18.20 L’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, primate della Chiesa d’Inghilterra, ha annunciato le proprie dimissioni in seguito all’accusa emersa in un rapporto indipendente di avere coperto abusi sessuali e psicologici nei confronti di minorenni, perpetrati da un potente avvocato scomparso nel 2018. Secondo il rapporto almeno 130fra bambini e ragazzi sono stati presi di mira nel corso di campi estivi cristiani tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80. Welby è stato accusato di essere a conoscenza degli abusi dal 2013.@Notizie
17.40 “Ieri l’incontro lungo 7 ore con i sindacati, alcuni dei quali hanno confermmato incredibilmente lo sciopero generale. E’ veramente senza senso. Noi ci siamo impegnati ad abbassare le tasse e lo stiamo facendo, questa cosa gli dà tremendamente fastidio”. Così il ministro dell’Economia,Giorgetti,a Perugia. Nella Manovra “il nostro è un impegno concreto, con i numeri non si bara”. La spesa per la sanità “continua ad aumentare”,anche al netto inflazione.”Non è vero che è stata tagliata”.E poi: aiuti a chi ha figli, “senza non c’è futuro”.@Notizie
11.56 “Questi giudici devono andarsene”. Così Elon Musk,commentando su X la decisione dei giudici romani che hanno rimesso alla Corte di Giustizia Ue il caso di 7 migranti e hanno sospeso il loro trasferimento nel centro albanese di Gjadar. Dopo la mossa dei giidici della Sezione Immigrazione, i sette -originari di Egitto e Bangladesh- sono stati rimandati in Italia e, appordati a Brindisi, sono stati portati al centro Cara di Restinco.
9.46 Blitz antidroga dei carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli,della Dcsa e del Servizio di cooperazione internazionale di Polizia.Arrestate 33 persone a Napoli e in Spagna accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga,aggravato dal possesso di armi e dal favoreggiamento del clan camorristico Amato-Pagano. Fatta luce su 2 organizzazioni criminali attive nel Napoletano, che importavano coca e hashish dalla Spagna attraverso un gruppo capeggiato da un noto narcotrafficante latitante.
Finalmente la risposta ad un quesito che da sempre attanaglia gli scienziati ed i filosofi: a trovarla è stato un team di esperti dell’Università di Ginevra
…………………………….contina a leggere e avrai la risposta…………………………………..
L’eterno quesito che ha tormentato filosofi e scienziati per secoli sembra aver trovato finalmente una risposta. Uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature ha gettato nuova luce sull’antico dilemma “È nato prima l’uovo o la gallina?”, fornendo una risposta sorprendente basata sull’analisi di un organismo unicellulare primordiale.
La scoperta rivoluzionaria
Il protagonista di questa scoperta è il Chromosphaera perkinsii, un organismo unicellulare scoperto nel 2017 nei sedimenti marini delle Hawaii. Questo minuscolo essere vivente, la cui presenza sulla Terra risale a oltre un miliardo di anni fa, ha rivelato caratteristiche straordinarie che potrebbero risolvere il paradosso dell’uovo e della gallina.
L’analisi del Chromosphaera perkinsii
Un team di ricercatori dell’Università di Ginevra, guidato dalla biologa Omaya Dudin, ha condotto un’approfondita analisi del Chromosphaera perkinsii, scoprendo che questo organismo unicellulare possiede nel suo codice genetico le istruzioni necessarie per formare strutture multicellulari sorprendentemente simili ai primi stadi degli embrioni animali.
Le sorprendenti similitudini con gli embrioni
Gli scienziati hanno osservato che quando il Chromosphaera perkinsii raggiunge la sua dimensione massima, smette di crescere e inizia a dividersi, formando colonie pluricellulari che persistono per circa un terzo del suo ciclo vitale. Queste colonie presentano una straordinaria somiglianza con i primi stadi degli embrioni animali, sia dal punto di vista strutturale che per l’attività dei geni.
La risposta al dilemma
Sulla base di queste evidenze, i ricercatori sono giunti alla conclusione che i meccanismi genetici responsabili dello sviluppo embrionale erano già presenti sulla Terra oltre un miliardo di anni fa, molto prima della comparsa degli animali e, di conseguenza, della gallina. In altre parole, la “ricetta” per la formazione di un uovo esisteva già miliardi di anni prima che la gallina facesse la sua comparsa sul pianeta.
Implicazioni per la comprensione dell’evoluzione
Questa scoperta non solo risolve l’antico dilemma, ma apre anche nuove prospettive sulla comprensione dell’evoluzione della vita sulla Terra. Suggerisce che i programmi genetici responsabili dello sviluppo embrionale erano già presenti prima dell’emergere della vita animale, o che il Chromosphaera perkinsii si sia evoluto indipendentemente sviluppando processi simili.
