Cittadini-vigili con l’app per segnalare le infrazioni in tempo reale

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Da oggi – potenzialmente – ci sono molti più occhi a vigilare sul rispetto delle regole di convivenza civile – e non solo – in città. È stato infatti rilasciato un importante aggiornamento dell’applicazione per smartphone San Salvo Intercity che prevede la possibilità di inviare segnalazioni alle forze dell’ordine con un semplice click.

Nel menù principale è stata infatti inserita la sezione Sicurezza. Accedendovi si trovano i collegamenti per chiamare velocemente i carabinieri, la Polizia municipale o direttamente il comandante di quest’ultima, Saverio Di Fiore.

La novità più importante è però un’altra. È infatti possibile – tramite il tasto Segnala con una foto – scattare foto e inviare le segnalazioni di qualcosa che non va ai vigili urbani. Gli scatti saranno ricevuti in tempo reale dal Comando che potranno così venire prima a conoscenza di infrazioni al codice della strada, atti contro il patrimonio pubblico e l’ambiente ecc.
La nuova funzione dell’app invita dunque i cittadini a diventare parte attiva nella vigilanza del territorio avvalendosi di un mezzo veloce come lo smartphone.

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Manovra 2019: nuove misure

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Che cosa cambia con gli emendamenti alla manovra e le modifiche al decreto fiscale: sanatoria ridotta, bonus bebè, proroga superammortamento, mini Ires sulla ricerca.

Arriva una pioggia di emendamenti alla legge di Bilancio 2019: prorogato e maggiorato il bonus bebè, prorogato il superammortamento per beni strumentali sino a 516 euro, mini Ires del 15% estesa alla ricerca, esclusione dall’Irap per alcune categorie di contribuenti. Gli emendamenti, però, non sempre determinano una disciplina di miglior favore per i cittadini e le imprese: è stata proposta, ad esempio, la cosiddetta sugar tax, la tassa sullo zucchero, che determinerà, una volta operativa, un aumento dei prezzi delle bibite gassate zuccherate.

Per quanto riguarda il decreto fiscale, è stata ridotta la portata della sanatoria: in particolare, non ci sarà più la dichiarazione integrativa che consentiva di sanare gli imponibili non dichiarati fino a 100mila euro.

Sul fronte pensioni e sussidi, quota 100 e reddito e cittadinanza restano fuori dalla legge di Bilancio 2019 (nella legge è comunque previsto lo stanziamento dei fondi per questi due interventi), e dovranno essere approvati con una legge successiva, il cosiddetto “pacchetto previdenza”. Nel pacchetto previdenza sarà sicuramente prevista anche la proroga dell’opzione donna e dell’Ape sociale.

Ma procediamo per ordine e facciamo il punto sulla manovra 2019: nuove misure, che cosa cambia in ambito fiscale e previdenziale.

Niente Irap per ricavi sino a 100mila euro

In base a un recente emendamento alla legge di Bilancio 2019, saranno esclusi dall’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive, i contribuenti con ricavi fino a 100mila euro, compresi coloro che non sceglieranno il nuovo regime forfettario (la cosiddetta nuova flat tax) pur avendo ricavi inferiori a 65mila euro.

Attenzione, però: per essere esclusi dall’Irap non basterà avere un volume di ricavi inferiore a 100mila euro, ma bisognerà anche soddisfare, congiuntamente, i seguenti requisiti:

  • acquisto di beni strumentali in misura non superiore al 50% dei compensi percepiti;
  • effettuazione di consulenze a terzi in misura non superiore al 50% dei compensi percepiti;
  • avere in organico al massimo un impiegato a tempo pieno, o due impiegati  part time.

