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A Milano non si capacitano del fatto che il Covid19 abbia colpito da loro e non a Napoli.

 Pubblicato il 12 aprile, 2020

In una intervista rilasciata al Fatto Quotidiano la milanesissima scrittrice Sveva Casati Modigliani spiega che a Milano sono increduli.

Non si spiegano come mai Il Covid19 sia toccato a loro e non ai napoletani.
Proviamo a dar loro qualche risposta. Non è per sfortuna come ha detto il direttore del Giornale Sallustri. Perché il virus sia arrivato per prima in Lombardia è intuibile.

Hanno indubbiamente più rapporti economici col resto del mondo, Cina compresa. Ci sta che il virus sia arrivato prima da loro. Ma poi è tutta colpa loro, o per meglio dire della loro classe dirigente, se è esploso da quelle parti come in nessuna altra parte del mondo.
I primi responsabili sono stati i medici locali. La tanto lodata sanità lombarda non ci ha capito nulla per almeno un mese.

E’ chiaro che il “paziente uno” non è arrivato a metà febbraio. Ma almeno un mese e mezzo prima. I quotidiani, anche il Corriere della Sera, da tempo parlavano di un aumento inspiegabile di casi di Polmonite. La cosa inconcepibile è che da almeno un mese si sapeva dell’epidemia scoppiata in Cina. Si sapevano in sintomi, ma nessuno ci ha fatto caso. Bastava dire si non essere mai stati a contatto con la Cina e coi cinesi, e passava la paura. Non ci voleva un genio per capire che il virus poteva arrivare anche per strade secondarie. Ma nessuno ci ha pensato.
Anzi: i geni della medicina aveva garantito: mai e poi mai l’epidemia sarebbe arrivata in Italia. Era già lì da mesi, sotto il loro naso. Magari qualche caso era passato anche per il loro ospedale… E quando è esploso il bubbone qualche altro genio ha prima chiuso, giustamente, il reparto di pronto soccorso dell’Ospedale in questione. Salvo poi cambiare idea nel giro di un paio di ore e riaprilo, senza sanificazione.

A Napoli si è gridato allo scandalo per il numero di ammalati al Cardarelli, salvo poi verificare che erano una minima percentuale rispetto al numero di dipendenti. Ed una buona parte era di ammalati cronici, non certo gente che si è imboscata. A Napoli è stata trovata una prima terapia che ha dato i suoi effetti, e la cosa ha disturbato i geni della sanità lombarda.

Ed ancora: in Lombardia qualcuno ha deciso di non fare della Val Seriana una “zona rossa”. In Veneto hanno agito in modo del tutto diverso. Hanno avuto il problema nelle stesse ore. Ma hanno chiuso tutto. Un genio del giornalismo locale ha spiritosamente cinguettato: “Da lombardo invidio i napoletani. Loro hanno avuto solo il Colera, noi il Coronavirus”.
A Napoli un sindaco folle, senza che ci fosse alcun caso di contagio, ha chiuso le scuole in pratica prima della Lombardia. Ed un Governatore sceriffo ha chiuso tutti in casa, minacciando l’intervento dei lanciafiamme.
A Milano poi qualche amministratore geniale ha pensato bene di mandare un po’ di contagiati delle case di riposo per anziani. Gli anziani, si sapeva, sono le persone più a rischio. Perché in genere hanno anche altri acciacchi. E’ stata una strage annunciata. Non in una sola casa di riposo, ma in quasi tutte. Qualche infetto nelle case per anziani c’è stato in tutta Italia. Ma ogni regione ha un paio di focolari. In Lombardia è stata una strage.

Andiamo avanti: mentre “sindaco pazzo” e “governatore sceriffo” chiudevano Napoli e la Campania, altrove sin invitava a fare la solita vita. A prendere l’aperitivo con gli amici. Quando a Napoli è stato inaugurato un primo ospedale Covid, il Loreto, c’erano il Governatore e il direttore generale dell’ASL di competenza.

Per l’Ospedale del Mare a Napoli un filmato un po’ assurdo di una colonna di TIR. A Milano per l’inaugurazione di una parte infinitesimale di un nuovo ospedale conferenza stampa con 300 giornalisti.

Poi tutti a dire che a Napoli ci sono i soliti indisciplinati. E via a mostrare foto della Pignasecca, ormai famosa in tutto il mondo. Peccato che la Pignasecca altro non è che un vicolo largo massimo 3 metri. Con tanti negozi di alimentari. Se per ogni negozio c’è una persona all’interno ed una all’esterno ad aspettare la strada si riempie. E se si fanno foto dal basso il colpo d’occhio è impressionante. A Milano il 41% della popolazione è per strada. Tra i multati anche una marea di contagiati conclamati che hanno violato la quarantena.

No, caro Sallustri: non è stata solo sfortuna. E’ stato un cocktail micidiale di politici inadeguati e medici scadenti. E, magari chissà, qualche bustarella volata per non far chiudere le industrie. Del resto anche adesso da Milano state insistendo per riaprire subito tutto. Nessuno si scandalizzi per l’ipotesi-bustarella. Al momento è solo una diceria, non c’è nulla di accertato. Ma siamo in Italia, certe cose si sono sempre fatte. Soprattutto a Milano, come la storia insegna.

Cara Sveva Modigliani, se qualcuno dei suoi amici bauscia chiede di nuovo perché a Milano e non a Napoli provi a rispondere. A Napoli non hanno industrie, non hanno mezzi. Ma hanno medici straordinari che senza strumenti fanno meglio dei geni milanesi. E, ma guarda un po’, magari anche amministratori migliori. Oddio, non è difficile essere meglio di Fontana e soci. Non è una questione di partito. Zaia, pure lui leghista, è stato bravissimo. Avete scelto male, tutto qui. Capita.

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