Arisa parla del suo amore per Napoli

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#Arisa parla del suo amore per #NapoliPino Daniele, con le sue melodie, mi ha insegnato la leggerezza. Napoli, per me, è come una parte della mia famiglia. È una città che, ovunque tu sia, ti regala il profumo del mare. Cantare in napoletano è naturale, perché questa città mi ha donato la libertà di interpretare la vita a modo mio.La Basilicata, la mia terra, è sempre stata un po’ dimenticata, ma ha subito la forte influenza di Napoli, la città più vicina e vibrante. Anche la storia ci lega: la Basilicata è stata una colonia borbonica, e mia madre parla un dialetto quasi identico al napoletano. Per questo, Napoli e la mia casa sono praticamente la stessa cosa. Quando ci torno, mi sento come se fossi a casa mia. Abbiamo tradizioni simili: amiamo passare le domeniche attorno alla tavola fino a tardi e fare grandi carovane di auto per andare al mare. Da bambina, andavamo al mare con dieci macchine, tutte con portapacchi pieni. Anche il nostro modo di rapportarci con i nostri cari è simile.Ho letto di recente un libro molto interessante, “La vita bugiarda degli adulti”, che descrive il modo unico in cui i napoletani litigano: si dicono cose terribili, ma alla fine rimangono sempre amici e fratelli. Anche questo mi appartiene, perché sento di essere un po’ napoletana, davvero.

Nikola Tesla, inventore e ingegnere serbo

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Nikola Tesla, inventore e ingegnere serbo nato nel 1856, dimostrò fin da giovane un ingegno straordinario. Un giorno, convinto di poter volare, decise di lanciarsi dal tetto della fattoria di famiglia con un ombrello. L’esperimento non andò come previsto, e Tesla trascorse sei settimane con la gamba immobilizzata, abbandonando così la sua ipotesi sul volo.Tesla sosteneva di avere un udito eccezionalmente sviluppato, in grado di percepire suoni lontani come il fischio di una macchina a vapore a 30 chilometri di distanza o il rumore di una mosca che si posava su un tavolo. Tuttavia, la sua vera passione era l’elettricità, un interesse nato all’età di tre anni, quando osservò le scintille provocate dall’elettricità statica sul pelo del suo gatto Macak. Questa esperienza lo portò a chiedersi: “La natura è forse un gatto gigante? E, se sì, chi gli gratta la schiena?”Nel corso della sua carriera, Tesla sviluppò idee molto originali. Suggeriva di utilizzare l’elettricità per stimolare gli studenti meno attivi e inventò una piattaforma vibrante per curare la stitichezza. Il suo amico, il famoso scrittore Mark Twain, era un assiduo utilizzatore di questo strumento, con effetti piuttosto… urgenti.Tesla non si sposò mai, sostenendo che il matrimonio avrebbe ostacolato il suo genio creativo. In un’occasione dichiarò a un intervistatore di non riuscire a nominare grandi invenzioni realizzate da uomini sposati. La sua visione delle donne era influenzata dalla sua avversione per i gioielli femminili e dalla sua incapacità di toccare i capelli altrui, a meno che non fosse assolutamente necessario.Ossessivo-compulsivo, Tesla aveva una particolare fissazione per il numero 3. Insisteva affinché la stanza d’albergo in cui alloggiava avesse un numero divisibile per tre. Al New Yorker Hotel, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita, visse nella stanza 3327, al 33° piano. Prima di entrare nell’albergo, compiva tre giri intorno all’isolato, e ogni oggetto che usava, dalle lenzuola alle posate, doveva rispettare la sua regola del tre.Tesla aveva un’intensa paura dei germi e pretendeva che tutto ciò che utilizzava fosse sterilizzato. Puliva personalmente ogni oggetto con ben 18 tovaglioli. Era convinto che sarebbe vissuto fino a 140 anni, attribuendo all’alcol proprietà di lunga vita, ma durante il Proibizionismo cambiò idea.Il 7 gennaio 1943, Tesla fu trovato morto da una cameriera che ignorò il cartello “Non disturbare” appeso alla porta della sua stanza. Si concluse così la vita di un uomo il cui genio e il cui lascito continuano a illuminare il mondo.

