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Lo abbiamo corteggiato per lunghi anni. Settimane e mesi in cui ci siamo goduti i suoi aneddoti a pranzo, divertendoci immensamente con le curiosità scientifiche, storiche, naturalistiche che riusciva a propinarci.
Oggi finalmente riusciamo a pubblicarlo. Siore e siori, il Bori.
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Chi di voi non ha mai sentito parlare del Re Sole? All’anagrafe Luigi XIV di Borbone è noto ai più per la splendida Reggia Di Versailles e per il suo luminoso regno; un numero ancora maggiore di persone direbbe: “Ah si, buone, le pasticche del Re Sole”, ma qui facciamo cultura e non commentiamo certe frivolezze.
Riporto alla vostra memoria il Re Sole non solo per le belle cose e bla bla e bla che ha fatto ma perché il suddetto monarca, come ogni buon essere umano che si rispetti, ha avuto i suoi bei problemini di salute tra i quali, come il diario dei suoi medici riporta, una tenia intestinale ancorata a vita che lo faceva mangiare come un pitone e una devastante fistola anale che quasi l’accoppò.
Si si, avete capito bene, fistola anale. Dovete sapere che il Re soffriva così tanto per questo “foruncolone” che incaricò il chirurgo di corte, tale Charles Francois Felix, di prepararsi ad operarlo visto che creme, unguenti e cure termali pare non alleviassero minimamente il dolore.
Felix, dal canto suo, non aveva la minima cultura in materia e decise quindi, per arricchire la sua dottrina o forse per paura di finire sulla ghigliottina con l’accusa di Reicidio, di fare un po’ di pratica su un nutrito gruppetto di malati analoghi ( tutti consenzienti mi immagino ) prelevati dai vari ospizi ed ospedali parigini. E dai e dai e dai che sbagliando si impara, alla fine mise in pratica a una tecnica che poteva dare il risultato sperato; poco importa che solo 6 dei 30 derelitti sopravvissero al “servizietto” applicato loro da Felix con il bisturi da lui stesso creato e di cui vi regaliamo una agghiacciante immagine:
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Alle 7 del mattino del 18 novembre 1686 scattò l’operazione “salvachiappe” del Re Sole il quale, scrissero i medici, sopporto con fiera dignità il dolore senza emettere nemmeno un gemito, forse per indomito coraggio o forse perché (dicono i malevoli) svenne nei primi istanti dell’intervento dopo che vide cosa il fido chirurgo stava per infilargli nel sedere.
L’intervento riuscì, Felix fu nominato Conte di Tassy e il monarca poté quindi sedersi ( è proprio il caso di dirlo ) sul trono ancora per molti molti anni.
Finito? Nemmeno per sogno. Pensate che il popolo, festante per la riuscita dell’operazione, dedicò all’amato monarca un inno alla sua salvezza intitolato “Dieu Sauve Le Roi”, che dopo varie manipolazioni divenne il famoso inno inglese “God Save the King” (come sia passato dalla Francia all’Inghilterra lo ignoro).