In sintesi, la risposta alla domanda “È nato prima l’uovo o la gallina?” sembra essere: l’uovo,
o almeno i meccanismi genetici che lo rendono possibile. Questa scoperta rivoluzionaria non solo risolve un antico enigma, ma apre anche nuove strade per la ricerca sull’origine e l’evoluzione della vita multicellulare sul nostro pianeta.
“Conosco bene Angela Carini, non voglio però prendermela con lei. Io ce l’ho con le persone che hanno fatto pressione su di lei. Sono sicura che la pressione a cui è stata sottoposta l’ha portata a questo atteggiamento. Voglio anche ringraziare le parole spese dal presidente del Coni Malagò, anche oggi”: Con queste parole Imane Khelif, la pugile intersex che ha conquistato la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi, è intervenuta a Lo Stato delle Cose, la trasmissione televisiva di Rai 3 condotta da Massimo Giletti. “Avrei voluto avere un incontro normale con Angela Carini”, ha raccontato a Giletti. “Tuttavia è stata una farsa. Se l’ho più sentita? No, ho visto però un video dove chiede scusa le ho accettate. Angela è una sorella, un’amica. Nello sport è così. Volevo dire ad Angela Carini che ho sentito le sue scuse, le ho accettate dal profondo del cuore. Sei una amica, ti auguro ogni successo, le persone in certi casi possono sbagliare – ha proseguito -. Sono sicura che possono imparare dai loro errori”.
Solamente pochi giorni fa era circolato sui social un fotomontaggio – ricondiviso anche da Marco Rizzo – che mostrava la Khelif a petto nudo con le sembianze di un uomo. “Sono contrario al fatto che un uomo possa gareggiare in una competizione sportiva di donne. Perché dobbiamo abituarci a simili imposizioni? Posso dirlo?”, aveva scritto il comunista non rendendosi conto però che quell’immagine era un fake generato con intelligenza artificiale.
Jannik Sinner è il numero uno al mondo. Ma la consacrazione definitiva è arrivata soltanto l’altro ieri, domenica 10 novembre, quando il tennista azzurro ha ricevuto il titolo di Atp Year-End No.1. Si tratta di un riconoscimento che viene assegnato a un giocatore per aver concluso la stagione in vetta al ranking mondiale. Un’enorme soddisfazione per l’altoatesino, che stato premiato di fronte a un pubblico gremito. E sugli spalti c’erano anche due ospiti speciali. Mamma Sinner e papà Sinner non ha retto alla vista del loro bambini che si prendeva l’applauso del mondo. Siglinde e Hanspeter – così si chiamano i suoi genitori, sono stati immortalati dalle telecamere mentre si asciugavano le lacrime di felicità. La mamma del campione azzurro si è commossa nell’assistere all’ennesimo trionfo del suo ragazzo. Visibilmente soddisfatto anche il papà che ha rivolto uno sguardo tenero alla sua compagna.
“Ho appena sentito che mia madre stava piangendo, che è una cosa molto carina – ha spiegato Sinner dopo la premiazione -. Solo loro sanno dai miei primi anni, quando ne avevo circa 13, quanti sacrifici abbiamo fatto come famiglia. Inoltre non avremmo mai pensato di avere questo, che sembrava solo un sogno. Poi lentamente cerchi di migliorare come giocatore e come persona e ora sono qui con uno dei… forse il trofeo più speciale che ho e questo è incredibile perché – ha concluso – è un risultato di 52 settimane e quindi sono molto felice”.
Watching your son being crowned year-end No. 1 at home
Il primo match di Alex De Minaur alle Atp Finals di Torino non era dei più semplici. L’australiano infatti era chiamato a confrontarsi con il tennista più forte al mondo. Per di più in Italia, suo Paese natale. Lui ci ha provato fino all’ultimo, ma poi si è arreso sotto i colpi dell’azzurro. Due set a zero in quasi un’ora e mezzo di gioco. E non è nemmeno una novità: De Minaur ci era abituato, dato che nei sette precedenti non lo aveva mai sconfitto Jannik Sinner. Ma tant’è. “Ovviamente non è mai facile giocare contro quello che è il miglior giocatore al mondo – ha spiegato l’australiano dopo la partita -. Penso di aver iniziato bene, poi mi sono disunito. Due break di fila. Non riuscivo a mantenere il livello di cui avrei avuto bisogno per battere Jannik – ha poi aggiunto -. Sta giocando con grande fiducia nei momenti importanti”.
I due, oltre che essere colleghi, sono anche amici. E quando gli è stata posta la solita domanda sul caso doping, De Minaur non ha avuto la minima esitazione a difendere Jannik. “Sono solo un giocatore di tennis e non ho alcuna competenza per poter prendere decisioni di questo tipo – ha replicato l’australiano -. Per Jannik posso solo dire quello che so di lui come persona. Anche se mi ha preso a calci in c*** otto volte, è un bravo ragazzo. Ho tanto rispetto per lui – ha concluso – e il suo team”.