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Sviluppato un nuovo esame del sangue in grado di rilevare il carcinoma prostatico clinicamente significativo
Una equipe internazionale di ricercatori dell’Università Mahidol di Bangkok, in Thailandia, ha sviluppato un nuovo esame del sangue in grado di rilevare il carcinoma prostatico clinicamente significativo nei pazienti ad alto rischio. Secondo il ricercatore Sebastian Bhakdi, il test sarebbe in grado di isolare e visualizzare cellule endoteliali circolanti associate al tumore (tCEC) da un piccolo campione di sangue da 10 millilitri. Le cellule endoteliali circolanti associate al tumore sono biomarcatori altamente promettenti per la rilevazione in fase precoce, come si legge in una nota, perché si pensa che derivino direttamente dai vasi sanguigni tumorali. Sfortunatamente sono estremamente rare e quasi indistinguibili dalle normali cellule del sangue, motivo per cui sono state finora considerate non rilevabili nei laboratori di routine.
“Il tCEC è il primo tipo di cellule associate al tumore a diffondersi nella circolazione dell’ospite e può indicare se la malattia danneggerà o meno il paziente“, spiega Andrea Militello, urologo e andrologo di Roma. “Non tutti i tumori hanno bisogno di cure – precisa – Non è solo importante rilevare precocemente la malattia, ma anche valutare se è di natura aggressiva o meno. I test per tCEC potrebbero risolvere entrambi i problemi allo stesso tempo“.
In collaborazione con partner privati, Bhakdi e il suo gruppo hanno creato una serie di nuove tecnologie che operano a temperature sotto lo zero e consentono di isolare tCEC dal sangue in appena 6 ore, visualizzandole al microscopio. I colleghi hanno poi sviluppato il primo test di screening basato su tCEC, in grado di rilevare sistematicamente queste cellule molto rare in campioni di sangue standard.
Lo studio suggerisce che il test permette di distinguere tra uomini con e senza carcinoma prostatico clinicamente significativo. Secondo il medico thailandese-tedesco, che ora sta lavorando a Singapore, il nuovo test non è stato progettato come un test autonomo, ma come un componente aggiuntivo per lo screening dell’antigene prostatico specifico (Psa), in modo da adattarsi perfettamente nei percorsi diagnostici esistenti. “Lo screening del Psa è un argomento molto dibattuto nell’urologia moderna – spiega Militello – In oltre il 75% di tutti i casi in cui i test del Psa hanno portato a una biopsia multi-core della prostata, è risultato negativo. Il test tCEC ora può colmare il divario tra lo screening del Psa e la biopsia, evidenziando solo quei pazienti che hanno davvero bisogno di sottoporsi all’operazione“. I risultati dello studio sono pubblicati su ‘Cancers’.