Ucei, ‘ripetere parole distorte genera oscurantismo’

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Pubblicato da Ansa il 26 dic 2024

“Il dialogo presuppone l’uso delle parole – attinte ai dizionari di guerre, di storia e di diritto internazionale – con senso di consapevolezza e responsabilità per il loro significato puntuale. Aprendo Porte del Giubileo e mantenendo ben aperte quelle del dialogo e della coerenza”. Lo ha detto Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, nel suo discorso di ieri, in occasione della festività ebraica di Chanukka, festività che quest’anno è coincisa con i Natale.                                                                                     “La forza distruttiva delle parole distorte – ha aggiunto senza nominare mai il Papa – è nel ripeterle generando oscurantismo. Essere pellegrini di speranza comprende anche il riconoscimento di quanto Israele e l’ebraismo sono alla base della fede”.                 […]

Flash news offerta da NOTIZIÆ

L’ORGOGLIO DI PULIRE I CULI.

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Oggi ho sentito di nuovo “fai le pulizie dei culi”. Non è n’è la prima n’è l’ultima volta che lo sento. E sento il bisogno di rivendicare il mio lavoro e di gridare al mondo quanto ne sono orgogliosa.

Sì, signore e signori, orgogliosi di pulire i culi, tagliare le unghie, lavare teste, vestire, fare la doccia, nutrire e prendersi cura di persone tra le altre cose, sì, PERSONE, che non possono farlo da sole e hanno bisogno di aiuto.

Ma riassumiamolo come “pulizia dei culi”.

Sono già un po’ stufa dei connotati negativi di questa espressione che è strettamente legata alla mia professione. È chiaro che non tutti siamo bravi in tutto. Ad esempio, non potevo lavorare in qualcosa che mi richiedesse di mentire, come un banchiere o qualcosa del genere. Eppure quella è una professione molto apprezzata, al contrario affrontare la mia è come l’ultima delle ultime.

Beh, io dico a voi utenti dei social, che nella vostra grande maggioranza non avete mai avuto bisogno che nessuno vi “pulisca il culo”, e spero che non abbiate mai bisogno di qualcuno che ve lo faccia. Ma dico alla maggior parte di coloro che ci classificano in quel modo che se arriverà il momento necessario, io o i miei colleghi socio sanitari saremo disposti ad aiutarvi e farvi avere la migliore qualità di vita possibile, sempre con buon umore e amore.

Ora decidete voi qual’è il lavoro davvero importante per le persone come me o voi ma per favore, non usate l’espressione “culi puliti” con disprezzo, perché forse un giorno qualcuno dovrà farlo per voi e credetemi che gliene sarete grati.

Firmato: un OSS

Auguri di Buon Natale

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S’io fossi il mago di Natale farei spuntare un albero di Natale in ogni casa, in ogni appartamento dalle piastrelle del pavimento, ma non l’alberello finto, di plastica, dipinto
che vendono adesso dal cinese sottocasa: un vero abete, un pino di montagna, con un po’ di vento vero
impigliato tra i rami, che mandi profumo di resina in tutte le camere,
e sui rami i magici frutti: regali per tutti.
Poi con la mia bacchetta me ne andrei
a fare magie per tutte le vie.

In via Nazionale farei crescere un albero di Natale carico di bambole
d’ogni qualità, che chiudono gli occhi
e chiamano papà, camminano da sole,
ballano il rock an’roll e fanno le capriole.
Chi le vuole, le prende: gratis, s’intende.

In piazza San Cosimato faccio crescere l’albero del cioccolato; in via del Tritone l’albero del panettone in viale Buozzi l’albero dei maritozzi, e in largo di Santa Susanna quello dei maritozzi con la panna.

Continuiamo la passeggiata?
La magia è appena cominciata:
dobbiamo scegliere il posto all’albero dei trenini: va bene piazza Mazzini?
Quello degli aeroplani lo faccio in via dei Campani.
Ogni strada avrà un albero speciale e il giorno di Natale i bimbi faranno
il giro della città a prendersi quel che vorranno.

