La giudice Silvia Albano, finita sotto scorta per le minacce di morte ricevute dopo la sentenza sull’Albania, ha risposto come meglio non si potrebbe alle provocazioni e alle continue delegittimazioni ricevute dal governo Meloni e da alcuni suoi ministri.
“Noi non siamo qui a difendere nessun privilegio. L’indipendenza della magistratura è garanzia per tutelare i diritti di tutti i cittadini. Oggi tocca i migranti, domani chissà, potrebbe accadere a ciascuno di noi” ha detto in occasione dei 60 anni di Magistratura democratica.
“Noi lo scontro non lo vogliamo, non stiamo facendo nessuna opposizione al governo, stiamo cercando faticosamente di fare il nostro lavoro.
Noi non abbiamo in tasca né il libretto rosso di Mao né il Capitale di Marx, noi abbiamo in tasca la Costituzione. Il fatto che chi cerca di applicare la Costituzione venga appellato come giudice comunista solo perché fa questo mi preoccupa molto per lo stato e il futuro della nostra democrazia”.
Meloni, Salvini, Nordio dovrebbero ascoltare queste parole e impararle a memoria.
Perché queste sono le parole di una Servitrice dello Stato.
È appena arrivata dai giudici di un’altra bocciatura sull’Albania, l’ennesima per un governo in balia di sé stesso e del proprio dilettantismo.
Il tribunale sezione Immigrazione di Roma ha ufficialmente sospeso la convalida del trattenimento in Albania di altri sette migranti trasportati dalla nave Libra al centro di Gjader e rinviato ogni decisione alla Corte di giustizia europea.
Ancora una volta, i migranti provenienti da Egitto e Bangladesh devono tornare in Italia in quanto cittadini di Paesi non considerati sicuri. Di sicuro non tocca al governo italiano stabilirlo.
“Cari” Salvini e Meloni, i giudici non hanno bocciato il “modello” e il decreto Albania perché sono brutti, cattivi, rossi o “comunisti”.
L’hanno bocciato perché i giudici conoscono e applicano la legge e il diritto europeo e internazionale.
A differenza vostra.
E menomale che in Italia è rimasto ancora qualcuno a farlo.
Non funziona così. Lei dev’essere superiore a qualsiasi cosa. Anzi, dovrebbe, essere superiore. Serve un minimo di sforzo.
Un minimo di volontà da parte sua.
Non sarà di certo un suo umile suddito a dirle il comportamento che deve tenere in certe occasioni istituzionali. Ma un consiglio da cittadino voglio darglielo.
Anche se il sindaco Lepore avesse scritto in modo provocatorio o meno nella sua nota stampa che il governo “ha mandato a Bologna 300 camicie nere”, Lei avrebbe dovuto rispondere in modo garbatamente istituzionale e al contempo deciso.
Vede, illustrissima, la campagna elettorale emiliano-romagnola è a un livello sottostante il ruolo nazionale che Lei ricopre. Dovrebbe togliersi la casacca e ragionare da presidente del Consiglio e non da leader del suo partito.
Perché non è una questione di poco conto dire che non si è antifascisti. Basta dimostrarlo se poi proprio non si riesce a pronunciare questa parolina magica.
Se proprio non si riesce a prendere una posizione netta in tal senso.
Lei, a prescindere dalle frasi di Lepore, a prescindere se il medesimo Le chieda collaborazione o meno in privato e in pubblico l’attacchi, non può rispondere in collegamento dall’alto del suo trono, di non voler concedergli aiuto.
Perché Lepore rappresenta un capoluogo di Regione. Rappresenta una comunità di persone, che magari in maniera differente, vedendo 300 manifestanti che inneggiavano “camicia nera trionferà”, le ha provocatoriamente ed esplicitamente fatto notare che il governo non si occupa di silenziare determinate “processioni nostalgiche”. E non lo ha mai fatto, dato i precedenti di Acca Larentia o Predappio e altre manifestazioni ambigue che in questo Paese non vengono sanzionate.
