M5S, Crimi: ‘Via agli Stati Generali, assemblea finale 7-8/11’

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“Oggi partono e si concluderanno il 7 e l’8 novembre a Roma in un grande incontro nazionale. Saranno partecipati dal basso e sarà un momento di coinvolgimento globale di tutti i nostri iscritti. Si parte dalle assemblee regionali e provinciali, che saranno convocate dai facilitatori regionali, già incaricati di attivarsi in questa direzione.” Lo annuncia sul blog delle Stelle il capo politico M5S Vito Crimi. “Queste assemblee stileranno un documento per mettere insieme i temi da porre in primo piano nell’agenda politica del MoVimento, come realizzarli e quindi che organizzazione dobbiamo darci e quali regole servono per raggiungere quegli obiettivi”, aggiunge.

“Le assemblee” regionali e provinciali “dovranno designare dei rappresentanti che verranno a Roma – un numero circoscritto perché ovviamente anche l’emergenza Covid ci costringe a fare degli incontri che siano limitati per il numero di persone – in un’assemblea che non avrà un potere deliberante, perché l’ultima parola spetta sempre all’assemblea degli iscritti”, spiega Crimi.

“Il 7-8 novembre i rappresentanti incaricati dalle regioni si incontreranno e confronteranno in tavoli di lavoro. Le sintesi dei lavori domenica pomeriggio sfoceranno in una assemblea, che prevederà un dibattito pubblico in streaming. Al dibattito potranno intervenire anche coloro i quali non sono stati designati quali rappresentanti”. “La sintesi, il documento finale, dovrà essere sottoposto al voto della rete, alla nostra assemblea degli iscritti, che avrà sempre l’ultima parola e deciderà sul futuro del MoVimento”, aggiunge.

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Covid: Contagi stabili, 2.677 nuovi casi, 100mila tamponi, 28 vittime. In una Rsa a Portici 57 positivi

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Milano © ANSA

Resta stabile la curva del Covid in Italia: nelle ultime 24 ore sono stati individuati 2.677 nuovi casi – dunque circa 400 in più rispetto a ieri – ma sono stati individuati con 99.742 tamponi, quasi 40mila in più rispetto ai 60.241 di domenica. Il totale dei guariti e dimessi sale invece a 234.099, con un incremento nelle ultime 24 ore di 1.418.

A Portici (Napoli) 41 ospiti di una casa di riposo per anziani a gestione privata (‘Pio XII’), provenienti da varie città della provincia, e 16 dipendenti sono risultati positivi al covid. Ne danno notizia il sindaco, Vincenzo Cuomo, sulla pagina fb e fonti della Asl Na3 Sud. ‘Uno degli ospiti è stato ricoverato in ospedale a Boscotrecase con sintomi non gravi “mentre gli altri sono stati posti in isolamento all’interno della casa di riposo sotto la sorveglianza sanitaria dell’Asl Napoli 3 Sud” scrive Cuomo. La gran parte dei positivi, si apprende, sono ‘pauci sintomatici’; tra di loro anche qualche centenario. La vicenda è seguita dalle autorità sanitarie che hanno fatto i primi tamponi sabato scorso.

Chi arriva in Italia da Gran Bretagna, Olanda e Belgio dovrà sottoporsi al tampone obbligatorio. La misura, secondo quanto si apprende, dovrebbe essere contenuta nel nuovo Dpcm che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dovrebbe firmare domani. Ad oggi l’obbligo del test molecolare o antigenico con il tampone è previsto per chi arriva da Croazia, Grecia, Malta, Spagna, oltre che da Parigi e altre sette regioni della Francia.

 

Oms, c’è speranza per un vaccino entro l’anno – “C’è la speranza che entro la fine di quest’anno potremo avere un vaccino”, ha detto il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus al termine di una riunione di due giorni del comitato esecutivo dell’organismo. Attualmente – ricorda la Bbc – ci sono circa 40 vaccini allo stadio di studi clinici, incluso uno sviluppato dall’Università di Oxford che è già in una fase avanzata di test. Ma il direttore dell’Oms non ha specificato quale vaccino potrebbe essere disponibile entro la fine dell’anno.

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Comunali: 50 euro a voto, 7 denunciati nel Nisseno

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VILLALBA, 06 OTT – Cinquanta euro per un voto, certificato con una foto della scheda mostrata al momento dell’incasso. I carabinieri di Villalba (Caltanissetta) hanno denunciato sette persone per corruzione elettorale e divieto di introdurre telefoni cellulari nel seggio. A segnalare la circostanza è stato un candidato al Consiglio comunale.

