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Ho fatto la stessa domanda ad un amico tunisino…mi ha risposto in modo agghiacciante : metà della somma è riuscito a metterla insieme con il lavoro in patria e con dei risparmi, il resto si è impegnato a ripagarlo una volta arrivato in Italia, con il primo lavoro che avrebbe trovato.
Purtroppo, appena arrivato qui, per evitare che fuggisse senza ripagare il suo debito, è stato privato dei suoi documenti.
Dunque ha provato a cercare lavoro, ma lavorando in nero non riusciva nemmeno a guadagnare abbastanza per sfamarsi e pagare l’affitto….i suoi aguzzini ,quindi, per “aiutarlo” lo hanno costretto a spacciare. hanno minacciato di farlo a pezzi se non avesse ripagato il debito e lo hanno costretto a spacciare hashish e altro per ben 5 anni…
Avrebbe voluto andare alla Polizia e denunciare tutto, ma aveva paura di essere rimandato indietro, aveva paura delle conseguenze che la sua famiglia avrebbe potuto subire, aveva paura di tutto.
Non sapeva niente dell’Italia e parlava a stento la lingua. Non aveva soldi, né appoggi. E poi, chi avrebbe mai dato retta alle parole di un immigrato senza documenti che volesse opporsi ad una delle mafie più agguerrite e meglio organizzate del mondo??
Gli scafisti hanno connessioni con mafie e camorre varie, perfino con settori malati delle forze del disordine, in tutta Italia. Lo avrebbero fatto sparire in un campo di patate, bruciato dentro una baracca o sepolto in qualche discarica… Il tutto perché qui in itaglia qualcuno soffia sul fuoco della xenofobia, per loschi motivi di cui non posso e non voglio parlare qui………………. testimonianza dalla rete