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Trovare un lavoro nel settore alberghiero, della ristorazione, del commercio e dell’ospitalità in generale, in pochi giorni o addirittura ore, utilizzando un’applicazione sul proprio smartphone e con un’elevata probabilità di essere il candidato ideale per quella posizione? Nel Regno Unito si può. A renderlo possibile, da un paio d’anni, è Sonicjobs, startup fondata a Londra dall’imprenditrice Francesca Boccolini che, con il socio indiano Mikhil Raja, ha messo a punto una piattaforma di “recruitment virtuale”, basata sull’intelligenza artificiale, capace di analizzare in pochi istanti la personalità di ogni singolo candidato, per trovare i profili migliori per ogni posizione.
Tra le 100 imprenditrici tech-influecer d’Europa
Trentaquattro anni, di Perugia, Francesca Boccolini la scorsa estate è stata inclusa da Forbes nella lista delle 100 imprenditrici tech influencer in Europa. Nonostante i media si interessino sempre di più alla sua storia, la carismatica startupper italiana mantiene l’umiltà di chi ha lavorato duro per ottenere risultati e trasmette simpatia e grande positività. Con un italiano spesso costellato di inglesismi, legati al mondo dell’innovazione e del business, Francesca Boccolini racconta la sua avventura imprenditoriale seduta alla scrivania di un co-working londinese:
Sono cresciuta a Perugia, ma a 18 mi sono trasferita a Roma per studiare alla Luiss. Ho sempre avuto una forte attrazione per tutto ciò che era innovazione e tecnologia. All’epoca però non si parlava ancora di app e startup e il settore più innovativo in quel momento era la telefonia. Così, una volta laureata, ho cominciato a lavorare in Wind come product manager. Sono stati anni bellissimi. Ho lavorato a progetti molto interessanti e ho partecipato al lancio della nuova divisione digitale, che era di fatto una vera e propria startup. Da lì mi sono accostata ancora di più al mondo dell’innovazione e ho cominciato a pensare di poter fare qualcosa di mio.
Lo spirito d’iniziativa alla futura imprenditrice perugina è mai mancato. Fin dai suoi esordi professionali, infatti, la giovane Francesca Boccolini, invece di utilizzare le ferie estive per un periodo di riposo, sceglie di fare nuove esperienze di studio all’estero. Racconta la protagonista:
Un anno sono stata alla New York Film Academy per seguire un intensissimo programma di animazione 3D, un altro alla Columbia University per un corso dedicato alla sostenibilità. Cercavo di ispirarmi, di uscire dai miei schemi. Ogni estate cercavo di fare qualcosa di nuovo.
Nel 2013 Francesca Boccolini si trasferisce a Londra per un Master in Tecnology Entrepreneurship, nel cui programma è prevista anche la progettazione di una vera e propria startup. Racconta l’imprenditrice:
Per quanto l’Italia sia sempre stata nel mio cuore, mi sono resa conto che dovevo vivere in quelli che sono considerati hub di innovazione come gli Stati Uniti e Londra. Roma è una città meravigliosa, ma specialmente qualche anno fa non offriva opportunità di uscire dal lavoro e poter incontrare persone estranee al tuo network. A Londra, invece, puoi conoscere gente che fa cinque lavori diversi nell’arco delle ventiquattro e in un contento internazionale. Qui si continua ad imparare, lo scambio con le persone è costante, è questa la vera ricchezza della città.
La prima startup e l’importanza del team
Durante il Master Francesca Boccolini progetta una particolare piattaforma, un market place di fashion dedicato al made in Italy, del quale però col tempo trova i limiti. Un’esperienza che tuttavia le regala molti insegnamenti:
Grazie a quella prima startup, poi accantonata, ho conosciuto quello che è diventato il mio primo co-founder (poi è arrivato anche un terzo socio, il Cto italiano Francesco Masia, ndr) e ho capito che il team è la cosa più importante.
I due soci, circondati da amici e conoscenti stranieri in cerca di un’occupazione in tempi rapidi si rendono presto conto che sul mercato non c’è nulla in grado di connettere in tempo reale gli employers e i candidati. Spiega Francesca Boccolini:
C’erano applicazioni che mettevano in contatto in tempo reale qualsiasi cosa: i taxi, il cibo, persino gli incontri di coppia. Si poteva conoscere una persona in poche ore, ma non fare un colloquio perciò ci siamo messi a studiare a fondo il mercato. Vedevamo anche una valenza sociale importante che mi ha fatto subito innamorare del progetto. La parola chiave della nostra attività sono le persone.