Dalle indagini dei carabinieri è risultato che due persone avrebbero offerto a cinque elettori una somma di denaro in cambio del voto a favore di alcuni candidati. (ANSA).

#TRIDICO tante menzogne sul presidente dell’INPS

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di Marco Travaglio
Tra un conato di vomito e l’altro per questa ributtante polemica sul non-caso Tridico per lo stipendio di 150mila euro lordi, vorremmo rivolgere un consiglio non richiesto.
Non ai politici indignati, che non lo capirebbero
(a menare il torrone sono parlamentari perlopiù fancazzisti che prendono 360-400mila euro l’anno, compresi quelli della Lega che ha fatto sparire 49 milioni).
Ma ai “giornalisti” che da tre giorni mentono sapendo di mentire e si arrampicano sui vetri pur di tenere il non-scandalo sulle prime pagine, nelle rassegne stampa e sui social: ragazzi, vi state coprendo di ridicolo molto più del solito, perché lo capisce anche uno scemo che non fate più informazione, ma rastrellamenti.
Sarebbe molto meno sputtanante stilare una lista di indesiderati da eliminare – chiunque appartenga ai 5Stelle o sia stato nominato dai 5Stelle o piaccia ai 5Stelle o abbia incontrato una volta per caso un 5Stelle – anziché andare a stanarli caso per caso, anzi casa per casa.
La gente non è cretina: a furia di vedere dove finiscono le vostre accuse di rubare o truffare o mafiare a chiunque porti quel marchio d’infamia, capisce il giochino.
Ci avete provato con Conte: tutte balle.
Con Bonafede: tutte balle.
Con la Raggi (e la Muraro): tutte balle.
Con Di Maio e famiglia: tutte balle.
Con la Azzolina: tutte balle.
Ora, nel copione dei dieci piccoli grillini, tocca a Tridico: tutte balle.
La prima pietra la scaglia Repubblica, quella della “macchina del fango” e delle “fake news”.
Titolo di sabato: “Tridico si alza la paga con effetto retroattivo: 150mila euro, il 50% in più del suo predecessore Boeri”. Tre balle in una: non se l’è alzata lui, ma un decreto ministeriale; non ha alcun effetto retroattivo; e i 150mila euro sono lo stesso costo del predecessore Boeri (che ne prendeva 103mila più 45mila di rimborsi per casa e trasferte, mentre finora Tridico incassava la metà: 62mila).
Titolo di domenica: “Quei compensi dei vertici finanziati grazie ai tagli sulle cartelle ai pensionati”. Altra balla: i risparmi per gli aumenti di stipendi non vengono dal taglio delle “buste arancioni” (peraltro sospese da prima che arrivasse Tridico), cioè del capitolo “Spese posta massiva”, ma da quello dei capitoli “Spese postali, telegrafiche e telefoniche” e “Manutenzione e noleggio impianti e macchine”.
Il resto lo fanno gli house organ di B. e Salvini, che una volta tanto si limitano a copiare Repubblica. Giornale: “Tridico senza vergogna. L’Inps è un disastro, ma lui pensa solo a raddoppiarsi la paga”. Libero: “Tridico non paga gli italiani, ma si raddoppia lo stipendio”, “Grillini zombie e avidi di denaro”, “Ecco i grillini arricchiti”. Verità: “Il presidente Inps si è raddoppiato lo stipendio”.
Idem Corriere e Messaggero. Un perfetto gioco di squadra, anzi da plotone d’esecuzione: Rep spara la prima raffica e gli altri il colpo di grazia. Seguono approfondite indagini su chi è stato a perpetrare l’orrendo delitto di dare al presidente Inps lo stipendio più basso mai visto per un dirigente pubblico.
Fino al 2014 il presidente Mastrapasqua intascava 1,2 milioni. Tuttora 32 dirigenti Inps di prima fascia (su 40) guadagnano 240mila euro e centinaia di dirigenti di seconda fascia più dei 150mila di Tridico. Che sono 90mila in meno del tetto fissato dalla legge (240mila) per i dirigenti pubblici e del giusto stipendio (sempre 240mila) fissato per lui dal software usato dalla PA per stabilire i compensi dei Cda.
Il problema s’è posto perché nel marzo 2019 il Conte 1 riformò la governance di Inps e Inail, cancellando i superpresidenti-commissari creati da B. nel 2010 e ripristinando i Cda. Nel periodo transitorio, Tridico divenne presidente con pieni poteri, ma dovette dividersi lo stipendio del predecessore Boeri (103mila) col vice Adriano Morrone imposto dalla Lega (62 a lui e 41 a Morrone).
A giugno il ministero del Lavoro fissò gli stipendi per i presidenti di Inps e Inail non appena si fossero insediati i Cda: 150mila. Poi il governo cadde e i due Cda si insediarono solo il 15 aprile 2020. Il 7 agosto i ministri Gualtieri e Catalfo firmarono il dl interministeriale che confermava i nuovi compensi: non per iniziativa di Tridico, ma per una legge dello Stato, e per nulla retroattiva al 2019 (versione Repubblica&C.), ma a decorrere dall’insediamento della nuova governance (15 aprile ’20).
Questi sono i fatti. Che però non interessano a nessuno, perché riguardano l’informazione: nei rastrellamenti non si va tanto per il sottile.
Tridico uguale 5Stelle, uguale Reddito di cittadinanza, uguale bonus ai poveri anziché ai padroni dei giornali e dell’Italia: quindi raus!
E guai se qualcuno, come Stefano Fassina, osa difenderlo: finisce bersaglio della macchina del fango di Repubblica, con Stefano Folli che sproloquia di “comportamento approssimativo e opaco”, “modo poco trasparente e obliquo”, “zone d’ombra”, “aspetti meschini” e altre scemenze.
Intanto Sebastiano Messina delira di una fantomatica “Doppia morale 5Stelle sui soldi”: come se le battaglie contro gli scandalosi megastipendi, pensioni d’oro e vitalizi a spese dei contribuenti confliggessero con la decorosa retribuzione riconosciuta a Tridico.
A proposito: se 150mila euro al presidente dell’Inps (26mila dipendenti) sono troppi, siamo curiosi di conoscere gli stipendi degli indignatissimi direttori di quotidiani con poche centinaia o decine di giornalisti. Così magari se li tagliano. O si costituiscono.
FQ 29 settembre

