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Nel corso della storia, di pratiche mediche ridicole ce ne sono state a bizzeffe. Nella migliore delle ipotesi si trattava di pratiche prive di ogni utilità. Alla peggio, potevano addirittura rivelarsi dannose.
Ogni volta che penso a strane pratiche mediche, mi viene in mente il concetto di “isteria femminile” diffuso nel XIX secolo.
Benché più volte prima dell’Ottocento venne riconosciuto che anche le donne sperimentassero il desiderio sessuale, pare che nel XIX secolo si trattasse di un concetto sconosciuto ai più. Si pensava che le donne fossero asessuali, del tutto prive di desiderio sessuale. Le donne erano considerate alla stregua di ricettacoli della lussuria maschile.
Così, capitava che le donne si rivolgessero a medici ed ostetriche lamentando un ampio ventaglio di sintomi, tra cui sensazione di pesantezza alla pelvi, calore umido tra le gambe, insonnia, irrequietezza e frustrazione.
Ah però! Che cosa sarà stato mai?
Non c’erano scuse per non esserne a conoscenza. Persino i quaccheri ed i puritani riconoscevano ed accettavano il desiderio sessuale femminile, entro il sacro vincolo del matrimonio. Ma nell’Ottocento tale concetto collideva con la visione della donna come essere puro e con il moralismo dominante.
I dottori accorsero in soccorso!
Alle donne a cui veniva diagnosticata l’isteria femminile, medici ed ostetriche applicavano oli vegetali sul clitoride e massaggiavano l’area penetrando al contempo la vagina con le dita. Esercitavano tale pratica fino a quando la paziente raggiungeva il “parossismo”.
Il parossismo, ovviamente, non era un orgasmo. Giammai. Le donne non potevano avere un orgasmo.
Dopo tale pratica, la donna stava meglio per un po’, fino a quando si rendeva necessario ripetere il trattamento.
I medici trassero enorme beneficio e cospicui guadagni da tali pratiche. E fu una delle poche volte in cui non danneggiavano attivamente i pazienti con i trattamenti proposti.
A lungo andare, però, tutta quella masturbazione era diventata impegnativa. Fortunatamente, la necessità è madre di ogni invenzione.
Quindi i medici decisero di delegare tale gravoso incarico alla tecnologia.
Proprio così, dovete ringraziare la visione repressiva della sessualità dell’Ottocento per il vibratore che giace nel comodino accanto al vostro letto! (Mi auguro che non sia come questo).
Fonte: Cabinet magazine
Il vibratore fu solo il quinto elettrodomestico ad essere elettrificato, subito dopo il tostapane e precedendo di 100 anni l’aspirapolvere.
La scienza non trovò ‘metodi migliori’, come indicato nella domanda. Si prese semplicemente coscienza della sessualità femminile e, guarda caso, la diagnosi di isteria femminile scomparve.
“Hysteria” and the Strange History of Vibrators (“Isteria” e la strana storia dei vibratori)
Aggiornamento:
Nella sezione dei commenti, molti hanno puntualizzato che, a partire dallo scorso anno, si sono sollevati dubbi sulla veridicità di tale storia. Non ho ancora avuto modo di consultare i vari link. Ho letto quanto ho riportato in varie fonti, tra cui testi medici (ma ovviamente potrebbero essere state diffuse notizie false). Ho anche letto descrizioni di vibratori da collegare ai rubinetti prima dell’arrivo dell’elettricità.
Approfondirò l’argomento. Comunque, il concetto di isteria femminile è ben documentato, esattamente come la teoria dell’utero vagante. Non svanì mai del tutto, fino a Freud (e nemmeno le sue idee erano accurate).