Calciopoli, Fabio Caressa: “La Juventus chiese a Sky la testa mia e di Bergomi”

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In un incontro all’università Bocconi, il giornalista ha ricordato un episodio del 2004, dopo una vittoria in trasferta dei bianconeri a Bologna grazie anche a un arbitraggio favorevole: “Nel post partita dicemmo che c’erano due rigori per il Bologna e la dirigenza Juve telefonò all’ad di Sky per farci licenziare”

“La dirigenza della Juventus telefonò all’allora amministratore delegato di Sky per chiedere la testa mia e di Beppe Bergomi. È stata una pagina molto brutta e io sono stato testimone di quello che accadeva”. A parlare, durante un incontro tenutosi all’università Bocconi di Milano, è il giornalista Fabio Caressa, volto e voce nota della tv di Rupert Murdoch. Il telecronista ha ripercorso cosa avveniva nei mesi immediatamente precedenti alla deflagrazione dello scandalo Calciopoli, raccontando per la prima volta un episodio che la dice assai lunga sullo strapotere e i metodi usati in quegli anni dall’allora dirigenza bianconera. La partita in questione è un Bologna-Juventus del 12 dicembre 2004: i bianconeri vinsero in trasferta per 0-1, decisivo il gol di Nedved e la direzione di gara dell’arbitro Pieri, che non concesse due rigori netti ai padroni di casa. Nel post partita Caressa e Bergomi ne chiesero conto a chi, quei presunti interventi irregolari, li aveva subiti, ovvero il centravanti felsineo Cipriani. “Nell’intervista a fine gara, dichiarò che gli episodi non erano importanti” ha ricordato Caressa. Che poi ha spiegato: “Cipriani era un giocatore della GEA (la società di procuratori controllata da Alessandro Moggi, figlio di Luciano, l’ex dg della Juve radiato dal calcio italiano, ndr) e dopo che noi affrontammo l’argomento in telecronaca dicendo che due rigori non erano stati concessi, arrivò una telefonata all’allora amministratore delegato di Sky dalla dirigenza della Juventus”.
Il contenuto? Secondo Caressa era stata chiesta la rimozione del telecronista e dell’ex capitano dell’Inter. “Il nostro dirigente ci disse di ricordarci che noi siamo Sky – ha ricordato Caressa – e che, visto che siamo noi a dare i soldi alla Juventus per i diritti, magari un giorno chiederemo noi di decidere il loro allenatore ma loro non decideranno mai su quello che deve fare Sky. Questo – ha concluso l’ex direttore di Sky Sport 24 – fa capire che forza servisse in quel momento per resistere ad alcune pressioni”. Che arrivavano anche dai media. È sempre Caressa a ricordarlo nell’incontro alla Bocconi: “Il giorno dopo la partita, sulla prima pagina del Corriere della Sera, ci furono due colonne di attacco nei confronti miei e di Bergomi dicendo che Cipriani stesso aveva detto che i rigori c’erano, mistificando la realtà in una maniera ignobile. Non dico il nome del giornalista per rispetto – ha detto – ma dopo uscì che era colluso con queste persone quì”.

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L’Agenzia delle Entrate riconosce la detrazione del 19% per tutti i costi inerenti alla scuola, come viaggi scolastici, mensa, assicurazione, teatro, ecc.

Dall’anno prossimo le famiglie potranno scalare dalle tasse non solo la retta pagata alla scuola per la frequenza dei figli, ma anche tutti gli altri servizi integrativi connessi all’istruzione come i costi per le gite scolastiche, per l’assicurazione della scuola e ogni altro contributo scolastico finalizzato all’ampliamento dell’offerta formativa (ad esempio corsi di lingua, teatro) deliberato dagli organi d’istituto. Su tali spese spetta quindi la detrazione del 19%. Se i soldi vengono versati direttamente alla scuola, il contribuente che intende usufruire dell’agevolazione fiscale non dovrà presentare al Caf o al proprio commercialista la copia della delibera scolastica che ha disposto tali versamenti; viceversa, se la famiglia deve pagare la somma a un soggetto esterno all’istituto scolastico, come l’agenzia viaggi, dovrà munirsi della suddetta delibera.