Per ogni giocattolo colto dal suo ramo
ne spunterà un altro dello stesso modello o anche più bello.

Per i grandi invece ci sarà magari in via Condotti l’albero delle scarpe e dei cappotti.
Tutto questo farei se fossi un mago.

Però non lo sono che posso fare?
Non ho che auguri da regalare: di auguri ne ho tanti, scegliete quelli che volete, prendeteli tutti quanti.

La prima auto elettrica di Nikola Tesla

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Nikola Tesla registrò più di 700 brevetti in 35 paesi del mondo, e molte di queste invenzioni hanno portato progresso e prosperità all’umanità. Tuttavia, Tesla, quando morì a New York, era senza un soldo e se avesse voluto soldi sarebbe stato uno dei più ricchi al mondo.Nella foto la prima auto elettrica di Nikola Tesla nel 1918, che rigenera l’elettricità dalla Terra.Questa è l’auto elettrica Pierce-Arrow del 1921 di Nikola Tesla, alimentata da pura elettricità eterica. È un’auto che si ricarica da sola; non funziona con batterie, carburanti o gas.Le auto elettriche esistono da molto tempo!Nel 1931, Nikola Tesla presentò e testò una nuova automobile. Tesla l’aveva sviluppata con i suoi fondi personali.Il motore era stato rimosso, lasciando inalterati la frizione, il cambio e la trasmissione alle ruote posteriori. Il ricevitore di potenza (convertitore di energia gravitazionale) era stato costruito da Tesla stesso. Era installato davanti al pannello di controllo. Un’antenna pesante, lunga circa 1,8 metri, sporgeva dal convertitore. Questa antenna apparentemente aveva la stessa funzione del convertitore Moray (energia radiante!).”Ora abbiamo energia”, disse Tesla! …disse che nel convertitore c’era abbastanza energia per illuminare un’intera casa, oltre a far funzionare il motore dell’auto. L’auto fu testata per una settimana, raggiungendo una velocità massima di 144 km orari senza sforzo.Qualcuno commentò che non uscivano gas dal tubo di scappamento. Nikola Tesla rispose: “Non abbiamo motore.”

“Lascio la guida dell’Anm, cosa voglio evitare”.

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 Lascia la guida dell’Associazione nazionale magistrati,
Quattro anni di impegno intensissimo e faticoso, seppure molto gratificante, spiega il magistrato, “sono sufficienti, e credo che nella difesa dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura occorra evitare ogni personalizzazione. Perciò è giusto che altri prendano le redini della rappresentanza”.




Santalucia dunque non si presenterà alle prossime elezioni per il vertice dell’Anm, lasciandone la guida. E lo fa nei giorni delle nuove polemiche con il potere politico, dopo l’assoluzione di Matteo Salvini a Palermo e il proscioglimento di Matteo Renzi a Firenze. Queste sentenze dicono “che i giudici valutano prove e fatti ed emettono un giudizio in linea con quanto emerso dai processi. Ma un’assoluzione non significa che il processo non andava fatto; solo nei regimi illiberali, in cui i pubblici ministeri sono orientati dal potere e i giudici non si permettono di dissentire, i processi si concludono sempre con le condanne”, ha spiegato il presidente Anm uscente.




Anche gli avvocati delle Camere penali hanno parlato di “uso politico dello strumento giudiziario” e Santalucia si dice “basito”, invitando “i rappresentanti degli avvocati, da tecnici del diritto, a rileggere ciò che scrivono prima di divulgare un fuor d’opera incommentabile, che si qualifica da sé”. Il vicepremier Salvini ha sollecitato una riforma per far pagare i danni ai pm che falliscono, e Renzi sembra d’accordo: “Sono tutte forme surrettizie per arrivare all’esito sotteso alla separazione delle carriere di pm e giudici: controllare e condizionare il pm, che, rischiando una richiesta di danni a fronte a un’eventuale assoluzione, finirà per chiedersi chi glielo fa fare”, conclude Santalucia suggellando i suoi 4 anni di presidenza e anticipando, molto probabilmente, il filo conduttore dei prossimi quattro.