Niente flat tax sulla dichiarazione integrativa

Addio alla sanatoria con dichiarazione integrativa. In base alle recenti modifiche del decreto fiscale, non sarà più possibile inviare una dichiarazione integrativa con la quale far emergere gli importi non inseriti nei modelli Redditi, Unico o 730 relativi agli ultimi anni, sino al 2017, pagando un’imposta ridotta (flat tax) del 20%. Per approfondire: Pace fiscale e pace contributiva.
Insieme alla dichiarazione integrativa salta anche (ma solo per adesso) l’inasprimento delle pene per gli evasori fiscali sulle norme che prevedevano il carcere. Questo punto dovrebbe essere rimandato ad un futuro ed apposito disegno di legge.

Super ammortamento per l’acquisto di beni strumentali

Prorogati al 2019 i super ammortamenti del 130%, che consentono di dedurre i beni strumentali acquistati con una maggiorazione del 30%. I beni strumentali agevolati, però, saranno soltanto quelli con un costo inferiore a 516 euro.

Mini Ires ricerca e sviluppo

Per gli utili investiti in ricerca e sviluppo le società potranno beneficiare di un’Ires ridotta al 15%, che va ad aggiungersi alla mini Ires prevista per le nuove assunzioni. In pratica, per le imprese che investono in beni strumentali e che effettuano nuove assunzioni è prevista la riduzione di nove punti dell’aliquota Ires ordinaria, pari al 24%, che nel rispetto dei requisiti per l’accesso al beneficio sarà fissata nella misura del 15%.

Bonus bebè prorogato e maggiorato

Il bonus bebè, per i nati dal 2019, sarà prorogato e rafforzato: consisterà, come previsto per il 2018, in un contributo riconosciuto mensilmente ai genitori con figli minori di 1 anno. L’ammontare del bonus 2019 sarà pari a:

  • 80 euro mensili, per ogni figlio minore di  un anno, per le famiglie il cui Isee (l’indicatore della situazione economica della famiglia) non supera 25mila euro;
  • 160 euro, per ogni figlio minore di un anno, per le famiglie il cui Isee (l’indicatore della situazione economica della famiglia) non supera 7mila euro.

Per ogni figlio successivo al primo, il bonus sarà maggiorato del 20%.

Anche per il 2019, i requisiti richiesti ai genitori saranno:

  • cittadinanza italiana, di uno Stato europeo o di uno Stato extraeuropeo con regolare permesso di soggiorno;
  • residenza in Italia;
  • convivenza con il figlio;
  • nucleo familiare in possesso di un reddito ai fini Isee non superiore a 25mila euro annui, per tutta la durata dell’assegno.

L’incentivo sarà corrisposto, sotto forma di assegno, a partire dal giorno di nascita o di ingresso del figlio nella famiglia (in caso di adozione o di affido preadottivo) e fino al compimento del primo anno di età o al primo anno dall’ingresso nel nucleo (o, se precedente, al compimento della maggiore età).

Voucher babysitter 

Il voucher babysitter, un intervento introdotto anni fa dalla legge Fornero di riforma del mercato del lavoro [1], sarà rifinanziato: si tratta di un contributo riconosciuto dall’Inps alle madri lavoratrici che si trovano negli 11 mesi successivi al congedo obbligatorio di maternità, se rinunciano, almeno in parte, al congedo parentale (o maternità facoltativa).

Il contributo può essere erogato, per un massimo di 6 mesi (3 mesi per le autonome), sotto forma di buoni lavoro, ora libretto famiglia, per il pagamento della babysitter o utilizzato per pagare la retta dell’asilo nido (in questo caso, l’Inps paga direttamente l’asilo prescelto, che deve essere convenzionato con l’istituto): in entrambi i casi, il suo valore è di 600 euro mensili.

In pratica, la lavoratrice, anziché fruire del congedo parentale (o maternità facoltativa) domanda all’Inps un contributo per pagare la retta mensile dell’asilo nido del bambino, oppure richiede i buoni lavoro (ora il libretto famiglia) per pagare la babysitter.

