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Oggi ho sentito di nuovo “fai le pulizie dei culi”. Non è n’è la prima n’è l’ultima volta che lo sento. E sento il bisogno di rivendicare il mio lavoro e di gridare al mondo quanto ne sono orgogliosa.
Sì, signore e signori, orgogliosi di pulire i culi, tagliare le unghie, lavare teste, vestire, fare la doccia, nutrire e prendersi cura di persone tra le altre cose, sì, PERSONE, che non possono farlo da sole e hanno bisogno di aiuto.
Ma riassumiamolo come “pulizia dei culi”.
Sono già un po’ stufa dei connotati negativi di questa espressione che è strettamente legata alla mia professione. È chiaro che non tutti siamo bravi in tutto. Ad esempio, non potevo lavorare in qualcosa che mi richiedesse di mentire, come un banchiere o qualcosa del genere. Eppure quella è una professione molto apprezzata, al contrario affrontare la mia è come l’ultima delle ultime.
Beh, io dico a voi utenti dei social, che nella vostra grande maggioranza non avete mai avuto bisogno che nessuno vi “pulisca il culo”, e spero che non abbiate mai bisogno di qualcuno che ve lo faccia. Ma dico alla maggior parte di coloro che ci classificano in quel modo che se arriverà il momento necessario, io o i miei colleghi socio sanitari saremo disposti ad aiutarvi e farvi avere la migliore qualità di vita possibile, sempre con buon umore e amore.
Ora decidete voi qual’è il lavoro davvero importante per le persone come me o voi ma per favore, non usate l’espressione “culi puliti” con disprezzo, perché forse un giorno qualcuno dovrà farlo per voi e credetemi che gliene sarete grati.
Firmato: un OSS