Questo è un Sinner tutto nuovo: il “drop shot” incenerisce Fritz e lascia Torino senza parole |

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 E così, anche contro Taylor Fritz, Jannik Sinner ha messo in campo tutta la sua qualità, prevalendo con un netto 6-4, 6-4. Ora è l’unico a punteggio pieno nel gruppo Nastase e per ottenere l’aritmetica qualificazione alle semifinali delle ATP Finals di Torino gli basterà conquistare almeno un set nella sfida con Daniil Medvedev.
Il pubblico ha dato una grande mano, nei momenti più duri i tifosi lo hanno sostenuto e gli hanno dato quella carica giusta per risollevarsi. Ormai è Sinner-mania. Lo stesso Jannik, nel dopo partita, ha constatato il fattore campo: “Di solito parto ringraziando gli avversari, ma in questo caso non posso che ringraziare per primo il pubblico. È stata una partita difficile. Lui è spesso salito molto bene a rete, rispondendo con efficacia, mentre per me non è stato lo stesso. Da fondo campo invece abbiamo giocato un alto livello, frutto anche della finale agli US Open, dove ci siamo conosciuti meglio. Domani (oggi, ndr) ho una giornata di riposo e speriamo di essere pronti dopodomani. Cosa è andata bene oggi? Soprattutto nei punti importanti ho servito molto bene, sono contento di come ho gestito queste situazioni. Speriamo di ripeterci anche dopodomani”.




Sinner ha una capacità di reazione alle difficoltà innata, lo si è visto al primo break del match, al sesto game, quando Fritz ha messo la freccia e si è portato sul 3-3. L’altoatesino, però, non si è scomposto ed ha prontamente recuperato sul 4-3. Sullo 0-40 dell’ottavo game, Sinner poi si è fatto rimontare e lo statunitense ha pareggiato 4-4.




Da lì in poi un crescente nervosismo ha condannato Fritz, sbagliando un paio di colpi nel turno di battuta del decimo game. Sinner ne ha approfittato conquistando il primo set in meno di un’ora di gioco. Nel secondo set, poi, Sinner ha fatto esplodere l’Arena con un magnifico passante lungolinea di rovescio, cui è seguito il gesto della mano sull’orecchio per sentire il boato dalle tribune. È lì, sul 5-4, che Fritz ha definitivamente mollato compiendo errori anche banali. Con un rovescio in corridoio Sinner ha chiuso la pratica. Ormai è un gigante.



 Jannik Sinner hits a stunner of a drop shot against Fritz at ATP Finals in Turin. Great disguise and totally unexpected. Unbelievable how much his finesse has improved over the last few seasons. pic.twitter.com/BUofPLw3BV — The Tennis Letter (@TheTennisLetter)
 November 12, 2024

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 Fonte liberoquotidiano.it

**Depistaggio Borsellino: difesa poliziotti, ‘sono ultimo chiodo ruota carro che muovono altri’**

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 Caltanissetta, 13 nov. (Adnkronos) – “Se il rinvenimento di questi documenti può costituire, dal punto di vista del pm, una conferma al depistaggio, sulla posizione del poliziotto Maurizio Zerilli che refluenza può avere? Zerilli che consegna l’annotazione di servizio al proprio dirigente e poi il dirigente ritiene di non trasmetterla. E non ci interessa la ragione per la quale quella annotazione non fu trasmessa. Zerilli è l’ultima chiodo di una ruota di un carro che muove qualcun altro”. Con queste parole l’avvocata Maria Giambra prosegue la discussione all’udienza preliminare a carico dei 4 poliziotti accusati di depistaggio sulle indagini sulla strage di via D’Amelio. “Maurizio Zerilli e Angelo Tedesco (due dei quattro poliziotti imputati ndr) nel 1994 erano giovanissimi poliziotti, uno appena 20enne e uno 30enne. L’annotazione non è stata trovata in un ufficio, l’hanno trasmessa al dirigente. Cosa ha fatto Arnaldo La Barbera, l’allora dirigente, e le ragioni, lo ribadisco, non le conosciamo. Permettetemi di dire che sulla posizione di Zerilli, sono ininfluenti”.
L’annotazione d’indagine a cui si riferisce la legale dei due poliziotti è un documento di 30 anni fa ritrovato solo un anno fa dai pm della Procura di Caltanissetta nell’ambito dell’inchiesta sui 4 poliziotti. Il 28, 29 e 30 giugno 1994 i poliziotti del gruppo “Falcone e Borsellino” che indagavano sulle stragi del ’92, guidato da Arnaldo La Barbera, fecero dei sopralluoghi con il falso pentito Vincenzo Scarantino. L’esito finì dentro una relazione datata 1 luglio 1994, di cui si è scoperto solo per caso l’esistenza ventinove anni dopo. Nessuno ne era a conoscenza perché non c’è mai stata traccia nei processi Borsellino. Un’annotazione anomala, nella forma ma anche nella sostanza visto che si fa riferimento a luoghi inediti dopo tre decenni di indagini e processi. Dimenticata oppure volutamente nascosta, da chi e perché?
La difesa non ha dubbi: “Zerilli e Tedesco erano semplici agenti che rivestivano dei ruoli tali da non potere essere non consapevoli ma in alcun modo partecipi di finalità di questa portata”. E conclude: “Noi sappiamo quello che succedeva tra Arnaldo La Barbera e Vincenzo Scarantino?”.

