La Mattanza

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Riflettevo su questa stagione balorda in cui abbiamo aperto tardissimo e chiuderemo prestissimo. Per strada, in albergo, sulle spiagge nei ristoranti si sente parlare solo napoletano. Molta parte degli abitanti di questa enorme, disordinata, incredibile, fantastica città si sono riversati nella nostra isola e hanno portato tanto caos, tanto rumore, tanta indisciplina.
A settembre scompariranno, ritorneranno nella loro città, ognuno al proprio posto. Ci lasceranno soli a guardarci negli occhi, esausti, snervati, sorprendentemente ancora vivi a leccarci le ferite e a curarci i traumi di questa difficile convivenza, per aver assorbito e subito il loro modo di esistere così particolare, fuori dagli schemi e dall’ortodossia educativa che li fa sembrare male educati ma in effetti sono solo diversamente educati. Chiaramente non parlo dei napoletani “perbene” che sono tanti ma che non sono così “appariscenti” e quindi sembrano non esserci.
Non nascondo che a me questo tipo di umanità piace non tanto come clientela ma come interesse antropologico: credo che nessun popolo al mondo sia rimasto fedele alla propria lingua, alle proprie tradizioni, al proprio modo di affrontare la vita, alle proprie credenze e superstizioni , niente affatto globalizzati, come questo tipo di napoletani, quello dei Quartieri, del ventre di Napoli.
Molti Ischitani si lamentano e non la pensano come me, credono che questa gente siano feccia, delinquenti, il peggior turismo possibile e che allontanino i turisti “buoni”.
Intanto voglio dire che quest’anno questo tipo di turismo e il bonus vacanze ci ha permesso di riempire la cassa almeno per far fronte all’inverno e poi voglio dire: che alternativa abbiamo?
Abbiamo svenduto il nostro prodotto, non programmiamo e non abbiamo nessuna “visione” del futuro, permettiamo a 70 mila veicoli (nostri) di deturpare e inquinare l’isola, siamo divisi amministrativamente politicamente e commercialmente, abbiamo una classe politica e imprenditoriale assolutamente inadatta per governare l’isola, siamo senza idee e senza energie, nessun progetto per i prossimi anni, non siamo in grado di pubblicizzare l’isola ne di fare corpo comune.
Quindi per favore non ci lamentiamo.
E ringraziamo e serviamo questo tipo di turismo e consideriamoci fortunati ad averlo perchè visto il nostro livello non abbiamo alternative almeno fino a quando non ci sveglieremo.

Alessandro Florenzo

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