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Le bugie del governo sul contratto di poliziotti e carabinieri: per loro 300 euro in meno
Il governo ha celebrato in pompa magna ieri la firma del nuovo contratto per le divise, presentandolo come una significativa conquista. La realtà, però, è ben diversa. Dopo oltre mille giorni dalla scadenza del contratto precedente, ci troviamo di fronte a un accordo che, a un’analisi più attenta, rivela gravi lacune e un aumento salariale ampiamente insufficiente.
Si è parlato di aumenti fino a 300 euro. Tuttavia, si tratta di numeri lordi, che si riducono sensibilmente in cifra netta e una volta detratte le tasse e le imposte locali (comunali e regionali). Quindi, l’aumento effettivo in busta paga sarà molto inferiore a quanto asserito dai Gasparri di turno. Ma anche se le cifre dichiarate fossero quelle effettive (e non lo sono), sarebbero comunque inferiori agli incrementi ottenuti con i contratti precedenti. Questo contratto infatti prevede un aumento complessivo del 5,78%, a fronte di un tasso di inflazione del 17% negli ultimi quattro anni. In pratica, i poliziotti subiscono una perdita di potere d’acquisto significativa, pari a 10 punti. Quasi 300 euro in meno. Sono numeri incontrovertibili. Il sindacato di polizia Silp Cgil, forte di queste cifre, è stato tra i pochi a denunciare la situazione.
Secondo il Silp, le risorse stanziate sono del tutto insufficienti e non rispondono alle reali necessità del comparto sicurezza. Senza contare alcune lacune normative che il contratto doveva risolvere e che non ha fatto, come il regolare pagamento delle prestazioni di lavoro straordinario e la sostanziale mancanza di limiti orari nelle prestazioni dei poliziotti, come se fossero degli automi. Se a tutto questo si aggiunge il rischio di non aver scongiurato l’innalzamento dell’età pensionabile fino a 70 anni, in contraddizione con le esigenze specifiche del lavoro di polizia, e la mancanza di adeguate assunzioni, ben si comprende la delicatezza della situazione. Ma per tanti pifferai magici va tutto bene. Va tutto bene Madama La Marchesa.