una propaganda elettorale che va avanti da anni e continua ad andare avanti anche adesso”.
Riguardo al candidato segretario Pd, Nicola Zingaretti, Giachetti è tranchant: “La sua volontà di dialogo col M5s? Zingaretti ricade nell’errore in cui cadono molti, e cioè quello di rapportarsi e misurare ciò che si deve e non si deve fare in ragione delle classi dirigenti. Dobbiamo recuperare un voto perso, che sicuramente in parte è andato al M5s, in parte è andato al non voto e in parte addirittura è andato alla Lega. E questo lo si fa, non proponendo alleanze che tra l’altro ci vedrebbero subalterni, perché i numeri sono quelli, ma mettendo in campo politiche che restituiscano al Pd battaglie su determinati valori e ideali che sono nelle nostre corde e nella nostra storia”. E aggiunge: “Congresso? Chissà se mai l’avremo, io sono in sciopero della fame, lo proseguirò anche stasera nonostante sia invitato ad un evento in un ristorante. Mi sono fatto la convinzione, vedendo quello che hanno messo in campo col contratto di governo, che i vertici del M5s siano più a destra di Salvini e della Lega. Di questo dovrebbero tenere conto anche gli elettori del M5s, che li hanno votati perché delusi dalla sinistra”.

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