Com’è strana la gente

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Ci sta una categoria di persone che io la metterei a scorze di pane secco e acqua di rubinetto arrozzenuta per un paio di mesi. Quelli che, pure che tengono un’età, so cazzi di andare al ristorante e ordinare pennette al pomodoro – no pellecchie, no basilico, no parmigiano – cotoletta, patatine fritte e una bottiglia da due litri di Coca-Cola. Quelli che non solo scartano il grasso del prosciutto, ma si applicano pure con le felle di salame milanese e a una bistecca ci fanno l’autopsia peggio di Csi che ti fanno venire talmente lo schifo da convertirti vegano seduta stante e decidere di farti le vacanze su un pizzo di montagna in Tibet perché all’intrasatto capisci che il genere umano è capace delle peggio nefandezze e ti disgusta profondamente. Sono gli stessi che si mangiano esclusivamente la parte centrale della pizza, con il coltello e la forchetta sennò si inzevano le mani e, se malauguratamente dovesse succedere, tirano fuori diciotto metri di fetosissime salviette per il culetto dei criaturi e un boccione da cinque litri di Amuchina. Sono quelli che, le mamme prima e le mogli poi, ci devono ammonnare la mela e tagliare le unghie dei piedi e che si vanno scartando gli Smarties marroni perché in capa loro non tengono i coloranti. Ma, soprattutto, sono quelli che, nel caso in cui dobbiate espiare un peccato mortale e decidete di concedergliela come penitenza, quando si spogliano piegano tutti i vestiti, tengono la maglia della salute rincalzata nelle mutande e nun se levano manco i cazettini. 

 Francesca Prisco

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