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 Fonte liberoquotidiano.it

Libano,raid Israele sud Beirut: 8 morti

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Otto persone sono state uccise e diverse altre sono rimaste ferite nel raid israeliano contro un edificio residenziale a Dawhet Aramoun,a sud di Beirut.
Lo riporta l’agenzia stampa nazionale libanese.
Intanto l’Esercito israeliano ha ordinato altre evacuazioni di civili libanesi nell’area di 6 edifici della periferia sud, in vista di raid aerei contro le strutture di Hezbollah. L’Idf ha apliato le sue operazioni terrestri nel Libano meridionale raggiungendo “nuovi obiettivi” appartenenti a Hezbollah.

@Notizie

Bruno Ranellucci, Tutor Consulting: “E’ un bene insegnare la sicurezza sul lavoro tra i banchi di scuola”

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 Il Ceo della società di Nichelino, leader in formazione e sicurezza sul lavoro, accoglie con favore il disegno di legge in discussione a Montecitorio. Una proposta che aveva avanzato già qualche anno faTorino,13/11/2024. Manca ancora un ultimo passaggio a Montecitorio e poi dovrebbe diventare realtà il disegno di legge che propone la diffusione nelle scuole delle conoscenze fondamentali del diritto del lavoro e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Un passo avanti nella diffusione della cultura della sicurezza ed una proposta che già da anni è stata avanzata da Bruno Ranellucci, Ceo di Tutor Consulting, società di consulenza leader in formazione e sicurezza sul lavoro. “Sono davvero contento – commenta con entusiasmo Ranellucci – che si possano insegnare le conoscenze di base in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro all’interno dell’insegnamento dell’educazione civica. Ho sempre pensato che la sicurezza sul lavoro parta proprio dai banchi di scuola, tra i bambini e poi tra i ragazzi. Ovviamente per garantire maggiore sicurezza sono necessari i controlli, le ispezioni e le sanzioni in caso di mancato rispetto delle normative. Ma la vera lotta agli incidenti e alle morti bianche parte proprio dalla prevenzione e dall’assimilazione di comportamenti corretti sin da piccoli”.Ma come si possono insegnare ai bambini più piccoli gli atteggiamenti che dovranno poi adottare nei futuri posti di lavoro? “Ovviamente l’insegnamento deve essere adeguato alle diverse età– risponde Bruno Ranellucci. Ai più piccoli si possono far capire, tramite esempi e giochi, i rischi di comportamenti pericolosi nei loro ambiti ossia quando sono ai giardinetti, in piscina, in casa o all’interno della stessa scuola. Con i ragazzi più grandi si possono fare riflessioni più complesse e fare ascoltare le testimonianze dirette delle vittime di infortuni sul lavoro, così come prevede la legge”.Questo è quanto riguarda i ragazzi che frequentano la scuola. Come si fa a creare una cultura della sicurezza tra i lavoratori adulti? E’ impossibile? “No, non è impossibile – osserva ancora Ranellucci – Anche in questo caso è essenziale la formazione ma fatta in modo serio e competente. Soprattutto con approcci innovativi come il Safety Coaching, ossia la tecnica metodologica e comunicativa che intende proprio migliorare la salute e la sicurezza sul lavoro. L’obiettivo di tale metodologia è gestire i rischi individuando tutti gli strumenti e i percorsi più idonei per diffondere una consapevolezza maggiore tra i lavoratori in merito a salute e sicurezza”. Per informazioni e approfondimenti si può consultare il sito https://www.tutorconsulting.it/ Contatti: https://www.tutorconsulting.it/