Bulli coi deboli e pavidi coi forti: che brutta, brutta, brutta “politica”.

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Lei è Angela Corengia. Nata a Como, (ex?) presidentessa del Rotary Club Como Baradello, iscritta all’Albo dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Como.

È Assessore a Como con deleghe alle Politiche Educative, Politiche Giovanili, Asili nido, Formazione, Assemblee di zona e Partecipazione.

Ieri si è avvicinata a un senzatetto che dormiva sotto un portico. Ha afferrato la coperta sotto cui si stava riparando, gliel’ha strappata via e poi l’ha buttata. Verosimilmente si sarà sentito anche figa, nel commettere una simile vigliaccata. La scena non è sfuggita agli attivisti di Cominciamo da Como, che hanno pubblicato il video sui propri canali social.

Provate a indovinare: la Giunta di Como secondo voi di che colore è? Ma ovviamente a trazione Lega! Il sindaco, tal Mario Landriscina, nel 2017 aveva firmato un’ordinanza anti-accattonaggio, vietando i bivacchi dei senzatetto, con relative multe.

Passano i giorni e lo schifo della Lega, e di questa destra italica (capito Meloni?), non smette di ammaliare, commuovere e illuminare.

Bulli coi deboli e pavidi coi forti: che brutta, brutta, brutta “politica”.

Mi viene il vomito, è più forte di me.

Andrea Scanzi

(Il video qui: https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/09/09/como-lassessora-strappa-la-coperta-a-un-senzatetto-che-dorme-e-la-getta-via-il-video/5925366/)

160 ANNI FA NAPOLI NON PIÙ CAPITALE

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7 Settembre 1860, 7 settembre 2020. 160 anni sono trascorsi dall’ingresso di Giuseppe Garibaldi a Napoli. 160 anni, cioè, da quando la Capitale non è più tale.

In quel venerdì settembrino, a Napoli, è in pieno svolgimento la festa di Piedigrotta, la grande festa nota in tutt’Europa da quando Carlo di Borbone, nel 1744, l’ha resa festa nazionale delle Due Sicilie per celebrare la vittoria di Velletri contro gli Austriaci e ha introdotto una parata militare oltre alla sfilata dei carri allegorici. I viaggiatori del Grand Tour l’hanno vissuta e raccontata con entusiasmo. Stavolta, però, c’è distrazione e tensione. Garibaldi è salito sul treno borbonico a Salerno e viaggia verso Napoli mentre Re Francesco II di Borbone la sta lasciando per evitare sofferenze al suo popolo e sta navigando verso Gaeta, laddove organizzerà l’ultima difesa del Regno.

