Leader G7:sostegno Kiev,Mosca ostacolo

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13.55
I leader G7, su iniziativa della presidente del Consiglio Meloni, hanno adottato una dichiarazione di sostegno a Kiev in vista del millesimo giorno dall’inizio della guerra di aggressione russa contro l’Ucraina.
“La Russia – si afferma – resta l’unico ostacolo ad una pace giusta e duratura.
Il G7 conferma il proprio impegno a imporre gravi costi alla Russia attraverso sanzioni, controlli sulle esportazioni e altre misure efficaci. Restiamo uniti con l’Ucraina”, conclude la dichiarazione.

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Papa ai giovani:non perdete la speranza

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13.14
“Per favore, non perdere la capacità di sognare: quando un giovane perde questa capacità diventa un ‘pensionato della vita’.Non siate pensionati della vita e non lasciatevi rubare la speranza! Mai!
La speranza non delude mai”.Così il Papa incontrando una delegazione del Consiglio Nazionale dei Giovani, che ha invitato a fare “rete” ma anche a fare “chiasso”, ad “essere la voce di tutti, specialmente di chi non ha voce”.
“L’aumento di atti di violenza e di autolesionismo”, ha aggiunto, “sono segni di un disagio preoccupante e complesso”

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Csm,due consigliere contro Musolino(MD)

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12.45
Le consigliere laiche del Csm,Bertolini della Lega e Eccher di FdI,hanno chiesto l’apertura di una pratica alla Prima Commissione e alla Procura della Cassazione per valutare eventuali profili disciplinari per Stefano Musolino, segretario di Magistratura Democratica.
Nel mirino la partecipazione di Musolino come relatore a un evento dell’associazione ‘No Ponte’ “avente una spiccata connotazione anti governativa relativa al Ddl sicurezza”, “affermazioni di tipo politico” espresse anche nella trasmissione Piazza Pulita.

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Zelensky: lavorare per fine guerra 2025

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12.20
L’Ucraina “deve fare di tutto per porre fine alla guerra nel 2025 attraverso la via diplomatica”,ma partendo da una “Ucraina forte”.Così il presidente ucraino Zelensky a Radio Ucraina,dopo la telefonata tra il cancelliere Scholz e il presidente russo Putin.
“Come possono esserci trattative semplicemente con un assassino?Se parliamo con putin e non siamo rafforzati nelle condizioni in cui ci troviamo non si tratta di una pace giusta”ha detto. “La posizione di Trump è molto importante”, gli americani”sono dalla parte di Kiev”

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“Sovranisti della mutua, a destra sono così”. Bersani, 90 secondi di insulti a Salvini e Meloni | Video

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 Il titolo della puntata di Otto e mezzo di venerdì sera, su La7, è tutto un programma: “Bersani e la destra dei radical chic”. Da Lilli Gruber si parla dei rapporti tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini con i due trionfatori americani Donald Trump ed Elon Musk.
“Come fanno due leader di destra-destra che dicono di lottare per il riscatto del popolo contro le élite ad avere come modelli l’uomo più ricco del mondo e un miliardario?”, chiede la padrona di casa a Pier Luigi Bersani, in collegamento dal suo studio di casa. “La domanda è mal posta?”.




“No no è ben posta – risponde con un sorriso sornione l’ex segretario del Pd -, è che questi sono sovranisti della mutua perché davanti a una dichiarazione di Musk, non un cittadino qualsiasi, che ha sparato a zero non solo contro i giudici ma contro la nostra Costituzione abbiamo un governo che è stato zitto. E il nostro presidente della Repubblica è stato costretto a intervenire, non toccava mica a lui salvare la dignità del nostro Paese”.




Sul rapporto ricchi-poveri: “Da che mondo è mondo la destra sta con chi dirige il traffico, con i ricchi, e va a cercarsi il consenso del popolo scagliando il ceto medio contro i poveri, i poveri contro i poveracci, i poveracci contro i disperati e i disgraziati, con un po’ di propaganda dando qualcosa a tutti”, assicura Bersani, che prende poi di mira la manovra.
“I soldi veri li hanno presi da 17 miliardi in più di Irpef pagata da dipendenti e pensionati al 90% e dal reddito di cittadinanza, 3 miliardi risparmiati”. “Però dicono che i soldi li danno ai più poveri”, lo corregge la Gruber. “No no no – si infervora Bersani -, loro hanno confermato per i dipendenti quello che aveva fatto Draghi, e avrei voluto vedere che gli riducessero lo stipendio, e poi danno 100 euro per Natale e 3 euro ai pensionati al minimo”. Bersani a Otto e mezzo.

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 Fonte liberoquotidiano.it

Legge maternità surrogata, lunedì in G.U

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11.18
Il disegno di legge per rendere la maternità surrogata “reato universale”, approvata in via definitiva dal Senato il 16 ottobre scorso, sarà in Gazzetta Ufficiale dopodomani, 18 novembre.
Secondo quanto si è appreso, la legge è stata firmata dal Presidente della Repubblica Mattarella lo scorso 4 novembre, prima della partenza per la visita in Cina.

