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Inorriditi dalle leggi razziali e dal razzismo, tendiamo a ritenere che le razze siano un costrutto culturale che non corrisponde a realtà: siamo tutti uguali. L’Istituto Superiore di Sanità nega la validità della parola “razza” riferita agli umani, e parla invece di etnie o di popolazioni. A questo punto dovremmo cambiare l’articolo 3 della Costituzione, che dice: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. La Costituzione riconosce l’esistenza delle razze. Un riferimento dovuto, ovviamente, all’onta per le leggi razziali, in cui si stabiliva che non tutti fossero uguali davanti alla legge.