Garibaldi arriva in città e si autoproclama “Dittatore delle Due Sicilie”. Ad accompagnarlo c’è anche fra Giovanni Pantaleo da Castelvetrano, cappellano siciliano unitosi alla spedizione dei Mille e utilissimo per legittimare, attraverso la predicazione, l’impresa garibaldina presso le classi popolari e per favorire la coscrizione di volontari. Eppure il nizzardo è un massone, un rigidissimo anticlericale, e odia preti e uomini di Chiesa di ogni ordine e grado. Di spontaneo c’è poco di fronte ai grandi interessi enormi che lo travolgono nella sua incursione nel cattolico regno borbonico, e ben lo sanno i malviventi napoletani e siciliani di cui l’Eroe si serve per portarla a compimento. Sono proprio gli uomini della Bella Società Riformata, i modesti delinquentucoli in carriera della Napoli conquistata, a garantirne la sicurezza. Le rampanti canaglie, investite di poteri polizieschi dall’opportunista prefetto Liborio Romano, in cambio di un totale colpo di spugna dei casellari giudiziali e di lauti vitalizi, impongono la legge del più violento per sottomettere tutti i nemici dello spirito liberale e, al gran completo, accolgono Garibaldi alla strada dei Fossi, dove sorge la stazione ferroviaria. Loro a terra e i britannici nel Golfo sul legno Intrepid, di scorta al Generale sin dalla Sicilia e piazzatosi per mesi davanti al litorale di Santa Lucia, mentre il dittatore elargisce compensi e prebende ai malavitosi e promette cariche parlamentari a Don Liborio. In testa al corteo che segue la carrozza del “dittatore” figura proprio il questore capintesta “Tore ‘e Criscienzo”. Via Marina, Maschio Angioino, Largo di Palazzo (Plebiscito) con breve discorso. Poi su per la strada di Toledo fino a Palazzo Doria D’Angri allo Spirito Santo, dal quale si affaccia e ne prende possesso come dimora.
Il giorno seguente, il Generale che detesta il Papa e che ha chiamato Pionòno (Pio IX) il suo asino vuole che si verifichi il prodigio settembrino di san Gennaro in sua presenza, perché ben sa che i favori del Patrono possono assicurargli quelli del popolo partenopeo. È già accaduto sessant’anni prima, con i militari francesi a “vigilare” sul compimento dello scioglimento del sangue.
Garibaldi e i suoi trovano la Cappella del Tesoro sbarrata. Niente da fare. E allora, in serata, accompagnato dal “doppia faccia” Liborio Romano e da tutti i camorristi di guardia, incrocia la processione della Madonna di Piedigrotta e, pur di ingraziarsi i cattolicissimi napoletani, si reca al Santuario di Piedigrotta attraversando in parata la Riviera di Chiaia. Per volontà divina vengono sorpresi da un tremendo temporale che inzuppa il corteo. Quando arriva, il nizzardo si scappella davanti a tutti di fronte all’immagine della Vergine.
Tocca aspettare il 19 settembre, giorno del Santo patrono, per timbrare di rosso garibaldino il prodigio. «Il sangue deve liquefarsi e si liquefarà – urlano i predicatori garibaldini in largo di Palazzo – altrimenti a farlo liquefare ci penserà Garibaldi». E così è!

Quella dell’anno seguente è l’ultima Piedigrotta, organizzata dal luogotenente Generale Enrico Cialdini. I Savoia la cancellano nel 1862 dopo aver decretato nel Febbraio di quell’anno la soppressione di tutti i conventi e la confisca dei beni mobili e immobili della chiesa. È coinvolto ovviamente anche il santuario di Piedigrotta, i cui canonici vengono liquidati con un piccolo vitalizio.