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 Fonte iltempo.it

Elodie, sirenetta (nuda) sugli scogli: Calendario Pirelli, ecco la foto incendiaria |

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 C’è anche Elodie nella nuova edizione del calendario Pirelli, la numero 51. Si chiama “Refresh and Reveal” ed è stata presentata a Londra con uno speciale evento al Museo di Storia Naturale di South Kensington. A firmarla il giovane fotografo Ethan James Green. Il nuovo progetto è un trionfo di corpi senza veli. “Sono voluto tornare alle origini del calendario, aggiornandolo, riprendendo il concetto di nudità, inteso come modo per cogliere la reale essenza di qualcuno”, ha spiegato Green.
L’artista di Michigan ha realizzato 24 scatti, due per ogni soggetto, uno a colori e l’altro in bianco e nero. Tra i vip fotografati ci sono la modella transgender Connie Fleming, l’attrice e modella Hunter Schafer, la conduttrice televisiva e attrice Padma Lakshmi, l’attrice britannica Jodie Turner-Smith, gli attori Vincent Cassel e John Boyega, l’attrice britannica e star di Bridgerton Simone Ashley, l’attrice sudcoreana star di Squid Game Hoyeon, la modella americana Jenny Shimizu, e l’artista guatemalteco-americana Martine Gutierrez. “Quello che mi interessava di più era rappresentare la bellezza, aggiornandola. Il mondo, infatti, è cambiato rispetto all’ultima volta che Pirelli ha realizzato un calendario sexy”.




Su Elodie, invece, ha detto: “Non la conoscevo, però devo dire che mi ha subito colpito per la sua freschezza. Appena è arrivata sul set mi sono reso conto che era perfetta per esprimere libertà e naturalezza davanti all’obiettivo”. Nei suoi scatti, la cantante ed ex allieva di Amici appare nuda con i capelli sciolti che le ricadono sulle spalle e sul seno mentre è appoggiata a uno scoglio. “Il calendario nasce come progetto esclusivo del brand – ha spiegato Marco Tronchetti Provera, vice presidente esecutivo di Pirelli – è un appuntamento a cui teniamo molto ed è parte di un’idea più grande, convinti che industria e cultura siano due pilastri della società”.



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 Fonte liberoquotidiano.it

“Mi spiace deluderla, io e lei? Niente in comune”. Vannacci, è rissa con la Fornero: “Qual è la differenza tra noi” |

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 “Vede generale, od onorevole, come vuole. Noi abbiamo una cosa in comune: tutti e due abbiamo servito lo Stato”. Elsa Fornero sembra tendere la mano al generale Roberto Vannacci, ma il confronto a distanza a DiMartedì, su La7, finisce malissimo.
“Io ho fatto il professore nell’Università, lei ha fatto il militare fino ai più alti gradi nell’esercito – prosegue l’ex ministra del Welfare, in collegamento con Giovanni Floris, rivolgendosi all’europarlamentare della Lega -. E’ un servizio pubblico e per definizione al servizio degli altri, non ha certezze. Lei parla implicitamente forse di dialogo ma lei ha un’unica verità, la sua. Ma di verità non ce n’è una sola, il mondo è più sfaccettato e quello che trovo importante è avere apertura mentale”.




“Io vivo a Torino e pensavo ai teppistelli dell’epoca di Don Bosco – ricorda ancora la Fornero, mentre Vannacci la ascolta impassibile -. Ragazzi che non avevano opportunità e che quindi erano costretti all’illegalità. Don Bosco li ha presi, portati negli oratori e fatto le scuole professionali. Lei avrebbe detto: ‘Questi qui non hanno i nostri valori e quindi mandiamoli in galera e magari gettiamo pure la chiave’. La realtà è più complessa, generale, lei la squadra troppo”.
“Mi dispiace deluderla, ma non credo che abbiamo qualcosa in comune – la gela alla velocità della luce il generale, salito alla ribalta l’estate del 2023 con il suo libro Il mondo al contrario -. Lei ha fatto la professoressa, io ho giurato fedeltà alla patria e giurato di difenderla in armi anche al prezzo della mia vita. Sono cose un po’ diverse queste, sono cose riservate ai soldati”.




