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La vicenda giudiziaria che coinvolge Daniela Santanchè si arricchisce di un ulteriore capitolo. La Ministra del Turismo è ora indagata anche per bancarotta fraudolenta nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento di Ki Group Srl, un’azienda specializzata nel settore dei prodotti biologici. Questo nuovo sviluppo si aggiunge ai due procedimenti già in corso, nei quali Santanchè è accusata di falso in bilancio e truffa aggravata ai danni dello Stato, legati alla gestione delle sue società Visibilia.
- Daniela Santanchè, insieme al suo ex compagno Canio Mazzaro, aveva rilevato il controllo di Ki Group, un tempo considerato un “gioiellino” nel mercato del biologico. Tuttavia, l’azienda ha affrontato una grave crisi finanziaria, culminata nel fallimento.
- La Ministra era già stata iscritta nel registro degli indagati circa un anno fa dalla Procura di Milano, ma solo ora emergono dettagli sul reato ipotizzato: bancarotta fraudolenta. L’accusa riguarda la gestione della società durante il periodo precedente all’insolvenza.
- Parallelamente, Santanchè è sotto inchiesta per la gestione di Visibilia, un altro dei suoi progetti imprenditoriali. In questo caso, le accuse si concentrano su irregolarità nei bilanci e presunte truffe relative all’ottenimento di fondi pubblici.
- Le indagini puntano a verificare se le operazioni societarie hanno comportato indebiti vantaggi economici, danneggiando creditori, dipendenti e lo Stato.
- Santanchè, figura di spicco del governo Meloni, ha respinto finora ogni accusa, definendo le indagini come un attacco politico. Tuttavia, la sua posizione all’interno dell’esecutivo potrebbe essere ulteriormente complicata da queste nuove accuse.
- Le opposizioni chiedono chiarimenti e, in alcuni casi, le dimissioni della Ministra per tutelare la credibilità delle istituzioni.
Le indagini sulla crisi di Ki Group e sulle presunte irregolarità di Visibilia sono ancora in corso, e spetterà alla magistratura fare luce sulle responsabilità di Daniela Santanchè. Intanto, la vicenda alimenta il dibattito pubblico sul conflitto tra etica personale e ruolo politico, sollevando interrogativi sull’opportunità di mantenere incarichi istituzionali in presenza di accuse così gravi.