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Le prostitute tedesche operanti alla fine della Grande Guerra erano divise tra quelle che esercitavano “all’aperto” e quelle “al chiuso”.
La prima categoria includeva quelle che offrivano servizi particolari, come ad esempio le “Munzis”, donne gravide che aspettavano sotto i lampioni.
Altro tipo di prostitute all’aperto erano le “Nuttes”, ragazze adolescenti che lavoravano per avere una paghetta nel dopo scuola, senza che i genitori fossero a conoscenza della cosa.
La categoria più raccapricciante era invece quella delle “Tauentzien Girls”, eleganti coppie madrefiglia vestite alla moda che si offrivano a uomini interessati a questo tipo di servizio.
Per quanto riguardava le prostitute operanti “al chiuso”, c’erano anche in questo caso varie tipologie.
Si andava dalle “Chontes”, prostitute ebree di origine generalmente polacca che cercavano i loro clienti nelle stazioni ferroviarie, alle “Fohses”, donne eleganti che si pubblicizzavano in maniera discreta su riviste e giornali come massaggiatrici private e manicure.
C’erano poi le “Demi-castors”, giovani donne di buona famiglia che lavoravano in case apposite nel tardo pomeriggio e in prima serata.
Tra le categorie più ricercate e squallide, c’erano le “Race-horses”, prostitute masochiste che si lasciavano frustare in “aule scolastiche” o “prigioni sotterranee” fornite di strumenti di tortura.
Per quanto riguardava la piaga della prostituzione minorile, allora molto diffusa, c’erano le “Medicine”, ovvero prostitute tra i 12 e 16 anni, così chiamate perché richieste in alcune farmacie che si prestavano a fare da tramite in questo illecito traffico a cui il cliente si rivolgeva utilizzando un linguaggio convenzionale: “medicine” erano le minorenni richieste, il colore delle pillole identificava il tipo di ragazza preferito e altri dettagli.
Altro prostitute minorenni erano le “Telephone-girls”: si ordinava un pasto da asporto, che veniva consegnato da una fanciulla in taxi o limousine all’ora stabilita. Questo tipo di servizio era il prediletto dai turisti facoltosi, dotati di dollari o di altra moneta straniera.
Per approfondire: “Voluptuos Panic, The Erotic World of Weimar Berlin” di Mel Gordon.