Le altre misure per la famiglia

Per quanto riguarda le altre misure già esistenti a favore delle famiglie, come il premio nascita e il buono nido, sono state quasi tutte rifinanziate nella legge di Bilancio 2019. Per approfondire: Bonus famiglia 2019.

Reddito di cittadinanza 2019

Il reddito di cittadinanza non entrerà direttamente in vigore con la legge di Bilancio 2019, nella quale sono soltanto stanziati i fondi per l’intervento, ma con una successiva legge che sarà emanata per fine dicembre, il cosiddetto pacchetto previdenza. Il sussidio dovrebbe poi diventare operativo da marzo 2019, mentre la pensione di cittadinanza, cioè il reddito di cittadinanza riservato a chi ha una pensione bassa e un reddito familiare al di sotto di determinate soglie, partirà da gennaio 2019. Ricordiamo che la misura consiste in una prestazione economica mensile, esentasse, accreditata a favore di coloro che possiedono un reddito sotto la soglia di povertà.

È considerato al di sotto della soglia di povertà ai fini del reddito di cittadinanza chi possiede un reddito inferiore ai 780 euro mensili, in caso di nucleo familiare con un solo componente: questa è la soglia di povertà come definita da Eurostat nel 2014. In base ai dati 2016, la soglia di povertà è passata a 812 euro, ma le attuali proposte di legge prevedono l’integrazione del reddito sino a 780 euro al mese.

L’indicatore Isee della famiglia (si tratta, in pratica, di un indice che “misura la ricchezza delle famiglie”) richiesto per il diritto al sussidio dovrebbe ammontare, in base a quanto reso noto sinora, a 9.360 euro.

La prestazione dovrebbe essere erogata con una carta acquisti, una sorta di bancomat, che consentirà di pagare le utenze e l’acquisto di beni di prima necessità.

Pensione quota 100 e le altre misure previdenziali

Col pacchetto previdenza entreranno in vigore altre misure molto attese in materia di pensioni:

  • la pensione quota 100, che potrà essere ottenuta quando la quota, cioè la somma dell’età e degli anni di contributi, è almeno pari a 100, con un’età minima di 62 anni ed un minimo di 38 anni di versamenti;
  • la pensione opzione donna, che potrà essere ottenuta dalle lavoratrici con 58 anni di età (59 se autonome) e 35 di contributi, in cambio del ricalcolo contributivo dell’assegno;
  • la proroga dell’Ape sociale;
  • la pace contributiva, che consentirà di riscattare i periodi non contribuiti dal 1996, senza dover pagare sanzioni e interessi.

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L’Italia è sotto attacco

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Credo che chiunque abbia avuto a che fare con lo studio del sistema finanziario se lo sarebbe aspettato. Io, da parlamentare, mi sono occupato della “Bancocrazia”, la forma più moderna di Stato totalitario, e onestamente me l’aspettavo. Il problema, lo ripeto, non è il deficit al 2,4%, o il reddito di cittadinanza, o il superamento della legge Fornero. Il problema è che per la prima volta si è deciso di tirare fuori denari per ripristinare alcuni diritti economici e sociali dei cittadini e non per garantire le solite entrate alle banche d’affari. E se tale scelta politica dovesse per di più produrre un aumento del PIL e un conseguente abbassamento del deficit per tutti coloro che hanno obbligato gli Stati sovrani a tagliare la spesa pubblica, a privatizzare i loro gioielli, a mettere le mani sui diritti dei lavoratori o sulle pensioni gli si metterebbe male.

L’Italia, salvo rare eccezioni, non è mai stato, storicamente, un paese di ribelli. Tuttavia una ribellione democratica e di partecipazione è necessaria. E tale ribellione passa indubbiamente attraverso una campagna di informazione necessaria per far capire ai cittadini che senza il loro supporto nessun governo, sia esso di destra, di sinistra, di centro o populista, avrà mai le mani libere per potere realizzare, autonomamente, le proprie politiche.