Meloni, tolleranza zero sulla maternità surrogata: “Reato universale” da lunedì, sinistra ammutolita

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 La firma era attesa da giorni, ma dal Quirinale non erano ancora arrivate conferme ufficiali. Ora, però, il quadro è chiaro: il disegno di legge che rende la maternità surrogata un “reato universale”, approvato in via definitiva dal Senato lo scorso 16 ottobre, sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lunedì 18 novembre. Secondo quanto appreso dall’agenzia Ansa, che per prima ha dato conto della notizia, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva già apposto la sua firma il 4 novembre, poco prima della sua partenza per la visita ufficiale in Cina.
La nuova normativa interviene sull’articolo 12 della legge n. 40/2004, che già punisce le condotte legate alla commercializzazione di gameti o embrioni e alla surrogazione di maternità. In particolare, il comma 6 stabilisce pene da tre mesi a due anni di reclusione e multe tra 600mila e un milione di euro per chi realizza, organizza o pubblicizza tali pratiche.
La novità è rappresentata dall’aggiunta di una disposizione che estende la giurisdizione italiana alle condotte commesse all’estero. In altre parole, se un cittadino italiano ricorre alla maternità surrogata in un altro Paese potrà essere perseguito penalmente in Italia e gli saranno applicate le stesse pene previste per chi compie tali atti sul territorio nazionale. Il reato di maternità surrogata diventa cioè punibile a livello globale, senza limiti territoriali.
La misura è stata fortemente sostenuta dalla maggioranza di centrodestra, con in prima linea la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che aveva parlato in aula di una “pratica disumana che alimenta un mercato transnazionale spacciandolo con un atto di amore”. Alla prova dei fatti, la normativa italiana è ora una delle più severe al mondo.

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 Fonte liberoquotidiano.it

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Cgia, 118mila imprese a rischio usura

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10.38
Sono quasi 118mila le imprese italiane a rischio usura,2.600 in più rispetto allo scorso anno, e dopo anni in cui invece si registravano cali.Lo denuncia l’ufficio studi della Cgia di Mestre.
Si tratta prevalentemente di artigiani, esercenti,commercianti,piccoli imprenditori”scivolati”nell’insolvenza e che, segnalati alla Centrale dei Rischi di Bankitalia,non hanno accesso a nuovi prestiti. Il numero maggiore di imprese insolventi a Roma(10.827),Milano,6.834, Napoli,6.003..Il Sud è più a rischio.A Benevento +17,3% di imprese sofferenti.

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Vince Paul ma Tyson rimane una leggenda: quell’inchino…

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 Mike Tyson non lo butta giù nessuno, neanche ora che ha 58 anni. Ha perso, ma è rimasto in piedi, ammaccato, ma in piedi, forte sulle gambe, battuto ai punti dal pugile youtuber e filantropo, Jake Paul, 27 anni, con la sua barba da hipster. Otto round di due minuti l’uno, con guantoni più pesanti del normale. Ad Arlington, Texas, nello stadio dei Dallas Cowboys, in un’arena strapiena con più di 70 mila persone e un incasso di 18 milioni di dollari, i due pugili si sono affrontati senza risparmiare energie. L’incontro era stato programmato inizialmente e luglio ma rinviato dopo che Tyson si era sentito male durante il volo in aereo da Miami. Iron Mike (50 vinte e 6 perse) e Paul (10 vinte e una persa) si sono colpiti fin dal primo round, quando si sono scambiati due colpi andati a segno sul volto. Ma con il passare dei round, i trentuno anni di differenza hanno cominciato a pesare. Tyson ha subito nel terzo, quando su uno-due è barcollato per un attimo. Nel quarto un colpo sopra la cintura messo a segno da Paul. Al sesto un altro colpo d’incontro e un gancio. Iron Mike è rimasto impassibile, mentre il suo avversario mostrava la lingua in segno di sfida, e girava con le braccia distese, come un Muhammad Alì. Giusto per il popolo web. Vedere i due insieme era come mettere a confronto le fotografie scattate con un cellulare e quelle create con una reflex. La reflex era Tyson, ovviamente, ma i numeri erano per il suo sfidante. Alla fine lo youtuber ha messo a segno più di settanta colpi, contro i diciotto di Tyson, anche se entrambi hanno avuto un percentuale bassa, intorno al venti per cento, ma il grande campione non ha ceduto, nonostante per almeno tre volte il suo volto sia stato raggiunto da colpi che sarebbero stati fatali su pugili più umani. Al gong finale Paul si è inchinato davanti a Tyson come omaggio alla leggenda e quello è parso un giusto e sincero riconoscimento, suo e del popolo dei social che sa poco di storia della boxe. Questo resta uno sport dove si va incontro al dolore e fatto per i romantici anche se non era questa la serata. Alla fine, show, milioni di dollari e molti like. Se Tyson avesse vinto sarebbe stato un grande incontro. Se fosse finito miseramente a terra, sarebbe stato un triste spettacolo. La conclusione ai punti è stato il risultato migliore. Nessuno ha perso davvero.

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 Fonte iltempo.it