Cosa fare in pensione

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Come si riempie la giornata quando si lascia il lavoro? Volontariato, attività fisica e intellettuale, viaggi, famiglia: si può essere più impegnati di prima.

Il primo segnale arriva la mattina presto: la sveglia non suona più alle 6 del mattino. Ci si può girare nel letto dall’altra parte: non bisogna alzarsi di colpo, andare sotto la doccia, prendere un caffè al volo e intrufolarsi nel traffico cittadino o correre a prendere i mezzi pubblici per andare al lavoro. È arrivato il giorno della pensione. Tanto atteso quanto, a volte, temuto. Ci si alza più tardi, si fa colazione con calma in compagnia della famiglia. E mentre si inzuppano i biscotti nel caffè, si pensa: «E oggi, che cosa faccio? Come passo la giornata?». Di cose da fare in pensione ce ne sono un’infinità. Di solito si parte da quelle che il lavoro ci ha sempre impedito di realizzare e che abbiamo sempre «parcheggiato»: i lavoretti in casa, il giardino, l’orto per chi ne ha lo spazio e la passione, la chiacchierata con gli amici, la passeggiata con la moglie o con il marito. Poi, però, si sente la necessità di riempire le giornate in un altro modo, di continuare a rendersi utili, come quando si era al lavoro. Per non avere la sensazione di essere arrivati al capolinea. Per affrontare quella che si chiama «crisi da pensionamento», che genera uno stress a volte più forte di quello avvertito quando si andava in ufficio. Insomma, per non cadere nella depressione o nella noia. Cosa fare in pensione, allora?

Gli effetti di andare in pensione

Non sottovalutate il momento in cui si smette di lavorare. Se si affronta nel modo giusto, specialmente da chi non ha mai avuto un rapporto ottimale con il lavoro, la pensione può essere l’anticamera del Paradiso. Altrimenti, si entra in un vortice che può rivelarsi piuttosto pericoloso. Si arriva a quella che prima chiamavamo la «crisi da pensionamento». Non si tratta di una malattia vera e propria ma di una reazione umanamente comprensibile che, però, può sfociare in depressione, apatia e mancanza di autostima e di motivazione. È facile pensare in questo caso che tutto ciò che si fa non sia mai abbastanza.

C’è un altro aspetto non indifferente: quello del rapporto di coppia. Pensateci bene: quando si va al lavoro, quanto tempo si dedica al proprio coniuge? La sera, il fine settimana, i giorni delle vacanze. Quando si va in pensione, invece, la presenza è continua, 24 ore su 24. Forse è proprio in quel momento che si esperimenta la vera convivenza. Il che non sempre è positivo: qualche autorevole studio conferma che, dopo un certo tempo di pensionamento, salta fuori la crisi coniugale. Soprattutto se chi è abituato a stare a casa rimprovera il neopensionato di non essere attivo come prima. Benzina sul fuoco, si chiama dalle mie parti.

Non per mettere tutto sul piano negativo, per carità (la spinta di vita sta per arrivare, tranquilli). Ma giusto per non trascurare alcunché, bisogna pensare anche alla salute. Fate pure le corna, se lo volete, ma migliaia di lavoratori andati in pensione – soprattutto all’età stabilita e non prima – soffrono di effetti piuttosto preoccupanti sulle loro capacità cognitive. È come se «rilassassero» il cervello, come se quell’abilità che hanno sempre avuto venisse meno perché non è più necessaria.

Tutto ciò può essere compensato da un solo pensiero: «Sono in pensione ed il tempo e le mie attività me le gestisco io senza rendere conto a nessuno». Cosa vuoi di più dalla vita (a parte l’amaro)? La risposta è capire cosa fare in pensione per tenersi attivi da ogni punto di vista. Cose come queste.

Cosa fare in pensione: porsi degli obiettivi

I tempi in pensione si dilatano e, ora che il lavoro non c’è più, la prima cosa da fare è porsi degli obiettivi. Creare, ad esempio, un elenco di tutte quelle cose che si è sempre voluto fare ma che, per mancanza di occasioni, sono rimaste inconcluse. È un modo piuttosto efficace per essere impegnati fin dal primo giorno. Obiettivi che non devono, per forza, essere immediati, come sistemare finalmente il giardino, svuotare il solaio o andare in palestra o in piscina per recuperare un po’ di forma. Ci sono dei traguardi da tagliare a medio o lungo termine che possono tenere impegnato per più tempo chi va in pensione e che daranno un senso ad ogni giornata: imparare una lingua (mai è tardi e, ora che si può viaggiare di più, può essere sempre utile), iscriversi ad un’associazione di volontariato, frequentare l’università della terza età. O aiutare un figlio nella sua attività, se magari è un artigiano o un piccolo imprenditore.

Cosa fare in pensione: il volontariato

Il volontariato è, sicuramente, l’attività più adatta per chi va in pensione e non sa che cosa fare o come impegnare il proprio tempo. Forse perché è il modo più efficace per dare valore alle proprie capacità e metterle al servizio della società senza, per forza, doverci guadagnare dei soldi: in questi casi, la soddisfazione di ciò che si fa per gli altri ripaga più di uno stipendio.

Infatti, il pensionato che si dedica al volontariato ha la possibilità di:

  • essere coinvolto nella vita della comunità a cui appartiene;
  • offrire il proprio contributo a migliorare la qualità della vita degli altri attraverso le proprie competenze (che si tratti di abilità manuali o intellettuali);
  • avere una vita sociale più allargata, con nuove conoscenze che aiutano a tenere anche la mente attiva, oltre ad evitare di cadere nella depressione o nella routine di frequentare sempre le stesse persone;
  • essere valorizzati per quello che si è e per quello che si fa.

