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Quella che si era manifestata come un’onda alta da domare, adesso rischia di diventare una tempesta perfetta dalla quale è impossibile salvarsi. Sean John Love Combs, conosciuto al mondo come Puff Daddy sta ricevendo accuse su accuse di violenze sessuali che rischiano di travolgerlo definitivamente.
Le presunte aggressioni sarebbero avvenute fra il 2000 e il 2022 a New York, Los Angeles e Las Vegas durante alcuni party che l’artista ha organizzato alla presenza di volti noti dello showbiz. Ora, sembra che l’ex-magnate della musica avrebbe violentato anche una ragazzina di 13 anni. L’accusa è contenuta in una delle nuove cause legali intentate contro di lui e depositate domenica scorsa in un tribunale federale di New York dall’avvocato Tony Buzbee, che rappresenta altre decine di presunte vittime di Daddy. Fatti risalenti a più di 20 anni fa e raccontati dalla vittima, oggi 37enne, la cui identità è rimasta ovviamente avvolta nell’anonimato.
I fatti risalirebbero alla sera del 7 settembre 2000 e la ragazzina si sarebbe sentita “stordita” dopo aver bevuto un drink a un party successivo agli MTV Video Music Awards di quell’anno. A quel punto, l’adolescente sarebbe entrata in una stanza appartata per riposare. Nell’atto di accusa, di 19 pagine, si legge: “Poco dopo, Combs, insieme a una celebrità maschile e una femminile, è entrato nella stanza. Combs si è avvicinato in modo aggressivo alla querelante con uno sguardo folle negli occhi, l’ha afferrata e le ha detto: ‘Sei pronta a fare festa?'”.
Chi sarebbero queste due celebrità, un uomo e una donna, che si sarebbero rese complici di questa atrocità? La sensazione è che, prima o poi, questi nomi verranno fuori. Puff Daddy è stato arrestato a metà Settembre a Manhattan e da quel momento sui social e sulle riviste di gossip statunitensi si è parlato della possibilità di un nuovo #MeToo della musica.
Fonte liberoquotidiano.it