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Spese scolastiche, gita e mensa: quali detrazioni fiscali?

Lo sai che? Pubblicato il 5 aprile 2017

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Spese scolastiche, gita e mensa: quali detrazioni fiscali?

RICHIEDI CONSULENZA SU QUESTO ARGOMENTO

L’Agenzia delle Entrate riconosce la detrazione del 19% per tutti i costi inerenti alla scuola, come viaggi scolastici, mensa, assicurazione, teatro, ecc.

Dall’anno prossimo le famiglie potranno scalare dalle tasse non solo la retta pagata alla scuola per la frequenza dei figli, ma anche tutti gli altri servizi integrativi connessi all’istruzione come i costi per le gite scolastiche, per l’assicurazione della scuola e ogni altro contributo scolastico finalizzato all’ampliamento dell’offerta formativa (ad esempio corsi di lingua, teatro) deliberato dagli organi d’istituto. Su tali spese spetta quindi la detrazione del 19%. Se i soldi vengono versati direttamente alla scuola, il contribuente che intende usufruire dell’agevolazione fiscale non dovrà presentare al Caf o al proprio commercialista la copia della delibera scolastica che ha disposto tali versamenti; viceversa, se la famiglia deve pagare la somma a un soggetto esterno all’istituto scolastico, come l’agenzia viaggi, dovrà munirsi della suddetta delibera.

A prevederlo è una circolare dell’Agenzia delle Entrate [1]: nel provvedimento viene espressamente chiarito che, dal prossimo modello 730, nella detrazione del 19% per le spese di istruzione dei figli rientrano anche i costi per le gite, per l’assicurazione della scuola e ogni altro contributo per servizi integrativi pre e post scuola. Ma procediamo con ordine e vediamo come ottenere lo sconto fiscale.

Spese per la scuola: cosa detrarre dalle tasse

La detrazione del 19% spetta sulletasse (ad esempio quelle di iscrizione e di frequenza), sui contributi obbligatori, quelli volontari, nonché sulle erogazioni liberali appositamente deliberati dagli istituti scolastici o dai loro organi e sostenute dal contribuente con la specifica finalità legata alla frequenza scolastica.

La detrazione spetta anche sui soldi spesi per la mensa scolastica e per i servizi scolastici integrativi, come l’assistenza al pasto e il pre/post scuola (anche quando il servizio è reso per il tramite del Comune o di altri soggetti terzi rispetto alla scuola).

Nella detrazione del 19% ricadono infine le spese per gite scolastiche, per l’assicurazione della scuola e ogni altro contributo finalizzato all’ampliamento dell’offerta formativa (ad esempio corsi di lingua, teatro, ecc.) purché deliberato dagli organi d’istituto.

Tali detrazioni spettano a prescindere da quale sia il grado della scuola frequentata dal figlio: pertanto si può ottenere della detrazione fiscale su mense, gite scolastiche ecc, per scuole dell’infanzia (scuole materne), primarie e secondarie di primo grado (scuole elementari e medie), secondarie di secondo grado (scuola superiore) sia statali che paritarie private e/o degli enti locali.

La detrazione non spetta per le spese relative all’acquisto di materiale di cancelleria e di testi scolastici o per il servizio di trasporto scolastico (bus).

Come detrarre dalle tasse gite e mensa scolastica

La detrazione fiscale è del 19% ma il tetto massimo che si può scorporare dalle tasse è di 564 euro annui per ciascun figlio.

Se la famiglia ha più figli è necessario compilare più righi con l’indicazione della relativa spesa sostenuta con riferimento a ciascun alunno.

