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I Briganti arrivano nel fumetto:
“Nel 1888 Re Francesco II di Borbone è in esilio a Parigi. Nel Sud, dopo l’Unità d’Italia, i suoi soldati, ancora fedeli, combattono con determinazione contro l’invasore piemontese… ma il Generale Cialdini, Comandante dell’esercito di occupazione, è spietato: ordina a un Battaglione di Bersaglieri di radere al suolo il paese dei rivoltosi. Nicola, ex Sottufficiale del Reggimento degli Ussari della Guardia Reale di Re Francesco, raduna un gruppo di coraggiosi per difendere la loro terra; come riconoscimento portano all’occhiello una Coccarda Rossa ma per il Generale Cialdini loro sono solo dei “Briganti”…”.
I Briganti arrivano sulle pagine di un fumetto, con l’albo “La coccarda rossa” edita da Segni d’Autore. Al centro delle vicende narrate, come è possibile intuire, vi è la storia del Risorgimento italiano narrato così come non si fa a scuola, dove tutto è ridotto a una favoletta edulcorata piena di contraddizioni, falsità e omissioni, dove si fanno passare i combattenti legittimisti dell’ex Regno delle Due Sicilie come briganti, fuorilegge dediti ad omicidi e razzie. Un Risorgimento che è stato tale solo per una parte della penisola italiana, mentre per l’altra non ha significato altro che soffocamento e affossamento, povertà, emigrazione, ignoranza, fame, denigrazione, memoria cancellata; Risorgimento rinnegato dallo stesso Giuseppe Garibaldi, marionetta nelle mani del conte di Cavour e di Vittorio Emanuele II.