Chi è di destra avrà idee di destra. Ebbene sappiano costoro che senza un briciolo di sovranità finanziaria tali idee non potranno mai vedere la loro concretizzazione. Ai compagni, quelli veri, se ancora ci sono, dico che i loro rappresentanti dentro o fuori le Istituzioni, negli ultimi 25 anni, si sono piegati. Hanno studiato più lo spread che le condizioni di vita nelle periferie. A questo punto il Popolo italiano deve assumersi le proprie responsabilità. Votare non basta, l’avete visto, provano in ogni modo a rendere l’esercizio del voto un’attività pressoché inutile. Il Popolo italiano ha il dovere di difendere non la politica di Salvini o del Movimento o del PD o della sinistra antagonista ma il sacrosanto diritto di un Parlamento e di un governo ad esser sovrani e a rispondere delle loro scelte di fronte al Popolo stesso, non di fronte ad organismi internazionali che ambiscono, da decenni, alla privatizzazione delle società.

Sarà un caso ma l’escalation di attacchi nei confronti dell’Italia è partita dall’annuncio della possibile nazionalizzazione delle autostrade. Nazionalizzazione che va portata a termine, per quanto mi riguarda, il prima possibile. E’ indispensabile che il governo oggi sia unito e che le opposizioni, che hanno il diritto a contrastare la maggioranza, capiscano che qui non è in gioco il destino di un governo ma la speranza che milioni di cittadini ancora hanno nei confronti della politica la quale deve ribadire il suo primato rispetto alla grande finanza.

Io ritengo di aver fatto la mia parte durante i 5 anni da parlamentare. Ovviamente, qualora fosse richiesto, sento il dovere di mettermi al servizio di una battaglia di civiltà che si può vincere solo a colpi di informazione! Vanno spiegati i conflitti di interesse tra le agenzie di rating e i grandi istituti finanziari. Va spiegato il perché una politica che intende rendere di nuovo pubblici determinati asset strategici sia così contrastata a Bruxelles. Vanno informati i cittadini dei legami tra banche d’affari e pezzi grossi dei passati governi o della commissione europea. Le battaglie si possono vincere o perdere. Certamente si perdono se ci si lascia intimorire da minacce sempre meno velate da parte di chi, sulla privatizzazione dei diritti ha costruito il suo impero. Coraggio!

f.to Alessandro Di Battista

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LA CAROVANA DEI MIGRANTI HONDUREGNI E ALTRO…

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Vi racconto una storia. C’è un Paese ricco, ma proprio ricco. Ha moltissimi fiumi, montagne, campi fertili. Non ci vivono neppure troppe persone. Avrebbe tutto per garantire una vita degna alla sua popolazione. Eppure, da decenni ormai, la gente se ne va. Oggi, tra l’altro, le persone hanno deciso di organizzarsi in vere e proprie carovane. Si danno appuntamento via whatsapp e partono in migliaia. Superano il confine con il Guatemala, poi entrano in Messico e da lì risalgono fino agli Stati Uniti. Pare che al confine con gli USA incontreranno migliaia di soldati ma non gli importa. Ci provano. E comunque, nonostante tutti i disagi possibili e immaginabili che si possono avere nel percorrere migliaia di km a piedi con bambini in braccio, meglio questa carovana dei “bordos” di San Pedro Sula o delle bidonville di Tegucigalpa.

Anche prima delle carovane gli honduregni partivano direzione USA. Qualcuno lo faceva per conto proprio ma la maggior parte affidandosi a un coyote, un intermediario, un trafficante di uomini per intenderci. Costo? Tra i 7000 e gli 8000 dollari. Questi denari mica se li prende tutti il coyote. Figuriamoci, il cammino dei migranti in Messico lo gestisce il narcotraffico e i narcos vanno pagati bene altrimenti si sa quel che potrebbe succedere. Con questo denaro i narcos, oltre a corrompere poliziotti, soldati, oltre a rendere felici alcuni banchieri del primo mondo, foraggiano le bande criminali honduregne o salvadoregne. Qui le chiamano pandillas o maras e controllano i quartieri popolari. Comandano loro. L’estorsione è la normalità, è un’“imposta di guerra” perché le maras sono in guerra tra loro. La Salvatrucha contro la Mara 18 e in mezzo c’è la povera gente che se non collabora muore, se parla muore, se alza la testa muore, se al contrario collabora rischia di essere ammazzata dalla banda rivale.

