16.00 “La resistenza rivendica la sua piena ed esclusiva responsabilità nell’operazione contro Cesarea e nel prendere di mira la casa del criminale di guerra e leader del flagello sionista” Netanyahu. Con queste parole il portavoce di Hezbollah ha rivendicato l’attacco con droni contro la casa del premier israeliano a Cesarea. “Se le nostre mani non ti hanno raggiunto questa volta, tra noi e te ci sono ancora giorni, notte e terreno”, minaccia il comunicato degli sciiti libanese promettendo nuovi attacchi.
15.30 Il Viminale ha dato mandato all’Avvocatura dello Stato di presentare ricorso in Cassazione contro le ordinanze del Tribunale di Roma, che non hanno convalidato il trattenimento dei 12 migranti nel Centro per il rimpatrio in Albania. Il nodo posto dal Viminale è la mancata applicazione della norma italiana sui Paesi sicuri. Per i giudici di Roma i Paesi di provenienza dei migranti,Bangladesh ed Egitto, non sono sicuri “anche alla luce della sentenza della Corte Ue”.
11.15 "Le ricorrenti accuse di politicizzazione ai magistrati che assumono decisioni sgradite alla Politica offendono, prima ancora che magistrati e magistratura, il Paese e il suo assetto democratico". Così la Giunta esecutiva Anm. Se assumesse "decisioni ispirate dalla necessità di collaborare col Governo, facendosi carico delle attese della Politica, la Magistratura tradirebbe il mandato costituzionale". E 16 togati Csm-la maggioranza-chiedono una pratica a tutela dei magistrati romani della sezione migranti.
17.05 Il premier israeliano Netanyahu nell’ incontro col ministro degli Esteri Tajani a Gerusalemme,ha assicurato che l’ esercito israeliano non adotterà ostitilità verso il contingente Unifil nel sud del Libano. Tajani ha ribadito “la ferma condanna per l’attacco” alle sedi italiane. E “ha “assicurato il sostegno al diritto di Israele di difendersi”. Tajani, infine, ha invitato Israele al cessate il fuoco sia a Gaza che in Libano. Netanyahu ha detto che la morte del capo di Hamas Sinwar è un risultato importante ma non ha parlato di tregua.
L’ospedale Al-Sahel, nel sobborgo di Dahieh a Beirut Sud,sta evacuando i pazienti,nel timore di un raid israeliano L’Idf accusa le milizie filo-iraniane di aver nascosto”mezzo miliardo di dollari in banconote e oro” in un bunker situato proprio sotto l’ospedale. “Sono sale operatorie, non abbiamo legami con Hezbollah”,dice il direttore Alameh. Intanto cresce il bilancio dei morti per i raid israeliani nella periferia sud di Beirut. Vicino all’al-Saleh 4 vittime, 13 vicino a un altro ospedale a Jnaj, l’Hariri.
10.48 Nuove manovre militari di Pechino intorno a Taiwan, che la Cina considera parte inalienabile del suo territorio. Per Taipei queste esercitazioni con un numero record di velivoli e unità navali rappresentano una “minaccia” alla stabilità della regione. Le manovre erano state annunciate dalla Cina per la sicurezza di Pingtan, località della provincia del Fujian, nell’est del gigante asiatico.Taiwan parla di “tattiche intimidatorie di Pechino” nello Stretto,dopo il passaggio di navi da guerra di Usa e Canada.
La ragazza qui sotto si chiama Angela Isaac, ha 28 anni, è nigeriana, e ieri (20 Ottobre) ha letteralmente salvato un uomo travolto dall’onda di piena a Catania.
Quando si è accorta di quell’uomo in scooter in balia dell’acqua, Angela non ci ha pensato su un attimo, si è lanciata verso di lui afferrandolo per un braccio e portandolo in salvo.
Il tutto mentre diversi italianissimi passanti patriotticamente filmavano l’intera scena coi cellulari. Senza muovere un dito.
Angela non ha filmato, ha salvato una vita.
Lo ha fatto a rischio della sua.
Lo ha fatto nelle stesse ore in cui Salvini sul Tg1 evocava stupri, rapine e omicidi dei dodici migranti provenienti dall’Albania in quanto tali.
Angela Isaac non è un’eroina.
È semplicemente un essere umano capace di gesti di enorme altruismo e coraggio in un Paese governato da gente che vorrebbe convincervi a odiare stranieri, migranti, extracomunitari.