Eppure esiste una legge che parla chiaro.
È in Costituzione.
Quindi cortesemente, ripeto, si tolga la casacca e condanni qualsiasi atto eversivo di personaggi che non manifestano per un’Italia perbene e civile, ma soltanto per creare disordini e imporre un clima di paura.
Lei doveva rispondere semplicemnte “presente. Ci penso io Lepore”. E sostenere ugolini perché crede che codesta abbia un programma politico valido per l’Emilia.
E quindi reprimere ogni forma di contestazione nostalgica, che alla fine è soltanto distrazione di massa per attaccare questa fantomatica sinistra. Contestazione, tra l’altro, che è stata teoricamente debellata dopo la seconda guerra mondiale, nonostante la successiva costituzione di un partito di matrice almirantiana (l’MSI), che lei conosce molto bene, visto che tutti i maggiori esponenti di fratelli d’italia provengono da quella parrocchia.
Nel rinnovarLe la mia non stima politica, ma tanta simpatia per come non riesce a gestire anche i più piccoli problemi, Le ricordo in ultimo che Lei è la presidente del Consiglio degli italiani. E l’Italia ha una Costituzione che si forgia sul rispetto di tutti i cittadini e su delle norme che non dovrebbero essere scavalcate.
E in questo mi aspetto che mattarella, magari, ogni tanto glielo ricordi.
Questo ha appena detto Salvini, ovvero il vicepresidente del Consiglio italiano.
Il “patriota” Salvini, quello pronto a morire per difendere i confini, la patria da qualche migliaio di disperati che fuggono da morte, fame e miseria non solo non ha nulla da eccepire di fronte a un multimiliardario straniero che attacca in modo violentissimo la magistratura italiana, ma addirittura gli dà ragione, si schiera dalla sua parte.
Non so se vi rendiate conto della gravità senza precedenti della situazione.
Un potere dello Stato, quello giudiziario, è sotto attacco e un altro potere, quello esecutivo, si schiera con chi quel potere lo piccona, lo offende e lo svilisce pubblicamente.
Abbiamo già visto che fine hanno fatto i giudici quando sono stati abbandonati dallo Stato.
Ma è la prima volta che ad attaccarli è l’uomo più potente della Terra, con il gentile avallo del governo. O, peggio ancora, il loro silenzio.
In una palazzina a due piani di Palermo si sono spezzate le corde dell’ascensore e le persone che si trovavano dentro sono precipitati giù. Il bilancio è di cinque feriti, due donne…
Era attesa al varco Sonia Bruganell, la prima a esibirsi nella puntata di sabato 16 novembre di Ballando con le stelle insieme al partner Carlo Aloia. Una performance fortemente penalizzata dagli impegni familiari del ballerino che è diventato papà: “Abbiamo provato solo due volte questa settimana”, ha detto l’imprenditrice tv. Selvaggia Lucarelli dopo le schermaglie della scorsa settimana non fa sconti all’ex di Paolo Bonolis. Bruganelli aveva tirato in ballo la newsletter della blogger, che aveva pubblicato articoli su di lei, e ieri sera Lucarelli ha ripreso l’argomento: “Intanto volevo ringraziare Sonia perché grazie alla sua pubblicità alla mia newsletter questa settimana mi sono comprata un elicottero, se la fai anche stasera mi compro il tuo jet privato”. Finita qui? Neanche per sogno. L’imprenditrice ha replicato di possedere più il jet privato: “Non ce l’ho più, mi sono separata quindi ho dovuto venderlo”, ha detto l’imprenditrice. Tornando alla gara, Lucarelli ha commentato così la performance affibbiando un 4 come voto: “Credo che questo ballo non sia peggiore degli altri. Ma questa sera avete un alibi, quindi è accettabile”.
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