“Vede che lei esprime e invoca di nuova una superiorità. Io parlavo di un servizio comune, lei è superiore a me e io mi inchino davanti a tutti i militari che hanno una idea di patria diversa dalla sua. Questo è veramente inaccettabile”. “La mia non è una superiorità – replica Vannacci -, è solo una differenza che voi evitate generalmente di mettere in luce”. Vannacci contro Fornero, guarda il video di DiMartedì su La7

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Bimbo di 4 anni senza cibo a scuola, il papà: «Fatto disumano, a casa gli ho dato il prosciutto cotto che non aveva avuto a mensa»

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  SULMONA – Il giorno dopo, al padre del bambino lasciato senza pasto alla scuola materna Di Nello, perché moroso per poco meno di nove euro, il mal di pancia non passa. Quel coperto cancellato…

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 Fonte ilmessaggero.it

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Finti investimenti al Sud, sequestri per 31 milioni di euro e 44 indagati

Tra i crediti fasulli spiccavano quelli per l’acquisto di software sofisticati da una società londinese, destinati alla creazione di blockchain aziendali: investimenti mai effettuati, ma inseriti nei moduli fiscali per cifre anche superiori al milione di euro

a Guardia di Finanza di Napoli ha portato a termine un’operazione su vasta scala che ha coinvolto anche diverse località del casertano, con il sequestro d’urgenza di crediti d’imposta per un valore complessivo di 31 milioni di euro. Il provvedimento, emesso dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, rientra in un’inchiesta volta a contrastare la truffa legata ai crediti d’imposta previsti per gli investimenti nel Mezzogiorno.

L’indagine ha messo in luce un sistema fraudolento in cui numerose imprese, in realtà, non avevano effettuato alcun investimento concreto nei territori del Sud Italia, ma avevano solo simulato operazioni per ottenere vantaggi fiscali indebiti. Attraverso un’analisi approfondita dei “cassetti fiscali” di diversi soggetti economici, gli inquirenti sono riusciti a scoprire la reale portata della frode. Tra i crediti fasulli spiccavano quelli per l’acquisto di software sofisticati da una società londinese, destinati alla creazione di blockchain aziendali: investimenti mai effettuati, ma inseriti nei moduli fiscali per cifre anche superiori al milione di euro.

Uno degli elementi chiave dell’indagine è stato l’individuazione dell’amministratore della società londinese, un soggetto di origine campana, già noto alle autorità e risultato irreperibile. Le indagini hanno evidenziato come diverse aziende fossero disposte a ricorrere a operazioni straordinarie, come la cessione di rami d’azienda, per eludere le normative che vietano la cessione del credito d’imposta. Alcune società sono persino ricorse ad atti notarili per trasferire tali crediti come parte dei rami d’azienda, ma a valori di cessione nettamente inferiori al nominale, un chiaro indicatore della loro provenienza illecita.

Al termine delle investigazioni, 44 persone fisiche, residenti principalmente in Campania, Lombardia, Sardegna, Calabria e Sicilia, sono state iscritte nel registro degli indagati per reati di truffa ai danni dello Stato e reimpiego di proventi illeciti. La Procura della Repubblica ha disposto il sequestro dei crediti per impedirne l’uso in compensazione fiscale, proteggendo le casse dello Stato da un danno economico potenzialmente significativo.

L’operazione appena conclusa segue altre misure simili eseguite dal Gruppo Guardia di Finanza di Frattamaggiore, che hanno consentito di bloccare crediti d’imposta falsi per un valore complessivo di oltre un miliardo e settecento milioni di euro. Questa maxi-frode, se non fosse stata intercettata, avrebbe causato un ingente danno al sistema fiscale italiano, minando la fiducia nei meccanismi di sostegno economico alle imprese del Mezzogiorno.


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