Una straordinaria lezione civile urlata a qualcuno che non la capirà mai.
Anche solo per questo meriterebbe una medaglia al merito dal Presidente della Repubblica.
Nel dicembre 2015, mentre si trova a Hong Kong, Otto decide di fare un tour di 5 giorni in Corea del Nord, tramite la compagnia Young Pioneer Tours, trascorrendo il capodanno a Pyongyang. Ma il 2 gennaio 2016, mentre aspetta il volo di ritorno nell’aeroporto della capitale, Otto viene arrestato, con l’accusa di aver commesso “atti ostili contro lo stato”, ma nessuna ulteriore informazione viene rilasciata, e di Otto non si sa più nulla.
Il 29 febbraio viene spedito agli Stati Uniti il video di una conferenza stampa, nella quale Otto ammette di aver tentato di rubare un poster di propaganda, da un’area riservata dell’Hotel Yanggakdo, dove aveva alloggiato.
Tale confessione, come sostenuto da molte fonti, potrebbe essere stata estorta. Molti prigionieri che hanno fatto ritorno dalla Corea del Nord hanno ritrattato una volta tornati in patria ma, nel caso di Otto, non né possiamo avere la certezza.
Il 16 marzo Otto Warmbier viene condannato a 15 anni di lavori forzati. Le prove a suo carico comprendevano: la confessione, alcuni testimoni e un video di 2 minuti, a bassa risoluzione, che dovrebbe inchiodare Otto mentre stacca il poster dal muro dell’Hotel.
Il processo durò soltanto un’ora e venne definito dalla Human Right Watch un “processo farsa”. La maggioranza dell’opinione pubblica, americana e non, si schierò dalla parte del ragazzo, considerando la sua incarcerazione un mero pretesto politico.
Di Otto Warmbier non si sa più niente fino a giugno 2017. Gli Stati Uniti comunicano che la Corea del Nord si è detta disposta al rilascio il ragazzo ma che, stando alle dichiarazioni degli stessi funzionari nordcoreani, si troverebbe “in coma da un anno”. Otto avrebbe infatti assunto del botulino alimentare poco dopo la condanna e, da allora, non si sarebbe più svegliato. Nello stesso mese il ragazzo torna negli Stati Uniti. Viene trasportato all’ospedale dell’Università di Cincinnati, dove però i medici non trovano traccia di intossicazione da botulino. Secondo i medici, Otto aveva perso una vasta quantità di tessuto cerebrale in seguito, probabilmente, a un arresto cardiaco.
Su richiesta dei genitori, Otto venne staccato dal tubo dell’alimentazione, morendo 6 giorni dopo il suo ritorno negli Stati Uniti. Il padre, che ha comunicato alla stampa la morte di Otto ha dichiarato:
Quando Otto è tornato a casa, la sera del 13 giugno, non poteva parlare, non poteva vedere e non reagiva ai comandi verbali. Sembrava davvero distrutto – quasi angosciato. Sebbene non abbiamo più potuto sentire la sua voce, nel giro di un giorno abbiamo potuto però notare il cambiamento del suo viso: era in pace”.
Riguardo alla Corea del Nord:
Non c’è alcuna scusa per nessuna nazione civilizzata che abbia tenuto segrete le sue condizioni, e gli ha negato cure mediche di prim’ordine per così tanto tempo
Non ha voluto però esprimersi sulla possibilità che il figlio potesse essere stato vittima di torture.
Il caso si arricchisce di nuovi indizi nel 2018. La famiglia Warmbier cita in giudizio la Corea del Nord per la morte di Otto e vengono condotti nuovi esami sul corpo del ragazzo: emergono una posizione anomala dell’arcatadentale inferiore, compatibile con un forte urto, e una cicatrice sul piede, causata probabilmente da elettro shock. La famiglia ha vinto la causa e il tribunale ha condannato la Corea del Nord al pagamento di 501 milioni di dollari (mai versati).
Un recente articolo del Washington Post ha rivelato che, durante il rilascio, ufficiali nordcoreani hanno presentato un conto di 2 milioni di dollari, per le spese mediche di Otto. Spese che, il governo americano, naturalmente non ha pagato. Dopo l’accaduto gli Stati Uniti hanno reinserito la Corea del Nord nella lista degli “States Sponsor of Terrorism”