Tasse, c’è l’aliquota zero fino a 21 mila euro di reddito con coniuge e figli a carico

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di Andrea Bassi

ROMA C’è un effetto ancora poco visibile della decisione del governo di potenziare fino a 100 euro mensili il vecchio bonus Irpef introdotto da Matteo Renzi, e di aumentare le detrazioni sul lavoro fino a 1.200 euro l’anno per chi, invece, quel bonus non lo percepiva (i redditi tra 26.600 e 40 mila euro). L’effetto è che una platea sempre più ampia di lavoratori dipendenti pagherà un’aliquota Irpef effettiva pari a «zero». Come è possibile? Oggi formalmente non pagano tasse solo i lavoratori che rientrano nella «no tax area», quelli cioé che dichiarano al Fisco fino a 8.145 euro l’anno. Questi lavoratori non pagando Irpef (vengono definiti incapienti) non hanno ottenuto nessun beneficio dalla riduzione delle tasse. Ma cosa accade ai redditi che sono oltre questa soglia di «no tax area»? Il Centro studi Eutekne ha fatto alcune simulazioni. Grazie ai 1.200 euro annui (100 euro al mese) di Bonus per i redditi da 8.145 a 26.600 euro, i lavoratori che si vedranno nella sostanza azzerato il prelievo fiscale anche grazie alle detrazioni sul lavoro e quelle sui carichi familiari, sono molti.

LE SIMULAZIONI
Per esempio, un dipendente single senza familiari a carico avrà un’aliquota «zero» fino a un reddito di 12.508 euro annui, pari a 962 euro per 13 mensilità. Un dipendente sposato e con il coniuge a carico, in sostanza vedrà azzerato il suo prelievo fiscale fino a 15.013 euro di reddito, 1.154 euro mensili sempre compresa la tredicesima.
Se il lavoratore dipendente, oltre ad avere a carico la moglie, ha anche un figlio di età inferiore a tre anni, la sua aliquota fiscale effettiva si azzera fino a 16.041 euro di reddito annui, pari ad una busta paga mensile di 1.233 euro tredicesima compresa. Se la coppia, in cui uno solo dei coniugi lavora, e i figli a carico sono due di età maggiore di tre anni, l’aliquota Irpef zero arriverà fino a 17.875 euro di reddito annuo, ossia 1.375 euro mensili sempre suddivisi su tredici mensilità. Un lavoratore o una lavoratrice senza coniuge a carico, ma con due figli di età inferiore ai tre anni da mantenere, vedranno la loro aliquota azzerata fino a 19.215 euro di reddito annuo, cioè 1.478 euro mensili tredicesima inclusa. Se poi, il lavoratore o la lavoratrice, oltre a due figli al di sotto dei tre anni hanno a carico anche il coniuge, la loro aliquota Irpef è nella sostanza pari a zero fino a 21.260 euro di reddito annuo, pari a 1.635 euro mensili suddivisi si tredici mesi.

Questi numeri spiegano anche la ragione tecnica per cui il governo ha deciso di non trasformare per i redditi bassi il Bonus in una detrazione fiscale. Per poter ottenere un vantaggio in busta paga da una detrazione, bisogna pagare un Irpef superiore a zero in modo da poter ridurre o azzerare l’imposta. Insomma, se il bonus fosse stato trasformato, alcuni lo avrebbero perso e altri lo avrebbero ricevuto in maniera ridotta non pagando già abbastanza tasse per ottenere tutto il beneficio. C’è però anche una controindicazione dalla mancata trasformazione del bonus in detrazione per i redditi più bassi. Se questa trasformazione fosse avvenuta, l’aliquota zero Irpef non sarebbe stata solo sostanziale, ma anche formale. Dunque non si sarebbero potute applicare nemmeno le tasse locali, le addizionali. Tasse che invece l’uso del bonus consente a Comuni e Regioni di continuare a raccogliere.
 

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