“Il Napoli non è solo bello, ma organizzato! Sudore e sangue per essere così…”

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Senza volerlo e senza cattiveria, a Massimiliano Allegri, nel suo legittimo tentativo di mettere nel giusto risalto il proprio lavoro, viene un po’ meno in qualche circostanza il rispetto del lavoro altrui. Nel dibattito fra “allegriani” e sarriani”, fra “risultatisti” e “prestazionisti”, il tecnico bianconero ha dichiarato: “Essere belli è facile, il difficile è vincere. L’albo d’oro è ciò che conta”. Ma il Napoli non è “bello”. Il Napoli è assolutamente incomprensibile. Criptato nei suoi torelli a gara in corso in tutte le zone del campo. Organizzato nei suoi movimenti curati fin nel più piccolo dettaglio. Il Napoli è molto più organizzato che bello. La bellezza cui fa riferimento nella dichiarazione Allegri è qualcosa di volatile, di plastificato. E non c’è nulla di facile nel Napoli che invece ci ha messo sudore e sangue per arrivare a giocare, dopo anni di lavoro, un calcio che rasenta la perfezione tattica. Una squadra di undici uomini che gioca, pensa e tocca la palla con la stessa testa. Una sola testa. Con una particolarità: le squadre che spendono così tanto mentalmente e si spendono così tanto emotivamente per arrivare a giocare come sta facendo il Napoli, hanno una soglia della nausea piuttosto bassa. Come può capitare anche ai nuotatori d’alto bordo con l’acqua della piscina. Invece nei giocatori del Napoli non c’è traccia di tutto questo, nessun tipo di stanchezza psicologica. Anzi, il contrario. Hanno voluto rimanere tutti, hanno voluto fare il patto della continuità, a dimostrazione che non c’è nulla di “facile” nel loro calcio. Se fosse “facile” sarebbero andati altrove, ma una parte di loro sa bene che il calcio che stanno facendo lo possono giocare solo con Sarri.

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