Tassa rifiuti: come chiedere il rimborso Iva

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Le tasse che il contribuente è tenuto a pagare sono sempre più numerose e sempre più assurde. Sicuramente non si può dire che, in merito, al nostro legislatore manchi la fantasia. Ed infatti, presto pagheremo la tassa sui sacchetti della spesa per comprare frutta e verdure (per un approfondimento sul punto leggi: In arrivo la tassa per comprare frutta e verdure). Si è molto discusso della tassa sull’ombra, di quella sul tricolore. Si pensi, inoltre, alla tassa sulla raccolta funghi ed alla tassa sulle paludi. L’elenco di tasse attualmente vigenti o delle quali si discute a proposito della possibile introduzione potrebbe procedere all’infinito o quasi. Tra le più assurde e macabre si pensi anche alla “tassa sulla morte” prevista da un disegno di legge, che attualmente è all’esame del Senato (in proposito leggi: In arrivo la macabra “tassa sulla morte”). Insomma, sebbene nella vita siano poche le certezze su cui possiamo fare affidamento, una di queste è indubbiamente la seguente: il Fisco è un fedele compagno di viaggio che sta sempre al nostro fianco e che non ci abbandona mai, nemmeno nel momento del nostro trapasso a miglior vita! Tuttavia, non sempre le tasse che siamo costretti a pagare sono legittime. Esaminiamo di seguito la cosiddetta “tassa sulle tasse“. Ci si riferisce all’Iva versata sulla tassa rifiuti, dichiarata illegittima sia dalla Corte Costituzionale[1] che dalla Corte di Cassazione ed il cui rimborso sta suscitando tanti disagi al povero contribuente. Ma procediamo con ordine e vediamo perché è illegittima l’applicazione dell’Iva sulla tassa rifiuti e a chi spetta il rimborso.

 

Iva sulla tassa rifiuti: la sentenza della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha recentemente emanato una sentenza [2] con la quale ha dichiarato illegittima l’applicazione dell’Iva sulla tassa sui rifiuti. È stato ribadito come il divieto di doppia imposizione del prelievo fiscale costituisca principio fondamentale in tema di diritto tributario. In forza di questo principio è stato confermato il divieto di applicare l’Iva su una tassa: nel caso oggetto della nostra attenzione quella pagata al Comune per lo smaltimento dei rifiuti. Ciò in contrapposizione a quanto da sempre affermato dall’Agenzia delle entrate, secondo cui la “Tariffa igiene ambientale” (Tia) non sarebbe una tassa, bensì una somma addebitata a titolo di pagamento per un servizio reso dal Comune ai cittadini.

I cittadini possono chiedere il rimborso

Nonostante i giudici della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione si siano pronunciati sulla illegittimità dell’applicazione dell’Iva sulla tassa dei rifiuti, sono ancora molti i Comuni che continuano indebitamente ad avanzare una simile richiesta al cittadino. A tale applicazione corrisponde il diritto del cittadino di chiedere il rimborsodell’Iva indebitamente pagata sulla tassa sui rifiuti. In altre parole, in seguito all’illegittimo versamento dell’Iva pari al 10% sulla tassa rifiuti i contribuenti possono presentare domanda al proprio Comune ed ottenerne il rimborso.

Iva sulla tassa rifiuti: conviene chiedere il rimborso?

Sono molti i contribuenti che si domandano a che condizioni e con che modalità presentare la domanda per ottenere il rimborso delle somme indebitamente pagate nel corso degli anni. In proposito, nel mese di marzo del 2017, Federconsumatori ha pubblicato una nota, nella quale viene specificato:

  • Il rimborso Iva può essere richiesto esclusivamente per la Tia illegittimamente corrisposta negli ultimi due anni. Non è, pertanto, possibile chiedere la restituzione dei restanti importi indebitamente corrisposti, i quali sono ormai caduti in prescrizione.
  • Al fine di conseguire il rimborso è stato, poi, specificato che non è sufficiente la mera presentazione della domanda. Il contribuente deve precedentemente aver vinto una causa collettiva, il cui costo potrebbe comportare un sostanziale azzeramento del beneficio: per rendersi conto di ciò basta mettere a confronto le spese per la causa e l’importo del rimborso. A tale antieconomicità nei confronti del cittadino, che potrebbe dissuaderlo dall’avanzare richiesta di rimborso, corrisponde un ingente guadagno dei Comuni (secondo la stima fatta dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani, i rimborsi dovuti alle famiglie ammontano a 993 milioni di euro).

 

Iva sulla tassa rifiuti: come chiedere il rimborso?

Il contribuente che comunque voglia  far valere il proprio diritto ad ottenere il rimborso Iva sulla tassa rifiuti deve:

  • accertarsi che l’imposta gli sia stata effettivamente addebitata negli anni precedenti; in altre parole, si deve procedere ad un esame dettagliato degli importi riportati nella fattura;
  • verificare che tutte le somme illegittimamente addebitate siano state effettivamente corrisposte;
  • in caso di esito positivo del riscontro, il cittadino può presentare domanda al Comune per ottenere il rimborso dell’Iva del 10% non dovuta sulla tassa sui rifiuti, allegando le fatture, le comunicazioni e le ricevute che dimostrino l’addebito e il pagamento dell’Iva;

Dove va presentata la domanda di rimborso Iva?

La domanda di rimborso Iva deve essere presentata presso l’Ufficio tributi del proprio Comune oppure presso gli sportelli delle Associazioni a difesa dei consumatori che si siano in precedenza prodigate per ottenere il legittimo rimborso delle somme indebitamente versate a titolo di Iva sulla tassa sui rifiuti.

Quando è riconosciuto il rimborso?

Per ottenere il rimborso Iva sulla tassa rifiuti, come sopra ricordato, non è necessaria la mera presentazione della domanda ma costituisce condizione imprescindibile la pronuncia favorevole del giudice relativa alla causa collettiva.

note

[1] C. Cost., sent. n. 238 del 24.07.2009.

[2] Cass., sent. n. 5078 del 15.03.2016. In senso conforme Cass., sent. n. 3756 del 08.03.2012.

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