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Si, certo, i tifosi delMaccabi sono in parte violenti (come tutte le frange estreme del tifo calcistico).Si, certo, allo stadio si sono comportati male e non hanno mostrato il rispetto dovuto al momento di silenzio per le vittime del nubifragio di Valencia. Si, certo, in alcuni casi (documentati su YouTube) hanno strappato bandiere palestinesi dalle finestre ed hanno intonato cori inaccettabili verso Gaza. È tutto vero, va tenuto presente, non può essere giustificato in alcun modo. Poi c’è il resto, che adesso conviene descrivere con pacatezza e con altrettanta fermezza. C’è il dopo partita, che presenta uno scenario di violenza deliberata, pianificata e vigliacca. Gruppi di 30/40 giovani maschi adulti delle varie comunità islamiche a caccia di persone in qualche modo riconoscibili come provenienti da Israele, con perfetto tempismo sparpagliati nei luoghi più frequentati della città. Armati di bastoni e manganelli, pronti a raccogliere quanto trovavano in grado di offendere, mettono in atto una spietata caccia all’uomo (o alla donna) meglio se solo o comunque in decisiva inferiorità numerica. In molti casi si accaniscono su persone già finite a terra, prendendole a calci anche quando sono palesemente non più in grado di reagire. Il tutto assai lontano da ogni forma spontanea di reazione o azione, lo dimostra un fatto decisivo (e documentato): molti conducenti di taxi (ovviamente mussulmani) pronti a raccogliere gruppi di picchiatori per portarli lontano dal centro non appena iniziano a suonare le sirene della polizia. Cos’è allora questa storia? È la reazione di persone esasperate per la durissima risposta israeliana dopo il massacro voluto da Hamas e dall’Iran il 7 ottobre 2023? Anche, ma non solo. È la frustrazione di persone che in qualche modo si sentono (o si mettono) ai margini della ricca e secolare società occidentale? Forse un po’ si, ma quella società è esattamente il posto dove si coniugano libertà e opportunità anche per loro. È la ribellione di fronte a uno stile di vita ormai senza valori tradizionali di riferimento? Direi basta con questa storia ridicola, che appassiona solo i patiti dell’inclusione a tutti i costi, avvolti nella loro bandiera arcobaleno. Nella notte di Amsterdam (la città ha il 10 % di popolazione di religione islamica) c’è l’antipasto di quel che attende un’Europa che danza sull’orlo del baratro fingendo di non capire, di non vedere, di non sentire. C’è tutta la volontà di potenza di nuove generazioni islamiche che vogliono imporre con la forza la loro regola di vita: siamo di fronte ad un battaglia di potere e di egemonia. È il califfato in salsa europea, ennesima versione di una volontà egemonica che affonda la sue radici nella notte dei tempi. Quanto più balbettante sarà la nostra risposta quanto più ci proveranno con convinzione la prossima volta. A Roma, a Londra, a Parigi: ovunque. Nella storia c’è rispetto solo per chi si fa rispettare.
Fonte iltempo.it