Il 4 marzo si vota col Rosatellum

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Un sistema misto che prevede l’elezione del 37% dei seggi con il maggioritario e del 61% con il proporzionale (il restante 2% è riservato alla sezione Estero): queste le caratteristiche principali del Rosatellum Bis, la nuova legge elettorale con la quale il 4 marzo gli italiani dovranno confrontarsi.

Ma le novità non finiscono qui: rispetto a un recente passato in cui i sistemi elettorali sono stati per lo più maggioritari, o con un premio di maggioranza molto ampio, la nuova legge elettorale è marcatamente proporzionale. Va inoltre detto che la possibilità di presentarsi in coalizione, la mancanza del voto disgiunto e l’attuale quadro politico che vede in campo 3 forze molto vicine fra loro sono fattori che potrebbero determinare un risultato molto incerto.

Alla Camera
Dei 630 seggi di cui si compone la Camera, 232 (il 36%) saranno assegnati con collegi uninominali maggioritari: in pratica, i candidati si sfidano tra loro, e chi prende più voti vince. Gli altri 386 saranno assegnati in collegi plurinominali composti da piccoli “listini” bloccati (12 gli eletti con il proporzionale nella circoscrizione Estero).

Al Senato
Analogamente a quanto accade per Montecitorio, al Senato dei 315 seggi disponibili ne saranno assegnati 116 con i collegi uninominali (maggioritario) e 192 nei collegi plurinominali (proporzionale). Sono 6, invece, i posti destinati alla circoscrizione Estero.

Le soglie di sbarramento
Il Rosatellum prevede diverse soglie di sbarramento: nello specifico, nella quota proporzionale è prevista una soglia del 3% su base nazionale, sia per la Camera sia per il Senato, con la sola eccezione dei partiti che rappresentano le minoranze linguistiche per le quali, nella regione di riferimento, la soglia è fissata al 3%. Per le coalizioni, invece, è prevista una soglia minima del 10%, ma all’interno dell’alleanza almeno un partito deve prendere il 3%. I voti delle liste coalizzate che non raggiungono il 3%, ma superano l’1%, vanno assegnati alla coalizione.

Le coalizioni
Il Rosatellum prevede le possibilità di coalizzarsi. Basta una semplice dichiarazione di apparentamento e non servono programmi e candidati comuni. Al momento di presentare le liste, invece, i singoli partiti (non le coalizioni) devono indicare il programma e il “capo” politico.

Al momento la coalizione di centrosinistra presenta il Pd, la lista Più Europa di Emma Bonino, Civica Popolare di Beatrice Lorenzin e Insieme (Verdi e Socialisti).

Il centrodestra, invece, si compone di Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia di Fitto e Cesa.

Corrono da soli, invece, Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali di Piero Grasso.

La scheda elettorale
Votare non sarà particolarmente complicato, ma bisognerà tenere a mente alcuni aspetti. Il Rosatellum prevede 2 schede elettorali: una per la Camera e l’altra per il Senato. Con la singola scheda si vota sia la parte proporzionale sia maggioritaria. Accanto ai nomi dei candidati nel collegio che saranno eletti con il maggioritario ci saranno i simboli dei partiti che lo sostengono e i nomi dei relativi “listini” bloccati, che compongono la parte proporzionale.

Fondamentalmente si potrà votare in due modi:
1) la croce va messa sul simbolo del partito e in questo modo il voto si estende anche al candidato dell’uninominale;
2) il segno viene fatto sul nome del candidato e in questo caso ci sono altre due possibilità:
2.1) se il candidato dell’uninominale è collegato a un solo partito, il voto si trasferisce interamente al partito;
2.2) se il candidato è sostenuto da una serie di partiti, il voto si trasferisce ai partiti in maniera proporzionale ai voti ottenuti in quella circoscrizione.

Sulla scheda, inoltre, saranno stampate le istruzioni per il voto e per la prima volta sarà inserito un tagliando antifrode: si tratta di un codice numerico che sarà controllato dagli scrutatori nel momento in cui si riconsegna la scheda. In questo modo si cercherà di impedire lo scambio con schede elettorali già votate.

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