Documenti

Se la famiglia versa i soldi per le spese scolastiche direttamente alla scuola non deve poi produrre al commercialista o al Caf la copia della delibera scolastica che ha disposto tali versamenti. La delibera va richiesta, invece, nel caso in cui la spesa per il servizio scolastico integrativo non sia sostenuta per il tramite dell’istituto, ma sia pagata direttamente a soggetti terzi (ad es. all’agenzia di viaggio).

La famiglia deve conservare le ricevute o le quietanze di pagamento recanti gli importi sostenuti a titolo di spese scolastiche. Quelle per la mensa scolastica vanno comprovate mediante la ricevuta del bollettino postale o del bonifico bancario intestata al soggetto destinatario del pagamento – sia esso la scuola, il Comune o altro fornitore del servizio – e devono riportare nella causale l’indicazione del servizio mensa, la scuola di frequenza e il nome e cognome dell’alunno.

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Spese scolastiche, gita e mensa: quali detrazioni fiscali?

Lo sai che? Pubblicato il 5 aprile 2017

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Spese scolastiche, gita e mensa: quali detrazioni fiscali?

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L’Agenzia delle Entrate riconosce la detrazione del 19% per tutti i costi inerenti alla scuola, come viaggi scolastici, mensa, assicurazione, teatro, ecc.

Dall’anno prossimo le famiglie potranno scalare dalle tasse non solo la retta pagata alla scuola per la frequenza dei figli, ma anche tutti gli altri servizi integrativi connessi all’istruzione come i costi per le gite scolastiche, per l’assicurazione della scuola e ogni altro contributo scolastico finalizzato all’ampliamento dell’offerta formativa (ad esempio corsi di lingua, teatro) deliberato dagli organi d’istituto. Su tali spese spetta quindi la detrazione del 19%. Se i soldi vengono versati direttamente alla scuola, il contribuente che intende usufruire dell’agevolazione fiscale non dovrà presentare al Caf o al proprio commercialista la copia della delibera scolastica che ha disposto tali versamenti; viceversa, se la famiglia deve pagare la somma a un soggetto esterno all’istituto scolastico, come l’agenzia viaggi, dovrà munirsi della suddetta delibera.

A prevederlo è una circolare dell’Agenzia delle Entrate [1]: nel provvedimento viene espressamente chiarito che, dal prossimo modello 730, nella detrazione del 19% per le spese di istruzione dei figli rientrano anche i costi per le gite, per l’assicurazione della scuola e ogni altro contributo per servizi integrativi pre e post scuola. Ma procediamo con ordine e vediamo come ottenere lo sconto fiscale.

Spese per la scuola: cosa detrarre dalle tasse

La detrazione del 19% spetta sulletasse (ad esempio quelle di iscrizione e di frequenza), sui contributi obbligatori, quelli volontari, nonché sulle erogazioni liberali appositamente deliberati dagli istituti scolastici o dai loro organi e sostenute dal contribuente con la specifica finalità legata alla frequenza scolastica.

La detrazione spetta anche sui soldi spesi per la mensa scolastica e per i servizi scolastici integrativi, come l’assistenza al pasto e il pre/post scuola (anche quando il servizio è reso per il tramite del Comune o di altri soggetti terzi rispetto alla scuola).

Nella detrazione del 19% ricadono infine le spese per gite scolastiche, per l’assicurazione della scuola e ogni altro contributo finalizzato all’ampliamento dell’offerta formativa (ad esempio corsi di lingua, teatro, ecc.) purché deliberato dagli organi d’istituto.

Tali detrazioni spettano a prescindere da quale sia il grado della scuola frequentata dal figlio: pertanto si può ottenere della detrazione fiscale su mense, gite scolastiche ecc, per scuole dell’infanzia (scuole materne), primarie e secondarie di primo grado (scuole elementari e medie), secondarie di secondo grado (scuola superiore) sia statali che paritarie private e/o degli enti locali.