La povertà è la miglior benzina per la violenza. Nei “bordos”, ovvero le baraccopoli ai lati dei fiumi di San Pedro Sula, la miseria è disarmante. Si vive in mezzo alla mondezza senza nulla di nulla. Poi arriva un tizio in moto e promette a un bambino di 11, 12 anni qualche banconota in cambio di un lavoretto. Si inizia con lavori semplici, si inizia a fare le vedette davanti ai quartieri controllati. Basta avvisare chi di dovere se entra qualcuno e il gioco è fatto. I bambini accettano, hanno solo un desiderio, comprarsi un paio di scarpe o magari fare un regalo alla mamma perché la vedono disperata la mamma, sempre disperata perché non riesce a mettere su 3 pasti al giorno per i suoi figli. Questa è la situazione.

Ma non è tutto. Nel 2009 successe una cosa che pochi giornali italiani riportarono. Il premio Nobel per la pace Obama, quello buono e bravo perché afroamericano, insieme all’idolo del centro-sinistra nostrano e del gruppo l’Espresso Hillary Clinton, avallarono un colpo di stato militare contro il Presidente legittimamente eletto dell’Honduras Manuel Zelaya. Zelaya (un moderato, non certo un comunista) aveva osato guardarsi intorno per comprare petrolio ad un prezzo più basso rispetto a quello imposto dai soliti colossi e soprattutto aveva rifiutato le ricette imposte dal Fondo Monetario Internazionale. L’FMI fa una cosa molto semplice. Viene da te e ti propone un prestito. In realtà si incazza anche se non lo accetti e se si incazza l’FMI sono dolori. Ad ogni modo se invece decidi di accettarlo ti impone cambi strutturali alla tua società: abbassamenti salariali, taglio alle pensioni, privatizzazioni su privatizzazioni. Intendiamoci, mica lo fanno solo nel sud del mondo. In Grecia hanno fatto la stessa cosa, in Italia anche. La legge Fornero da dove viene secondo voi?
Ebbene questo signore, Manuel Zelaya, si è rifiutato di obbedire a certi ordini. Risultato? I militari gli sono entrati in casa di notte, l’hanno catturato, messo su un aereo e spedito in Costa Rica. Zelaya (un moderato, non certo un comunista) aveva anche alzato il reddito minimo. Dal 2009 ad oggi l’Honduras è sprofondato in una crisi senza precedenti dal punto di vista sociale e di insicurezza. Ai semafori delle strade le mamme ti fermano per chiederti di comprargli i chiodi o un po’ di gesso per la frattura di un figlio. I pochi ospedali pubblici mica ce li hanno i chiodi. Ma i fast-food spuntano dovunque, nascono nuovi ricchi sempre più ricchi dalla distruzione di tutto ciò che è pubblico per la felicità del FMI. La droga circola ovunque, rimediare un kalashnikov è un gioco da ragazzi e la gente fugge. E vorrei vedere!

