IL M5S DEVE FARE IL M5S

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IL M5S DEVE FARE IL M5S

Non mi ritrovo nella discussione portata avanti da qualcuno circa la necessità di collocamento stabile del Movimento 5 stelle nell’area di centrosinistra. Non mi ritrovo assolutamente, per una serie infinita di ragioni. Il M5S è nato come alternativa al sistema e per dare risposte ai bisogni dei cittadini, bisogni di cui ormai la politica non si faceva più carico da anni, bisogni anzi calpestati. Basta guardare al dato del numero dei poveri in Italia, più che raddoppiato negli ultimi 10 anni. Basta guardare alle centinaia di migliaia di giovani, costretti a lasciare il nostro Paese, perché incapace di offrire opportunità. Noi siamo nati per dare risposte a tutto questo, per riportare la politica a essere servizio, un servizio di bene alle persone. Cosa significa allora parlare di sinistra o di destra? Cosa ha fatto di sinistra, la sinistra negli ultimi 30 anni per difendere i poveri, i lavoratori, la sanità pubblica? Cosa ha fatto di destra, la destra negli ultimi 30 anni per supportare le imprese, le famiglie in denatalità? E allora cosa vuol dire che il M5S deve collocarsi stabilmente nell’una o nell’altra area? Nulla, se non il tentativo di far fallire la ragione stessa per cui siamo nati e fare da stampella a chi ha già fallito e a chi ha già tradito la sua stessa ideologia. La misura più di sinistra degli ultimi 30 anni l’ha fatta il M5S, si chiama reddito di cittadinanza e abbiamo costretto la Lega ad approvarla coi suoi voti. Il primo step per smantellare il Jobs Act, la peggiore riforma che ha cancellato i diritti dei lavoratori voluta e attuata dalla sinistra (?), lo ha realizzato il M5S col Decreto Dignità quando era al governo con la Lega. Lo stop a una scellerata riforma delle autonomie, voluta e spinta dalla Lega, che avrebbe ancora una volta penalizzato il Sud, è sempre frutto del lavoro del M5S. Il taglio dei vitalizi e dei parlamentari, misure che danno una mazzata alla Casta, le ha fatte approvare il M5S mentre governava con la Lega e poi col PD. E oggi la Casta, fatta da centrodestra e centrosinistra, sta cercando in ogni modo di cancellarli. Mi spiegate allora cosa vuol dire che il M5S deve collocarsi tra i progressisti? Che senso avrebbe continuare ad esistere, se non diventare un partitino irrilevante della sfera sinistrorsa come ne abbiamo visti tanti? Io credo fermamente che l’unica ragione per continuare ad esistere sia continuare a fare il M5S. Credo che dovremmo ripartire dalla nostra identità, quella della politica come servizio, scrollarci di dosso un po’ di ipocrisie e organizzarci seriamente, e soprattutto proporre una visione di futuro per il nostro Paese, portare nel dibattito politico temi alti, di valore, quelli che gli altri non porterebbero mai perché non sono liberi e forse neppure interessati, e costringerli a realizzarli. Come abbiamo fatto finora. Dobbiamo tornare a essere fieri della nostra storia, di ciò che siamo, di ciò che abbiamo fatto. Nessuno parla più di identità, sorrido al vedere colleghi, magari quelli al secondo mandato o quelli eletti sull’onda di un successo che considerano irripetibile, giocare ai piccoli strateghi sulla pelle di un Sogno per cui abbiamo speso le nostre vite e in cui milioni di italiani hanno riposto le loro speranze. Mi fa rabbia vedere i lupi famelici che hanno affondato i denti nella carne viva del nostro Paese gongolare per i nostri insuccessi e sfregarsi le mani immaginando già la nostra scomparsa. Dobbiamo spiegare ma soprattutto dimostrare alla gente che governare con quegli altri non vuol dire essere come loro, assumerne i vizi, farci carico delle loro mancanze e responsabilità. Vuol dire invece portarli a fare cose che da soli al governo non avrebbero mai fatto, vuol dire certo accettare dei compromessi perché non governiamo da soli, ma non rinunciare mai ai nostri obiettivi più importanti per cambiare un pezzo alla volta il futuro del nostro Paese. Servirà una comunicazione chiara e leale, servirà tanta umiltà, servirà ricominciare e ripartire quasi da zero, servirà tornare a spogliarsi dei titoli di onorevole, servirà tornare tra la gente. Ma io credo che ne varrà la pena e che la gente poco a poco tornerà a credere in noi, ne sono certa, e se anche non fosse potremo continuare a camminare a testa alta, certi di non averla mai tradita.

Valeria Ciarambino

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