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Con l’introduzione della patente digitale nell’app IO, 50.000 italiani accedono al futuro dei documenti virtuali. Poi dal 4 dicembre il servizio sarà disponibile per tutti, verso un’Europa digitale entro il 2026
Fonte ilgiornale.it
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Tarapia tapioco, la supercazzoola brematurata con scappellamento a destra, come fusse antani.
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Con l’introduzione della patente digitale nell’app IO, 50.000 italiani accedono al futuro dei documenti virtuali. Poi dal 4 dicembre il servizio sarà disponibile per tutti, verso un’Europa digitale entro il 2026
Fonte ilgiornale.it
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Gentile onorevole Salis, lei non ci ama: qui in redazione lo sappiamo bene, e ce ne siamo fatti una ragione. Quanto a suo papà, che parla e straparla in sua vece (deve trattarsi di un’eccezione rispetto a quello che a sinistra siete soliti definire “patriarcato”), da mesi riempie il nostro giornale di contumelie, con invettive che non riscuotono gran successo sui canali social, e anzi gli procurano una discreta quantità di pesci in faccia.
Ma ognuno si diverte come può e come crede: e non saremo noi liberali a contestare gli intermezzi masochisti di suo padre. Veniamo a cose più serie. Com’è noto, noi contestiamo a lei e ai suoi compagni la teoria (e forse anche la pratica: questo dovrà stabilirlo la giustizia) delle occupazioni illegali e abusive di immobili. E su questo terreno non c’è mediazione possibile tra chi difende la proprietà e chi invece intende occupare beni altrui, pubblici o privati che siano.
C’è però un’altra faccenda che la riguarda, ed è il processo al quale lei è (anzi, sarebbe il caso di dire: sarebbe) sottoposta in Ungheria. Ci mancherebbe: anche per lei deve valere il sacro principio della presunzione di innocenza, nonostante il suo curriculum penale non immacolato e la sua notoria vicinanza a gruppi di estrema sinistra dediti agli scontri in giro per l’Europa con estremisti della parte avversa. Lei è per questo oggetto di gravissime e pesanti accuse a Budapest, per le quali – lo ripetiamo ancora – va considerata innocente fino a sentenza definitiva (…) Clicca qui, registrati gratuitamente su Liberoquotidiano.it e leggi l’editoriale integrale di Daniele Capezzone
Fonte liberoquotidiano.it
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Pensava di fare la solita truffa telefonica, magari chiamando un uomo anziano e ingenuo che sarebbe potuto cadere nella trappola. Invece dall’altra parte del telefono c’era un colonnello dei carabinieri a riposo, Luigi Regni. “Una voce femminile ha cercato di imitare quella di mia figlia diciottenne affermando, piangendo e lamentandosi, di sentirsi malissimo, spiegando di trovarsi ricoverata in ospedale. Poi il telefono è passato di mano e un uomo che si è qualificato come il medico chirurgo”, ha raccontato Regni in un’intervista al Corriere della Sera.
A quel punto il colonnello ha ripensato ai casi simili vissuti durante il suo lavoro di carabiniere, quando si è trovato ad assistere le vittime di truffa: “Ho fatto mente locale alla mia carriera militare durante la quale mi sono occupato diverse volte di questo tipo di reato. In quarant’anni di servizio con i miei uomini ho organizzato parecchi incontri con le persone anziane particolarmente esposte a questo tipo di truffe odiose. E così ho capito. Tra l’altro con mia figlia sono spesso in contatto e sapevo che in quegli stessi momenti stava tornando da scuola col pullman, escludendo quindi che potesse trovarsi in un ospedale”.
Anche se è riuscito a non cadere nell’inganno, Regni oggi ha comunque un rammarico, quello di non essere riuscito a incastrare gli autori della telefonata: “L’anonimo telefonista ad un certo punto ha commesso l’errore di chiedermi l’età di mia figlia. Se fosse stata davvero in quell’ospedale avrebbe avuto i suoi documenti. A quel punto accortosi della gaffe ha chiuso istantaneamente la telefonata”.