Se io vivessi nei quartieri che ho visitato con il rischio ma direi quasi la certezza di vedere prima o poi mio figlio in una banda criminale io non avrei dubbi. Mi informerei sulla partenza della prossima carovana e andrei con loro. E credetemi, andrebbe con loro anche il primo degli xenofobi nostrani. Con questo che voglio dire che vanno buttate giù le frontiere e favorita l’entrata di chiunque fugga dal proprio Paese? Figuriamoci. E’ un dovere di uno Stato serio difendere le proprie frontiere e gestire i flussi migratori. Ci mancherebbe altro. Ma è un dovere anche accendere il cervello quando si parla di immigrazione.
Se non si interviene sulle cause, se non si comprende chi e cosa generano i fenomeni migratori non se ne esce. E non basteranno neppure 15.000 soldati mandati da Trump al confine con il Messico! E la principale causa delle ingiustizie, della violenza, delle povertà è questo dannatissimo neoliberismo dilagante, questo stramaledettissimo libero mercato che libero oltretutto non è, questo strapotere della finanza a livello globale, da Roma a Washington passando per Bruxelles e San Pedro Sula.

Quel che scrivo è frutto di ciò che ho visto, delle persone che ho incontrato. Ho avuto un bel colloquio con Manuel Zelaya oltretutto. Qualcuno adesso dirà un bel “e sti cazzi”. Magari sarà lo stesso che si lamenta dei flussi migratori. Ebbene cerchiamo di ragionare e cerchiamo di comprendere chi sono i veri nemici dello sviluppo dei popoli. Il capolavoro del sistema (anche mediatico) è la guerra tra poveri, è metterci gli uni contro gli altri. Quello stesso sistema mediatico che ha osannato Obama e la Clinton e che magari adesso crocifigge Trump. Io non avrei mai votato Trump se fossi stato nordamericano (avrei votato la leader verde come ho sempre dichiarato) ma se avesse vinto la Clinton oggi il mondo sarebbe molto più insicuro, nuovi colpi di stato sarebbero stati avallati e le bombe sarebbero arrivate copiose su Damasco. Chi non vede tutto questo ha ancora troppe fette di ideologia davanti agli occhi o, semplicemente, legge ancora Repubblica…

f.to Alessandro di Battista

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Domotica: come collegare a internet gli elettrodomestici

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La domotica è la scienza che si occupa delle tecnologie che possono migliorare la tua vita e rendere più semplici tutte le azioni che svolgi tra le mura domestiche. Se decidi di applicare la domotica alla tua casa vuol dire che tutti i tuoi impianti saranno dotati di sensori e di dispositivi elettronici che verranno comandati da un centro unico. Non confonderla con l’Internet delle cose, o Internet degli oggetti, IoT, che, invece, rappresenta la rete di tutti i dispositivi che non sono computer ma che sono connessi a Internet. Vediamo cosa sono IoT e domotica: come collegare a Internet gli elettrodomestici e come utilizzarli per le tue esigenze. Leggi tutto “Domotica: come collegare a internet gli elettrodomestici”

Caserta: malasanità e nomine irregolari nell’Asl con più morti evitabili

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https://www.iene.mediaset.it/video/caserta-malasanita-asl-nomine-irregolari_219061.shtml

Seconda tappa dell’inchiesta di Gaetano Pecoraro sull’Asl di Caserta. Tra dirigenti in sostituzione permanente, ospedali fantasma, sporcizia e Tac troppo vecchie per rilevare un tumore

Continua l’inchiesta di Gaetano Pecoraro sull’Asl di Caserta. Una settimana fa vi abbiamo raccontato la storia del chirurgo Nazario Di Cicco, umanamente distrutto, per aver denunciato 18 anni fa la malasanità nell’Asl di Caserta e in particolare nell’ospedale di Aversa. Siamo andati a parlare con il direttore di un’Asl nei cui ospedali si trovano formiche nei bagni e topi morti. Per lui la situazione non era problematica per una Paese civile.

In questa settimana ci sono arrivati un sacco di filmati che sembrano raccontare il contrario, tra montagne di immondizia e macchinari abbandonati. Gaetano Pecoraro è tornato nel Casertano, partendo da Sessa Aurunca: Tac troppo vecchie e inutilizzabili, sale operatorie nuove ma fuori norma e trasformate in deposito. A Santa Maria Capua Vetere? Nella sala operatoria piove. A Maddaloni entriamo in un ospedale fantasma.