Il 7 settembre del 1878, diciotto anni dopo il suo ingresso dittatoriale a Napoli, Garibaldi, usato e messo da parte da Vittorio Emanuele II, scrive una lettera alla patriota milanese Adelaide Cairoli, motivandole le dimissioni dalla carica di deputato al Parla­mento e mostrandosi pentito del suo apporto alla causa piemontese-lombarda in alcuni significativi passaggi:

[…] Ebbene, esse [le popolazioni meridionali] maledicono oggi coloro, che li sottrassero dal giogo di un dispotismo, che almeno non li condannava all’inedia per rigettarli sopra un dispotismo più orrido assai, più degradante e che li spinge a morire di fame.
Ho la coscienza di non aver fatto male; nonostante, non rifarei oggi la via dell’Italia Meridionale, temendo di esservi preso a sassate da popoli che mi tengono complice della spregevole genìa che disgraziatamente regge l’Italia e che seminò l’odio e lo squallore là dove noi avevamo gettato le fondamenta di un avvenire italiano, sognato dai buoni di tutte le generazioni e miracolosamente iniziato. […]

Angelo Forgione

Riflessioni

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A voi, a voi del veneto, e siete in 22000, che prendete il reddito di cittadinanza, votate lega, e , vi vantate d’aver fottuto il governo, davanti ad amici più coglioni di voi, che annuiscono alla vostra bravura. Siete due tipi di coglioni, voi perché state togliendo il pane dalla bocca di altri bisognosi veramente, ed i vostri amici, perché non capiscono che qualcuno gli sta portando via dalle tasche quei pochi euro che hanno guadagnato onestamente…Non piangete più. Dovrete stare zitti, quando le destre, con salvini, vi toglieranno il reddito, quando vi toglieranno i 100€ in più in busta paga, quando stracceranno il decreto dignità , che significa, il ritorno ai mille tipi di contratto lavorativi, anche di una ora al giorno, quando le banche , verranno a prendervi la casa per un debito di diecimila euro. Zitti. Vedete, non c’era mai stato un governo che aiutasse i poveri, e, la classe media. Ora, dopo che é stato al governo, e, l’avete , in gran parte rifiutato, per seguire un salvini, una meloni, ed un berlusconi, ora, se cade il governo che fa per voi, verrà il governo che tanti di voi anelano, il governo a trazione fascio-leghista. Auguri.

A voi, calabresi muti e rancorosi, a voi che vi straziate la vita per la lontananza dei vostri figli da casa, per l’assenza di ospedali, di lavoro, a meno che non siate in combutta con un mammasantissima.
A voi che in centinaia di migliaia prendete il reddito di cittadinanza , ma votate la destra fascista, ed , addirittura, il partito che vi sputa in faccia in ogni occasione, salvo , poco prima delle elezioni, perché , poco prima , basta mettere una felpa con scritto prima Reggio, o , crotone, o, cosenza, o, catanzaro, e , li votate! Almeno a Napoli, ed ai napoletani, pare, che gli é entrato in testa che i leghisti non si legano con i napoletani.

A voi pugliesi, che avete subito scoperto il giochetto dei Fitto di ritorno, come nuovo, praticamente. Uno che é nato politico, di padre in figlio, come i cavalli di razza, ma , sarebbe da dire tale padre, quale figlio, difatti, s’é fatto quattro anni di condanna, che loro, la galera , manco la sfiorano, voi, provate a rubare un panino, prendete tre anni paroparo, se lo fate per due volte, vi danno cinque anni da scontare in carcere. Ma Fitto no, fitto non é compatibile con il regime carcerario, ma , perché , c’è qualcuno che é compatibile? Almeno i pugliesi stanno dimostrando un occhio vigile, ricordano i danni alla sanità , con furti, della giunta Fitto, e, dopo un apprezzamento, causato dalle mancanze di Emiliano, hanno riflettuto, ed ora , sembra , che appoggino il nuovo vero, la Laricchia.

A tutti quelli che si lamentano dei politici, ma, che, nel momento, nel quale hanno l’opportunità di mandarne a casa 345, spaccano il pelo, eccepiscono elucubrazioni arabescanti, praticamente, fanno i pesci in barile, un po’ qua, un po’ la, e, preferiscono lo status quo. Non voglio più leggere storie del tipo, siamo governati da ladri, da delinquenti, da profittatori. Prendete a maestra la storia del billionaire di Briatore: malgrado le ordinanze del governo, mascherine zero, distanza? ma de che? Scontrini 270, presenze 5000 , ricercate 4000 persone che, furbescamente, ora , hanno infettato i genitori, fratelli, nonni, ma , tanto chi mi trova a me? Coglione! All’ospedale ti trovano, in terapia intensiva. Questi sono gli imprenditori, evasori fiscali, quelli che:, io pago le tasse, e voi? Questi gli italiani presenti e futuri. E, vi giuro, sarà anche colpa mia, ma non mi piacciono per nulla. Per questo ho cambiato il mio credo, e , da ex comunista, ora voto 5stelle, sempre più convinto.Ciao

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