I bus scioperano… per “il genocidio a Gaza”. Ed è sempre weekend lungo

Views: 7

 Un lungo weekend di sciopero che inizia con lo stop del personale del gruppo Ferrovie dello Stato (Fs) italiane, dalle ore 21 di sabato 22, alle ore 21 di domenica 23 febbraio e continua con lunedì 24 con quello dell’Usb che interesserà il trasporto pubblico capitolino di Atac e Cotral. A destare perplessità non è tanto l’indizione dello sciopero, forma di protesta garantita dalla costituzione, quanto le motivazioni elencate dall’Organizzazione sindacale Usb Lavoro Privato Trasporti Roma, che ferma il trasporto pubblico della Regione Lazio per 24 ore (dalle 8:30 alle 17 e dalle 20 a fine servizio). E vale la pena elencarle tutte: «Contro la politica economica del Governo Meloni esplicitata nella manovra economica per il 2025; contro il crescente coinvolgimento dell’Italia nei teatri di guerra tanto ad est quanto nel sostegno al genocida governo israeliano; per forti aumenti salariali oltre il recupero dell’inflazione reale; per una vera politica di difesa e rilancio della Sanità Pubblica. E ancora: «Per una vera tassazione sui superprofitti di Banche e le compagnie energetiche; per veri rinnovi dei contratti nazionali; per l’abolizione dell’Iva sui beni di prima necessità ed il prelievo fiscale sulle rendite finanziarie e i grandi patrimoni;

Per la detassazione delle pensioni in linea con gli altri paesi europei e le pensioni minime a 1000 (mille) euro; per una legge sul salario minimo di almeno 10 euro l’ora sui minimi tabellari; per la riduzione dell’orario di lavoro a 32 ore a parità di salario; per il diritto ai servizi pubblici gratuiti e accessibili, all’educazione scolastica, alla sanità e ai trasporti pubblici; per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro; per la difesa del diritto di sciopero». Ecco. Almeno si è avuta la decenza di togliere dalle motivazioni (citate invece per lo sciopero sciopero di venerdì 10 gennaio), ovvero: le «forti preoccupazioni legate all’allontanamento dalla professione di conducente di linea e la disaffezione al mondo dei trasporti».

Una beffa che si aggiunge al danno di decine di migliaia di pendolari che si devono recare al lavoro, soprattutto in una città come Roma che sta vivendo il disagio dei cantieri giubilari e di un incremento di pellegrini che mettono a dura prova servizi e pazienza dei romani. Un intervento del Garante degli Scioperi sarebbe forse auspicabile, onde evitare non solo che la «disaffezione al mondo dei trasporti» che tanto preoccupa il sindacato si allarghi ulteriormente ma che il senso stesso – e l’importanza – di una forma di protesta così nobile si riduca a pretesto per incrociare le braccia.