Siamo andati a vedere le qualifiche necessarie per i dirigenti e primari, con tantissime, troppe sostituzioni “permanenti” che da 6 mesi diventano di anni. Tutto questo sfacelo sanitario vede l’Asl di Caserta in testa in Italia nella triste classifica delle morti evitabili nella sanità.

Per capire meglio ci siamo rivolgersi al governatore della Campania e commissario alla Sanità, Vincenzo De Luca, che non ha preso benissimo la visita di Gaetano Pecoraro.

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Quanto costa cambiare gestore

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Una delibera dell’Autorità Garante per le Comunicazioni stabilisce nuove norme per il passaggio da un gestore telefonico a un altro. Niente più costi elevati.
Quanto costa cambiare operatore? Una domanda che ci si pone spesso nel momento in cui si ha un contratto in essere con un gestore telefonico – mobile o fisso, cambia poco – e si vorrebbe cambiare per sfruttare un’offerta più vantaggiosa di un altro operatore. Spesso e volentieri, infatti, vengono applicate delle penali che, nella gran parte dei casi, frenano gli utenti.

Questo, almeno, fino a novembre 2018. Nei primi giorni del mese, infatti, l’Autorità Garante per le Comunicazioni ha emesso una Delibera(la n. 487/18/CONS) con la quale fornisce delle linee guida sulle modalità di dismissione e trasferimento delle utenze nei contratti telefonici. Cosa cambia per chi decide di fare la portabilità da un gestore a un altro? Tutto, o quasi. Da un lato, l’AGCOM riduce sensibilmente i costi per il passaggio; dall’altro non ci saranno costi aggiuntivi derivanti da sconti maturati o rate per il pagamento di accessori. Ma procediamo con ordine.

Come accennato inizialmente, la nuova delibera dell’Autorità Garante stabilisce che gli utenti che vogliono cambiare operatore non saranno più costretti a pagare salatissimi costi di gestione della pratica. Una novità che avrà un suo impatto soprattutto sul mercato della telefonia fissa, ma che farà sentire i suoi effetti anche in quello della telefonia mobile. Fino a oggi (e fino a che la delibera non troverà piena attuazione da parte degli operatori telefonici), infatti, chiunque passasse da un gestore all’altro poteva pagare cifre tra i 40 e i 60 euro, mentre con l’atto regolamentare dell’AGCOM non potrà essere superiore al costo di un canone mensile (solitamente nell’ordine dei 20 o 30 euro per un contratto di telefonia fissa, tendenzialmente più basso per quella mobile). Insomma, cambiare operatore non potrà costare più di quanto pagate di canone fisso mensile.

L’altro cambio sostanziale riguarderà gli sconti di cui gli utenti godono in base a promozioni speciali e la rateizzazione del pagamento di dispositivi e accessori Con l’applicazione della delibera, gli utenti non dovranno più restituire gli sconti goduti nel caso in cui decidano di passare ad altro operatore prima della scadenza del vincolo. Così, ad esempio, se si è goduto di uno sconto pari alla metà del canone per una speciale offerta (abbiamo pagato 17 euro anziché 35, tanto per fare un esempio) il gestore telefonico non potrà più chiedere la restituzione degli sconti passati (nel caso cambiassimo dopo 10 mesi non dovremmo pagare 180 euro “a saldo”). Allo stesso modo, l’utente non dovrà pagare in un’unica soluzione eventuali dispositivi inclusi nell’offerta (come modem router, smartphone, router 4G e così via), ma potrà decidere di continuare il pagamento rateale, così come previsto nel contratto sottoscritto inizialmente.

Modello ricorso al prefetto

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Per contestare le contravvenzioni stradali si può proporre ricorso al prefetto anziché al giudice di pace, utilizzando un apposito modello senza l’assistenza di un avvocato. Leggi tutto “Modello ricorso al prefetto”