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L’Imu è una delle tre imposte comunali, insieme a Tari e Tasi, che il proprietario di un immobile deve saldare ogni anno. Ma non tutti i contribuenti che hanno una casa di proprietà sono tenuti al pagamento dell’Imu: ci sono, infatti, delle esenzioni che riguardano, in particolare, le abitazioni principali. Ma vediamo nel dettaglio come si calcola l’Imu 2018 e chi paga l’imposta sulla casa.
Imu 2018: chi paga l’imposta
È tenuto al pagamento dell’Imu 2018, cioè dell’imposta sulla casa, chi detiene un immobile a titolo di proprietà oppure in usufrutto o in comodato d’uso.
Non è tenuto al pagamento dell’Imu chi possiede:
- un immobile adibito ad abitazione principale (la prima casa);
- un’unità immobiliare appartenente ad una cooperativa sociale a proprietà indivisa, adibita ad abitazione principale e relative pertinenze dei soci;
- un fabbricato destinato ad alloggio sociale;
- una casa assegnata ad uno dei coniugi a seguito di separazione legale, annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio (in pratica ogni coniuge avrà una sola abitazione principale);
- un immobile unico posseduto, e non affittato dal personale Forze armate, Polizia, militari, Vigili del fuoco e personale con carriera prefettizia, per il quale non è richiesta come condizione, la dimora abituale e della residenza anagrafica;
- un’unica unità immobiliare ad uso abitativo all’estero rientrante nelle categorie da A1 ad A9 purché il proprietario sia iscritto all’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero), sia titolare di una pensione nel Paese di residenza e non abbia affittato o concesso in comodato d’uso l’immobile.
Altre esenzioni dall’Imu vengono decise dai singoli Comuni, ad esempio a favore di proprietari o di usufruttuari anziani o disabili che trasferiscono la residenza in una casa di riposo, o per i proprietari di una casa concessa in comodato a parenti entro il primo grado purché utilizzata come abitazione principale.
Imu 2018: come si calcola
Il punto di partenza per calcolare la base imponibile dell’Imu 2018 è il valore dell’immobile. Occorre moltiplicare la rendita in vigore all’inizio dell’anno, rivalutata di un 5% per un coefficiente che varia a seconda del tipo di immobile:
- 160 per fabbricati del gruppo A (ad eccezione dell’A/10) e delle categorie C/2, C/6 e C/7;
- 140 per fabbricati del gruppo B e delle categorie C/3, C/4 e C/5;
- 80 per fabbricati delle categorie A/10 e D/5;
- 60 per fabbricati del gruppo D (ad eccezione dell’appena citato D/5. Il moltiplicatore è elevato a 65;
- 55 per fabbricati della categoria C/1.
Chi affitta una casa a canone concordato può beneficiare di uno sconto del 25%sull’Imu per l’abitazione data in locazione.
Per quanto riguarda i terreni agricoli, la base imponibile dell’Imu 2018 si calcola moltiplicando il reddito all’inizio dell’anno rivalutato del 25 per uno di questi due coefficienti:
- 110 per terreni di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti alla previdenza agricola;
- 130 per tutti gli altri terreni.
Calcolo Imu 2018: le aliquote
Ci sono due tipi di aliquote da conoscere per sapere come si calcola l’Imu 2018:
- l’aliquota variabile: si tratta dell’imposta per la seconda casa e per altri tipi di proprietà. È fissata allo 0,76% ma i Comuni, con apposita delibera del Consiglio, possono modificarla al rialzo o al ribasso;
- l’aliquota ordinaria: è l’imposta per l’abitazione principale di lusso e per le relative pertinenze. In generale è dello 0,4% ma, anche in questo caso, i Comuni possono decidere di alzarla o di abbassarla.
Imu 2018: quando si paga
Le scadenze per il pagamento dell’Imu 2018 sono:
- 16 giugno: andrà versato il 50% dell’imposta dovuta;
16 dicembre: entro questa data andrà pagato il saldo dell’imposta dovuta per tutto l’anno con conguaglio sulla prima rata.