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Incredibile ma vero! Alessandro Giuli alla Fiera del libro di Francoforte ha pronunciato un altro discorso che… apriti cielo!
Sentite cosa ha detto: «Posso dire che siamo qui per riaffermare la centralità di quel che si può chiamare pensiero solare, il punto d’incontro tra la rigidità delle ideologie, della battaglia delle idee, che si discioglie nella luce meridiana dello spirito mediterraneo».
Molti di voi si domanderanno: ma di cosa diavolo sta parlando? Che cosa ha detto? E sì questo discorso è diverso da quello precedente, perché stavolta, dietro le perifrasi ridondanti e i giri di parole, Giuli ha voluto dire realmente qualcosa. Il «pensiero solare» è un riferimento a Julius Evola, pensatore e filosofo che non gode di una buona fama. Tra le tante idee portate avanti da Evola ce ne è una che merita di essere ricordata: la rigida divisione della gente in «classi d’appartenenza».
Cioè in poche parole per Evola i ricchi devono stare con i ricchi, i poveri con i poveri. Se nasci operaio è giusto che tu muoia operaio così come i tuoi figli, i tuoi nipoti e così via. Spaventoso, vero? Vedete qua il problema non è soltanto Giuli che ha pronunciato questo discorso, ma proprio tutto il suo entourage che ha creduto che potesse andar bene. E allora mi domando: ma perché sono sempre i meno meritevoli a rivestire i ruoli di comando? Conosco giovani pieni di talento e di passione che lavorano come camerieri per ottocento euro al mese in un paese dove la meritocrazia è un sogno e le pari opportunità un’illusione!
E la cosa spaventosa è che questo signore sembra dire, con il suo riferimento a Evola, che è giusto che le cose stiano così! Non so voi, ma io sono disgustata!