La detrazione non spetta per le spese relative all’acquisto di materiale di cancelleria e di testi scolastici o per il servizio di trasporto scolastico (bus).

Come detrarre dalle tasse gite e mensa scolastica

La detrazione fiscale è del 19% ma il tetto massimo che si può scorporare dalle tasse è di 564 euro annui per ciascun figlio.

Se la famiglia ha più figli è necessario compilare più righi con l’indicazione della relativa spesa sostenuta con riferimento a ciascun alunno.

Documenti

Se la famiglia versa i soldi per le spese scolastiche direttamente alla scuola non deve poi produrre al commercialista o al Caf la copia della delibera scolastica che ha disposto tali versamenti. La delibera va richiesta, invece, nel caso in cui la spesa per il servizio scolastico integrativo non sia sostenuta per il tramite dell’istituto, ma sia pagata direttamente a soggetti terzi (ad es. all’agenzia di viaggio).

La famiglia deve conservare le ricevute o le quietanze di pagamento recanti gli importi sostenuti a titolo di spese scolastiche. Quelle per la mensa scolastica vanno comprovate mediante la ricevuta del bollettino postale o del bonifico bancario intestata al soggetto destinatario del pagamento – sia esso la scuola, il Comune o altro fornitore del servizio – e devono riportare nella causale l’indicazione del servizio mensa, la scuola di frequenza e il nome e cognome dell’alunno.

Documentazione da controllare e conservare 
 

Tipologia Documenti
Spese di frequenza scolastica
1-   ricevute o quietanze di pagamento recanti gli importi sostenuti a tale titolo nel corso del 20162-   per le spese sostenute per la mensa scolastica:

a)  ricevuta del bollettino postale o del bonifico bancario intestata al soggetto destinatario del pagamento con riportata nella causale l’indicazione del servizio mensa, la scuola di frequenza e il nome e cognome dell’alunno

b)   qualora il pagamento sia stato effettuato in contanti, con altre modalità di pagamento o con l’acquisto di buoni in formato sia cartaceo sia elettronico, attestazione del soggetto che ha ricevuto il pagamento o della scuola che certifichi l’ammontare della spesa sostenuta nell’anno e i dati dell’alunno o studente. 

Spese per gite scolastiche, assicurazione della scuola e altri contributi scolastici finalizzati all’ampliamento dell’offerta formativa (ad esempio corsi di lingua, teatro)
–   ricevute o quietanze di pagamento recanti gli importi sostenuti a tale titolo nel corso del 2016 e i dati dell’alunno o studente-   qualora il pagamento sia stato effettuato nei confronti di soggetti terzi attestazione dell’istituto scolastico dalla quale si rilevi la delibera di approvazione e i dati dell’alunno o studente.

note

[1] Circolare n. 7/E/2017 congiunta di agenzia delle Entrate e Consulta nazionale dei Caf

Vittoria M5S: cancellata l’assicurazione dei deputati a carico dei cittadini!

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I cittadini pagano 350mila euro ogni anno per l’assicurazione per le punture di insetto, i danni subiti in stato di ebbrezza e le insolazioni dei deputati.

Ma da oggi questo privilegio è stato abolito.
Ne dà notizia il deputato 5 Stelle Riccardo Fraccaro tramite il Blog di Beppe Grillo. Di seguito il suo post:

“I cittadini non pagheranno più la scandalosa assicurazione dei deputati. Ce l’abbiamo fatta! Una vittoria a 5 stelle. Dopo anni di battaglie, nelle istituzioni e a fianco dei cittadini, abbiamo ottenuto un risultato straordinario: i cittadini non dovranno pagare più la scandalosa assicurazione dei deputati! La polizza che copre gli onorevoli per i danni subiti in stato di ebrezza, le punture di insetto e le sommosse popolari è stata al centro delle nostre denunce e delle nostre lotte parlamentari. Più volte abbiamo proposto di eliminare questo scandaloso privilegio a spese della collettività, trovando sempre la strenua opposizione del Pd e di tutti gli altri partiti.
Abbiamo chiesto di fare rete e aiutarci ad esercitare pressione a tutti i cittadini, che si sono mobilitati in modo straordinario contro questa vergogna.
Il nostro impegno ha dato i suoi frutti: l’Ufficio di Presidenza, poco prima di iniziare la discussione preliminare del bilancio della Camera, ha deliberato la cancellazione di questa voce a carico dei cittadini. Si tratta di 350mila euro ogni anno che verranno risparmiati grazie al MoVimento 5 Stelle e ai cittadini che non si sono arresi di fronte al sistema partitocratico. Grazie a tutti per aver diffuso la nostra denuncia e creato consapevolezza: è ciò che i partiti più temono.
È una vittoria dei cittadini, è una vittoria a 5 Stelle. Possiamo cambiarlo questo Paese, lo stiamo già facendo. Pensate quando saremo al governo: a riveder le stelle!”

Cosi ci ammazzano: il rincaro mostruoso della benzina. Aumento pazzesco: quando e di quanto

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Il governo valuta il possibile rincaro delle imposte sui carburanti. Ogni centesimo di accisa in più produce un gettito di 400 milioni di euro l’anno. Sarebbe il diciottesimo rincaro a partire dal 1935: temporanei, sono tutti diventati permanenti
Un aumento delle accise sulla benzina di almeno un paio di centesimi. Per avviare la correzione del deficit pubblico del 2016, stemperare il confronto con la Commissione europea che l’ha chiesta minacciando una procedura d’infrazione, e rassicurare i mercati, sempre più nervosi. Ma anche per coprire una parte delle spese dovute all’emergenza del terremoto. La possibilità di un ritocco delle imposte sui carburanti è sul tavolo dell’esecutivo già da qualche giorno, e potrebbe essere deciso in tempi rapidi. Una misura non certo popolare, ma secondo i tecnici dell’esecutivo nemmeno troppo dolorosa. E sicuramente efficace per fare cassa: ogni centesimo di aumento dell’accisa (sulla quale, peraltro, si paga pure l’Iva), produce un gettito di 400 milioni di euro l’anno.
Un miliardo per il sisma
Con tre centesimi si garantirebbe la copertura delle spese per il terremoto aggiuntive a quelle già stanziate in bilancio, che il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni ha stimato in oltre un miliardo. Liberando così risorse da destinare alla riduzione del disavanzo, per riportarlo in linea verso l’obiettivo del pareggio di bilancio. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha già annunciato a Bruxelles, e poi confermato in Parlamento, che il ritocco delle accise ci sarà. Sarebbe la diciottesima volta, a partire dalla guerra di Etiopia del 1935, che le accise sui carburanti vengono alzate per far fronte alle spese impreviste.
Tutti i rincari
Aumenti che dovevano essere temporanei, ma che sono poi diventati permanenti. Oltre alla guerra africana, con le accise sulla benzina stiamo ancora pagando la crisi di Suez del ‘56, il disastro del Vajont del ‘63, l’alluvione di Firenze del ‘66, la guerra del Libano, la missione in Bosnia, l’immigrazione dopo la crisi libica, ma anche il contratto degli autoferrotranvieri del 2004, l’acquisto degli autobus ecologici, il finanziamento della cultura, la manovra di bilancio del 2011. E cinque terremoti: quelli del Belice, del Friuli, dell’Irpinia, dell’Aquila e dell’Emilia.
Tasse al 69%
Con il risultato che l’accisa sulla benzina oggi è pari a 728,40 euro per ogni mille litri. Sul prezzo al consumo, considerata l’imposta di fabbricazione e l’Iva al 22%, le tasse sulla benzina rappresentano ormai il 69%. La manovra 2014 del governo Letta prevedeva già un aumento di almeno mezzo centesimo, che è stato sterilizzato e rinviato al 2018 insieme all’innalzamento dell’Iva. Oggi, considerata la necessità di far quadrare i conti e l’emergenza per il sisma, il rincaro difficilmente si potrà evitare.

