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È scattata la macchina del fango su Paolo Ascierto dopo l’attacco rivoltogli da Massimo Galli a “Cartabianca”. “Striscia la Notizia” ha deriso volgarmente l’oncologo ricercatore napoletano, come se fosse un fessacchiotto allo sbaraglio e forse non sapendo che si tratta di un oncologo al top nel mondo secondo la comunità scientifica, come testimonia il sito specializzato Expertscape.com.
►http://expertscape.com/ex/molecular+targeted+therapy/p/earth
Fa tutto parte di una dinamica sociale ben consolidata in Italia, quella che vuole il Nord sempre avanti e il Sud sempre dietro. Indecenti questi meridionali che lasciano il Nord per andare a infettare i parenti al Sud, come se i settentrionali non fossero andati via, magari a sciare o a riempire le case al mare; ignominiosi i medici napoletani che si danno alla macchia, salvo poi scoprire che non è proprio così; ridicolo il provinciale ricercatore napoletano che ha scippato una scoperta alla ricerca milanese, che dice di essere arrivata prima. Ma se è arrivata prima, perché non ha comunicato e redatto un protocollo per l’AIFA affinché tutti potessero beneficiarne, a partire proprio dalla Lombardia che è in stato di crisi sanitaria?
Da questa domanda essenziale, ho ascoltato gli interventi dei due luminari nelle varie rubriche televisive e ho consultato alcuni ricercatori per capire cosa sta accadendo, e qualcosa l’ho messa a fuoco.
Partiamo da un’evidenza che può tradursi in assunto:
Galli e la comunità scientifica di Milano non credono fortemente al Tocilizumab.
Ascierto e la comunità scientifica di Napoli credono fortemente al Tocilizumab.
Da ciò nascono due atteggiamenti rispetto alla sperimentazione:
Galli e la comunità scientifica di Milano stanno lavorando su diverse strade, il che comporta lentezza di risoluzione delle complicazioni causate dal Coronavirus.
Ascierto e la comunità scientifica di Napoli stanno puntando (e rischiando) sul Tocilizumab, accelerando per la risoluzione delle complicazioni causate dal Coronavirus.
E questo è il motivo per cui, pur essendo entrambi a conoscenza dell’esperienza cinese circa il medicinale su 21 pazienti, Galli si è opposto ferocemente ad Ascierto.
La polemica tra Galli e Ascierto nasce da una diversa concezione del rapporto scienza-collettività: lo scienziato si isola da ciò che avviene fuori il suo laboratorio, sperimenta e divulga solo dati certi, partendo dalle pubblicazioni scientifiche, alle quali si devono rifare i giornalisti. Questo è il percorso.
Ascierto e il suo team hanno invece rotto questo protocollo scientifico. Hanno intuito l’utilità del Tocilizumab, si sono consultati con il cinese Ming con cui hanno una collaborazione e hanno avuto conforto. Quindi hanno immediatamente somministrato il farmaco a Napoli e comunicato ai giornalisti i primi esiti della somministrazione. Niente pubblicazioni scientifiche, niente razionalità ma informazione di massa immediata e velocità di produzione di un protocollo per L’AIFA in un momento di crisi sanitaria globale, con tutti i rischi del caso in termini di speranze e illusioni. È questo che ha fatto irritare Galli e i suoi. È questo il motivo per cui Ascierto non ha risposto a Galli, limitandosi a vantare la redazione del protocollo approvato dall’AIFA. Il luminare napoletano sa di aver aggirato l’etica scientifica per abbracciare un’etica umanistica. Potremmo metterla sul piano dello stereotipo, del Nord obbediente e del Sud anarchico, che in un contesto tragico come quello che viviamo può rendere uno scienziato meridionale più umano di uno scienziato settentrionale. Siamo di fronte a due concezioni diverse influenzate da due convinzioni diverse:
Ascierto, che crede fortemente nel Tocilizumab, mette al centro le vite umane, e accelera.
Galli, che non crede fortemente nel Tocilizumab, mette al centro le regole rigide della comunità scientifica, e frena.
Rischiano entrambi, uno sulla propria carriera e l’altro sulla pelle delle cittadini, perché mentre il medico studia il malato muore. Alla fine vedremo chi avrà avuto ragione. Si tratta di scegliere con chi stare. Io, da profano, scelgo Ascierto, e non perché napoletano di cittadinanza come lui ma perché non c’è regola alcuna che valga la vita umana, e di fronte alla morte mi sento anch’io profondamente anarchico.