Di associazioni di volontariato l’Italia è piena, in qualsiasi settore. Ci sono, ad esempio, quelle che si occupano di aiutare gli anziani non autosufficienti portando i pasti o la spesa nelle loro case, pagando le bollette per loro o accompagnandoli a fare una visita medica o a trovare un parente. Ci sono quelle che si dedicano ai bambini, specialmente a quelli che sono ricoverati per diverso tempo in ospedale e che hanno bisogno di un sostegno. Ma c’è anche la scuola materna privata del paese, che non ha le risorse per assumere una persona che si dedichi a tenere pulito e sistemato il giardino o il parco giochi. E ancora: i volontari del sangue, quelle che si occupano dei canili, le associazioni che raccolgono vestiti usati o cibo per chi ne ha bisogno, la Protezione civile, la parrocchia, la Pro Loco e tante altre realtà piene di cose da fare in pensione.

Cosa fare in pensione: conoscere il mondo

Altra attività che, lavorando per anni a tempo pieno, è stata impossibile o, quanto meno, molto limitata è quella di farsi ogni tanto un viaggio per conoscere una città o un Paese di cui si è sempre rimasti affascinati ma che ancora non si ha avuto l’occasione di visitare. Prendere zaino e valigia per partire verso una qualsiasi destinazione significa per chi va in pensione mantenere viva la curiosità di vedere e di imparare delle cose nuove, incontrare delle persone diverse. Se quella vacanza la si fa in coppia, lo stimolo è ancora maggiore: sarà il pensionato a dover trovare la città ideale, l’albergo, il mezzo di trasporto più adatto (e più economico), i luoghi da visitare. Tuttavia, anche il viaggio organizzatoda un tour operator con altre persone della stessa età stimola la capacità di interagire con gli altri e dà la possibilità di aumentare la cerchia di conoscenti e di amici.

Cosa fare in pensione: il tempo per la famiglia

Quante volte ci si è sentito dire: «Non ci sei mai, sei sempre al lavoro». Bene, la pensioneconcede la possibilità di dedicare alla famiglia il tempo sottratto durante gli anni lavorativi. Certo, i figli saranno cresciuti e magari, a loro volta, avranno messo su famiglia anche loro. E allora, perché non dare una mano a loro con i nipotini, come probabilmente abbiamo chiesto noi ai nostri genitori quando avevamo dei bambini piccoli e non potevamo permetterci una baby-sitter? Il pensionato-nonno è quello che può portare i nipoti a scuola, andare a prenderli all’ora di pranzo, mangiare e giocare con loro, portarli al parco. Che ci guadagna il nonno? Molto più di quello che può immaginare. Intanto, si sente parte attiva della famiglia, rendendosi utile sia verso i figli sia verso i nipoti. Inoltre, si sente un punto di riferimento importante, il che fa crescere la propria autostima. E poi, vuoi mettere la soddisfazione di vedere un nipote che gioca e che passa il tempo volentieri con te anziché con la Playstation?

Cosa fare in pensione: lavorare

Ma come: 40 e passa anni (secondo la riforma Fornero) ad andare in ufficio e quando si va in pensione si va avanti a lavorare? E perché no? Pensiamo al pensionato che non ha famiglia e che, quindi, non può dedicarsi a figli o nipoti. E che, per una serie di motivi, non riesce ad accettare l’idea di lasciare definitivamente il lavoro. Ci sono alcune delle attività che abbiamo elencato prima che si possono fare anche in cambio di un guadagno economico, poco o tanto che sia, magari per arrotondare la pensione. Per esempio:

  • chi è andato in pensione ha maturato sicuramente l’esperienza necessaria per fare il consulente in qualche società o azienda. Oltre a garantire la propria professionalità, ha modo di insegnare alle nuove leve i trucchi del mestiere imparati nel tempo;
  • chi ha passato tutta la vita in ufficio può aprire un negozietto e diventare commerciante oppure prendere in gestione un bar. Si tratta di un’attività completamente diversa da quella svolta in passato che può dare delle nuove soddisfazioni;
  • chi ha un po’ di confidenza con le cose della casa può buttarsi su un mestiere non molto diffuso in Italia ma utile ad arrotondare la pensione: si chiama house sitter e consiste nel curare la casa di un altro durante la sua assenza (per vacanza o per un lavoro che lo terrà lontano dalla propria abitazione per un certo periodo di tempo). Il pensionato si occuperà di mantenerla pulita, di annaffiare le piante, di pagare le bollette, di portare a spasso il cane e dargli da mangiare, ecc. Lo stesso vale per chi ci sa fare con l’orto e decide di curare l’insalata ed i pomodori altrui. Solo che in questo caso si chiamerà «vegetable garden sitter». Non suona male.

Cosa non fare in pensione

Ci sono tante cose da fare in pensione. Ma ci sono anche alcune da non fare, errori che si possono evitare per vivere questo nuovo periodo della propria vita nel modo più sereno possibile. Da escludere, quindi:

  • l’isolamento in casa, specialmente se accompagnati dalla solitudine e dalla sensazione di sentirsi vecchi e finiti;
  • rifiutare qualsiasi proposta per fare delle cose nuove e vivere delle esperienze sconosciute. È il modo migliore per «accomodarsi» in eterno nella propria poltrona, attorno alla quale ci sarà sempre meno gente, stanca di sentirsi dire sempre di no;
  • passare le giornate dal dottore. È vero che ad una certa età gli acciacchi si sentono più spesso ma diventare ipocondriaci perché «andare in pensione vuol dire che, ormai, mi resta poco da vivere» ha una duplice conseguenza: accorcia la vita e fa perdere la pazienza al medico di famiglia.

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