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L’udienza preliminare per il caso che vede indagata la ministra del Turismo, Daniela Santanché, per truffa ai danni dello Stato slitta al 20 maggio. La decisione è stata determinata dal cambio di avvocato della ministra, una mossa che ha fatto infuriare la Procura, preoccupata per il rischio di prescrizione del procedimento legato all’uso improprio della cassa integrazione Covid per la sua società, Visibilia.
Se da un lato Santanché si dice pronta a farsi interrogare, dall’altro la sua posizione politica si fa sempre più precaria. Giorgia Meloni, attraverso il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Galeazzo Bignami, ha chiarito la linea del partito: “In caso di rinvio a giudizio c’è la necessità di rilasciare l’incarico”. Parole che suonano come un avvertimento alla ministra, segnalando una netta presa di distanza da parte della premier, intenzionata a non farsi trascinare in una vicenda giudiziaria che potrebbe danneggiare l’immagine del governo.
Matteo Salvini, invece, si schiera a difesa della ministra, ribadendo la tradizionale posizione garantista della Lega: “Santanché deve rimanere al suo posto”. Un segnale di attrito con Meloni, che potrebbe approfondire le tensioni già esistenti all’interno della coalizione di centrodestra. Il leader leghista, già in contrasto con la premier su diversi dossier, sembra voler cavalcare il caso per rimarcare la sua linea politica e differenziarsi da Fratelli d’Italia.
Nel frattempo, l’INPS ha deciso di uscire dal processo dopo aver ricevuto i risarcimenti, ma la battaglia giudiziaria è tutt’altro che chiusa. L’attesa ora è per il prossimo passo della magistratura e, soprattutto, per la scelta politica che Santanché sarà chiamata a fare se la sua posizione dovesse aggravarsi.