Pane network e startup
L’effervescente “ecosistema” di startup londinese permette alla fondatrice di Sonicjobs di passare rapidamente dall’idea al prodotto. Racconta Francesca Boccolini:
A Londra si vive di pane, network e startup. C’è più di un evento al giorno, si fa tanto networking, si incontrano potenziali partner, cofounder, collaboratori… All’inizio io facevo il lavoro sul campo, anche perché il mio socio aveva il suo lavoro in banca. Sono andata per molti mesi “door to door” per bar e ristoranti, per avere un feedback e capire le potenzialità del nostro progetto. Poi abbiamo creato un team per promuovere l’app. Oggi siamo in cinque a Londra, compresi noi tre cofounder e otto ingegneri sviluppatori in India. Un team snello perché siamo molto digitali.
Il lancio ufficiale di Sonicjobs risale ai primi mesi del 2016, ma la vera svolta arriva un anno fa quando Francesca Boccolini e i suoi soci trasformano quella che era una semplice app, che connetteva velocemente la domanda e l’offerta di lavoro, in una soluzione di virtual recruitment capace di realizzare uno screening automatizzato dei profili più idonei per le singole posizioni offerte dalle imprese. Racconta l’imprenditrice:
Grazie al nostro sistema di intelligenza artificiale abbiamo raddoppiato candidati e imprese che si registrano. Il nostro punto di forza è il focus, ovvero offrire qualità in un mercato, come quello dell’hospitality, che a Londra ha dimensioni enormi e spesso presenta un mismatch tra domanda e offerta. Le aziende non hanno mai abbastanza dati sui candidati e in questo settore selezionarli solo sulla base del curriculum non è possibile.
Oggi la app di Francesca Boccolini vanta circa centomila utenti e tremila imprese che postano offerte di lavoro con oltre 500 mila application da parte dei candidati. Gli utenti medi di Sonicjobs sono i cosiddetti millenial, ovvero i giovani compresi tra i 18 e i 24 anni.
Donne e imprese
Quando si incontra una giovane startupper è inevitabile domandare se nel suo percorso imprenditoriale ha incontrato barriere dovute all’essere donna. Francesca Boccolini risponde così:
Indubbiamente una donna a capo di un’azienda spaventa ancora. Il mondo degli investimenti è costellato di stereotipi prettamente maschili e, specialmente a Londra, se uno non rispecchia il prototipo di uomo “lupo della finanza”, si ha difficoltà a guadagnarsi la credibilità. Una donna deve lavorare tre volte tanto rispetto a un uomo per avere la stessa visibilità. Io non venivo dal mondo della finanza e in più la mia esperienza era stata solo in Italia, quindi far capire quanto potessi valere ha richiesto molto più sforzo e lavoro. Un percorso meno facile, ma che alla fine mi ha preparato ad affrontare le difficoltà. Una volta che si conquista anche solo un po’ di credibilità di fronte a un business angel la soddisfazione è molto più grande e c’è un effetto volano, perché l’investitore che crede in te ti porta sempre qualcun altro. Essere donna è più difficile quando fai fundraising, dall’altro però nella parte di vendita se sei una donna carismatica hai la possibilità di aprire più porte.
Vivere a Londra
Nonostante l’arduo compito di imporsi in un settore ancora prevalentemente maschile e la Brexit che rende un po’ più incerto il futuro, l’imprenditrice italiana è soddisfatta dei risultati raggiunti e dello stile di vita offerto dalla capitale britannica. Come per la maggioranza degli expat la mancanza della famiglia e degli amici più stretti si fa sentire e non mancano i sogni di realizzazione anche dal punto di vista della vita privata. Dice la protagonista:
Londra è una città complicata per le relazioni private. Credo che ci siano persone che in altri paesi avrebbero già messo su famiglia, ma qui è diverso, anche la persona più affabile a Londra diventa un po’ “spostata emozionalmente”. Questa città è fantastica, ma in alcuni ambiti ti può rovinare. Io mi sono salvata perché vengo da un contesto di valori, sono cresciuta in una città piccola come Perugia. Bisogna perseguire i propri sogni, ma con serenità. Perché Londra è una città che ogni giorno ti presenta un’opportunità e allo stesso tempo una barriera. Quindi avere un equilibrio e sapere dove si vuole andare è importantissimo.
Francesca Boccolini, sembra sapere perfettamente dove vuole andare. Interpellata sui sogni per il futuro, infatti, aggiunge:
Professionalmente sento di aver trovato la mia strada creando qualcosa che non c’era e per questo sogno di poter portare la nostra innovazione in giro per il mondo, anche in Italia. Sarebbe bello se potesse esserci una Sonicjobs in ogni nazione. Penso anche ai paesi emergenti oppure a quelli in cui dove sono emergenze, come quella dei migranti nel nostro Paese. Per la vita privata, invece, vedremo che cosa mi riserva il futuro…
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Autore: Patrizia La Daga