Arrestato il primo sindaco leghista eletto in Puglia meno di due mesi fa

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Antonio Potenza, primo cittadino di Apricena, lo scorso maggio aveva stravinto le elezioni con il 70 per cento di voti. Ora è finito ai domiciliari per concussione, peculato e abuso di ufficio

DI FEDERICO MARCONI

Meno di due mesi fa aveva vinto le elezioni con il 70 per cento, un risultato schiacciante che lo aveva fatto diventare il primo sindaco della Lega eletto in Puglia. In campagna elettorale non era mancato l’appoggio del segretario del Carroccio, Matteo Salvini, con tanto di foto ad immortalare l’incontro. Questa mattina però Antonio Potenza, primo cittadino di Apricena, comune del foggiano, è finito agli arresti domiciliari.

Potenza è tra le 23 persone, imprenditori e pubblici ufficiali nel mirino della Guardia di Finanza nell’indagine “Madrepatria”: sono tutte ritenute responsabili, a vario titolo, di reati contro la pubblica amministrazione, il patrimonio, la fede pubblica e la par condicio imprenditoriale. Per tre persone, tra cui il sindaco leghista, è stata disposta la custodia cautelare in casa.
Il primo cittadino del Carroccio, con un passato in Forza Italia, è accusato di concussione, peculato e abuso d’ufficio.

Nel febbraio del 2018 “abusando della sua qualità di sindaco”, avrebbe costretto una componente del suo staff  “con minacce implicite” a rinunciare a un lavoro a tempo indeterminato al comune: la donna era risultata la prima degli idonei, ma Potenza “abusando dell’evidente stato di sudditanza” della collaboratrice e “utilizzando toni perentori” le avrebbe imposto di rinunciare alla vittoria del concorso in favore del terzo classificato, persona vicina a Forza Italia, allora partito di riferimento del primo cittadino prima del passaggio alla Lega. Persona che doveva essere “favorita in virtù di accordi politici” tra il sindaco Potenza e il gruppo al consiglio regionale del partito di Berlusconi.

Il primo cittadino è accusato anche di peculato. Poche settimane prima infatti, Potenza aveva utilizzato una macchina intestata al comune per andare a ritirare il passaporto suo e del fratello al commissariato di San Severo, cittadina a 20 minuti di auto da Apricena. Dopo San Severo, il sindaco con l’auto appartenente alla pubblica amministrazione si è diretto a Foggia, negli uffici della ASL, per ritirare il parere preventivo necessario alla costruzione di alcuni capannoni agricoli: non in qualità di sindaco, ma di ingegnere. Il progetto infatti era curato dallo studio professionale di Potenza.

L’accusa di abuso di ufficio risale invece al novembre 2017, quando il primo cittadino ha affidato verbalmente, pur non essendone competente, i lavori di installazione di un impianto di videosorveglianza nei locali del comune ad un’impresa a lui vicina. L’abuso gli procurava un “ingiusto vantaggio patrimoniale”, scrivono i magistrati. Alla stessa ditta il sindaco ha affidato anche la “bonifica” del suo ufficio, nel corso della quale sono state trovate due microspie.

Alla luce dei risultati delle indagini il giudice delle indagini preliminari ha disposto gli arresti domiciliari per Potenza per “lo stile criminale improntato alla indebita strumentalizzazione degli incarichi pubblici ricoperti” e per “la capacità di manipolare la cosa pubblica utilizzandola come gestione di affari privati”.

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