Quando la Terra alza la voce, è meglio ascoltarla.

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Immaginate un supervulcano sotto i vostri piedi, così potente da poter riscrivere la storia del pianeta. Non è l’inizio di un film apocalittico, ma la realtà che circonda i Campi Flegrei, una caldera vulcanica situata vicino Napoli.

Tra le numerose bocche vulcaniche dei Campi Flegrei, il cratere della Solfatara si distingue per l’attività incessante. Dal 2005, le emissioni di gas, soprattutto anidride carbonica, sono aumentate vertiginosamente, raggiungendo oggi un livello paragonabile al consumo di mezzo milione di litri di benzina al giorno. Secondo uno studio condotto da Gianmarco Buono dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, fino all’80% di queste emissioni proviene direttamente dal magma sottostante. Il resto? Una reazione chimica tra fluidi bollenti e rocce ricche di calcite.

Questa attività non è solo un fastidio per chi vive nei dintorni: rappresenta un messaggio urgente dal sottosuolo. Ma si tratta di un normale respiro della Terra o del preludio a qualcosa di più grande?

Se pensate che il Vesuvio sia il vulcano più pericoloso della Campania, i Campi Flegrei vi faranno cambiare idea. Un’eruzione di questa caldera supervulcanica potrebbe avere conseguenze migliaia di volte più devastanti, spazzando via interi territori e proiettando nell’atmosfera tonnellate di ceneri capaci di oscurare il sole. Un evento simile avvenne circa 40.000 anni fa, quando l’eruzione dei Campi Flegrei contribuì a una drammatica crisi climatica e, secondo alcuni studi, accelerò l’estinzione dei Neanderthal.

Oggi, non vediamo esplosioni apocalittiche, ma ci sono segnali preoccupanti: tremori sismici e deformazioni del suolo indicano un movimento costante del magma. Dal 2012, il livello di allerta vulcanica è stato innalzato a “giallo”, segnalando un rischio crescente che non possiamo permetterci di ignorare.

Distinguere tra gas emessi da movimenti magmatici e quelli causati da reazioni naturali è cruciale. Solo così possiamo anticipare con precisione un’eventuale eruzione. Tuttavia, il margine d’errore è sottile, e la sfida è più complessa di quanto sembri. In gioco non c’è solo Napoli, ma l’intera Europa: un’eruzione potrebbe avere ripercussioni globali.

I Campi Flegrei sono un monito potente del fatto che il pianeta è vivo e in continua trasformazione. Ogni emissione di gas, ogni piccolo tremore ci ricorda che viviamo su una superficie instabile. Riusciremo a prevedere il futuro del supervulcano o saremo colti di sorpresa? Mentre gli scienziati corrono contro il tempo, noi possiamo solo guardare e sperare. Ma una cosa è certa: quando la Terra alza la voce, è meglio ascoltarla.

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