Views: 4
Ho vissuto in giro per il mondo e spero di mettere su casa a lungo termine in patria. Ormai buona parte del mondo mi sembra come quel vecchio pub londinese dei tempi poveri che ora ti spinge birra calda su banconi lussuosi e scomodi. Torno in Italia per la simpatia dei miei connazionali, ma non perché la situazione brilla qui. È un po’ come certe feste di famiglia: sai allo stesso tempo quanto ti è mancata e perché te ne sei andato via.
Oggi, dopo tutto quello che Sinner ha dimostrato, la maggior parte dei commenti che vedi sula gazzetta o altri siti di sport italiani è focalizzata sull’ “italianità” o meno del cognome, dell’accento, del colore dei capelli, della sua residenza a Monaco…
Sinner. Un ragazzo umile che sta portando il tennis italiano fuori dal medioevo. Da quando l’anno scorso si è portato il suo primo grande Trofeo in spalla, facendo come tutti la coda all’aeroporto.
Ci chiediamo se sia “italiano abbastanza”.
Il talento non ha passaporti. La vera eccellenza è indipendente da confini, cognomi o da come pronunci “mozzarella”.
Da sempre mi sono considerato un liberale nel senso della parola, non di quelli col poster di Adam Smith in camera ne di quelli che confondono libertà con protesta continua. Mi piace stare dove c’è libertà e quel minimo di rispetto civico che ti fa mettere la spazzatura nel cestino e dire grazie al barista. O magari dargli una opportunità che aumenta la sua libertà.
Amici, se un giorno per disgrazia vi sentite ‘diversi’ da Sinner e non riuscite a resistere al desiderio di pubblicare opinioni personali, cosa che ho appena fatto… potreste semplicemente commentare un GRAZIE a un grande Uomo che probabilmente sta anche ispirando i vostri figli?