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Nel 2023 calo sia degli infortuni che dei decessi sul posto di lavoro. Il report precisa che lo scorso anno si sono registrate oltre 590mila denunce di infortunio, in calo del 16,1% rispetto alle circa 704mila del 2022 (113mila casi in meno) e dell’8,4% rispetto alle quasi 645mila del 2019
Fonte SKY TG24
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Confermato lo stanziamento aggiuntivo per il fondo sanitario nazionale di 2,4 miliardi in più rispetto al 2024 (dei quali 1,3 messi nella manovra). I professionisti decidono per l’astensione contro le misure del governo
Fonte larepubblica.it
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Londra, 23 ott. (askanews) – Non è la parte del mondo più scontata dove cercare una comunità italiana, ma in realtà il Colorado già dal 1850 ha iniziato a ospitare i nostri connazionali, che hanno registrato una crescita via via per numero e negli anni 20 del secolo successivo erano uno su cinque abitanti. A Denver come pure a Pueblo, dove l’acciaieria presso la Colorado Fuel and Iron Co., insieme con il lavoro nei campi e le fonderie, secondo l’organizzazione non-profit Italian Sons & Daughters of America, attirò molti nostri connazionali.”Abbiamo una meravigliosa comunità di italiani in Colorado e ci sono cose semplicemente fantastiche da fare per gli italiani”.A confermarlo Timothy Wolfe, direttore del Colorado Tourism Office ai microfoni di askanews durante la Brand Usa Travel Week a Londra.Il Colorado è dunque una destinazione negli Stati Uniti per approfondire la storia e la cultura del nostro bel paese. Ma anche per cercare una natura unica al mondo con 4 parchi nazionali: “Abbiamo il Parco nazionale delle Montagne Rocciose. Abbiamo le Sand Dunes, che molte persone non conoscono e che sono fondamentalmente una spiaggia senza oceano lungo le montagne, dove fare cose incredibili e folli sulla sabbia, dalla bici allo snowboard. C’è anche la Mesa Verde nella parte meridionale dello stato all’interno di un canyon. E poi abbiamo il Black Canyon of Gunnison. Ma ci sono cose da fare in tutto lo stato. Abbiamo ristoranti stellati Michelin che sono fantastici”.E ancora sorgenti termali ovunque, alcune delle più profonde al mondo. “Quindi, se la vostra avventura è quella di provare qualcosa di nuovo e poi gustare dell’ottimo cibo, il Colorado è il posto che fa per voi”.
Fonte iltempo.it
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Acque mosse in casa di Chiara Ferragni. Dopo il terremoto del pandoro-gate e la fine della storia d’amore con Fedez, l’influencer è chiamata a sostenere la madre Marina Di Guardo, che, stando a quanto filtra, sarebbe tornata single dopo una lunga relazione con il manager inglese Frank Kelcz. L’indiscrezione è stata lanciata in rete da Dagospia, che ha scritto di un addio arrivato come conseguenza diretta di “pressioni e dello stress che Di Guardo sta subendo a causa dell’epilogo del matrimonio della figlia”. Pochi giorni fa il settimanale Oggi aveva rivelato che la coppia stava vivendo un momento di forte crisi, ma le voci non erano state nè smentite nè confermate. Ora il retroscena rimbalza da un sito all’altro con sempre maggiore insistenza. Possibile che le difficoltà della figlia si siano riversate sull’equilibrio della madre? Nessuno può dirlo. Fedez, intanto, è riapparso sui social. Il rapper era scappato dai riflettori e aveva smesso di condividere contenuti con i suoi follower. Per festeggiare il secondo disco di platino di Sexy Shop, il pezzo dell’estate cantato con Emis Killa, Fedez ha pubblicato una storia su Instagram. Ma non solo. In serata ha condiviso anche un video che lo ritraeva sul palco dei Magazzini Generali di Milano insieme a Niky Savage, suo compagno di duetto in Di Caprio. Che cosa sta succedendo in quella che era la famiglia più esposta d’Italia?
Fonte iltempo.it
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Stop alla messa in onda della serie tv “Avetrana-Qui non è Hollywood” su Disney+. La decisione è arrivata dalla sezione civile del Tribunale di Taranto, Antonio Attanasio, che ha accolto il ricorso d’urgenza presentato nei giorni scorsi dal sindaco di Avetrana Antonio Iazzi, con un provvedimento di sospensione cautelare della messa in onda della serie tv sull’omicidio di Sarah Scazzi, prevista dal 25 ottobre. Il primo cittadino, attraverso un pool di legali, chiedeva «la rettifica della denominazione» della serie tv e la sua «sospensione immediata». Il giudice ha fissato l’udienza di comparizione delle parti per il 5 novembre. La serie tv parla dell’omicidio di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana uccisa e gettata in un pozzo il 26 agosto del 2010. All’ergastolo sono state condannate in via definitiva Sabrina Misseri e Cosima Serrano, cugina e zia della vittima, mentre è stato scarcerato nel febbraio scorso dopo aver scontato 8 anni di carcere lo zio, Michele Misseri, accusato di soppressione e occultamento di cadavere. Una volta tornato in libertà, l’uomo ha rilasciato diverse interviste televisive tornando ad autoaccusarsi del delitto, così come fece quando fu arrestato e consentì nell’ottobre di 14 anni fa il ritrovamento del corpo in contrada Mosca. Il sindaco Iazzi, annunciando il ricorso qualche giorno fa, ha sostenuto che la comunità avetranese «ha da sempre cercato di allontanare da sé i tanti pregiudizi dettati dall’omicidio, dal momento che la tragedia destò sgomento nella collettività, interessata da una imponente risonanza mediatica». I legali del Comune avevano sollecitato la sospensione della messa in onda della serie tv perché a loro giudizio risultava «indispensabile visionarla in anteprima al fine di appurare se l’associazione del nome della cittadina all’adattamento cinematografico susciti una portata diffamatoria rappresentandola quale comunità ignorante, retrograda, omertosa, eventualmente dedita alla commissione di crimini efferati di tale portata, contrariamente alla realtà».
Fonte ilmessaggero.it