Fonte: http://www.corriere.it/economia/17_febbraio_07/accise-benzina-l-aumento-salvare-conti-il-terremoto-75b1eefe-eca7-11e6-b0dc-72bd53481b5d.shtml

Sondaggio Mentana, PD a picco: ecco quanto è finito in basso. Godono i 5 stelle.

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Il sondaggio di Enrico Mentana condanna i Democratici e Progressisti e tutti i “cespugli” della sinistra extra Pd. La rilevazione di Emg Acqua per il TgLa7 parla chiaro, salgono tutti tranne loro. Dopo il sorpasso il Movimento 5 Stelle resta primo partito al 30,6% (+0,3), davanti al Pd di Matteo Renzi al 27% (+0,1), bel balzo in avanti della Lega Nord al 12,3% (+0,4) mentre Forza Italia al 12% (+0,1) è praticamente stabile. Perde qualcosa Fratelli d’Italia (-0,2, ora al 4,7%) ma come detto i guai veri sono nel centro-sinistra. Alternativa Popolare, nuova creatura di Angelino Alfano, arranca al 3,1%, -0,3. Bersani e D’Alema però fanno peggio perdendo lo 0,4: Mdp è al 3,6%, quasi il doppio di Sinistra italiana (sempre fermo all’1,7%). E il Campo progressista di Giuliano Pisapia? Un disastro da prefisso telefonico, allo 0,9% (-0,1). Niente da fare: se sono loro a dover far fuori Renzi, sono senza… Speranza.

Fonte: http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/12349979/sondaggio-emg-mentana-numeri-m5s-pd-lega-nord-tracollo-mdp-bersani-speranza-pisapia-sinistra-.html

Madia, Montanari vs Morani (Pd): “Esempio di una classe politica indegna”. “Stia attento o verrà querelato, come Il Fatto”

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Polemica al calor bianco a L’Aria che Tira (La7) tra la deputata Pd, Alessia Morani, e Tomaso Montanari, professore ordinario di Storia dell’Arte moderna all’Università degli Studi di Napoli (qui la seconda parte dello scontro). Il dibattito deflagra dopo un servizio sul lavoro giovanile e sull’impossibilità attuale di entrare nella pubblica amministrazione prima dei 35 anni. Montanari ricorda che proprio il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, ne è un’eccezione: “E si scopre pure scopre che la sua tesi di dottorato è in buona parte plagiata, come è stato dimostrato in maniera incontrovertibile“. La conduttrice Myrta Merlino parla di querela presentata da Madia a Il Fatto Quotidiano (in realtà l’ha annunciata). “Secondo me, la Madia querelerà anche quelli che continuano a dirlo” – avverte Morani – “Attenzione, eh, perché non si possono fare delle accuse così gratuite”. “Che quereli e vediamo in tribunale. Non è un’accusa gratuita, è stato dimostrato” – ribatte Montanari – “Se mette accanto due testi e vede che ci sono dei passi identici senza virgolette, non ci vuole granché per capirlo. Anche su Repubblica Roberto Perotti, docente della Bocconi, ha detto che il plagio c’è stato indubbiamente. Poi ha spiegato che per lui la Madia si deve dimettere per un altro motivo, e cioè perché la sua riforma sulla pubblica amministrazione fa schifo“. “Montanari, utilizzi altri argomenti. E’ un consiglio”, interrompe la parlamentare dem. “Questo è un argomento importante” – replica lo storico dell’arte – “perché io non posso dire ai miei studenti che devono fare correttamente il loro lavoro di dottorato per poi andare a lavorare in un call center o a emigrare in un altro Paese, quando la Madia plagia buona parte della sua tesi di dottorato e diventa ministro prima dei 35 anni. Questo è il problema dell’Italia: una classe dirigente indegna“. Morani continua a “consigliare” a Montanari di usare cautela nelle sue affermazioni: “Conosciamo Il Fatto, io non darei la patente di verità a questo giornale, mentre metterei una bolla sul ministro Madia. Francamente al posto suo sarei un po’ più cauta. Poi faccia quello che vuole, magari si prende una querela”. “E’ molto divertente che la classe politica reagisca alle opinioni, minacciando querele” – risponde Montanari – “Questo invece è un problema molto serio: la qualità della classe dirigente rispetto al Paese e l’idea che la politica possa mettere in posti chiave persone che non hanno sufficiente esperienza in virtù di un criterio di appartenenza e non di preparazione”

