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La giudice Silvia Albano, finita sotto scorta per le minacce di morte ricevute dopo la sentenza sull’Albania, ha risposto come meglio non si potrebbe alle provocazioni e alle continue delegittimazioni ricevute dal governo Meloni e da alcuni suoi ministri.
“Noi non siamo qui a difendere nessun privilegio. L’indipendenza della magistratura è garanzia per tutelare i diritti di tutti i cittadini. Oggi tocca i migranti, domani chissà, potrebbe accadere a ciascuno di noi” ha detto in occasione dei 60 anni di Magistratura democratica.
“Noi lo scontro non lo vogliamo, non stiamo facendo nessuna opposizione al governo, stiamo cercando faticosamente di fare il nostro lavoro.
Noi non abbiamo in tasca né il libretto rosso di Mao né il Capitale di Marx, noi abbiamo in tasca la Costituzione. Il fatto che chi cerca di applicare la Costituzione venga appellato come giudice comunista solo perché fa questo mi preoccupa molto per lo stato e il futuro della nostra democrazia”.
Meloni, Salvini, Nordio dovrebbero ascoltare queste parole e impararle a memoria.
Perché queste sono le parole di una Servitrice dello Stato.