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In Italia è possibile tutto. Quando all’università di Eichstätt, dove ho insegnato per 28 anni, parlando di Berlusconi facevo sentire ai miei studenti la telefonata di Berlusconi a Saccà in cui il Cavaliere chiedeva il numero di telefono della soubrette Evelina Manna perché, diceva, “Sto cercando di avere la maggioranza al Senato e questa Manna mi è stata chiesta”; quando cioè documentavo che questo mascalzone, pur di avere il potere, non esitava ad assumere il ruolo del lenone, vale a dire del ruffiano, i miei studenti sgranavano gli occhi. Dunque se a un magnaccia è stato dedicato un francobollo, sono stati fatti i funerali di Stato, è stato nominato un aeroporto c’è da sorprendersi che a una così sia stato regalato un ministero? E non escludo che alla “Pitonessa” (bel soprannome non c’è che dire) il giorno, spero non lontano, in cui sarà annoverata tra gli estinti, sarà dedicata qualche istituzione meritoria. Magari una scuola. Ottima destinazione per una che in una intervista di qualche anno fa invece di “greci” ha detto e ripetuto “grechi”.