++ Nuove 50 euro, la scadenza-trappola. Ciò che tacciono: come ti rovinano ++

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Da oggi è in circolazione nell’eurozona la nuova banconota da 50 euro, la quarta della serie ‘Europa’. Come ha annunciato la Bce, il nuovo taglio presenta alcune caratteristiche per essere più difficile da riprodurre con la contraffazione, tra cui il numero verde smeraldo e l’ologramma in controluce che rappresenta la divinità della mitologia greca. Ma c’è chi sostiene che ci sia un inganno dietro alla novità e che le nuove 50 euro siano state introdotte non solo per un’efficace protezione contro la falsificazione, ma anche e soprattutto per far spendere la vecchia serienel minor tempo possibile, prima che questa venga dichiarata carta straccia. Come riporta Dagospia, la Banca Centrale Europa ha il suo obiettivo: costringere a portare gli euro vecchi in banca, dichiararli al Fisco, non tenerli più nascosti sotto il materasso o in cassette di sicurezza.

Se il dollaro è rimasto una moneta relativamente solida e non va mai fuori corso, sebbene sia stato aggiornato molte volte, gli euro della prima serie sono destinati al macero, anche se da Francoforte arrivano parole che dovrebbero rassicurare: “La data in cui le banconote della prima serie saranno dichiarate fuori corso verrà annunciata con largo anticipo”. Ma comunque quella data arriverà.

La banconota da 50 euro è la più utilizzata dai cittadini, con circa 9 miliardi di euro di pezzi, pari al 46% del valore totale delle banconote in circolazione. “Anche in questa era digitale i contanti rimangono essenziali nella nostra economia. – ha commentato il presidente della Bce, Mario Draghi – Un sondaggio, che sarà pubblicato presto sull’uso dei contanti, mostra che oltre tre quarti di tutti i pagamenti presso i punti vendita della zona euro sono fatti in cash e, in termini di valore delle transazioni, si tratta di poco più della metà”. Il sondaggio sarà pubblicato in estate.

Fonte: http://www.liberoquotidiano.it/news/economia/12349134/nuova-banconota-50-euro-trappola-far-spendere-serie-vecchia-evasione-fiscale.html

+ULTIM’ORA DA ROMA+ Di Battista tira giù un casino! Guardate cosa ha appena scoperto:

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mercoledì 5 aprile 2017

SAPETE CHI E’ FILIPPO VANNONI?

Filippo Vannoni, grande amico di Matteo Renzi, è Presidente della società pubblica fiorentina Publiacqua ed è un ex-consulente del governo Renzi per le politiche economiche. Non è un grillino insomma. Ebbene ai PM sullo scandalo Consip ha dichiarato:

“Vi dico che effettivamente fu Lotti a dirmi che c’era una indagine su CONSIP”. Poi aggiunge: “Ricordo che il Presidente Renzi mi diceva solo di ‘stare attento’ a CONSIP”.

Su questo Renzi e Lotti hanno qualcosa da dire? Se mente perché non lo hanno querelato? E se è un folle calunniatore perché il sindaco di Firenze Nardella non lo rimuove da Publiacqua?

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